Terni festeggia san Valentino: è un esempio di speranza

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Celebrata stamattina nella basilica di san Valentino a Terni da mons. Francesco Antonio Soddu la solennità del patrono di Terni e degli innamorati e copatrono della diocesi di Terni-Narni-Amelia, concelebrata dal vicario generale della diocesi mons. Salvatore Ferdinandi e dal padre Provinciale dei Carmelitani Scalzi padre Gabriele Biccai, dal parroco della basilica padre Josline Peediakkel, dai sacerdoti della diocesi e dai padri carmelitani: “La festa liturgica del nostro santo patrono in quest’anno santo ci offre una serie di spunti sui quali meditare e altrettante vie da percorrere per rendere sempre migliore, più bella la nostra vita e quella di coloro con i quali ci troviamo a condividere l’esistenza”.

Il vescovo ha sottolineato che l’amore di Dio è sempre presente: “Il nostro san Valentino, come del resto tutti i santi, con la sua vita ci insegna che proprio entro le esperienze terribili del mondo, segnato dall’egoismo umano, si inserisce sempre il germe bello e buono dell’amore di Dio il quale non soffoca né muore mai nonostante gli infiniti venti contrari e gli pseudo amori, quelli tossici che inquinano il nostro tempo. E questo avviene perché Dio stesso, con il dono del proprio Figlio, si è spinto oltre ogni limite dell’amore”.

Una sottolineatura importante è stata messa sulla fede: “La fede cristiana è un qualcosa di più, anzi direi che è qualcosa di altro, di veramente unico: essa è anzitutto un dono, il dono che Dio fa di sé stesso. E attraverso questo dono ci viene data una vita rinnovata dall’amore che proviene da lui che è per essenza amore. Ed è attraverso l’accoglienza di questo dono che saremo resi capaci di percorrere pure sentieri ardui e di raggiungere vette umanamente impossibili”.

Il tema giubilare si collega alla festa di san Valentino: “Il tema del Giubileo ‘pellegrini di speranza’ unito alla figura di san Valentino si arricchisce per noi di una esperienza di vita, anzi di un respiro di vita, che si identifica con lo stesso amore di Dio. La speranza infatti non delude perché lo Spirito di Dio è stato riversato nei nostri cuori”.

In questo senso il santo ternano è un ‘esempio’ di speranza: “San Valentino ci insegna come considerare il nostro cuore in relazione alla speranza. Egli incarna quanto papa Francesco, parlando del cuore di Gesù nell’enciclica Dilexit nos dice in riferimento a quanto debba essere il nostro cuore…

Chi è ripieno di questo spirito, chi cioè si mette nelle mani di Dio e rimane inondato del suo amore; chi vive l’esperienza dell’amore non può tenere nascosta questa sorta di energia, che in sé stessa tende ad esondare al di là di ogni possibile limite, arrivando tuttavia a non perdersi, quanto piuttosto a fecondare o rianimare le aree più desertiche o inaridite a causa della mancanza dello stesso amore”.

Dio dona amore per la salvezza di tutti: “Il nostro san Valentino, come del resto tutti i santi, con la sua vita ci insegna che proprio entro le esperienze terribili del mondo, segnato dall’egoismo umano, si inserisce sempre il germe bello e buono dell’amore di Dio il quale non soffoca né muore mai nonostante gli infiniti venti contrari e gli pseudo amori, quelli tossici che inquinano il nostro tempo.

E questo avviene perché Dio stesso, con il dono del proprio Figlio, si è spinto oltre ogni limite dell’amore. La donazione del Figlio Gesù Cristo per la nostra salvezza è il miracolo più grande che si possa immaginare e desiderare”.

Ed ai giovani ha rivolto l’esortazione ad essere protagonisti dell’amore: “La giovinezza porta con sé in modo naturale l’entusiasmo, lo slancio, la freschezza, ma anche i tentennamenti e le incertezze. Ma è proprio nel fiore della giovinezza che Dio chiama a collaborare, chiama ad essere profeti. Non dire sono giovane, quindi incapace, perché non si potrà mai fallire se si accoglie e trasmette genuinamente la fede data in dono. Se ami veramente non puoi aver timore. In tutto questo san Valentino è stato ottimo discepolo, maestro e pastore”.

Ha terminato l’omelia con l’invito ad essere ‘scaldati’ dal patrono ternano: “Come Dio nel suo Figlio ha raggiunto l’eccesso dell’amore, Valentino con l’intera sua vita ha trasmesso i palpiti di un cuore sano a favore dei più bisognosi, dei giovani e di quanti qui a Terni lo accoglievano come il Pastore buono. Voglia S. Valentino scaldare i sentimenti dei nostri cuori, affinché lo Spirito Santo che vi è stato riversato sia sempre collocato dalla nostra volontà al posto d’onore che gli spetta e produca continuamente germi di speranza attraverso il contributo delle nostre buone opere”.

Mentre nel pontificale mons. Soddu aveva invitato a non avere paura: “In questo anno santo san Valentino ci esorta a non avere paura del fuoco purificatore di Dio; ci esorta ad accogliere la sua misericordia e a farla diventare operativa nella nostra vita, trasformata dal fuoco del suo amore. Ciascuno di noi, mediante il battesimo, è stato toccato e completamente inondato di questo amore, siamo stati rivestiti di Cristo perché possiamo essere suoi testimoni nel mondo e quindi costruttori di pace. Si prenda dunque il largo in compagnia degli apostoli e di san Valentino, successore degli apostoli e nostro celeste patrono”.

E san Valentino non ha mai abbandonato il suo popolo: “San Valentino seguendo questa onda benefica di amore ne è il testimone. Egli prende le nostre vicende umane e le alloggia sulla barca di Simone affinché da lì ed insieme con loro possiamo apprendere i segreti del Regno, ossia la vita buona e bella del Vangelo. Interceda san Valentino per la nostra città, per l’intera nostra Diocesi e regione affinché seguendo lo Spirito d’amore del Padre sappiamo convergere nell’unità della famiglia dei figli di Dio”.

Al termine della celebrazione è stato inaugurato il pannello audio guida sulla Basilica e sulla figura di san Valentino, un pannello sensoriale che consentirà a tutti, anche a coloro che hanno difficoltà sensoriali, di conoscere le bellezze architettoniche e storiche della basilica e di conoscere la vita di San Valentino, attraverso le varie sezioni dedicate alla pianta della basilica e la sua facciata, il tutto stampato in adduzione, un inchiostro particolare che consente di percepire anche con il tatto, oltre a dei Qrcode con una guida e con tutte le spiegazioni fornite con il linguaggio dei segni.

(Foto: diocesi di Terni)