“Il pastore percosso parla al suo gregge”. La lettera di comunione alla comunità diocesana del Vescovo di Ozieri Mons. Corrado Melis

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 03.02.2025 – Vik van Brantegem] – In un momento doloroso per la Diocesi di Ozieri, il Vescovo Corrado Melis si rivolge ai “sacerdoti, diaconi, religiose, seminaristi, fratelli e sorelle in Cristo” con un messaggio di fede e di speranza, in questo Anno Santo 2025, che Papa Francesco ha dedicato proprio alla speranza. Rinviato a giudizio insieme con Antonino Becciu, fratello del Cardinale Angelo Becciu, e altri sette imputati per la gestione dei fondi 8xmille [La Procura di Sassari mette il naso nell’8 per mille alla Diocesi di Ozieri. «Nessuna distrazione di denaro è mai avvenuta per scopi privati» – 10 gennaio 2025 [QUI]], oggi lunedì 3 febbraio 2025, Mons. Melis ha pubblicato in apertura sulla home page del sito della diocesi una “Lettera di comunione alla comunità diocesana”, dal titolo Il pastore percosso parla al suo gregge [QUI].
Mons. Melis ribadisce “l’estraneità delle accuse” e conferma “con forza l’impegno della diocesi a favore dei poveri e contro ogni forma di indigenza, ingiustizia e disagio materiale e spirituale”. Osserva, che “tante nostre scelte possono essere messe in dubbio, ma su questa priorità non siamo disposti a cedere di un centimetro. E proprio adesso mi sento rassicurato dai volti di tante persone incontrate e servite con amore in questi anni, oltre che dalla mia storia di fede e dalla vicinanza affettuosa di tanti amici del popolo di Dio. Solo così so di poter affrontare ulteriori fatiche che si fanno sempre più umilianti”.
Mons. Melis scrive: “Stiamo vivendo certamente una delle pagine più sofferte e delicate della storia della nostra Chiesa diocesana. Sono giorni di prova, di interrogativi, di dolore per chi ama questa comunità e vi ha dedicato la propria vita”. Aggiunge di non riuscire “a tacere il dolore per l’ingiustizia, reso ancora più forte dalla percezione che nel mondo dei tribunali, delle indagini e dei processi (ambienti a me completamente sconosciuti) ci sia qualcuno che ha il potere di rendere impossibile la vita. Questo atteggiamento è causa di grande amarezza per la vita mia e di molti altri coinvolti”.
Mons. Melis ringrazia chi gli “tende la mano ogni giorno e la tiene ben stretta”, e “in maniera speciale chi in questa diocesi tiene le mani ben strette a chi è facile preda della disperazione e rischia la dispersione. Ringrazio perciò sacerdoti e laici amici infaticabili del Vangelo. Questo, infine, vi chiedo con umiltà: non scoraggiamoci. Non disperdiamo nulla del buon pascolo che il Signore dona a questa preziosa e brillante porzione di Chiesa e non sprechiamo neanche una briciola di questo momento di fatica e di ogni nostra ferita”.
Lunedì 3 febbraio 2025
Il pastore percosso parla al suo gregge
Lettera di comunione alla comunità diocesana
Cari sacerdoti, diaconi, religiose, seminaristi, fratelli e sorelle in Cristo.
Stiamo vivendo certamente una delle pagine più sofferte e delicate della storia della nostra Chiesa diocesana. Sono giorni di prova, di interrogativi, di dolore per chi ama questa comunità e vi ha dedicato la propria vita. Come per Gesù, la mia preghiera non dubita dell’amore di Dio. Anche io lo chiamo e lo sento ora più che mai “Padre”. In quella notte del Getsemani, anzi, nella grande solitudine di quella notte, l’unica cosa certa di Gesù è l’amore del Padre: «Padre, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà» (cf. Lc 22,42).
Queste poche e povere righe non vogliono essere una difesa della mia persona. Ma sento una incombente priorità: quella di prendermi a cuore il popolo che mi è stato affidato e di cui devo rendere conto al Pastore supremo. Mi interessa custodire la storia di fede di ciascuno di voi che leggete, come anche quella di chi sente il peso lecito del dubbio, delle contraddizioni e dello scandalo.
Proprio per questo, per prima cosa, voglio confermare l’estraneità delle accuse e con forza l’impegno della diocesi a favore dei poveri e contro ogni forma di indigenza, ingiustizia e disagio materiale e spirituale. Tante nostre scelte possono essere messe in dubbio, ma su questa priorità non siamo disposti a cedere di un centimetro. E proprio adesso mi sento rassicurato dai volti di tante persone incontrate e servite con amore in questi anni, oltre che dalla mia storia di fede e dalla vicinanza affettuosa di tanti amici del popolo di Dio. Solo così so di poter affrontare ulteriori fatiche che si fanno sempre più umilianti.
Ora, da cittadino e uomo di fede, non riesco a tacere il dolore per l’ingiustizia, reso ancora più forte dalla percezione che nel mondo dei tribunali, delle indagini e dei processi (ambienti a me completamente sconosciuti) ci sia qualcuno che ha il potere di rendere impossibile la vita. Questo atteggiamento è causa di grande amarezza per la vita mia e di molti altri coinvolti.
Eppure, anche in quest’ora, la cosa più bella, più vera, più umana che ciascuno di noi può incontrare è la parola di Gesù. Il Vangelo ci fa rientrare in noi stessi e ci fa sostare tra le prime file davanti alla croce di Gesù. Guardando il Crocifisso emerge una certezza per me: chi ha con sé la parola di Gesù non diventerà mai disumano fino a provare odio per chi accusa, aggredisce e mette alla gogna mediatica la dignità umana. Quel libro della Parola che il giorno della mia consacrazione a Vescovo di Ozieri è diventata il tetto sotto cui costruire la casa dei figli e ripararli dalle intemperie sveglia ogni giorno la mia vita dalla follia dell’odio e fa ritrovare me stesso come uomo vigile e innamorato della vita, degli uomini e di Dio.
Adesso, illuminato dal Vangelo, mi preme comunicarvi questa inquietudine. Mi vengono allo spirito i timori che ebbe Gesù proprio nella sua Ultima Notte: «questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: “Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge”» (Mt 26,31). Questa citazione del profeta Zaccaria è per me motivo di grande preghiera. No. Amici miei! Col cuore in mano vi scongiuro: non cediamo alle lusinghe di chi opera la dispersione, la disunione e la confusione. Io credo che quell’Ultima Notte, Gesù nell’Orto degli Ulivi pregasse anche per me e per la Chiesa di Ozieri!
Per tutti questo deve essere il tempo della preghiera, «per non entrare nella tentazione» (Mt 26,41), la tentazione dell’assopimento, della stanchezza e della paura, cioè delle soluzioni più superficiali, delle facili condanne e della disperazione. Proprio come accadde nei primi secoli della Chiesa: chi ha salvato gli amici di Gesù dalla distruzione totale? Non certo le armi o le sofisticate argomentazioni nei tribunali, ma la preghiera perseverante e unanime: «erano perseveranti e concordi nella preghiera» (At 1,14), letteralmente: «avevano le mani strette gli uni agli altri e i loro cuori pregavano battendo all’unisono». Di fronte alla minaccia della dispersione e della discordia, mi sento di ringraziare chi mi tende la mano ogni giorno e la tiene ben stretta. E ringraziare in maniera speciale chi in questa diocesi tiene le mani ben strette a chi è facile preda della disperazione e rischia la dispersione. Ringrazio perciò sacerdoti e laici amici infaticabili del Vangelo.
Questo, infine, vi chiedo con umiltà: non scoraggiamoci. Non disperdiamo nulla del buon pascolo che il Signore dona a questa preziosa e brillante porzione di Chiesa e non sprechiamo neanche una briciola di questo momento di fatica e di ogni nostra ferita.
Siamo nelle mani del Bel Pastore. Gli stiamo veramente a cuore: a me non sembra poco!
Dio benedica ogni vostro passo di vita, di fede e di amore.
+ don Corrado, fratello vescovo
Fondi 8xmille
Avvocati Ivano Iai e Antonello Patanè:
“Violati Costituzione e Concordato”. “Nessun reato solo carità”
Gli avvocati difensori di Tonino Becciu, del Vescovo di Ozieri, Mons. Corrado Melis, e degli altri sette imputati rinviati a giudizio per peculato, riciclaggio e favoreggiamento per la gestione di circa 2 milioni di euro dei fondi 8xmille destinati alla diocesi, respingono le accuse: “Non condividiamo questa decisione del giudice dell’udienza preliminare che si scontra sia con l’articolo 7 del nostro dettato costituzionale sia con il Concordato tra lo Stato italiano e la Chiesa Cattolica”, sostiene l’Avvocato Ivano Iai, difensore della Diocesi di Ozieri.
“Questa decisione, inoltre, costituisce un clamoroso e grave precedente. Il Gup, infatti, ha accolto l’impostazione della Procura secondo la quale nella gestione dei fondi dell’8×1000 i vescovi sono pubblici ufficiali tenuti a operare secondo le regole di formazione della volontà della pubblica amministrazione. Un’interpretazione destituita di ogni fondamento giuridico, coinvolge infatti a cascata ogni diocesi e la CEI”, continua l’avvocato.
“Non risulta, nei fatti – spiega -, che alcuna di esse abbia finora attuato procedure di evidenza pubblica per distribuire risorse da destinare a opere di carità e al sostentamento del clero. Si sta per aprire un dibattimento, già infondato sul nascere, che non potrà che confermare quanto affermiamo, al costo di un inutile spreco di tempo e risorse pubbliche e molta sofferenza per gli imputati e la comunità cristiana locale”.
Dello stesso avviso l’Avvocato Antonello Patanè, che difende gli imputati laici: “È già stato detto che non vi era e non vi è ragione o presupposto giuridico che supporti la decisione del Gup. Nel dibattimento siamo certi di dimostrare, puntualmente e con incontestabili riscontri e solidi argomenti, che l’impiego delle risorse, sia da parte del clero che dei laici, ha avuto a oggetto solo e soltanto attività caritative e che i miei assistiti hanno speso il proprio progetto di vita nel modo più alto e nobile, ovvero per aiutare i più deboli e i più fragili con iniziative concrete. Siamo ben lontani da qualsiasi ipotesi di reato. A questo punto auspichiamo di poter celebrare il dibattimento il più rapidamente possibile e approdare al più presto alla sentenza” (ANSA, 3 febbraio 2025).
4 febbraio 2025
Comunicato della Conferenza Episcopale Sarda
Vicinanza al Vescovo Corrado Melis e alla Diocesi di Ozieri
Appresi gli ultimi sviluppi del procedimento penale in corso, esprimiamo la nostra vicinanza al Vescovo e a tutta la comunità ecclesiale di Ozieri. Allo stesso tempo, rinnoviamo la fiducia nell’operato della Magistratura. Auspichiamo che possa emergere la coerenza ecclesiale e civile dell’operato del Vescovo Corrado. Alla Chiesa che è in Ozieri assicuriamo la nostra preghiera per questo momento di sofferenza.
I Vescovi della Sardegna
Rimaniamo in attesa di un comunicato della Conferenza Episcopale Italiana e della Santa Sede… Difficile a credere che la Santa Sede e la Conferenza Episcopale Italiana non reagiscono ad un procedimento della magistratura, che attiene agli atti interni della Chiesa. Qui abbiamo un precedente che potrebbe muovere le procure ad interessarsi delle donazioni della CEI e della Santa Sede in qualsiasi campo caritativo o no. Difficile a credere che la Santa Sede e la CEI non sono intervenuti per questa violazione dei Patti Lateranensi e del Concordato.
Indice – Caso 60SA [QUI]