Romaeterna Cantores: la tradizione musicale come sguardo al futuro

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 03.02.2025 – Vik van Brantegem] – Il Maestro Aurelio Porfiri è una figura di riferimento nel mondo della musica sacra e della liturgia. Dopo anni di ricerca e di esperienza internazionale, ha fondato Romaeterna Cantores, un coro professionale dedicato alla musica della scuola romana. In questa intervista ci racconta lo stato attuale del progetto, le sfide che sta affrontando e la sua visione del futuro. Non si tratta di un semplice recupero del passato, ma di un rinnovamento che affonda le radici nella tradizione per proiettarsi in avanti. Il Maestro Porfiri ci offre una riflessione lucida sulla crisi culturale e liturgica del nostro tempo, sottolineando l’urgenza di un ritorno alla centralità della liturgia e della sua musica. Con uno sguardo attento alla ricerca musicologica e alla creazione di un movimento di pensiero, il suo lavoro si pone come una risposta alla decadenza attuale e un invito alla consapevolezza.
Maestro Aurelio Porfiri, come vanno le cose?
Bene, sono molto impegnato con il mio nuovo progetto, Romaeterna Cantores, un coro professionale che ho fondato alla fine del 2024 per eseguire le musiche appartenenti alla scuola romana. Abbiamo già fatto alcune esecuzioni, un concerto e un Vespro nella cappella del palazzo Doria Pamphili a Roma. Abbiamo già molti progetti per il futuro e io sto cercando di stabilizzare il numero dei cantori. Essendo nella fase iniziale abbiamo ancora dettagli da sistemare. Comunque non perdiamo di vista la grande eredità di cui siamo figli.
Perché questo sguardo al passato?
Al contrario, questo è uno sguardo al futuro perché solo nella tradizione ci sono le fondamenta che ci permettono di progettare il futuro. Io non sono un nostalgico, non dimentico quanto detto dal filosofo e poeta francese Gustave Thibon: “Il rivoluzionario che uccide la tradizione non vale più del fariseo che la perpetua in maniera morta: qui si imbalsama, là si abbandona al forno crematorio, ma, in ambedue i casi, è su di un cadavere che si lavora”. In realtà la tradizione non va cosificata ma tantomeno va dimenticata.
Quali sono gli obiettivi di questo progetto?
Oltre all’esecuzione musicale, anche di nuove composizioni, abbiamo l’approfondimento musicologico e la creazione di un movimento di pensiero che ci porti a riflettere sulla situazione in cui ci troviamo ora. È un modo per porre le persone di fronte ad una realtà che forse neanche sospettavano.
Che situazione sarebbe?
Ne ho già parlato molte volte, viviamo purtroppo una situazione di grande decadenza. E non mi sono fatto grandi illusioni sul fatto che il Giubileo avrebbe cambiato la stessa situazione, è un problema strutturale, purtroppo. Ci vorrebbe un impulso deciso dall’alto che purtroppo non arriva.
Come sarebbe la soluzione?
Non c’è una soluzione facile, ma è soprattutto importante prendere coscienza della vera situazione e non nascondersi dietro le ideologie e poi bisogna tornare a mettere la liturgia al centro e con essa la sua musica.

Aurelio Porfiri
- Composizione musicale Ftcl (Trinity College, Londra)
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- Maestro Onorario e Organista della Chiesa di Santa Maria dell’Orto (Roma)
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