Papa Francesco: la vita eterna supera ogni nostra immaginazione perché Dio ci stupisce con il suo eterno amore

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La vita eterna come sarà? É questa la domanda che nel periodo in cui la liturgia ci accompagna nella commemorazione dei defunti ci facciamo tutti. Domanda ancora più pressante dopo la tragedia che si è abbattuta sulla Filippine. A questo il Papa ha risposto nella breve catechesi prima della preghiera mariana dell’ Angelus a mezzogiorno.

“ I risorti saranno come gli angeli, e vivranno in uno stato diverso, che ora non possiamo sperimentare e nemmeno immaginare” spiega il Papa ed aggiunge: “Il nome di Dio è legato ai nomi degli uomini e delle donne con cui si lega, e questo legame è più forte della morte” e questo perchè  “Lui stesso è l’Alleanza, Lui stesso è la Vita e la Risurrezione, perché con il suo amore crocifisso ha vinto la morte. In Gesù Dio ci dona la vita eterna, la dona a tutti, e tutti grazie a Lui hanno la speranza di una vita ancora più vera di questa.” Dio è il Dio di ognuno di noi e porta il nostro nome. Una vita che “supera la nostra immaginazione, perché Dio ci stupisce continuamente con il suo amore e con la sua misericordia.”

Prosegue il Papa: “ Se guardiamo solo con occhio umano, siamo portati a dire che il cammino dell’uomo va dalla vita verso la morte. Gesù capovolge questa prospettiva e afferma che il nostro pellegrinaggio va dalla morte alla vita: la vita piena! Quindi la morte sta dietro, alle spalle, non davanti a noi. Davanti a noi sta il Dio dei viventi, sta la definitiva sconfitta del peccato e della morte, l’inizio di un nuovo tempo di gioia e di luce senza fine.”

E già sulla terra grazie ai Sacramenti possiamo avere un anticipo di quella realtà e “l’esperienza che facciamo del suo amore e della sua fedeltà accende come un fuoco nel nostro cuore e aumenta la nostra fede nella risurrezione.” E conclude il Papa: l’amore di Dio è eterno non può cambiare.

Dopo la preghiera il Papa ha ricordato la beatificazione di Maria Teresa Bonzel, fondatrice delle Povere Suore Francescane dell’Adorazione Perpetua, vissuta nel secolo diciannovesimo.

Ma soprattutto ha pregato con una Ave Maria speciale per “le popolazioni delle Filippine e di quella regione, che sono state colpite da un tremendo tifone. Purtroppo le vittime sono molte e i danni enormi. Preghiamo per questi nostri fratelli e sorelle, e cerchiamo di far giungere ad essi anche il nostro aiuto concreto.”

Un pensiero anche alla “Notte dei cristalli”: “le violenze della notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 contro gli ebrei, le sinagoghe, le abitazioni, i negozi segnarono un triste passo verso la tragedia della Shoah. Rinnoviamo la nostra vicinanza e solidarietà ai nostri fratelli maggiori,  e preghiamo Dio affinché la memoria del passato ci aiuti ad essere sempre vigilanti contro ogni forma di odio e di intolleranza.”

Infine un ricordo dei lavoratori della terra nella  Giornata del Ringraziamento: “Unisco la mia voce a quella dei Vescovi esprimendo la mia vicinanza al mondo agricolo, specialmente ai giovani che hanno scelto di lavorare la terra. Incoraggio quanti si impegnano perché a nessuno manchi un’alimentazione sana e adeguata.”

E un saluto al pellegrinaggio diocesano di Genova e della Liguria guidato dal cardinale Angelo Bagnasco e dagli altri Vescovi della Regione.Tra i gruppi presenti anche i giovani delle Pontificie Opere Missionarie.

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