Il giubileo della comunicazione racconta la speranza

Fino a domenica prossima a Roma si ritrovano i comunicatori social cattolici come ha affermato il prefetto del Dicastero per la comunicazione, Paolo Ruffini: “Non è una illusione, e nemmeno un algoritmo. La speranza di cui parliamo si fa in modo concreto, è la sostanza che muove le nostre vite. E’ quella spinta che muove ciascuno di noi a credere che le cose raccontate con qualsiasi mezzo (scrittura, parola, immagini) arrivino da qualche parte a costruire una relazione con chi legge, ascolta e guarda”.
Durante il meeting point sono stati presentati gli eventi del Giubileo del mondo della comunicazione con una proiezione di un breve video contenente le testimonianze di giovani professionisti dell’informazione coinvolti nel Giubileo della Comunicazione: da Timor-Leste al Canada, passando per Rwanda, Messico, Argentina, Spagna, in un giro del mondo attraverso i volti freschi e le parole colme di fiducia di chi crede, nel suo piccolo, di potere lasciare un segno positivo.
Presentando l’evento mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, ha affermato che è importante vivere in prima persona il Giubileo: “Solo così si è capaci di una grande sfida, narrare agli altri la speranza”. L’arcivescovo ha spiegato che lo ‘schema’ che si inaugura oggi si ripeterà più o meno per gli altri eventi.
Sulla ‘comunicabilità’ della speranza si è soffermato mons. Lucio Adrián Ruiz, segretario del Dicastero per la Comunicazione, evidenziando il legame con la ‘missionarietà’ attraverso l’impegno di ‘andare nel mondo comunicando la speranza’ partendo dalla vita quotidiana fino ai macro-eventi.
Mentre nel pomeriggio quattro testimonianze hanno aperto una finestra sugli orizzonti di chi, nel prossimo futuro, sarà chiamato a raccontare un mondo in continua trasformazione, come quella di a Mariella Matera, che dal 2019 è protagonista di uno spazio di evangelizzazione social, chiamato Alumera, un ‘sogno’ che si è realizzato nel messaggio ricevuto da una ragazza sedicenne. “Non la conoscevo, ma seguiva il mio operato. Da qui ho capito quanto fosse importante ciò che faccio”.
Oppure Tatiana Paradiso, partita per l’Africa, impegnata nel coordinamento delle comunicazioni delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù: “Fai la valigia, la settimana prossima parti per le missioni in Africa”. Invece Matteo Petri ha vissuto un’esperienza unica lavorando con i media vaticani e collaborando con l’associazione Meter, che combatte da anni la piaga degli abusi sui minori: “E’ stata una delle emozioni più grandi della mia vita da giornalista”. Invece Tommaso Cappelli ha creato una web radio ed oggi è responsabile nazionale per la comunicazione social e new media dell’Azione Cattolica Italiana.
Per questo nel messaggio per la giornata delle comunicazioni sociali il papa ha questo ‘sogno’: “Sogno per questo una comunicazione che sappia renderci compagni di strada di tanti nostri fratelli e sorelle, per riaccendere in loro la speranza in un tempo così travagliato. Una comunicazione che sia capace di parlare al cuore, di suscitare non reazioni passionali di chiusura e rabbia, ma atteggiamenti di apertura e amicizia; capace di puntare sulla bellezza e sulla speranza anche nelle situazioni apparentemente più disperate; di generare impegno, empatia, interesse per gli altri… Sogno una comunicazione che non venda illusioni o paure, ma sia in grado di dare ragioni per sperare”.
(Foto: Vatican News)