L’era del buon senso

Capitol Hill e bandiera USA
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 24.01.2025 – Miguel Cuartero] – C’è grande agitazione nei media, nei social e nel mondo politico e nel mainstream culturale per l’inizio del secondo mandato di Donald Trump quale Presidente degli Stati Uniti d’America. La sua schiacciante vittoria sulla candidata democratica Kamala Harris [QUI] ha sorpreso un pubblico ammaliato da sondaggi fantasiosi e da spauracchi costruiti ad hoc dai media politicizzati di tutto il mondo occidentale.

Ora la risolutezza del nuovo presidente fa tremare i polsi ai sostenitori dell’agenda democratica, ai paladini e simpatizzanti del wokismo di ultima generazione, ai sostenitori dell’ecologismo d’assalto e dell’ideologia gender. Persino il Papa, stuzzicato dal giornalista amico e compagno, ha condannato preventivamente l’operato di Trump prima ancora che si insediasse definendo una “disgrazia” l’eventuale “deportazione di massa” di migranti irregolari dagli USA.

Tutto questo stato di agitazione generale, fatto di post infuocati, di previsioni apocalittiche, di appelli drammatici e di articoli allarmanti, non ha impensierito minimamente il signor presidente che è partito in quarta firmando una serie di ordini esecutivi non appena insediato come 47° Presidente USA.

“È iniziata l’era della prepotenza”. Commenta sagacemente un’aspirante statista di sinistra sul social X (social di Musk e quindi campo amico di Trump, questo per inciso). Più che l’era della prepotenza direi che ad iniziare in questi giorni è l’era del buon senso.

Ci sarebbe molto da dire a proposito della parola “prepotenza” abbinata alla amministrazione uscente: quella dell’emergenza mondiale COVID e dell’imposizione dei vaccini di massa, quella della censura sui social e giornali (sempre a proposito dei vaccini ed effetti avversi), quella dei generi infiniti e delle giornate mondiali ad essi dedicate, quella delle guerre, quella dei segreti di stato (su COVID, vaccini ed effetti avversi), quella della grazia al figlio del Presidente indagato per grossi reati e della grazia preventiva (quasi una ammissione di colpa) per il Dottor Fauci nel caso venisse fuori qualche scandalo (sempre su COVID, vaccini ed effetti avversi). Ma preferirei soffermarmi sul buon senso della nuova amministrazione.

Il primo segnale di buon senso è il compimento delle promesse, o per lo meno l’impegno per farlo e farlo subito. La disaffezione e il sospetto verso politica e i suoi rappresentanti che caratterizza il momento presente è in gran parte dovuta al fatto che, una volta eletti, i rappresentanti del popolo si impegnino per perseguire i propri interessi dimenticando ogni promessa elettorale. Trump, con grande buon senso, ha messo nero su bianco molte promesse a poche ore dal suo insediamento. E questo è senza dubbio un segnale di trasparenza e lealtà verso chi lo ha votato (la maggior parte dei cittadini USA).

Di certo la promessa della pace è una scelta di buon senso. Dietro ogni guerra ci sono motivi economici e politici, ed è questo che fino ad ora ha spinto l’amministrazione Biden. Ma di fronte alle perdite umane e al macroscopico impiego di denaro, non ci può essere decisione più giusta di quella di trovare accordi diplomatici e di lavorare per far terminare i grandi conflitti oggi in atto.

Nel suo discorso inaugurale, Trump ha messo in chiaro le priorità della propria amministrazione. «Durante ogni singolo giorno dell’amministrazione Trump, metterò molto semplicemente l’America al primo posto». In cima alle priorità dunque il Presidente mette gli interessi della propria nazione. Ciò non dovrebbe affatto risultare straordinario, è dovere di ogni capo di stato perseguire gli interessi nazionali e difendere il proprio paese. A qualcuno invece queste parole di buon senso appaiono invece straordinariamente aggressive, offensive, pericolose e dannose. Evidentemente negli ultimi anni, pensare alla propria nazione è diventato sinonimo di nazionalismo e dunque di un atteggiamento belligerante, non dialogante e aggressivo verso il resto del mondo e verso lo straniero. Nessuno, che abbia mantenuto in questi anni un grado minimo di capacità razionale, può venire intimorito o impensierito da un Presidente che affermi: «La nostra priorità assoluta sarà creare una nazione orgogliosa, prospera e libera».

Il buon senso è quello che spinge Trump a farla finita con l’agenda arcobaleno alla quale il suo predecessore si è dimostrato estremamente devoto. Il moltiplicarsi, in questi ultimi anni, dei generi come una riscossa contro la sessualità binaria è stata una battaglia ideologica portata avanti con convinzione dalla amministrazione Biden. Uno dei primi ordini esecutivi firmati da Trump prevede infatti che gli Stati Uniti riconoscano solamente due sessi: maschio e femmina, smantellando così i programmi governativi di “inclusione e diversità” che hanno generato confusione, discriminazione e ingiustizie. D’ora in poi nessuna azienda sarà obbligata ad assumere personale in base al sesso o al colore della pelle. Allo stesso modo le università, le scuole, i programmi televisivi e i film potranno essere liberi rispetto alle vecchie imposizioni di quote-arcobaleno o di quote razziali che hanno caratterizzato gli ultimi anni della società americana. «Porrò fine alla politica governativa di ingegneria sociale di razza e genere in ogni aspetto della vita pubblica e privata».

Farla finita col Green Deal, proprio nei giorni in cui in Europa scoppia lo scandalo “greengate” sui fondi elargiti dall’Unione Europea alle lobby green [QUI], è altresì un segno di buon senso della nuova amministrazione USA. L’ideologia climatica, coi suoi toni apocalittici, ha creato un regime di leggi e obblighi destinati a impoverire i cittadini e a rendere loro la vita sempre più difficile. Le conseguenze sul mercato dell’auto sono evidenti, con ricadute concrete sui singoli cittadini. Per questo non può che essere un sollievo sentir dire al Signor Presidente: «Potrete acquistare l’auto che preferite» senza obblighi ecologici o ricatti morali.

Le decisioni in materia di politiche migratorie che i giornali definiscono come disastrose, sono invece – anch’esse – dettate dal buon senso. Indire uno stato di emergenza alla frontiera sud è un modo per attenzionare una zona del paese in cui la sicurezza e la legalità è messa in serio pericolo da ingressi illegali e bande criminali. Le cosiddette “deportazioni” non sono altro che rimpatri di migranti illegali. Ogni nazione dovrebbe difendere i propri confini, così ha fatto Biden (non sembra che abbia abbattuto il famoso muro né che abbia elargito generosamente passaporti a stelle e strisce al confine col Messico). È il buon senso che lo chiede, per la sicurezza dei propri cittadini e la difesa della propria nazione. Per questo regole, accordi, procedure, ma anche i rimpatri, fanno parte del gioco in ogni paese in cui si desideri istallarsi. C’è inoltre il serio problema dei cartelli della droga sui quali il presidente promette tolleranza-zero: «Designeremo anche i cartelli della droga come organizzazioni terroristiche straniere». Una scelta di buon senso.

Ma la notizia più eclatante è forse la decisione di uscire (nel 2026) dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), di cui gli USA sono stati fino ad oggi i più grandi finanziatori. La disastrosa gestione della emergenza COVID obbliga ad una riflessione seria sulle responsabilità di questa agenzia ONU. Una riflessione che nessuno fino ad oggi ha avuto il coraggio di fare. Vaccini obbligatori, rapporti segretati, oppositori e dubbi silenziati, rapporti poco limpido con grandi finanziatori, caccia alle streghe contro le opinioni discordanti… Se questo è il modus operandi dell’OMS tanto vale ritirare i fondi statali e dedicarli ad altre e più urgenti emergenze. Un’altra decisione di buon senso. Le inique leggi dettate dall’obbligo vaccinale durante il terribile regime-COVID saranno oggetto di attenzione da parte del nuovo Presidente: «Questa settimana, reintegrerò qualsiasi membro del servizio che è stato ingiustamente espulso dalle nostre forze armate per aver obiettato al mandato del vaccino contro il COVID». Una scelta di buon senso visto che ormai tutti sono in grado di capire che il cosiddetto “vaccino anti-COVID” non impediva il contagio e dunque l’accanimento e gli attacchi operati (in Italia con aspetti inquietanti che ancora devono trovare giustizia) contro i cittadini contrari all’iniezione hanno rappresentato un’iniqua persecuzione, non giustificata dalla scienza ma spinta da motivi economici e politici. Fortunatamente il sonno è terminato ed è ormai ora di svegliarsi (woke!)

Infine c’è la questione della libertà di parola. Elon Musk, al fianco di Trump in tutta la campagna elettorale, ha acquistato il social network dal quale l’attuale Presidente era stato ingiustamente bannato dopo la fine del suo primo mandato. La censura operata da Facebook, specie durante gli anni del COVID (su mortalità, vaccini, cure ed effetti avversi) è stata ammessa e dichiarata in maniera clamorosa dal suo padrone Zuckerberg con una ammissione di colpa a dir poco epocale [QUI] (sulla quale i giornali hanno preferito glissare). Motivi di opportunità hanno spinto il padre della menzogna e della censura a cambiare opinione col nuovo corso politico ma è il segno di un passaggio epocale della storia: il ritorno di Trump vuole chiudere l’era buia delle censure, della violazione del diritto di opinione, e dare spazio alla libertà di espressione. I giornali dovranno fare i conti con questo: non godranno più dei social come alleati, ma saranno soli nel loro iniquo tentativo di censurare e silenziare le opinioni non conformi e nell’indirizzare l’opinione pubblica con mezze verità e intere menzogne come hanno fatto e continuano a fare fino ad oggi, raccontando il ritorno di Trump come l’inizio di un’epoca buia.

Di certo sarà buia per i giornali e per i giornalisti, buia per chi fino ad oggi ha guadagnato con politiche di genere, politiche verdi, politiche migratorie, politiche sanitarie ed altre mistificazioni che la gente ha bevuto come acqua fresca per paura di restrizioni (politiche dell’era-COVID) o perché obbligata da ricatti economici (Green Deal).

Se con la nuova amministrazione di saranno delle prepotenze, non siamo in grado di dirlo. Se il transumanesimo (un pericolo concreto) dovesse prendere il potere, non possiamo dirlo. Quello che possiamo affermare è che da oggi sarà riservato più spazio al buon senso che alle ideologie dominanti. Di certo ci saranno dei delusi.

Questo articolo è stato pubblicato oggi dall’autore sul suo blog Testa del Serpente [QUI].

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