Francesco: L’UNITALSI segno profetico contro il pietismo e lo scarto dei sofferenti

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“Il contesto culturale e sociale di oggi è piuttosto incline a nascondere la fragilità fisica, a ritenerla soltanto come un problema, che richiede rassegnazione e pietismo o alle volte scarto delle persone”. Ma l’“UNITALSI è chiamata ad essere segno profetico e andare contro questa logica mondana, aiutando i sofferenti ad essere protagonisti nella società, nella Chiesa e anche nella stessa associazione”. Lo ha detto questa mattina papa Francesco, ricevendo in udienza la realtà che da 110 anni “si dedica alle persone ammalate o in condizioni di fragilità, con uno stile tipicamente evangelico”.

Il papa ha parlato della necessità di una “pastorale inclusiva”, “per favorire il reale inserimento dei malati nella comunità cristiana e suscitare in loro un forte senso di appartenenza”. “Si tratta – ha detto – di valorizzare realmente la presenza e la testimonianza delle persone fragili e sofferenti”. Per questo, ha aggiunto il papa parlando agli ammalati “non consideratevi solo oggetto di solidarietà e di carità, ma sentitevi inseriti a pieno titolo nella vita e nella missione della Chiesa”. D’altronde, “la vostra presenza, silenziosa ma più eloquente di tante parole, la vostra preghiera, l’offerta quotidiana delle vostre sofferenze in unione a quelle di Gesù crocifisso per la salvezza del mondo, l’accettazione paziente e anche gioiosa della vostra condizione, sono una risorsa spirituale, un patrimonio per ogni comunità cristiana. Non vergognatevi di essere un tesoro prezioso della Chiesa”.

L’UNITALSI, che ha uno “stile apostolico” e una spiritualità che “fanno riferimento alla Vergine  Santa”, ha detto Francesco parlando dei pellegrinaggi a Lourdes, garantisce un opera che “non è assistenzialismo o filantropia, ma genuino annuncio del Vangelo della carità, è mistero della consolazione”.

Ringraziando per l’impegno, il papa ha esortato ed essere sempre “sguardo che accoglie, mano che solleva e accompagna, parola di conforto, abbraccio di tenerezza”: “siete uomini e donne – ha aggiunto -, mamme e papà, tanti giovani che, mossi dall’amore per Cristo e sull’esempio del Buon Samaritano, di fronte alla sofferenza non voltate la faccia dall’altra parte”: “non scoraggiatevi per le difficoltà e la stanchezza, ma continuate a donare tempo, sorriso e amore ai fratelli e alle sorelle che ne hanno bisogno. Ogni persona malata e fragile possa vedere nel vostro volto il volto di Gesù; e anche voi possiate riconoscere nella persona sofferente la carne di Cristo”.

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