Inizio e fine dell’universo, se ne parla alla Gregoriana
In collaborazione con la Specola Vaticana, la Pontificia Università Gregoriana propone un Convegno di ricerca in due giornate dedicato all’inizio dell’Universo (11 novembre 2013) e alla sua fine (31 marzo 2014), confrontando orientamenti scientifici, filosofici e teologici.
La questione dell’origine di tutto sarà al centro del primo incontro, che avrà luogo lunedì 11 novembre 2013, alle ore 16:00. In una recente intervista P. Louis Caruana, docente di Filosofia della scienza e della natura alla Gregoriana, ha sottolineato l’importanza dell’approccio interdisciplinare adottatato. «Talvolta – spiega il gesuita maltese al portale Aleteia.org – possiamo ascoltare scienziati che parlano in modo filosofico o teologico, altre volte possiamo avere filosofi che parlano della scienza: l’ideale tuttavia sarebbe sempre che gli specialisti parlassero delle proprie discipline». Si è voluto per questo interpellare esperti dei tre diversi settori sia per quanto riguarda l’inizio dell’Universo, sia per quanto riguarda la sua fine.
Nell’incontro di lunedì prossimo interverranno il ricercatore gesuita Gabriele Gionti della Specola Vaticana («Big-Bang, la sua evoluzione storica e alcune considerazioni provenienti dalle teorie di gravità quantistica»), il professore Ľuboš Rojka della Facoltà di Filosofia della Gregoriana («L’inizio dell’Universo: l’argomento cosmologico kalãm») e la professoressa Michelina Tenace, direttore del Dipartimento di Teologia Fondamentale della Gregoriana («Creatore e creazione: il significato teologico oggi della creatio ex nihilo»).
Il Convegno si colloca inoltre nell’orizzonte di riforma del Primo ciclo della Facoltà di Filosofia della Gregoriana che, adeguandosi al Processo di Bologna, ha voluto integrare il percorso di studio proposto con l’approfondimento obbligatorio di una delle scienze matematiche, naturali o umane. «La relazione tra fede e scienza – chiarisce P. Caruana – va intesa in termini di dialogo tra padri della cultura. Il dialogo è sempre da preferire all’indifferenza. Nella storia questo dialogo è sempre esistito, in un modo o nell’altro. In questi ultimi dieci anni gli è stata dedicata un’attenzione speciale, soprattutto grazie al papato di Giovanni Paolo II e alla sua enciclica Fides et Ratio. C’è ancora molto da fare, anche perché la scienza continua sempre nei suoi progressi».