Papa Francesco invita alla testimonianza

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“In occasione del Suo insediamento come quarantasettesimo Presidente degli Stati Uniti d’America, porgo un cordiale saluto e l’assicurazione delle mie preghiere affinché Dio Onnipotente Le conceda sapienza, forza e protezione nell’esercizio delle Sue alte funzioni. Ispirato dagli ideali della Nazione, terra di opportunità e di accoglienza per tutti, spero che sotto la Sua guida il popolo americano prosperi e si impegni sempre nella costruzione di una società più giusta, in cui non ci sia spazio per l’odio, la discriminazione o l’esclusione. Allo stesso tempo, mentre la nostra famiglia umana affronta numerose sfide, senza contare il flagello della guerra, chiedo a Dio di guidare i Suoi sforzi nella promozione della pace e della riconciliazione tra i popoli. Con questi sentimenti, invoco su di Lei, sulla Sua famiglia e sull’amato popolo americano l’abbondanza delle benedizioni divine”.

Con un messaggio papa Francesco ha inviato al neo presidente degli USA, Donald Trump, gli auguri per il nuovo mandato presidenziale nell’auspicio che si faccia promotore di pace e di riconciliazione tra i popoli, mentre la giornata ha offerto incontri con una delegazione ecumenica dalla Finlandia, giunta a Roma in occasione della festa di Sant’Enrico con l’invito a camminare nella speranza:

“Come messaggero di pace, sant’Enrico ci esorta a non cessare mai di elevare le nostre preghiere per il dono tanto prezioso quanto fragile della pace. Dobbiamo pregare per la pace! Allo stesso tempo, il santo Patrono della Finlandia è simbolo dell’unità donata da Dio, perché la sua festa continua a unire i cristiani di diverse Chiese e Comunità ecclesiali nel lodare insieme il Signore”.

Inoltre ha sottolineato il valore del Credo niceno, dopo aver ringraziato i cantori della Cappella ‘Sanctae Mariae’: “Rimanendo in tema musicale, potremmo dire che il Credo niceno, che tutti condividiamo, è una straordinaria ‘partitura’ di fede. E questa ‘sinfonia della verità’ è Gesù Cristo stesso, il centro della sinfonia. Egli è la verità fatta carne: vero Dio e vero uomo, nostro Signore e Salvatore”.

Ha concluso l’incontro con l’invito a testimoniare la vocazione ‘ecumenica’ con la recita del Padre Nostro: “Chiunque ascolti questa “sinfonia della verità” – non solo con le orecchie, ma con il cuore – sarà toccato dal mistero di Dio che si protende verso di noi, pieno di amore, nel suo Figlio. E su questo amore fedele si fonda la speranza che non delude! Non dimenticare mai questo: la speranza non delude. Testimoniare questo amore incarnato è la nostra vocazione ecumenica, nella comunione di tutti i battezzati”.

Mentre alla comunità dell’Almo Collegio Caprinica di Roma, che prepara i diplomatici della Santa Sede, ma soprattutto dei sacerdoti, in occasione della festa di sant’Agnese, ha sottolineato la necessità di persone formate nella fede: “I vostri Vescovi vi hanno inviato a Roma per prepararvi al ministero ordinato o perfezionare la vostra formazione nei suoi primi anni.

Ho saputo che venite da trentanove diverse diocesi: ventisei italiane, quattordici non italiane, tra cui un’eparchia della Chiesa Siro-Malabarese. In questa varietà di provenienze e appartenenze si riflette qualcosa del volto uno e molteplice del santo Popolo fedele di Dio. Non dimenticare questo: il santo Popolo fedele di Dio, che siamo noi, la Chiesa. E non dimenticare quello che dice la teologia: il santo Popolo fedele di Dio è ‘infallibile in credendo’. Non dimenticatevi questo”.

Inoltre ha sottolineato il significato di ‘Almo’, dato al Collegio, riprendendo una citazione di Dante Alighieri: “Questo appellativo può essere tradotto, in italiano, con ‘che nutre’ o ‘che dà vita e mantiene in vita’… In un contesto come il vostro ci si può ‘nutrire bene’ se non si smarrisce la strada, ‘vaneggiando’, state attenti a questo! Quando è che si finisce per ‘vaneggiare’? Quando si trascurano le relazioni fondamentali, le ‘vicinanze’ che più volte ho avuto modo di richiamare parlando ai seminaristi e ai ministri ordinati”.

E’ stato un invito ad avere cura della missione: “Abbiate cura della missione alla quale Gesù chiama oggi la Chiesa, in tempi complessi ma sempre raggiunti dalla misericordia divina. Vivete questa missione con lo stile che opportunamente qualifichiamo come ‘sinodale’…

Vi invito calorosamente a sentirvi parte di questo cammino e a promuoverlo fin da ora: in Collegio, nelle Università Pontificie dove studiate, nelle parrocchie di Roma, nella Casa di reclusione di Rebibbia, all’Ospedale Bambin Gesù, luoghi in cui siete presenti per l’esperienza pastorale prevista dal cammino formativo. E’ stato il coraggio di san Paolo VI a mettere proprio la sinodalità alla fine del Concilio e aprire il cammino sinodale”.

 Ed infine ha invitato a non trascurare le opere di carità: “La carità si esprime in modo concreto, non con parole, nel vostro Collegio, anche attraverso un piccolo ma prezioso servizio di assistenza a persone bisognose che sanno di poter trovare in voi un sostegno per affrontare con meno fatica il peso della vita. Vi aiuti anche questo servizio a non ‘vaneggiare’, come avviene quando si perde il contatto con chi si trova in situazioni di marginalità e di disagio… Non è tanto l’elemosina l’importante, ma quel rapporto con il povero, con Gesù povero lì presente. Guardare gli occhi, toccare le mani”.

(Foto: Santa Sede)

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