La (pessima) prassi della Comunione sulla mano. Seconda parte

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 18.01.2025 – Veronica Cireneo] – Presentiamo di seguito la seconda ed ultima parte della confutazione del saggio, intitolato La prassi della Comunione sulla mano di Padre Gianluca Lopez, OP [QUI]. Con documenti ecclesiali alla mano, Mauro Bonaita smonta, una ad una, le false e maldestramente utilizzate argomentazioni, che vorrebbero far credere che la Comunione sulla mano sia l’unico modo corretto di ricevere l’Ostia Consacrata. Ma, come già introdotto nella puntata precedente [QUI], si completa qui la dimostrazione, che la verità risiede invece nel suo esatto contrario. Buona lettura.
Non solo attenzione alla caduta dei frammenti
ma anche Adorazione per la Presenza Reale
Finora abbiamo solo disquisito se sia meglio ricevere l’Eucarestia in bocca o sulla mano, ma il discorso deve proseguire anche considerando la postura di adorazione dovuta al cospetto di Dio. Se nella Lettera enciclica Mediator Dei del 20 novembre 1947 [QUI], Papa Pio XII afferma che «il nutrimento Eucaristico contiene (…) veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo e il Sangue insieme con l’Anima e la Divinità di Nostro Signore Gesù Cristo», non fa meraviglia che la Chiesa, fin dalle origini, abbia adorato il Corpo di Cristo sotto le Specie Eucaristiche, come appare dai riti stessi dell’Augusto Sacrificio, nei quali si prescrive ai sacri ministri di adorare il Santissimo Sacramento con genuflessioni e profondi inchini.
Anche i Sacri Concili insegnano che, fin dall’inizio della sua vita, è stato trasmesso dalla Chiesa che «si deve onorare (…) con una unica adorazione il Verbo Dio incarnato e la sua propria carne».
Lo stesso Sant’Agostino afferma: «Nessuno mangia quella Carne, senza averla prima adorata», aggiungendo che «non solo non pecchiamo adorando, ma pecchiamo non adorando». E riassumendo succintamente Papa Pio XII: «Non adorando il Santissimo Sacramento nel modo dovutoGli, con genuflessioni e inclinazioni profonde, si pecca!»
Rammentato ciò, si comprende bene che si dovrà pur dire, prima o poi, a tutti quei fedeli che rimangono seduti durante la Consacrazione Eucaristica, o che non compiono l’inchino profondo prima della Comunione (Redemptionis Sacramentum, 90 [QUI]), che, senza pentimento, siederanno in eterno su graticole rese ardenti dal fuoco purificatore. E badate bene, Pastori, perché siete responsabili di ogni pecorella smarrita a voi affidata, che si perda. Per voi la pena sarà rincarata. Mentre noi, osservate le vostre opere staremo in guardia da voi stessi, in obbedienza alla Parola di Dio, che ci esorta così: «Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete» (Mt 7,15-16).
Due modi di ricevere l’Eucarestia?
Nel suo discorso, Padre Lopez cita inoltre il provvedimento della CEI nella Delibera N.56 del 19.07.1989 [QUI], come «espressione del diritto particolare statuito dalla Conferenza Episcopale Italiana, che ha forza obbligante per tutte le diocesi italiane».
È però doveroso risalire al contenuto dell’Istruzione Memoriale Domini [QUI], che ha dato origine a questa delibera, ricordando che Papa Paolo VI lì espresse, invece, il rifiuto di affiancare due diversi modi di ricevere la Comunione, unitamente al rifiuto da parte della stragrande maggioranza dei Vescovi di tutto il mondo che votarono nel numero di 567 Sì e 1.233 No.
Quella “forza obbligante” non è quindi da riferirsi all’accettazione dell’Eucarestia sulla mano, ma alla possibilità di ottenerne, in via eccezionale, l’indulto. Così la Memoriale Domini a questo proposito cita: «(…) la Sede Apostolica esorta caldamente Vescovi, Sacerdoti e fedeli a osservare con amorosa fedeltà la disciplina in vigore [l’Eucarestia sulla lingua], ora ancora una volta confermata (…) nonostante qualunque cosa in contrario».
È evidente che tale rifiuto fu a salvaguardia dell’unico modo di fare la Comunione: quello sulla lingua, e non il contrario. Metodo universale, mai abrogato, perché ritenuto il più virtuoso, più fruttuoso e più fedele alla tradizione Cattolica.
Ciò spiega l’equivoco che vorrebbe imputare un qualche cambiamento, del modo di dare l’Eucarestia, alla Riforma liturgica. Come se di modi di distribuirLa ai fedeli ce ne fossero due. In verità esiste un unico modo, (accompagnato da un’eccezione).
È altrettanto doveroso segnalare che la «forza obbligante per tutte le diocesi» non è affatto da intendersi nei termini da Padre Lopez espressi, anzi, è un abuso sostenere la Comunione sulla mano come imposizione. Era ed è ancora oggi, infatti, a discrezione di ogni singola diocesi la facoltà di applicare o non applicare l’indulto della Comunione sulla mano.
Cito a titolo di esempi:
- il rifiuto del Vescovo Juan Rodolfo Laise, di San Luis (Argentina, 1996);
- il Decreto del Cardinal Caffarra del 27 aprile 2009 [QUI] con cui impose, in alcune basiliche di Bologna, l’Eucarestia solo nel modo universalmente riconosciuto, sulla lingua, a seguito di gravi profanazioni;
- il Decreto del Vescovo di Oruru (Colombia, 2016) [QUI].
Allo stesso modo, nella Memoriale Domini fu chiaramente svelata la vera intenzione di coloro che desideravano ricevere l’Eucarestia sulla mano, cioè: “ritornare all’uso primitivo”. Ma tale spirito, ”archeologista”, fu condannato da Papa Pio XII nella sua Lettera enciclica Mediator Dei, anche perché ispirò l’illegittimo Concilio di Pistoia.
Ma come siamo giunti alla Comunione sulla mano, se fu rifiutata dalla maggioranza dei Vescovi?
Il motivo per cui si è giunti alla Comunione sulla mano, nonostante la maggioranza dei Vescovi non l’avesse approvata, è da ricercarsi nella cattiva interpretazione e (ab)uso della Memoriale Domini e degli intenti di Papa Paolo VI, che hanno portato ad una serie ininterrotta di concessioni, e indulti abusivi, alle Chiese particolari di tutto il mondo e a quelle italiane, con la Delibera CEI N.56 del 19 luglio 1989.
A causa di un eccessivo scrupolo verso gli uomini, si volle tentare di arginare il problema dell’Eucarestia sulla mano, che era già adottato da alcune parrocchie e Chiese particolari (come in Germania), senza condannarlo per quello che era realmente, cioè un grave abuso Eucaristico. Inoltre è specificato nella Memoriale Domini che solo alle Chiese particolari, dove era già presente tale abuso, poteva essere concesso l’indulto e a nessun’altra, ma del resto si sa, l’occasione fa l’uomo ladro ed oggi tutti abusano.
Il Concilio Vaticano II ci ricorda che «Dio scelse per Sé il popolo israelita, stabilì con Lui un’Alleanza e lo formò lentamente, manifestando nella sua storia Se stesso e i suoi disegni» (Lumen Gentium, 9 [QUI]). E che «lo stesso Spirito Santo perfeziona continuamente la Fede per mezzo dei suoi Doni» (Verbum Dei, 5 [QUI]).
La Fede, che lo Spirito Santo continuamente perfeziona, non può essere al ribasso e non può condurre all’ irriverenza verso ciò che prima era venerato, in primis il Santissimo Sacramento, anche nei Suoi Frammenti. Infatti: «Se un Regno è diviso in sé stesso, quel Regno non può reggersi» (Mc 3,24).
Conclusioni
L’attenzione verso gli aspetti sanitari, dimostrata nel periodo COVID da parte degli uomini di Chiesa, è stato chiaro sintomo di una Fede omocentrica invece che Cristocentrica, quindi malata, avendo contravvenuto al primo comandamento: «Adorerai il Signore Dio tuo e lo servirai».
I Pastori della Chiesa hanno servito ed obbedito all’uomo, che si è innalzato al pari di Dio. Hanno favorito il clima di terrore, instaurato dallo Stato despota e hanno offeso la pietà dei fedeli, che si sarebbero voluti mantenere virtuosi dinnanzi al Santissimo Sacramento seguendo la legge universale della Chiesa.
È da dire chiaramente che sarebbe legittimo e possibile imporre – per giusto scrupolo, in una qualsiasi diocesi – l’Eucarestia sulla lingua, perché è il modo in vigore secondo la disciplina della Chiesa, invece è accaduto l’esatto contrario. È stato un grave abuso aver imposto l’Eucarestia solo sulla mano, perché è e resta una concessione, sotto indulto.
Ma, come il Vescovo di Pistoia, Mons. Scipione de’ Ricci, nel 1805 abiurò le sue tesi, anche tutti i Pastori di questa Chiesa del tempo presente dovranno presto abiurare queste tesi di Padre Lopez, inique e distorte. Ne siamo convinti.
Sappiamo che Dio permette dei mali per portare a beni maggiori. Allo stesso modo sappiamo con certezza che si tornerà alla distribuzione dell’Eucarestia esclusivamente in ginocchio e sulla lingua, per il semplice fatto che questo è il modo ufficiale che rispecchia la Fede ininterrotta della Chiesa: Una, Santa, Cattolica, Apostolica, Romana e l’unico atteggiamento legittimo e gradito al Cielo, che né materialmente, né spiritualmente necessita di indulto alcuno. Amen, Amen, Amen.
Per ulteriori dettagli circa le argomentazioni sostenute in questo mio testo, esorto a leggere:
- il mirabile libro La distribuzione della Comunione sulla mano: profili storici, giuridici e pastorali (Edizione Cantagalli 2018, 352 pagine [QUI]) di Don Federico Bortoli, con la Prefazione del Cardinale Robert Sarah [*];
- in modo onesto l’Istruzione Memoriale Domini del 29 maggio 1969 della Congregazione per il Culto Divino [QUI].
Mauro Bonaita
Responsabile provinciale Reggio Emilia degli Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo
11 gennaio 2025
[*] L’Istruzione della Sacra Congregazione per il Culto Divino Memoriale Domini del 1969 aveva solennemente stabilito che la pratica della Comunione sulla lingua doveva essere conservata e che ogni cambiamento di disciplina in merito avrebbe portato delle conseguenze negative. Nonostante ciò la pratica della Comunione sulla mano si è imposta come il modo abituale di ricevere l’Eucaristia e da eccezione è divenuta la regola. Il volume mostra come ciò sia potuto accadere, portando alla luce un’ampia documentazione rimasta finora inedita, che fa comprendere le dinamiche non proprio limpide che hanno prodotto questo risultato. Con approfondimenti storici, giuridici e pastorali si mostra come tale cambiamento abbia contribuito non poco ad un affievolimento della fede nella Presenza Reale di Cristo nell’Eucaristia.
Questi i collegamenti per conoscere ed unirsi agli Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo, movimento Cattolico formativo/informativo e di coordinamento a difesa del Santissimo Sacramento e contro gli abusi eucaristici e liturgici: