Lo storico spaccio annona vaticano chiude per ristrutturazione. I dipendenti tenuti fuori dalle scelte

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 13.01.2024 – Ivo Pincara] – L’Ufficio di Presidenza del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, con una nota ufficiale indirizzata a tutti gli utenti (inviata a mezzo e-mail) datata 8 novembre 2024, ha comunicato che a partire da lunedì 13 gennaio 2025 il punto vendita dei prodotti alimentari a largo consumo “Annona” (conosciuto anche come spaccio annona) resterà chiuso per lavori, che interessano l’intero fabbricato. Con questo intervento di ristrutturazione e riqualificazione, prosegue la nota ufficiale, a quasi cento anni dalla sua creazione, l’Annona si rinnova, restando fedele alla sua missione: offrire un servizio fondamentale ai dipendenti dello Stato della Città del Vaticano e della Santa Sede, consentendo loro di fare acquisti in un punto vendita di prossimità. Consapevoli che la ristrutturazione comporterà dei possibili disagi, le scelte operate sono volte a limitare al minimo gli effetti. Pertanto, nel corso dei lavori, potrebbero essere individuate delle soluzioni tali da permettere una parziale fruibilità dei servizi e, quindi, il proseguimento delle vendite al pubblico. Di questa eventualità verrà data tempestiva comunicazione agli utenti.

In merito alla “parziale fruibilità” di un servizio che viene definito “fondamentale”, interrotto per i lavori di ristrutturazione, si attende, ad oggi, la tempestiva comunicazione del Governatorato poiché non ancora pervenuta a distanza di tre mesi dalla nota ufficiale. Si ricorda che da oggi, con la chiusura dello spaccio annona vengono di fatto chiusi dei servizi a tempo indeterminato. Vengono chiuse le vendite di generi alimentari essenziali ma soprattutto non viene proposta alcuna alternativa al disagio creato agli utenti. Strettamente legato a tutto ciò teniamo a sottolineare il disagio e le preoccupazioni create anche ai dipendenti dello spaccio annona i quali ancora ad oggi non hanno avuto alcuna comunicazione in merito al loro impiego in questo particolare periodo di transizione per i lavori di ristrutturazione dell’immobile.
Il “flop” delle esternalizzazioni e le preoccupazioni dei dipendenti tenuti fuori dalle scelte
Nell’ultimo periodo sono avvenuti alcuni sopralluoghi interni ai punti vendita da parte di personale di piattaforme esterne che operano nel comparto alimentare italiano. Tra le aziende che si sono approcciate con le autorità dello Stato della Città del Vaticano per una eventuale concessione alla gestione di servizi dello spaccio annona, si registrano i seguenti marchi: Pewex, Conad, Esselunga, Gruppo Gross, Carrefour e Tigre.
Nonostante questi contatti ad oggi non vi è alcuna notizia in merito a gare di appalto indette o assegnate dal Governatorato. Però oggi lo spaccio annona chiude per ristrutturazione per un periodo di tempo indeterminato e non si sa altro, soprattutto non si conosce il collocamento dei dipendenti che fino ad oggi erano assegnati e impiegati in tale servizio nel punto vendita dello spaccio annona. Ad oggi non si conoscono le mansioni che circa 40 dipendenti del Governatorato andranno a svolgere dalla data odierna né tantomeno dove le andranno a svolgere.
Era il 2022 e i dipendenti vaticani speravano in una nuova boccata d’aria. Allo stato attuale, il 2025 non promette nulla di buono. L’aria vaticana era e resta irrespirabile.
A quali soluzioni temporanee si è pensato per ovviare agli inevitabili disservizi e disagi?
Tra le soluzioni prese in considerazione ci sarebbe anche il trasferimento delle vendite dei prodotti dello spaccio annona al punto vendita del magazzino comunità presso viale dello Sport, il quale è già dotato di casse e pos per i pagamenti, che andrebbero solo autorizzate per la conversione alla vendita al dettaglio, considerato che al magazzino comunità si effettua al momento solo vendita all’ingrosso e solo su ordinazione/prenotazione delle comunità o enti religiosi.
Per quanto riguarda Il punto vendita dell’Emporio presso il palazzo della Ferrovia, lo stesso non potrà farsi carico della vendita al dettaglio di tutti i prodotti compresi nel comparto alimentare dello spaccio annona in quanto al suo interno è riservato un piccolo spazio esclusivo per prodotti alimentari di elite.
Lo Spaccio Annona oggi chiude per ristrutturazione e con rammarico dobbiamo registrare che chiudono anche le vendite di acqua, farina, pane, latte, frutta, verdura, pesce, carne e di altri prodotti alimentari di largo consumo. La domanda sorge spontanea, perché non si è pensato in questo periodo ad un luogo alternativo dove consentire di mantenere attivi certi servizi che vengono definiti dallo stesso Governatorato “fondamentali”?
Facciamo presente che durante il periodo della seconda guerra mondiale lo spaccio annona non ha mai interrotto la distribuzione, seppur “razionata”, di beni alimentari di prima necessità come farina, pane, latte, zucchero e acqua. Questo fatto che si sta verificando non ha alcun precedente nei quasi cento anni dalla creazione dello spaccio annona. Con rammarico lo dobbiamo segnalare.
In questo non facile momento di transizione e trasformazione delle attività economiche e commerciali dello Stato della Città del Vaticano auguriamo buon lavoro al neo Direttore della Direzione dell’Economia del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, Dott. Enrico Bartelucci, nominato il 1° gennaio 2025 dal Santo Padre [QUI], e al Vice Direttore, Dott. Nicola Francescucci.

Comunicato
dell’Associazione Dipendenti Laici del Vaticano
Il mistero dell’Annona del Vaticano
I dipendenti tenuti fuori dalle scelte
Il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano annuncia Urbi et Orbi, attraverso la Direzione dell’Economia, che da lunedì 13 gennaio, l’Annona, ossia il supermercato vaticano, rimarrà chiusa per lavori di “ristrutturazione e riqualificazione”. L’annuncio ha un tono patinato e solenne: la predetta riorganizzazione, che avviene a cent’anni dalla creazione del punto vendita, non tradirà la “missione” di “offrire un servizio fondamentale ai dipendenti di Governatorato e Santa Sede, consentendo loro di fare acquisiti in un punto vendita di prossimità”. Non dimentichiamo che la missione include anche l’accesso a esterni provvisti di tessera, in grado di contribuire, nel loro piccolo, all’incremento degli introiti di un Vaticano che, a dire degli organismi economici interni, a stento tira avanti, mentre (dal 2014) si medita su possibili misure per sforbiciare qua e là. Scampoli di economia per un pasticciato patchwork. Massima solidarietà da parte dei dipendenti che conoscono bene il quotidiano sacrificio di far quadrare i conti.
Rinnovamento a beneficio di chi?
In cosa consista questo rinnovamento non è dato sapere. Dalla fine dello scorso anno si vocifera di una gara d’appalto che vedrebbe alcuni supermercati italiani, tra i marchi più noti, proporsi come operatori economici interessati alla gestione del punto vendita, in un’ottica di esternalizzazione dei servizi. Qualche manager (ci sembra attualmente il termine più appropriato da usare) sorriderà sornione all’ingenua richiesta dell’ADLV di entrare nel merito di “scelte superiori”. D’altronde, chi sono questi moscerini che mettono bocca su tutto e ai quali si è deliberato di non dare risposta di sorta? L’Associazione non ha voce in capitolo – dicono gli organismi economici – e i dipendenti “esistono” solo come singoli. Peccato che il nostro Statuto dica il contrario. Sarebbe curioso poter ascoltare il parere di San Giovanni Paolo II, per volontà del quale siamo stati costituiti. Se le conseguenze di alcune scelte strategiche ricadono sui dipendenti, ci sentiamo in dovere di intervenire in nome dei principi della dottrina sociale della Chiesa che rappresentano uno dei fondamenti della nostra attività.
Confusione e incertezza tra i dipendenti dell’Annona
L’aspetto più serio di questa operazione strategica è la totale esclusione dei dipendenti da queste scelte operative. E non stiamo parlando dei dipendenti del Vaticano in generale, ma di quelli dell’Annona. Le generiche visite effettuate dai Responsabili del Governatorato, lo scorso anno, lungi dall’aver garantito informazioni esaustive, hanno solo creato panico e allarmismo proprio per mancanza di chiarezza. Ciò che è più grave è che, a pochi giorni dalla chiusura del punto vendita alimentare, nessuno dei dipendenti dell’Annona sappia di che morte debba morire. Saranno ricollocati in altri uffici del Governatorato o Dicasteri della Santa Sede? Che mansione svolgeranno? Saranno direttamente coinvolti nella fase di ricollocamento? Saranno convocati e ascoltati? Alcuni di loro si sono già preoccupati di individuare posizioni aperte all’interno del Vaticano, riuscendo a ottenere il trasferimento. La cessazione del contratto con le ditte esterne che gestivano, da decenni, i reparti della macelleria e dell’ortofrutta, ha aggravato lo stato di sconforto e confusione. Aspettiamo di vedere cosa accadrà con il reparto della panetteria.
Quali sono le politiche per il personale in Vaticano?
Ciò che maggiormente amareggia i dipendenti dell’Annona è la totale assenza di dialogo e comunicazione tra le parti, in presenza di una situazione di precarietà che non può che destare preoccupazione nei padri e nelle madri di famiglia che operano in quel settore. Se il progresso che stiamo ricorrendo procede di pari passo con la carenza di sensibilità e di attenzione verso le persone, forse è il caso di fare qualche passo indietro. Eppure circolano via email annunci, dalla grafica accattivante, di grandi saldi e occasioni, es. il 20% di sconto sui prodotti rimanenti al supermercato. Lo scenario di guerra che ci si è trovati di fronte, con scaffali vuoti e offerte non più applicabili alla poca merce rimasta, è la perfetta immagine dello stato d’animo degli stessi dipendenti: desolazione, sconforto e amarezza. Qualcuno dice: “Non ci sono parole per commentare”. Sta tramontando anche il mito dell’Annona, quello che, diverso tempo fa, proponeva interessanti occasioni ai dipendenti, realmente competitive rispetto all’esterno, che riflettevano un trattamento di favore e una particolare cura per i lavoratori vaticani. Piccoli, ma importanti segnali.
Si apra un confronto vero
Auspichiamo vivamente, come Associazione che tutela i diritti dei lavoratori laici del Vaticano, che i responsabili del Governatorato organizzino a breve termine una riunione con tutto il personale dello spaccio annonario per definire chiaramente i termini della questione, chiarire tutti i dubbi e presentare le loro scuse per lo stato di inquietudine e agitazione in cui hanno lasciato i loro dipendenti proprio durante le festività natalizie, trascurando umanità, carità e diritto d’informazione.
Fonte [QUI]
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Postscriptum
Papa Francesco ha ricevuto in udienza l’11 gennaio 2025, la delegazione della catena-cooperativa dei supermercati spagnoli “Virgen de las Angustias” (Covirán) in occasione del 65° anniversario della sua fondazione. Papa Francesco ha esordito dicendo: “Ho letto con interesse il lavoro che fate come azienda e come fondazione. Questo binomio mi sembra importante, poiché il primo aiuto che possiamo dare alla società è valorizzare il patrimonio di cui disponiamo, con un servizio professionale che risponda ai bisogni reali delle persone e consenta uno sviluppo sostenibile”. Poi, lo sguardo di Papa Francesco si è concentrato sul tema del lavoro: “La prima cosa è cooperare, lavorare insieme, unire le forze, formare un mosaico, dove tutti sono importanti, ma allo stesso tempo consapevoli che è nell’insieme dove si percepisce la bellezza dell’opera. In secondo luogo, la Vergine Maria, nostra Madre, motivo e modello di questo sforzo, ci affidiamo a Lei in questo tentativo con devozione, e insieme la imitiamo nello spirito che deve presiedere al nostro lavoro”. E, poi continua: “Conoscete tutti bene l’immagine che presiede la Basilica della Carrera de la Virgen. Nostra Madre è davanti a Cristo sdraiata su una tavola, al posto della tradizionale rappresentazione della discesa dalla croce in cui Maria abbraccia suo Figlio. Quella tavola, dove giace Gesù, ci viene presentata come un compito, collocando sul banco del nostro stabilimento, nell’ufficio dell’ufficio, il dolore del mondo che Gesù ha portato al Calvario”.