Papa Francesco alla Segnatura: “Difendete il vincolo matrimoniale”

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Papa Francesco lo dice chiaramente, ricevendo in udienza la Plenaria del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica: il difensore del Vincolo del matrimonio deve svolgere seriamente il suo lavoro. Ovvero, non si deve arrivare troppo facilmente ai casi di nullità matrimoniale. E in un discorso breve, il Papa mette in chiaro – senza mai dirlo esplicitamente – che lui ha parlato di misericordia per i divorziati risposati. Ma che in fondo, misericordia non significa fare un passo indietro dalla dottrina. Insomma, si devono comprendere tutte le cause che portano alla separazione. Ma la separazione deve essere solo una estrema ratio.

Il discorso del Papa porta avanti quel “doppio registro” di Papa Francesco. Alle persone, alle folle che lo acclamano, anche all’opinione pubblica, va mostrato che la Chiesa non è solo dottrina, che non ci si incancrenisce sulla morale, che c’è una misericordia di Dio che travalica tutto. Ma poi, a livello di governo della Chiesa, la dottrina deve rimanere ferma e salda. Lo aveva fatto capire un articolo del prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede Gehrard Ludwig Mueller sulla disciplina dei divorziati risposati pubblicato recentemente sull’Osservatore Romano. Lo fa capire il Papa in questo discorso alla Segnatura Apostolica, il supremo tribunale della Santa Sede.

“La vostra attività – dice il Papa ai membri della plenaria – è volta a favorire l’opera dei Tribunali ecclesiastici, chiamati a rispondere adeguatamente ai fedeli che si rivolgono alla giustizia della Chiesa per ottenere una giusta decisione. Vi adoperate perché funzionino bene, e sostenete la responsabilità dei Vescovi nel formare idonei ministri della giustizia”.

E tra questi ministri della giustizia, una funzione importante è quella del “Difensore del Vincolo”, specialmente nel processo di nullità matrimoniale.

Così, Papa Francesco focalizza l’attenzione sul Difensore del Vincolo, il quale non solo deve essere presente per tutto il processo di nullità, ma è anche “previsto che egli debba proporre ogni genere di prove, di eccezioni, ricorsi ed appelli che, nel rispetto della verità, favoriscano la difesa del vincolo”.

Sottolinea Papa Francesco che proprio per questo “il Difensore del vincolo che vuole rendere un buon servizio non può limitarsi ad una frettolosa lettura degli atti, né a risposte burocratiche e generiche. Nel suo delicato compito, egli è chiamato a cercare di armonizzare le prescrizioni del Codice di Diritto Canonico con le concrete situazioni della Chiesa e della società”.

Ci tiene, Papa Francesco, a sottolineare che il compito del Difensore del Vincolo “non costituisce una pretesa, lesiva delle prerogative del giudice ecclesiastico, al quale unicamente spetta la definizione della causa” di nullità. “Quando il Difensore del vincolo – afferma il Papa – esercita il dovere di appellare, anche alla Rota Romana, contro una decisione che ritiene lesiva della verità del vincolo, il suo compito non prevarica quello del giudice. Anzi, i giudici possono trovare nell’accurata opera di colui che difende il vincolo matrimoniale un aiuto alla propria attività”.

Il Papa chiede comunque di “tenere vivo il raccordo tra l’azione della Cheisa che evangelizza e l’azione della Chiesa che amministra la giustizia”, perché “il servizio della giustizia è un impegno di vita apostolica: esso richiede di essere esercitato tenendo fisso lo sguardo all’icona del Buon Pastore, che si piega verso la pecorella smarrita e ferita”. E per questo, si deve cercare un esercizio limpido e retto della giustizia della Chiesa, “in risposta ai legittimi desideri che i fedeli rivolgono ai Pastori, specialmente quando fiduciosi richiedono di chiarire autorevolmente il proprio status”.

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