Augusto alle Scuderie del Quirinale
A cura di Eugenio La Rocca, Claudio Parisi Presicce, Annalisa Lo Monaco, Cécile Giroire, Daniel Roger, fino al 9 febbraio 2014 alle Scuderie del Quirinale si può visitare la mostra “Augusto”. L’esposizione è organizzata dalla Azienda Speciale Palaexpo e dai Musei Capitolini in occasione del bimillenario della morte di Ottaviano Augusto (19 agosto 14 d.C.) e presenta, attraverso 200 tra statue, bassorilievi ed oggetti antichi, le tappe della folgorante storia personale di Augusto interpretata come parallela alla nascita di una nuova epoca storica e quindi di una nuova cultura e di quel nuovo linguaggio artistico che è tutt’ora alla base della civiltà occidentale.
Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto (63 a.C. – 14 d.C.) fu figlio adottivo e pronipote di Cesare, personaggio politico dotato di un eccezionale carisma e di grande intuito. Augusto riuscì laddove aveva fallito lo stesso Cesare: pose fine ai sanguinosi decenni di lotte interne che avevano consumato la Repubblica romana e diede avvio con il suo Principato ad una nuova stagione politica: l’Urbe come Impero. La sua età fu presentata come un’epoca di pace, prosperità ed abbondanza: nell’età della Pax Augustea i valori della pietas e della concordia furono cantati da poeti come Virgilio e Orazio e dagli intellettuali radunati nel circolo di Mecenate. Il suo “imperium”, durato oltre quaranta anni, fu il più lungo della storia di Roma che sotto di lui raggiunse una grandiosa espansione estendendosi a tutto il bacino del Mediterraneo, dalla Spagna alla Turchia, al Maghreb, alla Grecia, alla Germania.
Fulcro visivo – artistico ed archeologico – della mostra sono le più celebri statue di Augusto riunite per la prima volta insieme: l’Augusto pontefice massimo proveniente da via Labicana e conservato al “Museo Nazionale Romano” e l’Augusto di Prima Porta dei “Musei Vaticani” accostato al suo modello classico, il celeberrimo Doriforo del “Museo Archeologico Nazionale di Napoli”. Proveniente da Atene e per la prima volta in Italia, è esposta parte della statua equestre in bronzo dell’imperatore ritrovata nel mare Egeo, mentre proviene da Meroe (Nubia, Egitto) lo splendido ritratto bronzeo di Augusto oggi al “British Museum”. Vi sono poi i cosiddetti rilievi Grimani, raffiguranti animali selvatici intenti ad allattare i propri cuccioli, riuniti alle Scuderie e provenienti dalle attuali ubicazioni (il “Kunsthistorisches Museum” di Vienna e il “Museo di Palestrina”). Il gruppo frontonale dei Niobidi, originale greco allestito in età augustea negli “horti Sallustiani” a Roma è qui ricomposto accostando le due statue della “Ny Carlsberg Glyptotek” di Copenhagen alla “Statua di fanciulla ferita” conservata al Museo Nazionale Romano. Ai gruppi scultorei – di notevole bellezza – si affiancano le testimonianze dell’arte decorativa: la nutrita selezione del tesoro degli argenti di Boscoreale, prestato dal “Museo del Louvre” di Parigi, e i preziosissimi cammei di Londra, Vienna e del “Metropolitan Museum” di New York che erano utilizzati in qualità di dono personale da parte dei membri della famiglia imperiale. La mostra è conclusa dall’inedita ricostruzione di 11 rilievi, oggi divisi tra la Spagna e l’Ungheria, provenienti dall’edificio pubblico eretto in Campania in memoria di Augusto dopo la sua morte, dove è narrato lo scontro navale della battaglia di Azio che nel 31 a.C. mise fine alla guerra civile tra Ottaviano e Marco Antonio.
Come si vede, la mostra su “Augusto” ha un fondamentale carattere archeologico: la dimensione storica e culturale è messa in secondo piano e sviluppata solo tramite le didascalie che accompagnano le opere esposte. L’assenza di una cornice letteraria e di una forma espositiva esplicitamente indirizzata alla cosiddetta “età augustea” richiede così l’attenta mediazione da parte dei visitatori, più di altre mostre dedicate alla pittura. Tuttavia, essendo davvero imponente lo sforzo compiuto dai curatori nel reperimento delle opere – con la suggestiva installazione nelle ampie sale delle Scuderie del Quirinale -, la mostra su “Augusto” rivela un forte contenuto artistico che trascende la freddezza dei marmi e suscita interesse anche a Roma, città fulcro delle memorie e testimonianze di Roma antica.
Nell’immagine: Augusto Pontefice Massimo (particolare)