La posta del cuore. È pronta Roma?

Colosseo
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[Korazym.org/Blog dell’Editore,14.12.2024 – Aurelio Porfiri] – «Salve, sono un vostro lettore romano e vorrei porgere una domanda. Ascoltando diverse opinioni in giro, sembra che ci siano molte persone che pensano che Roma non sarà pronta per il Giubileo, troppi cantieri aperti, servizio dei trasporti non all’altezza, poca chiarezza sul modo in cui le varie chiese e basiliche affronteranno questo appuntamento. È anche la vostra impressione?» (Un lettore Romano).

Grazie per la sua lettera. Da cittadino romano e da Romano di nascita e di famiglia, la mia risposta mi sembra possa essere soltanto una: Roma non è e non sarà pronta, perché ci sono molte cose che nella città non funzionano, con o senza il Giubileo.

Roma è talmente bella che si fa perdonare tutto, ma non dobbiamo comunque nasconderci che Roma è quello che è, una stupenda città ricca di storia, arte e cibo, ma che con molta difficoltà sopporta le responsabilità di una metropoli. Come diceva uno scrittore Napoletano, Roma è dove sembra che tutto sta per finire anche se non finisce mai. Il giornalista francese Philippe Ridet ha scritto: “A Londra e a Parigi si costruisce, a Roma si restaura”. Questo è vero ed è anche importante riflettere che in fondo Roma si identifica con le sue rovine, e questo sin dai secoli passati. Il fascino di Roma è anche nell’incompiuto, è il fascino di una morte che non muore mai.

Quindi la domanda che forse dovrebbe essere fatta non è se è pronta Roma, ma se siamo pronti noi ad una città che è santa e peccatrice allo stesso tempo, ti accoglie in un tutto ma può lasciarti con niente, una città maledetta e benedetta.

Lo scrittore americano Jim Bishop ha detto: “A Roma, il popolo era convinto di agire con clemenza nel permettere ai condannati e agli schiavi riottosi di aver salva la vita combattendo. «Sarebbero destinati a morire, ma diamo loro un’occasione di salvarsi». Ecco la loro mentalità”. E il Romano vive nella sua giungla quotidiana nel museo a cielo aperto più bello del mondo, quello che ti fa strozzare l’imprecazione in gola perché sei accecato da tanta bellezza.

Cosa fanno chiese e basiliche per il Giubileo? Anche io non ho le idee molto chiare, sembra che oramai il fuoco dello Spirito Santo sia anestetizzato da un certo torpore. Del resto, il processo di scristianizzazione procede sempre più e la nuova divinità di tutti è inchinarsi all’indifferenza, al non porsi proprio il problema della religione salvo riscoprirsi devoti quando si affaccia qualche malattia. Molte chiese a Roma sono divenute involucri semi vuoti, in cui anche i sacerdoti sembrano più amministratori di condominio piuttosto che pastori. Il cuore sembra non ardere più del fuoco sacro. Eppure la Chiesa è fatta anche da gente come noi che cerca con la cultura, con la musica, con l’arte di risvegliare i cuori che dormono, gente come noi che spesso è emarginata, tenuta in disparte, addirittura non nominata per paura di disturbare l’atmosfera soporifera che avvolge una Chiesa che si è come ingolfata in se stessa.

Ma non dimenticare che la Chiesa sei anche tu, io, anche chi ci legge, e che se oggi ci viene insegnato che è importante riscoprire il “camminare insieme”, questo percorso deve essere fatto anche con coloro che ci sollevano problemi reali, come quello della liturgia attuale, a cui si fa fatica a rispondere.

Questa lettera e risposta è stata pubblicata dall’autore sul suo sito Liturgia e musica sacra [QUI].

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