Terza domenica di Avvento: cosa dobbiamo fare?

‘Rallegrati, figlia di Sion…’, così il profeta Sofonia, mentre l’apostolo Paolo esorta: ‘fratelli, siate sempre lieti nel Signore’. Questa è la domenica ‘gaudete’, domenica della gioia. Siamo ormai vicini al Natale, la solennità che ci ricorda la prima venuta di Cristo, la sua nascita a Betlemme. Protagonista nel Vangelo è Giovanni Battista, colui che viene per preparare la via al Signore: raddrizzare i sentieri, cioè ‘convertirsi’.
La folla chiede a Giovanni: cosa dobbiamo fare? Le risposte di Giovanni non sono moralistiche ma molto concrete: anzitutto a) condividere (chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha); b) non appropriarsi iniquamente (non esigere di più di quanto è stato fissato); c) non fare violenza ma rispettare gli altri.
Giovanni non è il Cristo, il Messia: questi annuncerà una giustizia superiore; Gesù dirà: a chi ti toglie il mantello non rifiutare la tunica; a chi ti dà uno schiaffo sulla destra, a lui porgi anche la sinistra. Giovanni non dice alla folla: fate quello che faccio io, ma ‘age quad agis’ (fai bene quello che fai), compi onorevolmente il tuo ruolo nella famiglia e nella società.
Dio non richiede miracoli da nessuno nè cose straordinarie; ma tu, uomo, sii sempre fedele al tuo ruolo di uomo creato ad immagine di Dio. Dio è amore, allora ama Dio con tutto il cuore e il prossimo tuo come te stesso. Non fare dell’egoismo il criterio del tuo agire; da qui la necessità del Battesimo, di lavarsi per rinascere ad una vita nuova.
Non è il solo rito del battesimo che ti purifica e neppure l’appartenenza al popolo di Dio: sei figlio di Dio? Allora sii misericordioso; ti vanti di avere Abramo per padre, allora compi le opere di Abramo. Non approfittare del tuo ruolo, della tua posizione per arricchirti ingiustamente, ma ama il prossimo tuo come te stesso, non fare agli altri quello che vorresti non fosse fatto a te; la vita di ogni giorno deve incarnare l’amore.
Giovanni esorta a compiere opere di misericordia: queste sono la misura della vera conversione. Un cuore pentito si vede e si misura di come e di quanto è capace di essere caritatevole, soccorritore, benefattore del prossimo. Ami veramente se hai il coraggio di prendere per mano chi ha veramente bisogno; la violenza non trova mai giustificazione da qualunque parte è effettuata. Solo l’amore genera la gioia; ‘La gioia del cristiano è la gioia del sabato che prelude la domenica’.
Questa è la domenica della gioia perchè prelude il Natale ormai vicino, la venuta di Gesù, il Salvatore. Dove c’è Gesù, c’è sempre la vera gioia. Da qui l’apostolo Pietro scrive: ‘Siate ricolmi di gioia, anche se siete afflitti da varie prove’ (1 Pt. 1,3-4).
Sei tu il Messia?, chiede la folla a Giovanni; perchè battezzi? La risposta di Giovanni: ‘Io battezzo con acqua, ma viene colui che è più forte di me a cui non sono degno di sciogliere i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire l’aia e raccoglierà il frumento nel suo granaio, la paglia sarà bruciata con un fuoco inestinguibile’.
E’ il linguaggio che riguarda la seconda venuta quando giudicherà i buoni e i cattivi come il pastore separa le pecore dalle capre. Il Battesimo di Gesù non si limita a perdonare i peccati, come quello di Giovanni, ma ci innesta a Cristo, trasforma l’uomo, imprime il carattere di figli di Dio per cui preghiamo: ‘Padre nostro, che sei nei cieli’. Se Dio è il Padre nostro, noi siamo figli di Dio e fratelli e sorelle tra di noi.
Le esortazioni profetiche di Giovanni ci guidano con fermezza verso la consapevolezza che nel cristianesimo non c’è spazio per la ‘mediocrità’ ma è necessario la concretezza, lo slancio e le scelte coraggiose. Chi ama osa e mette in giuoco tutto. Allora, amici carissimi, è tempo di presa di coscienza, di operare una vera conversione; domani potrebbe essere troppo tardi. Nella gioia prepariamoci ed un Natale cristiano.