Ciclo di conferenza dal tema “Roma 1525 Giubileo. L’Urbe nel contesto europeo cinquecento anni fa” presso Palazzo Besso in Roma

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 08.12.2024 – Vik van Brantegem] – La Fondazione Marco Besso ETS con l’Associazione Roma nel Rinascimento ETS organizzano dal 9 dicembre 2024 al 23 aprile 2025 presso Palazzo Besso in largo di Torre Argentina 11 a Roma, un Ciclo di conferenza dal tema Roma 1525 Giubileo. L’Urbe nel contesto europeo cinquecento anni fa a cura della Prof.ssa Anna Esposito.

Programma

Lunedì 9 dicembre 2024, ore 16.00

  • Anna Esposito: Presentazione del ciclo
  • Alexander Koller: Il giubileo del 1525 nel contesto politico-confessionale europeo

Mercoledì 22 gennaio 2025, ore 16.00

  • Rocco Ronzani: La bolla di Clemente VII per il giubileo 1525
  • Ludwig Schmugge: L’anno santo 1525 visto dalla Penitenzieria

Mercoledì 12 febbraio 2025, ore 16.00

  • Marcello Simonetta: Il giubileo delle volpi e dei leoni

Mercoledì 26 febbraio 2025, ore 16.00

  • Costanza Barbieri: Ugo da Carpi e la pala della Veronica per il giubileo del 1525
  • Corinna Gallori: La rosa d’oro e il giubileo del 1525

Mercoledì 5 marzo 2025, ore 16.00

  • Piero Scapecchi-Concetta Bianca: Roma 1525: tipografi e umanisti
  • Susanna de Beer: Andrea Fulvio e il suo Jobilaeus Annus

Mercoledì 26 marzo 2025, ore 16.00

  • Anna Esposito: Gli enti confraternali e religiosi e il giubileo 1525
  • Daniele Lombardi: Locande, osterie e vino durante l’anno giubilare 1525

Mercoledì 9 aprile 2025, ore 16.00

  • Orietta Verdi: L’assetto della città: persistenze e/o innovazioni?
  • Andreas Rehberg: L’anno 1525 nelle delibere comunali di Roma

Mercoledì 23 aprile 2025, ore 16.00

  • Maria Antonietta Quesada: Roma 1525: la testimonianza dei notai
  • Ivana Ait: I “benefici” del giubileo. Clemente VII e la città

La Curatrice del Ciclo di conferenze

Anna Esposito è Professore associato di Storia medievale presso il Dipartimento Storia, Culture, Religioni dell’Università di Roma La Sapienza ed è membro del Collegio docenti del Dottorato Storia, Antropologia, Religioni della predetta università. È inoltre membro ordinario della Società Romana di Storia Patria, dell’Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo (AISG), dell’Associazione per la storia degli Ebrei nel Lazio e nei territori dell’ex Stato della Chiesa e dell’Associazione Roma nel Rinascimento, ed è corrispondente scientifico dell’Istituto nazionale di Studi Romani. Fa parte del comitato scientifico della rivista Sefer Yuhasin. Review for the history of the Jews in South Italy e della redazione della rivista Roma nel Rinascimento. Tra i suoi interessi ha un particolare rilievo la storia sociale urbana del tardo Medioevo e del Rinascimento, che viene indagata nelle sue connotazioni economiche, culturali e religiose, con particolare riferimento alla Città di Roma e allo Stato Pontificio. In questo contesto si inquadrano gli studi sulle minoranze, specialmente quella ebraica (una cinquantina di saggi), sulle associazioni confraternali e sugli istituti assistenziali, in particolare quelli rivolti all’utenza femminile, e infine sulle istituzioni culturali cittadine.

Associazione Roma nel Rinascimento ETS

Roma nel Rinascimento, fondata su iniziativa di Massimo Miglio, è nata nel 1984 ed è stata riconosciuta come Ente Morale nel 1997, prima dal Ministero degli Interni e quindi dal Ministero per i Beni e le Attività culturali. Dal 2019 si è costituita come Ente del Terzo Settore. Per i trienni 2000-2002 e 2003-2005 Roma nel Rinascimento è stata inserita nella tabella degli istituti ammessi al contributo ordinario dello Stato. Negli anni successivi, nonostante i tagli intervenuti sui finanziamenti dello Stato alle istituzioni culturali, l’Associazione ha continuato a ricevere contributi annuali e contributi finalizzati ad iniziative specifiche dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali e ha ottenuto finanziamenti dalla Fondazione “A. De Mari” e dalla “Fondazione Roma”.

Roma nel Rinascimento promuove un’attività di studio e di ricerca sulla cultura e la società romana dal tardo Medioevo al Rinascimento (dall’inizio del Trecento fino alla metà del Cinquecento), svolta prevalentemente dai soci, che sono studiosi di discipline diverse (storici, storici dell’arte e dell’architettura, filologi, paleografi, storici della letteratura) inseriti in differenti realtà istituzionali: archivi, biblioteche, scuole, università.

La Fondazione Marco Besso ETS

La Fondazione [QUI] organizza ogni anno un programma di convegni, conferenze e presentazioni di libri, mostre e visite guidate il cui contenuto culturale riguarda, quasi sempre le specializzazioni della Biblioteca nella sede di largo di Torre Argentina 11. Anche il Premio Giacomo Lumbroso, intitolato al nipote del Fondatore, va alternativamente a pubblicazioni di studio e ricerche riguardanti Roma, Dante ed Etruscologia.

La Fondazione fu istituita il 1° giugno 1918 da Marco Besso, Triestino che aveva fatto di Roma la sua seconda patria. Attuario di altissime intuizioni il Besso, già da giovane funzionario delle Assicurazioni Generali (1863), aveva intravisto i vasti sviluppi della previdenza sociale fino ad esserne oggi considerato uno dei fondatori; con ingegno e tenacia salì ai vertici della Compagnia portandola all’avanguardia del settore. Al di là della sua professione coltivò e favorì, con intendimenti moderni ed eccezionale capacità organizzativa, studi economici, finanziari, umanistici e letterari: tra i suoi grandi interessi Roma e Dante.

Scopo della Fondazione è la diffusione della cultura con la comunicazione diretta attraverso convegni, conferenze, mostre, visite guidate, cicli di lezioni e con la Biblioteca.

La Biblioteca, seguendo i filoni culturali del Fondatore, aggiorna le sue raccolte su Roma, Dante e proverbi, nonché sulla Tuscia, il cui fondo iniziale pervenne in donazione. Possiede oggi oltre 70.000 volumi.

La Fondazione, svolge anche un’attività editoriale interpretando così il pensiero del Fondatore: facilitare a tutti l’accesso alla cultura.

Palazzo Besso

La storia di Palazzo Besso è complessa, con varie fasi edilizie e numerosi proprietari. L’edificio sorge sui resti delle Terme di Agrippa in una zona di Roma di particolare rilievo storico e monumentale. In epoca medievale quest’area, chiamata Calcararia dalle fornaci in cui i marmi antichi venivano trasformati in calce, vide una crescente ripresa edilizia con il sorgere di chiese e successivamente residenze nobiliari, alcune delle quali, come Palazzo Besso, lungo il tracciato della processione del Papa dal Vaticano al Laterano (via Papalis).

Palazzo Besso si presenta oggi con un prospetto unitario ed organico in stile Umbertino, ma con una struttura derivante dall’accorpamento, sviluppatosi nel tempo, di più corpi di fabbrica intorno a quattro cortili. Si ha notizie della presenza nel sito delle case dei Rustici sin dal secolo XV. Alla fine del Cinquecento ai Rustici subentrarono come proprietari del palazzo i Vestri. Agli inizi del Seicento il palazzo fu acquistato dal Cardinale Ottavio Paravicini che lo fece ingrandire dall’Architetto Domenico Paganelli. Poi passò ai Gallo, agli Olgiati ed infine agli Strozzi.

Dopo gli Strozzi, proprietari del palazzo per più di 200 anni, i nuovi proprietari del palazzo, il Municipio di Roma nel 1882, e successivamente la Banca Tiberina nel 1884, lo trasformarono con importanti lavori di demolizione e ricostruzione che terminarono nel 1886. Nel 1900 la proprietà del Palazzo passò alla Banca d’Italia.

Marco Besso nel 1905 acquistò l’intero immobile ed al primo piano, dove restano le vestigia storiche più significative creò la sua biblioteca e vi abitò con la famiglia. Nel 1918 poi, per suo volere, la sua casa divenne la sede delle Fondazioni Marco ed Ernesta Besso.

Il palazzo oggi, con la nuova ridefinizione delle facciate di fine Ottocento, conserva comunque una nobiltà di linee e di decorazioni negli ornati dei portali, delle finestre e dei cornicioni, tale da costituire un’elegante quinta architettonica rispetto ai resti archeologici dell’Area Sacra di largo Torre Argentina, riportati successivamente alla luce alla fine degli anni Venti del Novecento.

Le facciate del palazzo trovano unità nella semplicità dei materiali tipici della tradizione romana, il travertino, l’intonaco e lo stucco, mentre la gerarchizzazione delle finestre tra il primo piano nobile ed i tre superiori contribuisce a conferirgli una certa monumentale severità, che risulta però alleggerita dalle aperture delle antiche botteghe al piano terra, e dal cornicione superiore fortemente aggettante.

Foto di copertina: dal depliant informativo del Ciclo di conferenze, con le immagini del quarto di ducato, anno santo 1525, AG gr, 9,68.

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