Perché, come si fa, come fa, come è possibile… 16 domande giustificate e inquietanti sul caso Becciu che esigono risposta

Copertina libro
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 04.12.2024 – Ivo Pincara] – Una vicenda giudiziaria clamorosa e oscura, nata in Vaticano, che ha fatto il giro del mondo, creando scandalo, incredulità e sconcerto, a cominciare da un dato singolare: per vedere un cardinale a processo bisogna risalire a cinque secoli addietro. Con la verve tipica del pamphlet e il rigore della documentazione, basata su migliaia e migliaia di pagine dei verbali di udienza, e non solo, il libro Il caso Becciu. (In)Giustizia in Vaticano. Dizionario delle omissioni, anomalie, mistificazioni, misteri e veleni (Media&Books 2024, 240 pagine [QUI]) di Mario Nanni narra il caso Becciu con la modalità del dizionario ragionato e con una tecnica di tipo cinematografco, in quanto gli avvenimenti vengono illustrati di volta in volta dall’angolo visuale e dalle testimonianze dei protagonisti.

Il processo al Cardinale Giovanni Angelo Becciu (e ad altre nove persone, imputate di reati diversi), si è concluso in primo grado con la condanna, a pene ridotte rispetto a quelle chieste dal pubblico ministero, che in Vaticano si chiama significativamente Promotore di Giustizia. Ma la sentenza – di cui sono state rese note le motivazioni a distanza di circa un anno – non solo non ha reso giustizia alla proclamata innocenza del Cardinal Becciu, ma ha suscitato nuovi e gravi interrogativi e dubbi.

Chi ha fatto scoppiare il caso Becciu? Chi ha manovrato alle sue spalle, chi per screditarlo ha osato spifferare perfino all’orecchio del Papa maldicenze, insinuazioni, accuse, facendo costruire un castello accusatorio che poi è miseramente franato? Quali trame sono state ordite contro il Cardinal Becciu per eliminarlo dagli altissimi posti di potere che deteneva nella Chiesa e nella Curia Romana, per toglierlo dal novero dei papabili?

Il caso del processo al cardinale Becciu, dopo essere deflagrato all’inizio provocando una gogna anche mediatica di proporzioni planetarie, col passare del tempo ha suscitato una attenzione meno intrisa di pregiudizi. Ed è finito sotto la lente di osservatori non prevenuti, intellettuali, giornalisti che amano documentarsi e ricercare puntigliosamente la verità, studiosi di diritto canonico, storici. Il risultato? Hanno paragonato il caso Becciu a due altre vicende di ingiustizia e di gogna gratuita e ingiusta: il caso Dreyfus e il caso Tortora.

Nel caso Becciu, in particolare, sono state ravvisate molte anomalie (nel libro se ne trova un lungo elenco): tra queste il cambio, per quattro volte, delle regole processuali mentre si svolgeva il processo. E la forte impressione di una sentenza già scritta, dato che non era stato riservato alcuno spazio alle circostanze risultate favorevoli al cardinale e comprovanti la sua innocenza.

In questo libro, che ha anche risonanze letterarie perché si evocano situazioni e atmosfere da romanzo, pullula una miriade di personaggi. Dal Papa, naturalmente, in quanto capo della Chiesa e del Vaticano, che assomma nella sua persona i tre poteri teorizzati da Montesquieu, che ne fanno un sovrano assoluto, a figure che mai ci si aspetterebbe di vedere aggirarsi negli ambulacri del Vaticano: non mancano infatti faccendieri, superpentiti, agenti segreti, millantatori, pregiudicati, affaristi…

L’autore

Mario Nanni, Salentino, di Nardò, vive in Roma dal 1975. Laureato in Filosofa, abilitato in Scienze umane e Storia. Giornalista professionista dal 1976, giornalista parlamentare dal 1977. Ha seguito commissioni d’inchiesta su vicende tragiche e misteriose (Moro, P2, Sindona), la Commissione Antimafia, le Commissioni bicamerali per le riforme istituzionali. Ha raccontato per quasi 50 anni eventi e personaggi della vita politica italiana. È stato capo della redazione politica e parlamentare dell’ANSA e poi capo redattore centrale. Ha scritto: Lessico parlamentare in AA. VV., Dizionario della Comunicazione (Le Monnier 1995), un volume coordinato da Sergio Lepri; Il curioso giornalista. Come vestire le notizie (Media&Books 2018); Il caso Moro, il passato che non passa, saggio-intervista, in Passi perduti (Giappichelli 2018); Parlamento sotterraneo (Rubbettino 2020); Libia 110 anni dopo, con Andrea Camaiora (The Skill Press 2021); Sulla giostra della memoria (Media&Books 2021). Si occupa di problemi di scrittura, di tecnica giornalistica e di storia politica. Svolge attività didattica in seminari e master universitari di giornalismo (Università del Salento e Lumsa). Attualmente è Direttore editoriale della rivista online di politica e cultura beemagazine, edita dal Gruppo The Skill.

Ricordiamo Vaticano, il processo anomalo delle “prime volte”. Per il Card. Becciu l’unico atto di giustizia è l’assoluzione di Mario Nanni pubblicato su Beemagazine.it del 24 novembre 2023, che abbiamo ripreso un anno fa, il 6 dicembre 2024 [QUI].

Se i magistrati vaticani non servono la verità e anzi la nascondono e la manipolano, ci penserà la storia a farla emergere. Ma che vergogna per i Cattolici del presente.

Riportiamo dalla Rassegna stampa sul “caso Becciu” curata dall’inizio da Andrea Paganini [QUI] alcuni articoli sul libro di Mario Nanni. preceduti da un intervento di Antonino Solarino.

L’incredibile ingiustizia in Vaticano ai danni del Cardinale Angelo Becciu
di Antonino Solarino
Facebook, 3 dicembre 2024

Il processo al Cardinal Becciu mi è sembrato da subito una macchinazione. Agli interrogativi della prima ora se ne aggiungono tanti altri, di cui molti inquietanti.

  1. Perché nel processo Becciu il Papa ha affidato incarichi così delicati a Pignatone, oggi indagato per favoreggiamento alla mafia e a Diddi che è stato avvocato di “mafia capitale” e di esponenti della ndrangheta?
  2. Perché ha affidato compiti così delicati a queste due persone considerato che non hanno nessuna storia di impegno ecclesiale e nessuna competenza in diritto canonico?
  3. Perché il Papa per ben quattro volte ha cambiato, con suoi rescripta, le regole processuali a danno degli imputati?
  4. Perché il Papa di fronte al mondo intero ha prima condannato preventivamente Becciu, poi ha dichiarato che lo credeva innocente e poi dopo la condanna, che non ha tenuto presente le risultanze processuali, se ne è lavato le mani?
  5. Come si fa a condannare Becciu per peculato e contemporaneamente affermare che né lui né i suoi fratelli hanno preso un euro?
  6. Come si fa a condannare Becciu ignorando e negando le autorizzazioni ricevute dal Papa per il denaro dato alla Marogna, finalizzato alla liberazione di una suora rapita?
  7. Come si fa a occultare 120 chat (su un totale di 126) della Chaouqui con la Ciferri e Perlasca che la difesa di Becciu ha chiesto più volte che fossero acquisiti agli atti?
  8. Come si fa ad ignorare che, come è emerso in sede processuale, è stata la pregiudicata Chaouqui una delle suggeritrici di Perlasca per tramite della Ciferri?
  9. Come fa il Papa a promuovere Mons. Perlasca Promotore di Giustizia presso il Tribunale della Segnatura (la Cassazione), considerato che anche l’attuale Sostituto della Segreteria di Stato Mons. Peña Parra lo ha indicato come il principale responsabile delle operazioni che hanno complicato l’acquisto del palazzo di Londra, definendolo disobbediente e criticandone il modus operandi?
  10. Perché Pignatone ha permesso che fossero cambiati i capi d’accusa prima della sentenza senza che il cardinale si sia potuto difendere dai nuovi capi d’accusa?
  11. Come si fa a condannare Becciu per un investimento come tanti altri fatti dalla Chiesa, considerato che gli errori di gestione commessi sono successivi alla gestione Becciu?
  12. Perché è stato condannato per aver firmato l’investimento sul palazzo di Londra quando gli è stato ordinato da Bertone allora Segretario dello Stato?
  13. Come si fa a non considerare la testimonianza del vescovo di Ozieri che ha
  14. dimostrato che i soldi, dati alla sua diocesi che è tra le più povere d’ Italia, sono stati spesi per opere sociali e che la Spes è una cooperativa che collabora con la Caritas?
  15. Come si fa a condannare per peculato per la “giusta” donazione alla Caritas perché il fratello avrebbe potuto utilizzarli ignorando il fatto che in Italia nessun socio di una cooperativa sociale di tipo B può in alcun modo accedere agli utili?
  16. Come è possibile, infine, che ancora non sia stato fissato il processo di appello e che Diddi rappresenterà l’accusa anche in sede di appello, quando per evitare pregiudizio e assicurare un giusto processo il ruolo dell’accusa, in un paese civile, è affidato ad un magistrato diverso da quello del processo di primo grado?

Il Caso Becciu, riflessioni per il libro di Nanni di Candido Renna in Corriere Salentino, 1° dicembre 2024 [QUI]
«Particolarmente illuminante è il parallelo che Nanni traccia tra il caso Becciu e i casi Dreyfus e Tortora. Come Dreyfus fu vittima dell’antisemitismo e dei pregiudizi dell’establishment militare francese, e come Tortora fu travolto da un sistema mediatico-giudiziario che non ammetteva dubbi sulla sua colpevolezza, così Becciu sembra essere stato vittima di un meccanismo che aveva già deciso la sua condanna prima ancora dell’inizio del processo. La figura di monsignor Perlasca emerge come uno dei personaggi più enigmatici della vicenda. La sua trasformazione da stretto collaboratore di Becciu a principale accusatore viene descritta da Nanni in termini pirandelliani, con un “Perlasca 1” fedele e un “Perlasca 2” nemico. Questa scissione del personaggio riflette la complessità delle dinamiche umane e istituzionali che hanno caratterizzato il processo. Il libro solleva interrogativi fondamentali sulla natura e sul funzionamento della giustizia vaticana. La sovrapposizione tra potere spirituale e temporale, la mancanza di una chiara separazione dei poteri e l’assenza di garanzie procedurali consolidate emergono come problematiche strutturali che il caso Becciu ha portato drammaticamente alla luce. La vicenda viene presentata come un possibile punto di svolta nella storia della governance vaticana, un momento che potrebbe portare a una riflessione più ampia sulla necessità di riforme istituzionali».

15 interrogativi sul caso Becciu chiariscono il profilo di una congiura di palazzo contro il più fedele collaboratore di Francesco. Ne aggiungiamo un 16°: come sarebbe cambiata l’evoluzione delle due guerre sanguinose cui stiamo assistendo sgomenti, se a coadiuvare il Papa in Segreteria di Stato ci fosse stato il suo collaboratore più abile e fedele? Di Sante Cavalleri in Faro di Roma, 1° dicembre 2024 [QUI]
«Come sarebbe cambiata l’evoluzione delle due guerre sanguinose cui stiamo assistendo sgomenti, se a coadiuvare il Papa in Segreteria di Stato ci fosse stato Becciu? Sì, perché il porporato sardo era davvero obbediente a Francesco e mai avrebbe mediato le sue posizioni arrivando addirittura a giustificare l’invio delle armi come espressione di una asserita legittima difesa, invocando un diritto evidentemente inapplicabile nelle presenti situazioni, anche perché la possibilità dell’escalation nucleare esclude qualunque giustificazione dell’uso di armi (offensive o difensive che siano) in quanto le conseguenze di tali scellerati invii, alle parti in conflitto, di bombe, missili, munizioni, lanciamissili, carri armati e altre diavolerie (purtroppo decisi anche dal governo italiano) sono poi del tutto imprevedibili, come stiamo vedendo, e l’escalation nucleare che annienterebbe una fetta consistente del mondo e dell’umanità è letteralmente dietro l’angolo. Ebbene in diverse circostanze, mettendo la propria professionalità e saggezza diplomatica al servizio delle intuizioni di Francesco, Becciu è stato l’uomo macchina che ha procurato alla Santa Sede importanti successi diplomatici a favore della pace, grazie anche ai suoi canali cubani, creati nel corso della sua missione di nunzio sull’Isola. Sarà un caso ma il colpo di palazzo contro Becciu ha privato Papa Francesco di un fedele e abile esecutore dei suoi disegni diplomatici (…). E certo gli esponenti della politica imperialista USA non hanno accolto con favore l’ascesa del diplomatico stimato dai fratelli Castro nella Curia Romana e potevano temere una sua eventuale futura elezione al Pontificato. E se per trovare i mandanti di quest’omicidio bianco bisogna chiedersi a chi conveniva fare fuori Becciu i primi sospetti sono proprio loro, gli uomini dell’Impero».

Il caso Becciu: un libro di Mario Nanni per fare luce su un processo storico e controverso di M.Pi. in Prima Pagina News, 2 dicembre 2024 [QUI]
«Un libro imprescindibile per chi vuole capire le dinamiche del potere vaticano e la fragilità della giustizia umana, anche nei luoghi più sacri».

Il caso Becciu. (In)Giustizia in Vaticano, intervista all’autore Mario Nanni di Lanfranco Palazzolo in Radio Radicale, 2 dicembre 2024 [QUI]
«Il Cardinale Becciu è stato messo in un tritacarne con accuse risibili, che si sono rivelate tutte inconsistenti (…). Il processo si è svolto come se durante il processo stesso non fossero emerse testimonianze inoppugnabili per l’innocenza assoluta del card. Becciu (…). Dove scatta il pregiudizio da parte del promotore di giustizia? Siccome la cooperativa (braccio operativo della Caritas di Ozieri) era presieduta da un fratello del cardinale Becciu, – con un sillogismo che farebbe bocciare subito uno studente di filosofia (…) – allora “Becciu fa arricchire i fratelli”. Queste voci sarebbero ridicole se non fossero state soffiate all’orecchio del Papa. (…) Tutte accuse che sono risultate inconsistenti durante il processo. (…) Questo era un processo già  fabbricato a tavolino, deciso nel suo esito, tant’è vero che non si condanna uno senza avere prima il processo (…). Io parlo di “vaso di pandora”, ma parlo anche di “apprendista stregone”: chi ha messo tutta questa macchina in movimento alla fine non la controllava più. E adesso come se ne può uscire? L’unico che sa come potersene uscire è il Papa.» Con una piccola correzione: l’accusa dell’appello sarà proprio – assurdamente! – in mano allo stesso Diddi (a meno di interventi divini che modifichino nuovamente la legislazione, per una volta in favore delle difese)».

Becciu, chi era costui? Un libro sull’ex Sostituto alla Segreteria di Stato accende un faro di Felice Santi in Il Giornale, 2 dicembre 2024 [QUI]
«Tutto ruota intorno ai quattro cambi in corsa delle regole processuali (alla faccia del «giusto processo») decisi da altrettanti “rescripta” papali mentre si svolgeva il giudizio, impregnati dell’odore nauseabondo della sentenza già scritta. (…) La condanna sembrava già scritta dal settimanale «l’Espresso», dietro le presunte prove si sarebbe mosso un sottobosco di agenti segreti, finti preti e faccendieri, con il solito superpentito che la fa franca consegnando Becciu, fino al potente Promotore per la giustizia Alessandro Diddi, il novello Torquemada già avvocato di Mafia Capitale e controparte di Giuseppe Pignatone da procuratore capo di Roma, che oggi è il presidente del Tribunale vaticano. Sia chi l’ha portato alla sbarra (senza conoscere troppo bene il codice d’Oltretevere), sia chi l’ha condannato sono stati promossi al rango delle più alte gerarchie vaticane l’anno scorso «motu proprio» da Francesco a distanza di pochi giorni dal verdetto che ha inchiodato Becciu, definendolo (Diddi dixit) una «brutta persona» in uno dei (troppi) duelli verbali andati in scena a processo. (…) fino a personaggi come Francesca Immacolata Chaouqui, l’unica donna mai condannata dallo stesso Tribunale vaticano, che sarebbe stata l’ispiratrice di un vero e proprio complotto. “Ascoltata dal Tribunale, non solo non ha smentito, ma se n’è quasi gloriata”, scrive Nanni. E nonostante le accuse a Becciu di peculato e distrazione di fondi siano “cadute a una a una durante il dibattimento, le testimonianze, le arringhe, e tuttavia il Promotore di Giustizia le ha tenute in non cale, perché non collimavano con il suo impianto accusatorio costruito su teoremi e petizioni di principio”. Anzi, quando in dibattimento sono emerse risultanze favorevoli all’imputato, “il Pg si è comportato come se non ci fossero, ha esercitato oggettivamente un meccanismo di rimozione”».

“Il Caso Becciu”, il giornalista Mario Nanni ricostruisce nei dettagli il processo al cardinale di Pino Nano in La Voce dei Giornalisti, 2 dicembre 2024 [QUI]

«Un libro per certi versi shoccante, che farà il giro del mondo per tutto quello che contiene e descrive, e da cui viene fuori una immagine forte di quello che è il vero potere Vaticano. L’unico a salvarsi da questa inchiesta giornalistica che ci riporta al vecchio cronista dell’ANSA Mario Nanni, allievo prediletto del grande Sergio Lepri, e lui stesso caporedattore centrale del Politico dell’ANSA, è Papa Francesco, che Nanni tratta sempre con estremo garbo ed estrema ammirazione per quello che il Papa ha sempre fatto per arrivare alla verità».

Mario Nanni racconta “Il caso Becciu” di Pino Nano in Giornalisti Italia, 3 dicembre 2024 [QUI]

«Chi ha fatto scoppiare il caso Becciu? Chi ha manovrato alle sue spalle, chi per screditarlo ha osato spifferare perfino all’orecchio del Papa maldicenze, insinuazioni, accuse, facendo costruire un castello accusatorio che poi è miseramente franato? Quali trame sono state ordite contro il cardinale Becciu per eliminarlo dagli altissimi posti di potere che deteneva nella Chiesa e nella Curia romana , per toglierlo dal novero dei papabili?»

Indice – Caso 60SA [QUI]

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