San Nicola e Santa Claus: la vera storia

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Si fa confusione tra realtà e fantasia, si associa a personaggi veri poteri magici e capacità di portare regali materiali. Non sono qui per discutere se sia giusto o no, perché porterebbe via  un sacco di tempo inutilmente perché, né in famiglia, né a scuola si è mai arrivati ad una soluzione soddisfacente per la generazione dei millenials, almeno. Evitiamo di rovinare le feste ai piccoli, come è accaduto almeno fino alle generazioni millenials, e scopriamo la verità su San Nicola, ogni anno sempre più legato alla figura di Babbo Natale.

Tranquilli bambini, i vostri genitori non vi hanno mentito, Santa Lucia, San Nicola e tutti i portatori di doni sono esistono, solo che non sono proprio come dice la tradizione. Realmente,però, amavano i bambini e li aiutavano. In particolare, qui scoprirete di San Nicola, quello vero. Se i vostri amici vi diranno che certe cose non esistono per rovinarvi la festa, come è successo a me, e che, di conseguenza, i vostri genitori sono bugiardi e non vi vogliono bene, non fatevi mettere nel sacco.

Non esisterà il personaggio mitologico, ma quello storico e cristiano sì. Di certo, i vostri genitori ve ne avranno parlato. Credete all’esistenza di ciò che è reale e non fatevi rovinare la festa. Qui un approfondimento breve per rinfrescare la memoria, nel caso si fosse perso qualcosa.

Babbo Natale, come si vede in molti film serie tv natalizie, è strettamente legato alla leggenda su San Nicola. Vissuto nel IV secolo, il santo viene festeggiato  tradizionalmente il 6 dicembre. La tradizione narra che San Nicola regalò una dote a tre fanciulle povere perché potessero sposarsi, invece di prostituirsi. In un’altra occasione, salvò tre fanciulli resuscitandoli dopo che essi morirono per cause violente. Perciò, San Nicola è considerato, soprattutto dai bambini, un santo benefattore e protettore.

Nel Medioevo, in Europa si diffuse l’abitudine di commemorare questo episodio con lo scambio di doni nel giorno 6 dicembre. L’usanza è ancora valida nei Paesi Bassi, in Germania, in Austria e in Italia (nei porti dell’Adriatico, a Trieste e nell’Alto Adige). Per tradizione, la notte del 5 dicembre, in groppa al suo cavallino, San Nicola fa concorrenza a Babbo Natale. I bambini cattivi se la devono vedere con il suo peloso e demoniaco servitore, mentre il pio uomo lascia doni, dolciumi e frutta nelle scarpe dei più meritevoli.

Ma perché San Nicola viene chiamato Babbo Natale? Nei Paesi protestanti, San Nicola perse l’aspetto del vescovo cattolico, ma mantenne il ruolo benefico col nome di Samiklaus, Sinterclaus o Santa Claus, dal quale deriva Babbo Natale. Ma quale è la vera storia di San Nicola?

San Nicola di Bari (Pàtara, 15 marzo 270 – Myra, 6 dicembre 343), noto anche come San Nicola di Myra, San Nicolao, San Nicolò (o San Niccolò; Άγιος Νικόλαος in greco, fu  un vescovo romano e vescovo di Myra. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e da diverse altre confessioni cristiane. San Nicola nacque a Pàtara, una città greca della Licia, provincia dell’Impero Romano nell’odierna Turchia.

Quando il giovane Nicola lasciò la sua città natale, si trasferì in un’altra, sempre situata nella Licia; Myra (oggi Demre). LÌ  venne ordinato sacerdote. Alla morte del vescovo di Myra, Nicola venne acclamato dal popolo come suo successore. Fu, però,imprigionato ed esiliato  durante la persecuzione dei Cristiani ad opera di Diocleziano nel 305. Venne liberato da Costantino nel 313 e riprese l’attività apostolica fino alla morte. Durante una carestia a Myra, egli ottenne dall’imperatore rifornimenti e una riduzione delle imposte. Morì a Myra, all’età  di 70 anni, il 6 dicembre del 343. Le sue reliquie furono conservate nella cattedrale della città.

Numerosi miracoli sulla sua vita si diffusero sia in Oriente che in Occidente. Nel 1087, 62 marinai e 2 preti, a bordo di 3 navi della nobile famiglia Dottula, trafugarono le sue ossa per portarle altrove, in quanto, un sacerdote barese aveva sognato che San Nicola lo pregava di essere portato via da Myra, la quale era caduta in mano ai saraceni. Il 9 maggio, le imbarcazioni giunsero a San Giorgio, vicino porto di Bari. Le ossa del santo non furono consegnate al vescovo che voleva portarle in Cattedrale, bensì  all’Abate Elia, il quale edificò la Basilica dedicata a San Nicola. Bari divenne così meta di tanti pellegrini che veneravano San Nicola.

Tuttavia, le sue reliquie si possono ritrovare anche nella Chiesa di San Nicolò a Venezia. Questo perché i marinai baresi tralasciarono di recuperare,  non si sa se volutamente o per errore, le ossa più piccole del santo. Recuperate in una successiva spedizione di marinai veneziani, il 30 maggio 1100, esse furono portate a Venezia e sono ancora oggi custodite lì.

San Nicola è considerato anche il patrono  dei marinai, mercanti, arcieri, bambini, prostitute, venditori ambulanti, farmacisti, avvocati, prestatori di pegno, detenuti. È anche il santo patrono delle città di Bari (compatrono assieme a San Sabino) Lecco, Ortueri, Sassari, Salemi, Amsterdam e della Russia. In Grecia, San Nicola viene, talvolta, sostituito da San Basilio Magno (Vasilis), un altro vescovo del IV secolo originario di Cesarea.

Babbo Natale, invece, è un personaggio di fantasia presente in molte culture della tradizione natalizia della civiltà occidentale, oltre che in Giappone e varie parti dell’Asia orientale. Viene rappresentato come un uomo anziano e corpulento vestito con giacca, pantaloni e cappello rossi con bordi di pelo bianco. L’abito, in molte opere, viene definito un pezzo del mantello di San Nicola. Infatti, a volte, il personaggio indossa una vera e propria veste, simile a quella di un vescovo e una specie di mantello/abito che potrebbe sembrare antico.

Babbo Natale, secondo la leggenda, viaggia per tutto il mondo e distribuisce regali ai bambini, solitamente la notte della vigilia di Natale. In alcuni stati è legato alle figure reali di San Nicola e San Martino che gli assomigliano per alcuni dettagli fisici ( vecchio e barbuto con aria severa). Stessa cosa per quei paesi in cui, però, a capodanno, è San Basilio a portare doni. Nei paesi germanici, addirittura, Babbo Natale ha sostituito il dio Odino. Principalmente, però, il personaggio è ispirato a San Nicola, partendo dal nome nelle sue varianti, ad es. Santa Claus.

La figura di Babbo Natale, con il tempo, è stata riproposta in chiave pubblicitaria e consumistica. Questo ha provocato polemiche da parte di alcune frange più tradizionaliste delle chiese cristiane, le quali disapprovano l’enfatizzazione del Babbo Natale più secolare e gli aspetti materialistici in occasione della festa.

Tali forme di condanna di Babbo Natale ebbero origine, tra i gruppi di Protestanti, già dal XVI secolo e si diffusero tra i Puritani inglesi nel secolo successivo. Nello stesso periodo, in America del Nord la festa fu spesso vietata perché ritenuta di origine pagana o cattolica. Dopo la guerra civile inglese, anche in Inghilterra il governo di Oliver Cromwell mise al bando Natale.

Dopo la restaurazione della monarchia e la cacciata dei Puritani,l’eliminazione di Papà Natale venne messa in ridicolo da opere come The examination and tryal of old Father Christmas; together with his clearing by the jury (dell’esame e processo al vecchio Babbo Natale, e della sua assoluzione da parte della giuria) del 1686. I Testimoni di Geova rifiutano ancora la cosa, a causa delle origini pagane della figura di Babbo Natale.

Anche alcuni vescovi italiani, in epoca moderna, si sono espressi contro Babbo Natale. Si rammaricano per la commercializzazione delle festività natalizie che tradirebbero il loro significato originale: “…sempre più violenta e intollerante si fa la cultura di babbo natale (volutamente scritto con iniziali minuscole) che… con il Natale cristiano non ha nulla da spartire. […]

Sta scippando e defenestrando il Natale cristiano per buttarlo fuori dalla scena del sociale che conta, […] [in] modo strategicamente vincente, poiché si avvale della potenza suasiva dei mass media di maggior audience, che puntano le carte sulla carica emotiva, e del mercato economico, per estirpare le radici cristiane rendendole innocue, alterandone i geni” (Mons. Giuseppe Zenti. Citazione tratta dall’ articolo pubblicato dal settimanale diocesano L’Azione, il 3 dicembre 2006).

Nel mondo ispanico, i carlisti sostengono la tradizione dei Magi come portatori di doni contro quella di  Babbo Natale, considerato come un emblema dela contaminazione  culturale statunitense.

Fonti: Focus.it,posarellivillas.it,farmacianovasalus.it, TripAdvisor.it e Wikipedia.it

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