Identità di genere: coordinate e prospettive antropologiche e giuridiche
Confrontarsi con spirito critico sulla questione dell’identità di genere nell’orizzonte ampio dell’umanesimo integrale per individuare – insieme a chi opera nel campo della formazione – le implicanze educative del fenomeno gender emergente nel contesto odierno, caratterizzato da fluidità e complessità, che creano pressione sociale ed impattano fortemente sulle nuove generazioni. Con il saluto della preside suor Piera Ruffinatto si apre il Corso interdisciplinare sul tema ‘Identità di genere: sfide e prospettive per gli educatori’, organizzato dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione ‘Auxilium’in due incontri, sabato 23 e sabato 30 novembre.
A parlarne in una tavola rotonda, incentrata sulle prospettive antropologiche, giuridiche e mediche sono Susy Zanardo, docente di Filosofia morale all’Università Europea di Roma, Sergio Cicatelli, docente di discipline pedagogiche e giuridiche, ed Assunta Morresi, docente di Chimica Fisica all’Università degli Studi di Perugia. A moderare gli interventi è Maria Grazia Vergari, psicoterapeuta e docente alla Facoltà Auxilium.
L’obiettivo di questa prima mattinata è di esplorare le varie espressioni del concetto di gender. A partire dalle questioni più sfidanti del nostro tempo, Susy Zanardo evidenzia le opportunità offerte dagli studi di genere, ma invita a riflettere sui rischi di ridurre il corpo umano a un terreno di conflitto tra rapporti di forza. Prendendo quindi le distanze dalle ‘norme di genere’ come il binarismo sessuale e l’eteronormatività, propone d’integrare alcuni elementi degli studi di genere con l’antropologia della differenza sessuale, intesa come orizzonte di senso, per promuovere spazi educativi e relazionali inclusivi, capaci di accogliere le diversità e contrastare la violenza, senza rinunciare alla differenza sessuale, come elemento costitutivo, relazionale e generativo dell’umano.
Da un punto di vista giuridico – afferma Sergio Cicatelli – la questione di genere interessa il problema dell’attribuzione o riconoscimento di una identità e il problema sempre possibile di una discriminazione. Il principio di riferimento può essere dunque quello dell’uguaglianza, già contenuto nell’articolo 3 della Costituzione. Dal principio di uguaglianza deriva poi il principio delle pari opportunità, su cui s’innesta il concetto di discriminazione per identificare i comportamenti condannabili. Questi principi assolutamente universali e condivisibili, possono facilmente essere soggetti a strumentazioni o a prospettive di parte, che rendono il contesto incerto e complesso. La scuola viene interessata indirettamente da disposizioni che nascono in altri ambiti, richiedendo agli insegnanti di formarsi e aggiornarsi sui temi del genere per sapersi destreggiare in questa complessità garantendo il rispetto di ogni persona e guardando sempre al bene comune.
Riflettendo su cosa sta impattando sulle nuove generazioni, Assunta Morresi fa riferimento alla Cass Review, il report pubblicato nell’aprile 2024 in Gran Bretagna sul trattamento della disforia di genere che sta ‘ridisegnando’ il Servizio sanitario britannico per i ragazzi e bambini con problematiche legate al genere. Uno strumento che pure messo a punto per offrire ai minori coinvolti il miglior supporto e competenze possibili durante tutto il periodo della loro cura, pone gravi interrogativi sulla possibile pressione verso scelte a volte irreversibili sul piano fisico e psicologico e conseguentemente familiari e sociali.
A completare l’analisi culturale sul tema è un Video curato da Annalisa Picardi e Edoardo Zaccagnini, che – attraverso la lente della produzione mediale e cinematografica odierna – evidenzia il rischio di una comprensione distorta e semplificata delle questioni di genere e delle relazioni interpersonali, ribadendo l’urgenza di una narrazione alternativa che contrasti disinformazione e pregiudizi.
Il confronto, l’approfondimento e il dialogo avviati nella scorsa settimana proseguono sabato 30 novembre 2024, con Mariolina Ceriotti Migliarese, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta ed Emanuele Fusi, consulente pedagogico e formatore, chiamati a confrontarsi con un approccio psicologico e pedagogico su come insegnanti, educatori, genitori devono essere preparati ad ascoltare e sostenere preadolescenti e adolescenti in percorsi di educazione affettiva e sessuale, offrendo modelli di comportamento e valori, che li aiutino a comprendere se stessi e rispettare le diversità negli altri.