Una visita domenicale al Santuario di San Michele Arcangelo e Santa Maria del Monte in Maddaloni

San Michele
Condividi su...

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 10.11.2024 – Vik van Brantegem] – Oggi, XXXII Domenica del Tempo Ordinario, siamo andati al Santuario di San Michele Arcangelo e Santa Maria del Monte a Maddaloni, per partecipare alla Santa Messa celebrata dal Rettore, Don Angelo Delle Paoli. Un’esperienza spirituale molto bella, in questo piccolo santuario gremito di fedeli, raccolti in silenzio con una partecipazione profondamente spirituale e gioioso per l’incontro con Gesù. Commovente la distribuzione di Gesù Eucaristico da parte del Rettore, con i fedeli che si sono accostati in forma processionale, comunicandosi con devozione in piedi o in ginocchio, ricevendo il sacramento sulla mano o in bocca.

Questa domenica, la Chiesa celebra la 74ª Giornata Nazionale del Ringraziamento [QUI] che ha per tema: “La speranza per il domani: verso un’agricoltura più sostenibile”, con celebrazioni che si svolgono ad Assisi, nella terra di San Francesco, autore circa 800 anni fa del celebre Cantico delle creature.

«Tale ricorrenza ci sollecita a riconoscere il creato e le sue ricchezze come dono di Dio all’uomo, creato a sua immagine; da qui il canto: “Lodato sii, o mio Signore”. È doveroso essere riconoscenti al Signore per i frutti della terra e del lavoro dell’uomo; da qui il dovere del rispetto dell’ambiente naturale, risorsa preziosa affidata alla responsabilità dell’uomo. Da qui la necessità di educare al consumo più saggio e responsabile, promuovere la responsabilità personale in ordine alla dimensione sociale dell’uomo, fondata sull’accoglienza, la solidarietà, la condivisione, perché a nessuno manchi il lavoro, il pane, l’acqua e tutte le altre risorse primarie, veri beni universali offerti da Dio all’uomo per il bene i tutti. Grazie, Dio grande e misericordioso» (Don Pietro Pisciotta).

L’umile generosità della vedova, di cui ci parla il Vangelo di oggi (Mc 12,38-44), riscuote da Gesù un elogio entusiasta: “In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”. La generosità di questa povera vedova è ancora più notevole se la si confronta con l’atteggiamento dei ricchi che, quasi a contrasto, il racconto contrappone ad esse.

Gesù critica negli Scribi e nei Farisei arroganza, ambizione, desiderio di essere serviti, onorati e persino venerati. Erano gente che si preoccupava di apparire osservante della legge, ma la loro vita è solo colma di ipocrisia: vere sanguisughe dei poveri e pensano solo alla loro borsa. Con l’episodio della vedova povera Gesù non propone un modello di generosa carità, ma va oltre perché insegna ad avere sempre immensa fiducia in Dio creatore e padre, sicuri che Dio non abbandona mai i suoi figli perché figli dell’amore. L’insegnamento di Gesù dell’amore e del dono, è un invito ad offrire a Dio ed al prossimo tutto quello che si è.

Il Santuario di San Michele Arcangelo e Santa Maria del Monte è posto sull’ultima vetta che sovrasta Maddaloni della catena dei Colli Tifatini, che partendo da Capua giunge fino a Maddaloni, formando un anfiteatro naturale. È situato a m. 424 s.l.m. e dalla sua posizione è possibile ammirare un panorama spettacolare dal Vesuvio alla Reggia, passando per i Ponti della Valle e le gigantesche pale eoliche di Durazzano che si perdono all’orizzonte, abbracciando a sud Napoli con le isole, a ovest il mar Tirreno, a nord i monti del Matese e a est i monti del Beneventano e dell’Avellinese. Luogo strategico per i Sanniti, i Romani e i Longobardi con l’apparizione dell’Arcangelo Michele è diventato un luogo strategico spirituale, di risveglio della fede, di forte testimonianza e di fattiva carità.

Gli storici Giacinto de’ Sivo e Francesco Piscitelli riportano entrambi la tradizione millenaria dell’apparizione di San Michele Arcangelo ad un giovane capraio nel VII secolo.

Un giorno un pastore del luogo stava portando, come di consueto, il suo gregge a pascolare lungo la collina. Durante il cammino incontrò un giovane dall’aspetto celestiale che stava trasportando, tutto solo, delle pietre dalle dimensioni non certo contenute. Il pastore, colto da altruismo d’altri tempi, si fece carico anch’egli di qualche pietra e aiutò quel misterioso giovane. La cosa andò avanti per diversi giorni.

A sera tornando giù al paese notava che le capre, pur rimaste ferme per tutto il giorno allo stesso posto, davano un latte migliore e più abbondante del solito e fu preso dal sacro timore.

Dopo alcuni giorni pastore domandò al giovane: “Chi sei? E perché raccogli le pietre?” Il giovane rispose: “Io sono l’Srcangelo Michele e desidero che in questo luogo dove abbiamo raccolto le pietre venga eretta una piccola cappella in mio onore”.

I parenti, gli amici e poi tutto il popolo, appena vennero a conoscenza del fatto prodigioso del latte e del volere dell’Arcangelo gli edificarono sul luogo prescelto una cappella, origine del Santuario.

L’origine del santuario risale all’epoca dei Longobardi, costruito nel IX secolo. In quel periodo, in tutta la Penisola, si stava diffondendo – promossa dalla Principessa Teodorata di Benevento – il culto micaelico, che riservava una profonda venerazione all’Arcangelo Michele. Il culto è diffuso in tutta Italia, specialmente nelle regioni come la Campania, e i santuari in suo onore proliferavano un po’ ovunque nel meridione.

Secondo le fonti storiche al santuario fece visita anche San Francesco d’Assisi durante il suo passaggio a Capua. Frequentato spesso anche dalla Famiglia Reale dei Borbone, nel periodo risorgimentale venne occupato dalle truppe garibaldine. Da qui partirono i soldati impiegati nella famosa Battaglia del Volturno e dei Ponti della Valle.

San Michele Arcangelo è venerato come il santo patrono di Maddaloni per ragioni sia storiche che religiose, legate alla protezione della città e alla sua figura di difensore contro il male. Anche se non esiste un racconto preciso che spieghi da dove derivi la decisione di San Michele quale patrono della città calatina, diverse sono le ipotesi sul perché Maddaloni lo abbia scelto come patrono:

  • Protezione militare. San Michele Arcangelo è il comandante delle milizie celesti, un potente difensore contro le forze del male e un protettore in battaglia. Maddaloni, essendo un centro strategico e una città con un castello medievale, potrebbe aver trovato in San Michele un protettore adatto contro invasioni e pericoli militari.
  • Tradizione longobarda. Il culto di San Michele Arcangelo fu fortemente promosso dai Longobardi, che dominarono l’Italia meridionale per secoli e adottarono San Michele come loro patrono. Maddaloni potrebbe aver ereditato questa tradizione durante il periodo longobardo, quando il culto di San Michele era diffuso in tutta la Campania.
  • Influenza del Santuario di Monte Sant’Angelo. La devozione a San Michele è anche collegata al Santuario di Monte Sant’Angelo sul Gargano, un luogo di pellegrinaggio molto antico e importante. La sua vicinanza relativa potrebbe aver influenzato la diffusione del culto di San Michele nella regione.

Nel XX secolo, in ricordo dell’Anno Mariano 1987-1988, è stato eretto sul monte San Michele un monumento-altare alla Vergine che accoglie i pellegrini e guarda verso la Diocesi di Caserta. Il 10 ottobre 1993 il Vescovo di Caserta, Mons. Raffaele Nogaro, benedisse il monumento-altare alla Vergine denominando il Santuario di San Michele con il nuovo nome di Santuario di San Michele Arcangelo e Santa Maria del Monte.

Per svolgere il suo ruolo di luogo sacro e aggregante per i fedeli e i pellegrini, ancora oggi molto attivo, il Santuario è sottoposto al Consiglio Santuariale, presieduto da Don Angelo Delle Paoli (Marcianise, 20 luglio 1949), Rettore del Santuario e Direttore dell’annessa Casa di preghiera e di spiritualità “Redemptoris Mater” in Villa Quarto a Maddaloni.

Preghiera a San Michele

O San Michele,
glorioso Principe delle schiere angeliche,
ascolta la nostra umile preghiera:
difendici nella continua lotta
e sii alla Chiesa sostegno contro le insidie
e la malignità del demonio.
Intercedi per noi presso il Signore Gesù
perché lo sconfigga e lo debelli,
con la sua onnipotenza.
E tu vittorioso rivendicatore dei diritti di Dio,
con forza divina respingi nell’inferno Satana
e gli altri spiriti maligni,
che invadono il mondo
per rovinare le anime
e condurle alla perdizione.
A te ci affidiamo:
conservaci nella fede,
aiutaci ad amare e servire Dio e i fratelli
e guidaci tutti all’eterna salvezza.
Amen.

Preghiera a Santa Maria del Monte

O Madre del Redentore e Madre nostra,
che hai posto su questo monte la tua dimora,
dona a tutti noi e a quanti giungono sul tuo Santuario,
la tua materna grazia: di non aver mai paura
di essere i santi del terzo millennio
e di voler splendere nello Spirito del tuo Figlio,
come astri di verità e carità in questo mondo di tenebre.
Ti preghiamo ancora, o Madre,
rendi questo monte come il Tabor,
che trasfiguri ogni figlio tuo che sale per incontrarti,
e rendilo come il monte dell’Ascensione, da cui si scende
come gli apostoli, con nel cuore,
lo stesso comando del Signore Gesù:
“Andate in tutto il mondo,
annunziate il Vangelo ad ogni creatura”.
Infine accogli, o Madre, la nostra breve vita.
Ci mettiamo tutti nelle tue mani,
prendici così come siamo, piccoli, deboli e mortali,
e facci diventare come il tuo Figlio ci vuole,
a gloria del Padre.
Amen.

151.11.48.50