Il miracolo americano e la speranza per un futuro di pace
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 07.11.2024 – Miguel Cuartero] – Gli Stati Uniti d’America hanno scelto Donald Trump come Presidente e sui mezzi di comunicazione di massa domina oggi l’imbarazzo. Tutti i media mainstream hanno infatti sostenuto per mesi la candidata democratica Kamala Harris utilizzando ogni mezzo a disposizione per seminare il terrore negli elettori. Lo hanno fatto seguendo lo stesso schema assodato da anni dalla sinistra internazionale: la demonizzazione dell’avversario, additato come un pericolo per la democrazia, un folle, un guerrafondaio, una persona squilibrata che avrebbe segnato la fine dei diritti e delle libertà costituzionali e personali. Una reductio ad Hitlerum [*] senza precedenti.
Ma soprattutto i media hanno percorso la via della paura della guerra, ignorando volutamente il fatto che il mondo è già incendiato da conflitti in cui gli Stati Uniti d’America a trazione democratica, guidati da Joe Biden, fanno la voce grossa. La paura si è diffusa nel mondo, ma gli elettori hanno mantenuto la ragione votando per la stabilità, la libertà, la crescita economica e la pace.
In un Paese incendiato da crisi interne ed esterne (inflazione, emergenza migratoria, criminalità e guerre), con un presidente ormai incapace di intendere e di volere, la Signora Kamala Harris è stata presentata come la soluzione a tutti i problemi degli Americani. Mentivano sapendo di mentire. Con sondaggi montati ad arte che la davano in vantaggio sull’avversario. E ora piangono il radicale cambio alla guida del Paese più potente del mondo.
Contro Trump hanno rispolverato motti antichi risalenti al razzismo, al fiorire del femminismo e alla rivoluzione sessuale. “Voi donne perderete il diritto di voto!”, si è arrivato a dire in un comizio democratico. Ai neri si è paventato l’incubo di una società razzista, agli ispanici deportazioni di massa e lager, alle donne la fine dei cosiddetti diritti riproduttivi, ai Cattolici l’inganno di una scelta eretica lontana dal Vangelo e dagli insegnamenti del Papa. Ai giovani, infine, si è dipinto un futuro nero.
Ma neri, ispanici, donne, giovani e Cattolici (più di quanti lo abbiano fatto nel 2020, nonostante la campagna dei padri gesuiti progressisti americani) hanno scelto Trump nonostante la campagna di odio e di paura mossa dalla sinistra internazionale dai salotti e dalle redazioni che contano. Dopo mesi di fake news, in queste ore si sentono frasi senza senso nelle migliori emittenti occidentali.
Questa mattina i giornalisti di RTVE, la Radio Televisión Española, si sono lasciati andare ad alcune folli dichiarazioni impauriti dai “pieni poteri” acquisiti da Trump. Alle 7 am già si parlava di Hitler. E ancora: “Un leader autoritario con sete di vendetta”, “lo sceriffo d’America”, “un profilo psicologico di una persona che ama circondarsi di gente che non lo contraddice” (sarebbe interessante capire se la Harris ami circondarsi di gente che la contraddice). Infine un analista Spagnolo (un certo Jesús Nuñez Villaverde dell’Istituto di studi sui conflitti e azioni umanitarie, se può servire per azioni legali) ha affermato con preoccupazione che l’immunità guadagnata da Trump gli farebbe passare liscia ogni cosa, “persino uccidere un avversario”. E ha aggiunto “cosa che non escluderei che possa succedere”.
Parole gravissime che a parti invertite sarebbero oggetto di studio da parte della magistratura. Ma da anni siamo abituati agli insulti, gratuiti e fantasiosi, diretti contro il Presidente Donald Trump senza che nessuno si indigni. Anzi, diffondendo nei cuori paura, terrore e preoccupazione. Questa volta a subire la scure del giudizio rosso (nel caso USA, blu) è finito il Vicepresidente Vance, accusato dai media di essere un “Cattolico anti-abortista”. Come se, a parte inverse, fosse possibile definire Joe Biden e Kamala Harris degli abortisti (no! Loro sono pro-choice).
A sostenere la candidata Harris anche lo star sistem da milioni di follower come Beyoncé, Eminem, Bruce Springsteen, Ricki Martin, Lady Gaga e Taylor Swift, la star più seguita al mondo. A nulla è servito come è successo in Italia quando i cantanti aizzarono i loro fans contro la presunta “onda nera” in arrivo con Giorgia Meloni [QUI]. A nulla è servito, ieri come oggi. Nessuna onda nera. Nessuna influenza sul voto dei giovani.
Nonostante la massiccia campagna mediatica (che ha coinvolto, oltre ai media, i poteri forti di Hollywood e della Silicon Valley), nonostante la demonizzazione politica, le accuse personali e nonostante due tentativi di attentato diretti alla sua persona, Trump si è ripreso gli Stati Uniti, strappando il potere a Biden e ai democratici. Una disfatta clamorosa per Harris che perde anche il voto popolare. Una vittoria inequivocabile, schiacciante e totale quella di Trump, come non succedeva da due decenni. Una vittoria netta che contraddice tutti i racconti e i sondaggi della vigilia che parlavano di sette “stati in bilico” tutti però vinti in maniera netta dai repubblicani. Una vittoria che, per alcuni, getta ancora più ombre sulle elezioni del 2020 vinte dai democratici.
Ma il tema fondamentale, che riguarda tutti da vicino, è quello della guerra. Trump ha mantenuto il Paese nella pace per 4 anni, durante la sua amministrazione. Quattro anni di crescita, di prosperità e di stabilità.
Poi arrivò Biden. Oggi l’America deve far fronte a due conflitti di enormi dimensioni dai quali dipende il futuro dell’Occidente: quello russo-ucraino e quello palestinese. Ma i media continuano inspiegabilmente a segnalare Trump come un pericolo per la pace. La paura istillata dai media si è insediata nei cuori e nelle menti dei cittadini (“Ora ho paura di una corsa alle armi”, ha affermato al telefono una signora che ho appena incrociato”). Ma nel suo primo discorso dopo l’elezione, Trump ha – ancora una volta – promesso la fine dei conflitti.
È la speranza che porto nel cuore e che coltivano, tutti coloro che non si sono bevuti il veleno dei media. La speranza che Trump lavori per la pace, per risparmiare le vite delle vittime innocenti, specie quelle indifese a cui viene oggi impedito di nascere nel nome della democrazia, dei diritti e della libertà.
Questo articolo è stato pubblicato ieri dall’autore sul suo blog Testa del Serpente [QUI].
[*] Reductio ad Hitlerum è un’espressione latina volutamente maccheronica, che si riferisce alla tattica oratoria che consiste nel tentativo di screditare il proprio interlocutore, paragonandolo ad Adolf Hitler oppure paragonando le sue posizioni al nazismo. Questa fallacia viene anche chiamata reductio ad nazium o fallacia di Leo Strauss, con riferimento al filosofo che l’ha coniata.
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