Date a Cesare quello che è di Cesare ed a Dio quello che è di Dio (Mt 22,15-21):configurazione giuridico-teologica della fattispecie/pericope

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In conclusione, nel rispetto della certezza del Diritto oggettivo e degli insegnamenti

evangelici, in particolare per la chiarezza di idee di chiunque leggerà la mia disamina, la

sentenza delle Sezioni Unite n.19740 del 2015 ha statuito che una lettura costituzionalmente

orientata dell’art. 19, terzo comma, del d.lgs. n. 546 del 1992 e s. m.i. impone di ritenere che

l’impugnabilità dell’atto precedente, non notificato unitamente all’atto successivo notificato,

ivi prevista, non costituisca l’unica possibilità di far valere l’invalidità della notifica di un atto

del quale il destinatario sia comunque legittimamente venuto a conoscenza; non può essere esclusa allora la facoltà del contribuente di far valere, appena avutane conoscenza, tale invalidità che, impedendo la conoscenza dell’atto e quindi la relativa impugnazione, ha prodotto l’avanzamento del procedimento di imposizione e riscossione, con il relativo interesse del contribuente a contrastarlo il più tempestivamente possibile, specie nell’ipotesi in cui il danno potrebbe divenire in certa misura non più reversibile se non in termini risarcitori. L’’accesso immediato alla tutela giurisdizionale consentito al contribuente costituisce, dunque, un “correttivo” idoneo a bilanciare il rapporto sperequato tra Amministrazione e contribuente.

Se, infatti, il contribuente dovesse attendere, per proporre impugnazione, il successivo atto

impositivo, il procedimento proseguirebbe “indisturbato” fino alla sua conclusione attraverso

il compimento dell’esecuzione senza che il contribuente abbia mai avuto modo di contestare la

pretesa attraverso una impugnazione. Ciò è funzionale anche al buon andamento della

pubblica amministrazione, contribuendo l’accesso immediato alla tutela giurisdizionale ad evitare i

costi di una procedura esecutiva “malinstaurata” . Infine ritengo utile evidenziare che fra

poco entrerà in vigore la nuova normativa in materia (06/10/2024 – AVV. MARTINA

ESPOSITO “ Con la riforma della riscossione, il legislatore ha ampliato le ipotesi del c.d.

“accertamento esecutivo” eliminando, di fatto, la creazione del ruolo e della cartella

esattoriale. Tale avviso di accertamento, infatti, contiene sia l’intimazione di pagamento sia

l’avvertimento che, decorso inutilmente il termine di giorni 30 dalla notifica dell’atto, in

assenza di pagamento, l’Agente della Riscossione potrà agire in via esecutiva per il recupero

del credito, senza la preventiva creazione del ruolo e la notifica della cartella di

pagamento…”, cfr. https://www.brocardi.it/notizie-giuridiche/addio-alle-cartelle-esattoriali-

riscossioni-pignoramenti-rapidi/4562.html ).

Nell’ottica teologica gli autori formulano i seguenti quesiti:

“ma tu questa parola evangelica la conosci? Tu riesci a vedere nel tuo prossimo, prima di

vedere le sue brutture, la sua antipatia che ne so io, riesci a vedere il motivo per cui Dio lo

mantiene all’esistenza, per cui lo ama, per cui gli da’ dei giorni, della speranza e anche se e’

nella malattia gli fa pensare che ce la farà anche questa volta, tu questo lo vedi? Il tuo

prossimo ce l’ha questa parola, se tu sei uno che conosce le parole di Dio, lo incontri come il

salmo incontra te, tu incontrerai lui che il salmo non lo conosce e lo chiamerai come lo chiama

il Signore e gli mostrerai vie che conosce il Signore e gli metterai davanti prospettive che lui

non ha mai pensato: allora sei un pastore. Ma se tu giudichi, se tu dividi, se tu mormori,

dov’e’ la parola di sapienza che Dio ti ha dato gratis per salvare il mondo o pensi forse che il

mondo si salverà ma non attraverso di te? (ho apprezzato, altresì, questa opinione pubblicata

il 22 settembre 2024 dal mio amico P. Fra Paolino Saia- teologo morale: NON SIAMO MAI

NUMERO!! «Davanti a Dio non diventiamo mai numero, ma rimaniamo sempre volto. Lui ci

contrassegna non sulla base del codice fiscale, ma in forza della nostra identità irripetibile,

esclusiva, unica»).

Domandatele queste cose, perché i pastori secondo il cuore di Dio non sono preti bravi, come li

vorresti tu, molto indulgenti soprattutto in confessione, i pastori secondo il cuore di Dio siamo

noi, siamo tutti noi ( cittadini e reggitori dello Stato), ognuno in base ai propri carismi, cfr.

https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.famigliacr

istiana.it/blogpost/che-cosa-sono-i-carismi.aspx&ved=2ahUKEwjVi6Goy86IAxVp2AIHHX8IJU4QFnoECBMQAw&usg=AOvVaw3

EBN5dix46c1o8U9O_tDht : Carisma deriva dal greco khárisma, kháris “grazia” o anche

“dono”. San Paolo da una definizione specifica: “a ciascuno è data una manifestazione

particolare dello Spirito per l’utilità comune” cfr.1 Cor 12,7. Dunque, tutti noi possiamo avere

un carisma, un dono, una grazia speciale dello Spirito Santo che è data per l’utilità comune e

dunque per edificare gli altri, per metterci al servizio, per amare concretamente.