Date a Cesare quello che è di Cesare ed a Dio quello che è di Dio (Mt 22,15-21):configurazione giuridico-teologica della fattispecie/pericope
Tra i molti indicatori presi a parametro di riferimento per valutare il livello di civiltà di un Paese vi è sicuramente il sistema fiscale in esso adottato, oltre, naturalmente alla qualità complessiva della relazione instaurata dal Fisco con le diverse categorie di contribuenti, un sistema fiscale si presta a considerazioni specifiche di merito sugli aspetti di equità, semplicità ed efficienza, che possono considerarsi i tre obiettivi principali da conseguire in uno Stato di diritto”. (https://www.questionegiustizia.it/articolo/i-i-tributi-nell-economia-italiana-i Guardando al sistema fiscale italiano, risulta veramente difficile esprimere un giudizio reale e non di valore, alla luce della congerie di tributi derivanti da stratificazioni successive nel tempo e la cui introduzione risulta principalmente dettata dall’esigenza indifferibile di fare cassa nell’ambito di uno o più esercizi, indipendentemente dagli aspetti – obiettivo, già ricordati… Si scende, cosi, in un ambito
dalle molteplici e delicate implicazioni politiche, che si aggiungono all’aspetto, certamente non
secondario, del loro impatto sulla qualità di vita dei singoli contribuenti”).
Qual è l’immagine che porti tu? Ma qual è il denaro che hai tu? Con quale conio sei stato
fatto? La tua identità a chi fa riferimento? Non sei stato forse fatto ad immagine e
somiglianza di Dio? E allora quale logica ( cfr. precedente commento del mio amico Padre
Salvatore Lazzara) vuoi usare? La logica di chi è fatto a immagine delle cose del mondo o di
chi sa che è stato fatto ad immagine del Figlio di Dio? Perché la logica del Figlio di Dio la
conosciamo è la logica di uno che pur essendo di natura divina non ha considerato questo un
tesoro geloso (Fil 2) ma si è spogliato facendosi simile a te perché tu non ne abbia paura,
perché tu non ti senta troppo piccolo davanti a lui, lui si è fatto piccolo per te dunque è una
logica che capisci, questa immagine ti viene restituita nella pace, ti viene restituita nel
perdono, nella riconciliazione, nell’amore, non ti viene sbattuta in faccia come fa il mondo con
le sue logiche, prova a fare una cosa che non va bene agli altri e vedi come te la rinfacciano
subito ma quando hai fatto un peccato Dio non te lo ha mai rinfacciato, ti ha sempre
perdonato, ti ha sempre rimesso le tue colpe, ti ha sempre riaperto le braccia, perché?
Perché lui ti sa riconoscere, quello che tu non vuoi vedere lui lo vede, vede che porti la sua
immagine non se ne può dimenticare, dice Isaia: “Può una madre dimenticarsi del figlio che
allatta?
Ma anche se una madre si dimenticasse io non mi dimenticherò mai di te perché ti porto
tatuata, Gerusalemme, sul palmo della mia mano, io ti vedo sempre, io ti conosco sempre e
sempre ho una grazia abbondante per te e per la tua vita” (Is 49,15ss). Questo insegnamento “Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”, è una massima che riguarda il discernimento quando vuoi guardare in fondo alle cose della vita, guardati dall’usare i criteri del mondo ( Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per la Regione Siciliana, sentenza n. 426 del 7 agosto 2020: Al riguardo, il Collegio osserva che nella fattispecie in esame viene in rilievo una ipotesi di danno da mancata entrata, sotto il profilo di mancato accertamento e successiva riscossione del tributo), guardati dall’usare la mentalità apparentemente piena di libertà, di bellezza e di rispetto del mondo, perché questo mondo che celebra le cose sbagliate non ha rispetto per nessuno ?
Conseguentemente esaminiamo pacatamente queste regole: Motivi di impugnazione: quando è possibile presentare ricorso in opposizione all’intimazione tributaria da pagare entro 5 giorni?
(https://www.trading.it/intimazione-di-pagamento-e-nulla-grazie-alla-sentenza-n-5546-vediamo-i-
casi/ La Cassazione ha dato la sua risposta: “l’intimazione di pagamento, che ha sostituito
l’avviso di mora, è atto previsto dal DPR 602/1973 ART. 50 ai sensi del quale il concessionario della riscossione, come lo fu San Matteo, non può iniziare la procedura esecutiva se è decorso più di un anno dalla notifica della cartella di pagamento, essendo tenuto a notificare un atto contenente l’intimazione al debitore di provvedere al pagamento entro 5 giorni”: termine vessatorio !!!).
Dunque l’intimazione non costituisce la pretesa di pagamento e presuppone che sia stata precedentemente notificata la cartella esattoriale in modo corretto come ho già puntualizzato.
Dunque, quando ci si trova davanti ad una pretesa tributaria, successiva alla cartella, va sempre
prima analizzata la regolare notifica di quest’ultima. Se l’Agenzia dovesse notificare altre
intimazioni di pagamento non opposte, la procedura sarebbe comunque nulla per mancanza del
titolo esecutivo.
Anche in questo caso, come per le cartelle esattoriali, i motivi di ricorso possono essere tanti e
variano da caso a caso; in linea di massima i vizi che possono comportare l’annullamento
dell’intimazione di pagamento possono essere ricondotti ai seguenti gruppi:
• irregolarità della notifica (quando vengono violate le regole sul procedimento di notificazione);
• irregolarità formali dell’intimazione (quando vi sono vizi o delle omissioni nel contenuto
dell’intimazione di pagamento come, ad esempio, la mancata indicazione del responsabile
del procedimento, l’omessa sottoscrizione, la mancata specificazione dei crediti fatti
valere, la carenza di motivazione, ecc.
• vizi del merito della pretesa, quando viene contestata direttamente la pretesa creditoria che sta
alla base della cartella di pagamento su cui si fonda l’intimazione. ATTENZIONE: i vizi
nel merito della pretesa possono farsi valere solo se si ritiene di non aver mai ricevuto
l’originaria cartella esattoriale;
• cause impeditive o estintive del credito, ad esempio decadenza dell’Ente creditore o
dell’Agenzia, prescrizione del credito, estinzione del credito per intervenuto pagamento, inesistenza del credito, applicazione degli interessi anatocistici.
L’intimazione di pagamento deve essere adeguatamente motivata. Il contribuente deve essere
messo in condizione di conoscere la fonte, la motivazione e il dettaglio degli importi addebitati
in modo da poter contestare eventuali errori e vizi di illegittimità. Dicono di avere rispetto, sottolineano i nostri autori, per quelli che hanno dei problemi e li sistemano secondo le loro logiche e non voglio dire di più, ma poi non hanno rispetto per quelli che lavorano, non hanno rispetto per quelli che soffrono, non hanno rispetto per le persone sole, non hanno rispetto per chi il lavoro lo ha perso (I numeri del rapporto annuale Istat 2024: quasi un italiano su dieci vive senza potersi permettere le spese essenziali, e va peggio tra i più giovani. L’8,2 per cento dei lavoratori dipendenti guadagna meno della soglia di povertà, crolla il potere d’acquisto. Aumenta la povertà, nel 2023 la popolazione in povertà assoluta è salita al 9,8 per cento e ha raggiunto «livelli mai toccati negli ultimi dieci anni», per un totale di 2 milioni 235mila famiglie e di 5 milioni 752mila individui
https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.editorialedomani.it/economia/dati/istat-rapporto-annuale-poverta-assoluta-minori-
frqwc6na&ved=2ahUKEwiZveapkcKIAxW07rsIHcr5HNwQFnoECBsQAQ&usg=AOvVaw0_YCqaqGB8BHm49W95bPk- ).