Date a Cesare quello che è di Cesare ed a Dio quello che è di Dio (Mt 22,15-21):configurazione giuridico-teologica della fattispecie/pericope

La ratio di questa duplice logica sistemica che analizzerò in 4 parti (come sempre sotto tutti i
profili, fornendo ogni chiarimento necessario sull’assetto esistente dalle origini fino all’epoca
attuale, a me noto avendo insegnato per tanti anni Diritto amministrativo, Contabilità pubblica e
Diritto finanziario all’Università di Palermo e presso enti specializzati in tali discipline
(https://scontent.fpmo4-2.fna.fbcdn.net/v/t1.6435-
9/106130668_3053811221401259_884497771555782401_n.jpg?_nc_cat=108&ccb=1-
7&_nc_sid=f7fc3c&_nc_ohc=iXUwTKLOZUYQ7kNvgFqHGnC&_nc_zt=23&_nc_ht=scontent.fp
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_YKFUt4E1D0N0&oh=00_AYCUnjQgWwsX1pC23RmI1F5D-eHXeYtZL7v31-
oAIyQKYQ&oe=6749737C ), pubblicando i miei testi in materia ed applicando le relative norme
alla Corte dei conti:
https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.mef.gov.it/
focus/Pubblicato-il-Ddl-di-bilancio-2025-ora-allesame-della-camera-
00001/&ved=2ahUKEwjbrKSf1bWJAxUi6gIHHcmFKrsQvOMEKAB6BAgREAE&usg=AOvVaw1fUjlXJo4aoSbAijSaNGqQ – DISEGNO DI LEGGE DI BILANCIO 2025-2027 APPROVATO DAL GOVERNO, ORA ALL’ESAME DELLA CAMERA – 28 ottobre 2024 “Con la trasmissione al Parlamento del disegno di legge di bilancio 2025 lo scorso 23 ottobre si è avviato alla Camera dei deputati l’iter di approvazione. Il prossimo 7 novembre è prevista l’audizione del ministro dell’Economia e Finanze di fronte alle commissioni riunite. Il testo della manovra è in linea con l’approccio serio e responsabile dei provvedimenti economici approvati finora dal Governo. Tenuto conto del nuovo quadro di regole europee e del contesto economico, negativamente influenzato dall’incertezza globale connessa alla prosecuzione del conflitto russo-ucraino e al peggioramento della crisi in Medio Oriente, le misure contenute nel provvedimento si concentrano sulla riduzione della pressione fiscale e sul sostegno ai redditi medio-bassi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Sono previste, inoltre, risorse per il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione, per il rifinanziamento del fondo sanitario nazionale e per sostenere le famiglie numerose e incentivare la natalità…” ) è radicata secondo me in questa pericope, fonte evangelica della conversione di San Matteo. ” In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì” (Matteo
9,9-13)”.
Il nome Matteo significa “uomo di Dio”, dall’ebraico San Matteo è considerato il patrono di
banchieri, bancari, doganieri, della Guardia di finanza (Sinonimi di gabelliere https://www.sinonimi-contrari.it/gabelliere: doganiere, gabellotto, guardia di finanza, guardia
daziaria, guardia doganale ), cambiavalute, ragionieri, commercialisti, contabili ed esattori.
Il documento papale che attesta il riconosciuto patrocinio, reca la data del 10 aprile 1934 ed è
firmato dal cardinale Eugenio Pacelli, futuro papa Pio XII. Il Pontefice che accolse l’istanza avanzata dal Comandante Generale e sostenuta dall’Ordinario Militare del tempo era Pio XI. Nel “Breve Pontificio” dichiarò San Matteo Patrono della Guardia di Finanza, auspicando che tutti gli appartenenti al Corpo possano, sul suo esempio, unire l’esercizio fedele del dovere verso lo Stato con la fedele sequela di Cristo.. Contemplando questo evento evangelico-istituzionale, desidero approfondire con voi questo passo delVangelo di Matteo, Santo al quale mi sono sempre ispirato (come da mio c.v.), in quanto tuttora suscita ai laici ed ai chierici molti interrogativi, cfr. https://www.famigliacristiana.it/blogpost/sabato-21-settembre-2024—san-matteo-apostolo-ed-evangelista–festa.aspx .
Per comprendere meglio il nostro assunto, scrutando sinteticamente l’assetto del Vangelo di Matteo
e partendo dalle due citate pericopi si possono confermare le opinioni degli interpreti da me
studiate, per le quali l’autore può identificarsi con certezza con Levi il gabelliere (MC 2, 13-14) e
che la sua comunità era costituita da giudei.
In riferimento al modo con cui è riportato l’oracolo sulla distruzione del tempio (dopo il 70 d.C.) la
data di composizione si può collocarla verso l’80 d.C., il probabile luogo di prima stesura in
aramaico è Roma, durante la predicazione di Pietro e Paolo, ma la sua composizione si fa risalire
ad Antiochia, area geografica vicina alla Palestina. Infatti vi erano ancora la presenza viva di una
tradizione orale, la vicinanza alla comunità di Qumran, i rapporti con la Sinagoga, il contrasto con
il giudaismo di stampo farisaico (emerge comunque l’insegnamento del “Padre nostro”), lo stesso
tipo di comunità con maestri e profeti che ritroviamo nel testo della “Didachè” (la Didachè o
Dottrina dei dodici Apostoli può essere considerata come il più antico catechismo cristiano,
essendo stata scritta qualche decennio dopo la morte di Cristo.
Dava suggerimenti pratici per la
preparazione dei catecumeni al battesimo, nel primo secolo cristiano i battesimi erano quasi tutti di
persone adulte. Da essa possiamo trarre un’immagine molto viva dello spirito e dell’organizzazione della comunità cristiana primitiva. Per quanto riguarda l’autore, il suo nome e la sua nazionalità ci sono sconosciuti. Secondo alcuni studiosi, la Didachè sarebbe un’opera compilativa, in cui la prima sezione è di chiara redazione giudaica, e le parti successive descrivono l’antica liturgia cristiana e la vita delle primitive comunità cristiane. Secondo altri sarebbe stata redatta da un cristiano convertitosi dal giudaismo: infatti i giorni della settimana vengono computati al modo ebraico e nello scrivere in greco vengono usati molti ebraismi. La Didachè era tenuta in grande considerazione dalle prime generazioni cristiane ed è citata da Erma nel Pastore, da Clemente Alessandrino, da Origene, da Eusebio, da Atanasio. Nella seconda metà del IV sec. essa fu incorporata nelle cosiddette Costituzioni Apostoliche).
In ordine alla struttura questo Vangelo si apre con un prologo (genealogia ed infanzia di Gesù,
esodo), alla base vi è un “midrash” (cioè storia che vuole dare un insegnamento, genere letterario
tipico della letteratura rabbinica). Esso è formato da 2 Parti (nella prima, con 3 sezioni, un’introduzione ed una conclusione, sono raggruppati i miracoli di Gesù, nella seconda ci sono 2 sezioni e l’Epilogo), inoltre dopo il “Prologo” si può suddividere in 5 Sezioni all’interno delle quali vi è un discorso di Gesù (evocanti i primi 5 libri della Scrittura-Pentateuco) che terminano con uno sguardo al giudizio finale. Il discorso viene sviluppato per “contrapposizione e con stile antitetico” (es. “sta scritto, ma io vi dico…”) ed i temi ricorrenti si basano sulla giustizia (da me qui trattata), sulla perfezione e sulla poca fede.
Il messaggio è teocentrico, infatti Dio è Padre, la sua radice è identificata nella relazione unica del
Figlio, Dio porta a compimento l’opera salvifica “escaton” che è vicino, per cui richiama alla
vigilanza, esso viene denominato “regno dei cieli”; la presentazione di Gesù è ricca e complessa,
viene indicato come Mosè, Veniente, Salvatore, Giudeo atteso, Emmanuele, Figlio di David, Figlio
dell’Uomo, Signore e Figlio di Dio. Il popolo di Dio è la Chiesa che proviene dalle Nazioni, nel
comportamento dei discepoli con la loro fede che si legge il comportamento della Chiesa, il suo
mandato si estrinseca nel “fare discepoli”, emerge la “chiesa dei piccoli” ed il perdono quale regola
della comunità.
Dal modello della comunità di Antiochia emerge la strutturazione della Chiesa, quello che si è
affermato nell’organizzazione delle chiese. Alla base rimane la traccia data da Marco.
Questo Vangelo è di stampo didattico, utilizzato fin dagli inizi della Chiesa per le catechesi
(“dove 2 o 3 chiedono qualcosa nel suo nome..”, la moltiplicazione dei pani rapportata
all’Eucaristia, nell’ ekklesia si cerca di correggere fraternamente chi sbaglia, la regola della
comunità è il perdono senza misura, la risposta di Gesù che oggi commentiamo ).
Forse non siamo ancora giunti a comprendere (teologicamente e giuridicamente)
profondamente questa “risposta di Gesù”? Così esordiscono gli autori dei testi che, come
studioso di Diritto e di Teologia sottopongo alla vostra meditazione, infatti approvo le loro
elaborazioni che specificherò e commenterò in considerazione del fatto che com’ è noto, “ Su
di essa è stata fondata la laicità dello Stato”
(Il principio di laicità, quale emerge dagli artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20 della Costituzione italiana, implica
non indifferenza dello Stato dinanzi alle religioni, ma garanzia dello Stato per la salvaguardia
della libertà di religione, in regime di pluralismo confessionale e culturale). Non nasciamo nel deserto, ma in una società organizzata sistemicamente (in cui sono esercitati i poteri pubblici: legislativo, governativo, giurisdizionale). Esistono adempienze che fanno parte del patto di vivere insieme:
(https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://library.we
school.com/lezione/contratto-sociale-jean-jacques-rousseau-spiegazione-filosofia-riassunto-
online-10752.html&ved=2ahUKEwikje-
nqsKIAxW5hf0HHTBeAfAQFnoECFwQAQ&usg=AOvVaw3HOoYlvSxaJzX7ECE6ZVMu )
cercare e presentare dei documenti, partecipare alla vita sociale e politica, rispettare la nostra
casa comune, votare, pagare le tasse, le bollette, rispettare le leggi della strada, le date d’inizio della scuola, gli orari, le leggi del lavoro, ecc.
(https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.scuo
ladipreghiera.it/date-a-cesare-quello-che-e-di-cesare-e-a-dio-quello-che-e-di-
dio/&ved=2ahUKEwjk0au85cmIAxXV3wIHHTAfKjIQFnoECDMQAQ&usg=AOvVaw22jG
hf4xp9hudRQib6Xeb2 ).
Viene puntualizzato che “Benché non affini, Farisei ed Erodiani si accordano per tendere un
tranello a colui che considerano il loro avversario comune, Gesù. Formulano una domanda
astuta, capace di incastrare chiunque: «È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Pagarlo
significava essere, come i Farisei e gli Erodiani, acquiescenti al dominio di Roma, i primi per
evitare guai ulteriori al popolo d’Israele, i secondi perché Erode riceveva il suo potere da
Roma. Non pagarlo significava essere, come gli Zeloti, ribelli fuorilegge.Da buon figlio della
sua cultura, Gesù risponde alla domanda con una domanda, per poi dare una risposta che spiazza i
suoi interlocutori. Poiché la moneta che gli mostrano porta l’effige di Cesare –si tratta di Tiberio
allora imperatore – non hanno che da rendergli il suo. E coglie l’occasione peraggiungere un
imperativo che fa della sua risposta un percorso di vita: «Date a Dio quel che è di Dio ….».
La risposta di Gesù, oggetto della mia disamina, ai discepoli dei Farisei e agli Erodiani ha
fatto pensare lungo i secoli e lascia ancor oggi pensosi. Gesù – Matteo lo sottolinea – si era
sottomesso a molte consuetudini e anche alle misure politiche del suo tempo.
(https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=http://vangelodelgiorn
o.blogspot.com/2013/01/matteo-il-previsto-e-limprevisto.html&ved=2ahUKEwi5-
4z2vM6IAxXrgf0HHZH2HzQQFnoECB0QAQ&usg=AOvVaw0xWjpXmfA-6q4MXqa8DkJ4
“Matteo, il vecchio usuraio che lasciò tutto per Gesù. Un pubblicano e odiato esattore. Nessuno
lo avrebbe mai immaginato al fianco del Messia. Invece finì tra i Dodici, per un’attrazione «Il
vento soffia dove vuole», dice Gesù durante il colloquio con l’insigne fariseo Nicodemo cfr. Gv 3,8.