Siamo in un tempo di schizofrenia culturale?

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 25.10.2024 – Aurelio Porfiri] – C’è una frase latina che mi sembra perfettamente adeguata per descrivere i tempi che stiamo vivendo: quem Iuppiter vult perdere dementat prius (Giove fa impazzire prima quelli contro cui si scaglia). Abbiamo già più volte notato questo atteggiamento, soprattutto per quello che riguarda la sessualità. Non ci si deve sorprendere se io insisto molto su questo tema, lo faccio perché credo che uno degli attacchi più feroci all’ordine tradizionale riguarda proprio questo aspetto della nostra vita, un aspetto così importante.
Vi ricorderete come la Chiesa Cattolica sia stata sempre accusata di essere sessuofobica e la nemica giurata del sesso libero e ricreativo. Ora che la Chiesa Cattolica esercita di fatto nella società un’influenza molto minore, ci si aspetterebbe di vedere il sesso, finalmente liberato, esercitato privo di ogni costrizione. In realtà la società attuale si dimostra preda di una cultura realmente e profondamente sessuofobica, ma nel modo peggiore, una specie di schizofrenia che molto somiglia l’impazzimento evocato sopra.
Da una parte la molestia elevata a sistema, per cui tutto sembra rientrare nella possibile accusa di abuso tanto da rendere gli uomini timorosi di fare dei passi verso le donne che li attraggono, per non rischiare il passaggio dal “fare la corte” a “signori, la corte!”. Dall’altra abbiamo questo sesso esibito ma senza la gioia della vera sessualità, abbiamo i protagonisti di un certo mondo dello spettacolo condannati alla loro immagine sessualizzata anche in età in cui si dovrebbe certamente cominciare a pensare seriamente ad altro, come nel caso della cantante Madonna che ha fatto discutere per il suo capezzolo esibito, quando la stessa contava oramai 63 primavere. Se la cifra continua ad essere quella, non oso pensare di cosa dovremmo discutere quando di anni ne avrà 73 e via dicendo.
Insomma, siamo nella cultura sessuale del “guardare ma non fare”, che viene poi tra l’altro anche ben rappresentata dal drammatico calo della natalità e dalla continua minaccia di castighi legati al sesso, dall’AIDS ai virus di cui tutti oramai siamo ben consapevoli. Invece della liberazione sessuale, abbiamo avuto la liberazione dal sesso e questo non è certo da attribuire alla Chiesa oscurantista, ma ad un disegno perverso vergato da coloro che intendono livellare tutto, comprese le belle differenze che sono alla base della nostra mascolinità e femminilità.
In realtà la Chiesa non è mai stata contraria al sesso, come avrebbe potuto? Ha inteso regolarlo all’interno di una visione del mondo che vedesse l’istituto familiare al centro. Non so quanto meglio sia questo impazzimento che ci tocca vivere ogni giorno, in cui ci tocca discutere di “attori” porno come fossero artisti come gli altri, ma in cui la vera sessualità e le leggi dell’attrazione sono represse come qualcosa di cui doversi vergognare.
Questa riflessione è stata pubblicata dall’autore sul suo sito Traditio, per conoscere tutto su tradizione e tradizionalismo [QUI].