La Chiesa e la grande festa dei Santi

Mercoledì scorso nell’udienza papa Francesco ha ribadito che una realtà molto bella della nostra fede è la ‘comunione dei santi’. Con questa espressione si intendono due realtà: la comunione alle cose sante e la comunione tra le persone sante.
Il Papa si è soffermato sul secondo significato: la comunione tra le persone sante è “una verità tra le più consolanti della nostra fede, poiché ci ricorda che non siamo soli ma esiste una comunione di vita tra tutti coloro che appartengono a Cristo. Una comunione che nasce dalla fede; infatti, il termine ‘santi’ si riferisce a coloro che credono nel Signore Gesù e sono incorporati a Lui nella Chiesa mediante il Battesimo”.
Questa comunione dei santi “va al di là della vita terrena, va oltre la morte e dura per sempre. Questa unione fra noi, va al di là e continua nell’altra vita; è una unione spirituale che nasce dal Battesimo e non viene spezzata dalla morte, ma, grazie a Cristo risorto, è destinata a trovare la sua pienezza nella vita eterna. C’è un legame profondo e indissolubile tra quanti sono ancora pellegrini in questo mondo, fra noi, e coloro che hanno varcato la soglia della morte per entrare nell’eternità. Tutti i battezzati quaggiù sulla terra, le anime del Purgatorio e tutti i beati che sono già in Paradiso formano una sola grande Famiglia”.
Per comprendere meglio queste due grandi feste che la Chiesa ci dona, abbiamo colloquiato con Carlo Climati, giornalista e scrittore; nei suoi libri racconta lo sguardo che i giovani rivolgono al mondo che li circonda. Uno sguardo d’amore, d’impegno, di fiducia, di entusiasmo, di giustizia, di speranza nel domani. Uno sguardo che non conosce confini e che sa volare oltre l’infinito.
Halloween: all’origine il primo novembre era la festa di tutti i santi. Perché è diventato il ‘carnevale’ delle streghe?
“Perché esiste, purtroppo, una tendenza a dimenticare le radici cristiane del mondo in cui viviamo. La moda di Halloween mi ricorda lo stesso tipo di non-cultura che vorrebbe strappare il crocifisso dai muri delle scuole. Distrae i ragazzi in un periodo dell’anno che, per tradizione, era sempre stato riservato al ricordo di tutti i santi e alla commemorazione dei defunti. I momenti di raccoglimento e di preghiera sono sostituiti da feste macabre ed esoteriche nei locali notturni, dove i giovani rischiano di entrare in contatto con il mondo dell’occultismo”.
Il 1^ novembre è una grande festa cristiana: come poter riproporla ai giovani?
“Il primo novembre è la festa di tutti i santi. Bisognerebbe aiutare i ragazzi a riscoprire la bellezza delle storie di queste persone. Un ostacolo da superare è l’errata concezione del cammino verso la santità, considerato da molti troppo difficile. Per abbattere questo luogo comune, nei miei incontri con i giovani, io utilizzo spesso un esempio che si ispira al mondo dei fumetti. Parlo dei ‘super eroi’ della casa editrice americana Marvel, paragonandoli ai santi. Questi personaggi hanno poteri fantastici e sono in grado di compiere azioni straordinarie.
Ma poi, quando si tolgono la maschera, sono persone comuni, con i loro problemi da affrontare. Spiderman (l’Uomo Ragno), ad esempio, è un giovane studente che vive con la zia anziana e malata Si divide tra lo studio e il lavoro, misurandosi con le insicurezze di ogni adolescente. L’atletico Daredevil è, in realtà, un avvocato cieco che si scontra, quotidianamente, con le difficoltà di chi è costretto a muoversi in una vita senza luce. Gli X-Men vivono il problema dell’emarginazione e del rifiuto di un mondo che li considera diversi”.
La Chiesa collega la festa dei Santi alla commemorazione dei defunti: quindi la Chiesa ci dice che siamo tutti santi?
“Ho fatto l’esempio dei super eroi perché possono aiutarci a riflettere sul concetto di ‘santità’, che deve rappresentare il principale traguardo nella vita di ognuno di noi. Purtroppo tanti ragazzi sono abituati ad immaginare i santi come dei modelli irraggiungibili: ‘superuomini’ senza macchia e senza paura. In realtà, i santi sono stati esseri umani come noi ed hanno vissuto le nostre stesse cadute ed incertezze. Ma ogni volta hanno saputo rialzarsi, con forza e determinazione, ricercando il proprio incontro con il Signore. Nel percorso ad ostacoli della vita terrena, nessuno di noi è un infallibile ‘super eroe’. Ma tutti sono chiamati a diventare santi e a costruire ogni giorno, mattone dopo mattone, il proprio cammino verso Dio”.
Con questa grande festa la Chiesa voleva valorizzare le tradizioni dei pagani convertiti: quale linguaggio usare oggi per rendere la fede viva?
“Il linguaggio della semplicità e della sobrietà. Abbiamo bisogno di genitori, nonni, educatori, sacerdoti, suore e catechisti coraggiosi, che non abbiano paura di ricordare ai ragazzi il significato del periodo dell’anno in cui ci troviamo: quello della festa dei santi e della commemorazione dei defunti. Sarà un’occasione preziosa per riscoprire la ricchezza spirituale delle nostre più autentiche tradizioni. Alle zucche vuote, simbolo di Halloween, bisogna rispondere con le zucche piene di una cultura veramente alternativa e controcorrente, che sostituisca il rumore e la confusione di certi fenomeni di massa con l’intimità e i silenzi di una fede vissuta nel proprio cammino quotidiano.
I giovani non hanno bisogno di trucchi o effetti speciali. Un errore compiuto spesso, negli ultimi anni, è quello di voler ‘annacquare’ il Cristianesimo. Qualcuno ha cercato di imitare le mode passeggere della nostra epoca, sperando così di attirare i ragazzi nelle chiese. Non potrò mai dimenticare ciò che ho visto nell’anno 2000, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù: tanti giovani in fila per la confessione e tanti preti pronti ad ascoltarli. Considero quest’immagine meravigliosa e simbolica. E’ lo specchio di ciò che, realmente, i giovani desiderano trovare nella Chiesa: la sobrietà e la purezza del Cristianesimo”.