Il “miracolo dell’onda” di Tumaco. Uno tsunami fermato dal Santissimo Sacramento, 31 gennaio 1906
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 23.10.2024 – Veronica Cireneo] – Allo scopo di sensibilizzare il popolo di Dio circa la Presenza Reale di Cristo nell’Eucarestia – non se ne fa mai abbastanza – e per alimentare la fede personale, con gli Alleati dell’Eucaristia e del Vangelo [*] abbiamo ultimamente affrontato uno studio con relativi approfondimenti, riguardante i miracoli eucaristici avvenuti nel mondo, nella storia dell’umanità. Sono oltre 140 in totale, quelli riconosciuti validi dalla Chiesa Cattolica. Circa una trentina solo quelli avvenuti in Italia. Credendo di fare cosa utile e gradita ai nostri lettori, parleremo di alcuni tra i miracoli eucaristici più significativi. Iniziamo oggi la rubrica, con il miracolo eucaristico avvenuto a Tumaco: una piccola isola della Columbia, immersa nell’Oceano Pacifico.
Il 31 gennaio 1906, un violento terremoto colpì le zone costiere dell’Ecuador e della Colombia, provocando uno tsunami che causò un migliaio di morti. Nel villaggio colombiano di San Andrés de Tumaco, spesso abbreviato in Tumaco, stava per arrivare l’onda dello tsunami, quando il Parroco Padre Gerardo Larrondo, insieme al confratello Padre Julián seguito in processione da un gran numero di fedeli terrorizzati, portandosi sulla spiaggia in cui si stava abbattendo uno tsunami, innalzò l’ostensorio con il Santissimo Sacramento. L’onda arrivò alla vita di Padre Larrondo, per poi ritirarsi senza toccare l’ostensorio. La gente di Tumaco ricorda ogni anno l’episodio definito come “miracolo dell’onda”.
Erano appena passate le dieci di mattina, quando la terra iniziò a tremare spaventosamente per circa dieci minuti.
Mentre l’Oceano cominciava a gonfiarsi, tutti gli abitati di Tumaco accorsero in chiesa per supplicare il Parroco, Padre Gerardo Larrondo, e Padre Julián, di organizzare immediatamente una processione con il Santissimo Sacramento verso il litorale, già parzialmente coperto dalle acque. Si stava formando un’enorme montagna d’acqua, che ben presto si sarebbe trasformata in un’immensa onda.
In chiesa, Padre Gerardo, spaventato, consumò subito tutte le Ostie consacrate della pisside, tenendo da parte solo l’Ostia Magna che sistemò nell’Ostensorio e rivolgendosi poi alla popolazione esclamò: «Andiamo, figli miei, andiamo tutti alla spiaggia e che Dio abbia pietà di noi!» Rassicurati dalla Presenza di Gesù Eucaristico, tutti marciarono al suo seguito piangendo e acclamando a Dio.
Il coraggioso Padre Larrondo raggiunse per primo la spiaggia, con l’Ostensorio in mano e proprio quando l’onda si stava abbattendo su di lui, davanti a tutti alzò con mano ferma e con cuore colmo di fede l’Ostia Consacrata con la Quale tracciò nell’aria il Segno della Croce. Fu un momento di altissima solennità. L’onda tentennò, avanzando ancora di pochissimo poi fece per rientrare, abbattendosi su se stessa.
Prima ancora che Padre Larrondo e Padre Julián, che era al suo fianco, si rendessero conto di ciò che era accaduto, la popolazione, commossa e sbalordita, gridava: “Miracolo, Miracolo!” Infatti, come fermata da una forza invisibile e superiore a quella della natura, l’onda poderosa che minacciava di cancellare dalla terra il villaggio di Tumaco, si era arrestata improvvisamente e aveva iniziato a retrocedere, mentre il mare ritornava velocemente al suo livello normale.
Gli abitanti di Tumaco, presi da una incontenibile euforia e gioia per essere stati salvati da Gesù Sacramentato, non riuscivano più a smettere di rivolgerGli lodi e ferventi attestati di ringraziamento.
Si parlò così tanto e così a lungo del “miracolo dell’onda” di Tumaco, che da tutto il mondo, Europa compresa, giunsero a Padre Larrondo un gran numero di lettere con richieste di preghiere.
Un altro sacerdote, Padre Bernardino García de la Concepción, che in quel momento si trovava nella città di Panama, città costiera dell’America Centrale Occidentale, affacciata anch’essa sul Pacifico, ubicata a qualche centinaio di chilometri più a nord dell’isoletta, diede questa testimonianza riguardo al terribile cataclisma che colpì la sua zona: «Improvvisamente una enorme onda travolse il porto. Entrò nel mercato sollevando ogni cosa. Le imbarcazioni che erano in secca furono lanciate a grande distanza, causando innumerevoli danni».
Tumaco, invece, venne miracolosamente risparmiata da quella terribile catastrofe, grazie alla fede degli abitanti nel Santissimo Sacramento…
Non dimentichiamo mai di invocare il Nome di Gesù e di Maria in ogni nostra ed altrui necessità spirituale e materiale.
Sia Lodato e Ringraziato ogni momento Gesù nel Santissimo Sacramento, Presente e Vivo in tutti i Tabernacoli della Terra.
[*] Canale Telegram degli Alleati dell’Eucaristia e del Vangelo [QUI]
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Il miracolo eucaristico di Bolsena
e la solennità del Corpus Domini
Il motivo ispiratore della solennità del Corpo e Sangue di Cristo ha origine nelle Fiandre, dove a metà del XIII secolo il movimento eucaristico era già molto attivo contro la diffusione delle eresie. A quel tempo, nel Principato vescovile di Liegi (attualmente territorio del Belgio), che faceva parte delle Diciassette Province dei Paesi Bassi, fulcro culturale e religioso, un vero “cenacolo eucaristico”, la monaca agostiniana Santa Giuliana di Cornillon (Retinne, presso Liegi, 1191/1192 – Fosses, Granducato del Brabante, 5 aprile 1258) e altre monache ebbero una serie di visioni mistiche in cui il Signore fece loro capire l’assenza nella Chiesa di una solennità in onore del Santissimo Sacramento. Nonostante le resistenze iniziali, il suo fervore coinvolse vescovi, comunità e clero, culminando nel 1246 con l’istituzione della festa nella Diocesi di Liegi.
Nel 2010, Papa Benedetto XVI si riferiva a Santa Giuliana di Cornillon con queste parole: «Desidero presentarvi una figura femminile, poco conosciuta, ma alla quale la Chiesa deve un grande riconoscimento, non solo per la sua santità di vita, ma anche perché, con il suo grande fervore, ha contribuito all’istituzione di una delle solennità liturgiche più importanti dell’anno, quella del Corpus Domini. Questa è la Santa Giuliana di Cornillon, nota anche come Santa Giuliana di Liegi».
L’influenza di Giuliana si estese ben oltre i confini locali, ispirando Papa Urbano IV a estendere nel 1264 la solennità a tutta la Chiesa con la bolla Transiturus de hoc mundo, a seguito del miracolo eucaristico di Bolsena – piccolo comune del viterbese adagiato sulla sponda nord-orientale dell’omonimo lago – avvenuto in un giorno impreciso del 1263.
Le più antiche cronache ci parlano di un sacerdote Boemo cui la tradizione dà il nome di Pietro da Praga, il quale in quel tempo di controversie teologiche sul mistero eucaristico fu assalito da dubbi sulla reale presenza di Cristo nel pane e nel vino consacrato. Per trovare finalmente pace, risolse nel suo animo di intraprendere un lungo pellegrinaggio di penitenza e meditazione alla volta di Roma per pregare sulla tomba di San Pietro. Dopo aver pregato sulla tomba del principe degli apostoli, rinfrancato nello spirito riprese il viaggio di ritorno verso la sua terra. Lungo la via Cassia si fermò a dormire a Bolsena nei pressi della basilica di Santa Cristina e per ringraziare Iddio, il mattino seguente, chiese di celebrare la Santa Messa.
Durante la celebrazione della Santa Messa, dopo la consacrazione alla frazione dell’ostia, apparve ai suoi occhi un prodigio al quale da principio non voleva credere. Quell’ostia che teneva tra le mani era diventata carne da cui stillava miracolosamente abbondante sangue. Impaurito e allo stesso tempo pieno di gioia cercò di nascondere ai rari presenti quello che stava avvenendo: concluse la celebrazione, avvolse tutto nel candido corporale di lino usato per la purificazione del calice che si macchiò immediatamente di sangue e fuggì verso la sagrestia. Ma durante il tragitto alcune gocce di sangue caddero sul pavimento tradendo la segretezza del prodigio.
La storia della Chiesa è disseminata di miracoli eucaristici attraverso i quali Dio ha voluto rivelare la sua reale presenza in mezzo agli uomini.
Nel volume I miracoli eucaristici in Italia (Paoline Editoriale Libri 2015, 112 pagine [QUI]) Raffaele Iaria racconta, con l’aiuto di documenti storici, i diciassette miracoli eucaristici avvenuti in Italia tra l’VIII e il XVIII secolo. Basta il nome evocativo di qualche luogo: Lanciano, Bolsena, Orvieto, Siena. I miracoli eucaristici, di fatto, sono eventi reali umano-divini di quella realtà tutta divina che è l’Eucaristia, di cui San Pier Giuliano Eymard amava dire: “Troverete tutto nell’Eucaristia: la parola di fuoco, la scienza e i miracoli. Sì, anche i miracoli”. Il lavoro di Raffaele Iaria, oltre che attuale e opportuno, è molto utile sia per avere un bagaglio prezioso di riferimenti ai miracoli eucaristici più importanti e significativi avvenuti in Italia, sia per avviare una valida riflessione e meditazione su fatti così importanti che non sono soltanto “storia”, ma anche “teologia”, ossia sono eventi che possono svelare realmente qualcosa dell’ineffabile mistero eucaristico. Questo volume si differenzia bene da altri lavori del genere per due caratteristiche particolari: la prima è l’accuratezza della ricerca che punta all’essenziale dei “fatti” senza nulla concedere al cosiddetto “miracolismo” di eventi qualificati scientificamente come miracoli eucaristici; la seconda caratteristica è lo stile giornalistico aperto e accattivante, che sa incidere nell’animo del lettore con semplicità e rapidità.