“Una, santa, cattolica e apostolica”. Il nuovo libro del Cardinal Zen

Cardinal Zen
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 19.10.2024 – Vik van Brantegem] – Viviamo in tempi apocalittici: la secolarizzazione, la persecuzione e l’ateismo dilagano. Nella storia della Chiesa, i fedeli si affidavano ai concili per unificarsi e affrontare le dure prove della vita. Ma quale risorsa abbiamo quando sono i sinodi stessi a generare confusione e discordia? Assistiamo ad una profonda crisi di fede (vocazioni in drastico calo, sempre più scarsa partecipazione ai sacramenti…), che mostra particolare virulenza in quell’Europa che è stata culla del Cattolicesimo.

Nel suo nuovo libro Una, santa, cattolica e apostolica. Dalla Chiesa degli apostoli alla Chiesa “sinodale” (Edizioni Ares 2024, 168 pagine [QUI]), a cura di Aurelio Porfiri, il Cardinale Joseph Zen Ze-kiun, tuttavia, invita a non disperare: mediante l’azione dello Spirito, il Signore ha sempre soccorso quella Chiesa “una, santa, cattolica e apostolica” che, ricorda Aurelio Porfiri nell’Introduzione, «Gesù Cristo ha affidato agli apostoli sotto la guida di Pietro e dei suoi successori». Dio “chiama” tutti a questa missione, ognuno nel suo stato: laico, consacrato, sacerdote. E si serve dei Concili e dei Sinodi, suscitando santi e nuovi movimenti… Per questo possiamo guardare alla Chiesa con fiducia anche oggi.

Il Cardinal Zen avverte che il Sinodo dei Vescovi con la sinodalità mira a “rovesciare” la gerarchia della Chiesa per “un sistema democratico” – 18 ottobre 2024 [QUI]

Il Cardinale Joseph Zen Ze-kiun, nato a Shanghai nel 1932, è stato il sesto Vescovo di Hong Kong, dal 2002 al 2009. Entrato adolescente fra i Salesiani, ha studiato in Cina e in Italia, conseguendo le lauree in Teologia e Filosofia. Sacerdote dal 1961, è stato creato cardinale da Papa Benedetto XVI nel 2006, imponendosi come la figura più autorevole della Chiesa Cattolica d’Oriente.

Il Cardinal Zen è stato formato durante il “vento di Pentecoste” che ha circondato il Concilio Vaticano II e ha insegnato teologia e filosofia nei seminari per più di cinquant’anni. In queste pagine del suo libro, raccolte dalle sue omelie, lettere pastorali e discorsi, il Cardinal Zen apre i Vangeli e la Sacra Tradizione per aiutarci a rimanere saldo nella vera Fede e a ravvivare il nostro rapporto personale con il Signore.

Questi insegnamenti saggi ci proteggeranno e ci forniranno la “medicina spirituale” e la “ricca nutrizione” necessarie per una vita quotidiana fruttuosa. Il Cardinal Zen svela come trasmettere la Fede con vitalità e amore a ogni generazione, anche partendo dalla propria casa. Attraverso le sue intuizioni, frutto di un’esperienza reale straordinaria, apprenderemo anche:

  • Tre elementi indispensabili della Chiesa che conducono direttamente a Cristo
  • I pericoli del Sinodo sulla sinodalità
  • La “grande grazia” che Dio ci ha dato e come puoi riceverla
  • Modi sicuri per “mettere alla prova lo spirito” e discernere la verità
  • Come il clero può incarnare il Buon Pastore
  • Come amare e adorare Dio sopra ogni cosa e crescere nella fiducia invece che nella paura

“Il nostro Buon Pastore conduce tutte le pecore in un unico ovile… Possiamo non conoscere le sue vie, ma ci ha detto che cosa dobbiamo fare. Ognuno di noi è stato reso «luce per le genti» e ha la responsabilità di essere uno strumento di salvezza «fino agli estremi confini della terra»” (Cardinale Joseph Zen Ze-kiun).

Indipendentemente da dove ci troviamo nel nostro cammino di fede, il Cardinal Zen ci ricorda: “Gesù è follemente innamorato di te con tutto il Suo cuore, si è dedicato a te e non si arrenderà mai”. Mentre incontriamo la presenza trasformante di Cristo nella nostra vita, saremo incoraggiato con il coraggio di invitare altri a unirsi in un amorevole legame con Lui.

Per il Cardinal Zen la Chiesa è sempre “una, santa, cattolica e apostolica”, ecco perché
Più che mai la riflessione emerge in questo tempo di Sinodo
di Caterina Maniaci
ACI Stampa, 18. ottobre 2024

“Il nostro Buon Pastore conduce tutte le pecore in un unico ovile… Possiamo non conoscere le sue vie, ma ci ha detto che cosa dobbiamo fare. Ognuno di noi è stato reso «luce per le genti» e ha la responsabilità di essere uno strumento di salvezza fino agli estremi confini della terra”. Lo sostiene con tutta la forza e la convinzione che lo caratterizzano, una forza che proviene da una fede sicura, il Cardinale Joseph Zen, 92 anni, gran parte dei quali passati a testimoniare e a difendere la fede Cattolica.

In qualsiasi situazione, scontrandosi con il regime cinese, processato, condannato, ma non solo in riferimento alla sua condizione personale. Lo dimostra, una volta di più, il libro che è stato appena pubblicato da Ares, a cura di Aurelio Porfiri, dal titolo inequivocabile di Una, santa cattolica, apostolica, ampie e toccanti riflessioni su come stia vivendo oggi della Chiesa cattolica.

Attualmente si assiste a una profonda crisi di fede, vocazioni in drastico calo, ignoranza e confusione dottrinale, sempre più scarsa partecipazione ai sacramenti…, fenomeni di particolare rilevanza proprio in Europa, la cui civiltà, l’intera civiltà occidentale è stata plasmata dal Cattolicesimo. E poi correnti di pensiero confuse, fluide, pericolosamente vicine a derive relativistiche. Il Cardinal Zen, tuttavia, invita a non disperare: mediante l’azione dello Spirito, il Signore ha sempre soccorso quella Chiesa “una, santa, cattolica e apostolica” che, ricorda Porfiri nell’Introduzione, «Gesù Cristo ha affidato agli apostoli sotto la guida di Pietro e dei suoi successori».

Dio “chiama” tutti a questa missione, ognuno nel suo stato: laico, consacrato, sacerdote. Per questo possiamo guardare alla Chiesa con fiducia anche oggi. Più che mai la riflessione emerge in questo tempo di Sinodo. E le sue parole possono concretamente aiutare a fare chiarezze. La sua è una voce che arriva da una di quelle periferie del mondo di cui ha sempre parlato Papa Francesco, ma una periferia che occupa un posto rilevante nello scacchiere internazionale. Da quella Hong Kong che ha assaggiato il tallone di ferro della repressione.

Affabile, gentile e bonario, il cardinale non ha mai avuto il tratto del ribelle e del trascinatore di folle. Ma quando parla, e scrive, il tono è deciso, non lascia spazio a tentennamenti e a paludamenti, senza giri di parole e senza temere di dispiacere a qualcuno; quello che spiega tutto appare chiaro, la strada dritta, anche se sfiora l’abisso. Forse per questo è uno degli uomini più temuti dal regime di Pechino. Lo hanno spesso definito “la coscienza di Hong Kong” da quando guidò in piazza mezzo milione di manifestanti in difesa della democrazia.

In una celebre omelia del 2003 invitò i Cinesi a non subire: «Se saremo in tanti a imboccarla, la strada della democrazia si aprirà». I Cattolici cinesi costretti a praticare la fede nella clandestinità vedono in lui un difensore incrollabile.

Quando nel 2006 Benedetto XVI gli annuncia l’intenzione di crearlo cardinale, commenta così: «Questa nomina è un segno di benevolenza e di affetto del Papa per tutta la Cina. E se io accetto, l’accetto per tutta la Cina. Ho ormai quasi 75 anni e pensavo di andare in pensione. Adesso non so cosa mi accadrà. Staremo agli ordini ed obbediremo. Forse il Papa avrà bisogno ogni tanto di qualche consiglio. Sulla Cina ci sarà molto da lavorare».

Nel 2016 critica aspramente l’accordo provvisorio e segreto tra Santa Sede e Cina sulla nomina dei vescovi. In un’intervista del 24 ottobre del 2018 al New York Times, aveva invitato i Cattolici ad «attendere tempi migliori, tornate alle catacombe, il comunismo non è eterno». Da allora critiche, dubbi, prese di posizione non sono mancate, da parte del cardinale, ma sempre nel rispetto e nell’obbedienza, sempre in nome della Chiesa “una, cattolica, apostolica”.

Ora, in questo ultimo libro, affronta un altro tema centrale: quello della sinodalità, a cui guarda quella Chiesa una santa, cattolica, apostolica. La sinodalità viene considerata da molti come la chiave di volta per il futuro della Chiesa stessa, un futuro certamente migliore, spesso secondo i criteri che oggi sono imperanti.

Zen ha un punto di vista diverso, che mette in dubbio queste granitiche certezze: “L’aggettivo ‘sinodale’ e il nome astratto ‘sinodalità’ vengono dalla parola sinodo. Camminare insieme? Sì, ma nella Chiesa chi cammina insieme a chi? Qual è la destinazione di questo cammino? C’è una guida che indichi la corretta direzione?” Ancora, sottolinea il cardinale, si parla di “una democrazia dei battezzati. Quali battezzati? Vanno almeno in chiesa regolarmente? Hanno una fede basata sulla Bibbia e una forza che viene dai sacramenti?” Senza la fede, consolidata, dalle basi certe, anche le assemblee più accreditate e seguite in Vaticano, generate da un sincero desiderio di confronto e nell’accettazione fraterna delle diversità (di culture, di educazione, di opinioni, di esperienze) – ricchezze da tutelare – rischiano di trasformarsi in raduni, incontri di taglio sociologico o psicologico, discussioni a ruota libera su argomenti di ogni genere. Il cammino insieme può rischiare di trasformarsi in un vagare infinito.

Il metodo Zen e i preti che si perdono
Leggere il nuovo libro del Cardinal Zen sulla Chiesa, una catechesi semplice ed essenziale, fa capire l’errore di quei preti e laici, molto social, che disconoscono papa Francesco privilegiando le proprie ragioni e disorientando molti fedeli
di Riccardo Cascioli
La Nuova Bussola Quotidiana, 16 ottobre 2024

«Nel corso della storia molti papi e vescovi hanno fatto soffrire dei santi, ma questi non hanno dubitato dell’autorità di questi papi e vescovi. In questo possiamo distinguere i santi dalla gente comune». Così si esprime il Vescovo emerito di Hong Kong, il Cardinale Joseph Zen Ze-kiun, nel suo ultimo libro che sta per uscire in libreria, Una, santa, cattolica, apostolica (Edizioni Ares). Non si riferisce specificamente ai casi di questi ultimi tempi il Cardinal Zen, ma coincidenza vuole che il libro venga messo in circolazione proprio nei giorni in cui ancora un prete decide che Papa Francesco non è mai stato Papa e che quindi non celebrerà più la Santa Messa in unione con lui, e presumiamo neanche con il vescovo di pertinenza visto che da Francesco è stato nominato.

Si tratta di un sacerdote carmelitano, Padre Giorgio Maria Farè, che ha una certa notorietà sui canali social e un bel numero di fedelissimi, ma il suo caso è per noi ancor più doloroso visto che ha collaborato anche con la Bussola su temi di spiritualità. Le sue argomentazioni, presentate sotto forma di trattato in un documento di 40 pagine, sono tutt’altro che nuove: con qualche variazione sul tema, le questioni sono sempre le stesse di chi l’ha preceduto, dalle presunte false dimissioni di Benedetto XVI alle irregolarità del Conclave, per arrivare alle attuali accuse di eresia.

Per quanto la Bussola abbia già confutato più volte queste pretese, nei giorni prossimi torneremo su alcuni punti in particolare che meritano di essere ricordati. Soprattutto perché questi sacerdoti, dall’indubbio carisma, portano con sé tante persone che così si allontanano ignare dalla Chiesa.

Ma è qui che torna prezioso l’ultimo libro del Cardinal Zen. Sicuramente per i contenuti: una vera e propria catechesi semplice sulla Chiesa, «dalla Chiesa degli Apostoli alla Chiesa “sinodale”», come recita il sottotitolo. Sicuramente l’ultimo capitolo, dedicato appunto agli ultimi sinodi, sarà quello più citato dai media, perché esprime perplessità e anche contrarietà al processo sinodale proprio mentre è in corso la seconda sessione del Sinodo sulla sinodalità. E vale senz’altro la pena soffermarsi sulle semplici domande e constatazioni del Cardinal Zen che fanno emergere la pretestuosità del “cammino sinodale”.

Ma è senz’altro più utile leggere e meditare tutti i capitoli precedenti che, in un linguaggio semplice ma rigoroso, valorizzando le Scritture e la Tradizione, ci introducono nel mistero della Chiesa, costruita da Gesù sugli apostoli. Il Cardinal Zen spiega l’importanza di Pietro, il compito dei sacerdoti, la missione dei laici, lo scandalo delle divisioni.

Pur essendo i testi in gran parte frutto di una sistematizzazione di interventi e omelie fatti nel corso degli anni, non hanno perso affatto la loro freschezza e attualità.

Ma se i contenuti sono importanti, per quanto sta accadendo nella Chiesa ancora di più lo è il metodo che il Cardinal Zen ci consegna, messo a confronto con l’atteggiamento di sacerdoti e laici che pensano di avere «la missione di competere con l’autorità della Chiesa per poter portare avanti i loro carismi», e così fanno molto «male a se stessi e al popolo di Dio».

Tutti sanno che il Vescovo emerito di Hong Kong è stato molto critico in questi anni non solo per il rapporto tra Santa Sede e regime comunista di Pechino che sta penalizzando i Cattolici cinesi, ma anche sui temi di attualità nella Chiesa universale, dalla caccia alle streghe contro la Messa in latino alla benedizione delle coppie gay. Zen è stato anche tra i firmatari della nuova serie di dubia resi pubblici il 2 ottobre 2023, alla vigilia dell’apertura della prima sessione del Sinodo sulla sinodalità: su omosessualità e sacerdozio delle donne le domande specifiche, ma il vero focus era sulla relatività dottrinale che pare essere la cifra di questo pontificato.

Quindi Zen, malgrado i suoi 92 anni, è senz’altro ancora in prima linea nella difesa del tesoro della dottrina cattolica («Proteggere la tradizione non significa seppellire qualcosa di morto ma tenere in vita la fede», spiega nel libro). Ma di fronte alla deriva di questo pontificato, e malgrado egli stesso sia stato personalmente mortificato da Papa Francesco sulla questione cinese, non ha la tentazione di farsi la sua Chiesa “clandestina” o mettere in discussione l’autorità del Papa. Semplicemente insegna e proclama con più forza ciò che la Chiesa ha da sempre professato; ripropone le verità eterne e i contenuti della vita di fede che da decenni sono trascurate o ignorate in gran parte della predicazione, e che anche vengono dileggiate in questo pontificato.

Malgrado abbia migliaia di ragioni per “sfiduciare” il Papa, e anzi proprio per questo, il Cardinal Zen lavora con ancora più forza per annunciare la Verità. Così come fanno gli altri cardinali che hanno firmato i dubia e altri (pochi purtroppo) vescovi di buona volontà che mettono le loro ragioni a servizio della Chiesa. Sono questi gli esempi da seguire se non ci si vuol perdere dietro a padri spirituali trasformatisi in santoni.