Non passi l’azione “temeraria” del prete Rugolo di Enna, né la narrazione del vescovo insabbiatore di Piazza Armerina

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 16.10.2024 – Ivo Pincara] – Il Gip del Tribunale di Enna, Giuseppe Noto, dopo l’Udienza del 1° ottobre scorso, ha pronunciato ordinanza di archiviazione definitiva, accogliendo la richiesta della Procura della Repubblica di Enna e le argomentazioni delle difese, nei confronti dei giornalisti Pierelisa Rizzo e Filippo Occhino – assistiti dagli Avvocati Eleanna Parasiliti Molica e Giovanni Di Giovanni -, nonché del Presidente dell’Associazione Rete l’Abuso, Francesco Zanardi – assistito dall’Avvocato Mario Caligiuri.
Don Giuseppe Rugolo – denunciato alle autorità civili da Antonio Messina, che subì i suoi abusi sessuali, e già condannato lo scorso 5 marzo in primo grado dalla giustizia civile a 4 anni e 6 mesi di reclusione ex articolo 609 bis e quater del Codice penale, per violenza sessuale aggravata e tentata violenza su minori di 16 anni, con interdizione per 5 anni dai pubblici uffici e interdizione perpetua dall’insegnamento nella scuola di ogni ordine e grado – aveva fatto l’ennesima querela “temeraria” per diffamazione e per divulgazione di atti processuali, a seguito di un articolo pubblicato il 28 giugno 2023 su alcuni suoi atteggiamenti in compagnia di un minore, ripresi in un video riprodotto in aula.
Nell’ordinanza di archiviazione, il Gip afferma che gli articoli incriminati da Don Rugolo non hanno alcun carattere diffamatorio, in quanto i giornalisti non hanno fatto altro che riportare in termini veridici quanto avvenuto nel corso dell’udienza dl 27 giugno 2023. Archiviata anche l’ipotesi di reato di divulgazione di atti processuali dal momento che non sussisteva alcun divieto di pubblicazione.
La storia delle denunce “temerarie di Don Rugolo
- Salgono a 7 – tra cui per 5 giornalisti – le denunce “temerarie” di Don Giuseppe Rugolo – 9 ottobre 2024 [QUI]
- Salgono a sei le denunce “temerarie” di Don Giuseppe Rugolo. Pierelisa Rizzo: “Accanimento ormai palese” – 5 dicembre 2023 [QUI]
- Caso Rugolo. Il sacerdote a processo a Enna per violenza sessuale prosegue con le denunce temerarie – 3 novembre 2023 [QUI]
- Ci risiamo. Don Rugolo, accusato di violenza sessuale aggravata su minori, querela per la seconda volta una giornalista: “Prova a zittirmi” – 30 agosto 2023 [QUI]
- Caso Rugolo. I legali si oppongono all’archiviazione delle querele temerarie del sacerdote. I Gup di Enna e Savona fissano le udienze per la giornalista e il Presidente di Rete l’Abuso – 21 agosto 2023 [QUI]
- La Cassazione: no all’oscuramento nel diario Facebook della giornalista Pierelisa Rizzo delle chat a sfondo sessuale di Don Rugolo – 13 gennaio 2023 [QUI]
- Don Rugolo, a processo per abusi sessuali aggravati a danni di minori con obbligo di dimora, querela giornalista ANSA. Agnus Dei: tre nonne raccontano le vittime di abusi sessuali del clero in Italia – 4 giugno 2022 [QUI]
La narrazione di comodo del Vescovo di Piazza Armerina per alterare la percezione della verità
Questa vicenda di Don Giuseppe Rugolo e del suo ordinario, il Vescovo insabbiatore di Piazza Armerina sta superando ogni decenza, aggravato dal fatto che il Papa continua a sostenerlo a suo posto, non cacciandolo.
Mons. Rosario Gisana, tramite il proprio legale, con la complicità di alcuni organi di stampa locale compiacenti, sta cercando palesemente di alterare la percezione della verità di chi legge.
Alla luce delle evidenze emerse dalla sentenza di condanna di primo grado, emessa dal tribunale penale di Enna nei confronti di Rugolo, che per la giustizia ecclesiastica resta nel suo stato clericale, siamo obbligati a rimarcare il fatto grave, che la Curia di Piazza Armerina è stata “condannata in solido” a causa delle “gravi responsabilità ascrivibili al Vescovo di Piazza Armerina”, che resta ordinario, comodamente seduto al suo posto per volere sovrano di Papa Francesco, a gestire anche la stampa complice e compiacente. Mons. Rosario Gisana continua a godere del pieno ed esplicito consenso del Papa, di cui nei colloqui privati pure si vanta, nonostante ha ammesso in una conversazione telefonica con Don Giuseppe Rugolo – intercettata dagli inquirenti e agli atti del processo – di aver insabbiato il caso, al contrario di quanto oggi fa dichiarare a sua discolpa.
Il rapporto fra il Vescovo di Roma e il Vescovo di Piazza Armerina era stato confermato dalle parole, che Papa Francesco stesso pronunciò, in occasione di un’udienza con i volontari della Piccola Casa della Misericordia di Gela, alla presenza dello stesso Mons. Rosario Gisana: “Bravo, questo vescovo, bravo. È stato perseguitato, calunniato e lui fermo, sempre, giusto, uomo giusto. Per questo, quel giorno in cui andai a Palermo, ho voluto fare sosta prima a Piazza Armerina, per salutarlo”. È il 6 novembre 2023 e il giorno successivo era prevista un’udienza cruciale del processo a Rugolo (poi posticipata): si attendeva infatti la requisitoria del pubblico ministero e delle parti civili. Quindi, l’apprezzamento del Papa nei confronti di Mons. Gisana non suonava casuale.
Non possiamo accettare, che passassi il messaggio della narrazione che fa comodo al Vescovo Rosario Gisana, reiterata con forza, visto che ad Enna non si placa la protesta legata alla vicenda di Don Giuseppe Rugolo, di cui abbiamo riferito lo scorso 12 ottobre: Ad Enna la protesta contro l’omertà clericale chiede le dimissioni del Vescovo di Piazza Armerina per aver insabbiato il caso Rugolo [QUI].

«Enna, “Caso Rugolo, il vescovo non inerte la comunità cristiana gli è solidale”. Il legale della Diocesi di Piazza Armerina replica alla manifestazione sui “silenzi della Chiesa” – La comunità Cristiana della Diocesi di Piazza Armerina è solidale con il Vescovo Monsignor Rosario Gisana e sa “che non è rimasto inerte” sulla vicenda che ha portato alla condanna di Don Giuseppe Rugolo per violenza aggravata su minori. Lo ribadisce il legale della Diocesi, Gabriele Cantaro dopo la protesta davanti alla chiesa nuova di Santa Lucia promossa dal gruppo “Non accetto prediche da chi copre un abuso”, che chiede “una Chiesa pulita e una decisione del Vaticano sulla posizione di Gisana”» (Tiziana Tavella – La Sicilia, 14 ottobre 2024 [QUI]).
«Dopo la protesta per il caso Rugolo, parla l’avvocato di Mons. Gisana: ”Azione di pochi soggetti ma la Diocesi è solidale con il vescovo” – Venerdì scorso la protesta contro il Vescovo di Piazza Armerina per la condotta tenuta sul caso Rugolo inscenata a margine della Dedicazione della Chiesa di Santa Lucia a Enna e il contestuale avvio della petizione per la richiesta di dimissioni di Mons. Rosario Gisana. Sulla vicenda il vescovo tace ma per lui parla il suo legale Avv. Gabriele Cantaro.
“L’eco mediatica della manifestazione di venerdì – commenta il legale – è la dimostrazione che un albero che cade fa sempre ingiustamente più rumore di una foresta che cresce. In qualità di legale della Diocesi, nel rispetto del desiderio di Mons. Gisana di non rilasciare dichiarazioni per non prestare oltre il fianco a quest’insistente e pretestuosa azione di discredito nei suoi confronti, devo infatti far notare che quest’azione continua a essere condotta da pochi irriducibili soggetti che non riescono a muovere un seguito che di poche decine di persone, mentre attorno a Mons. Gisana continuano ogni giorno a raccogliersi silenziosamente – in ultimo proprio in questa importante e delicata occasione di culto – migliaia di fedeli”.
“L’animo della comunità Cristiana della Diocesi è di grande solidarietà nei confronti del nostro Vescovo, giacché tutti ben comprendono quale sia la verità e cioè come il Vescovo stesso abbia seguito sempre in maniera pronta, sensibile e attenta la vicenda che pochi mesi fa ha portato alla condanna di Don Rugolo, compiendo sin da subito tutti i passi necessari, procedendo in sede canonica e adottando le misure previste in tale sede. Sul corso che sta seguendo il procedimento canonico ovviamente non posso riferire, ma sottolineo come tutto si stia svolgendo con tempismo e precisione. La libertà di manifestazione è sacra, la mistificazione o la strumentalizzazione mediatica no”- conclude l’Avv. Cantaro» (Il Gazzettino di Gela, 13 ottobre 2024 [QUI]).

La difese di parte civile ristabilisce i termini della verità
«Caso Gisana, Parasiliti Molica, “la sua è difesa di potere” – È scontro tra le difese protagoniste del processo, celebratosi al Tribunale di Enna, sulle violenze sessuali, culminato con la condanna a 4 anni e mezzo nei confronti di Don Giuseppe Rugolo. Ieri, il legale della Diocesi di Piazza Armerina, Gabriele Cantaro, in merito alle richieste di dimissioni del Vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, sollevate dal Comitato “Non accetto prediche da chi copre un abuso” (che chiede le dimissioni del vescovo), ha evidenziato, nella sua articolata replica, che l’alto prelato, sulla vicenda di Don Rugolo, non è stato né indagato né è finito sotto processo.
L’intervento dell’Avvocato Parasiliti Molica – Al professionista, ha risposto l’Avvocato Eleanna Parasiliti Molica, difensore di parte civile nel processo su Don Rugolo, che è tornata del procedimento giudiziario, rispolverando le motivazioni dei giudici del Tribunale, che, “ricostruiscono compiutamente il quadro di gravi responsabilità ascrivibili al Vescovo di Piazza Armerina Rosario Gisana”, dice l’avvocato Parasiliti Molica. Il legale cita alcuni passaggi delle motivazioni.
Gli stralci delle motivazioni dei giudici – “Emerge chiaramente che il Vescovo di Piazza Armerina, ben consapevole da molti anni – è indicato nelle motivazioni – delle segnalazioni effettuate inerenti agli abusi patiti dal ragazzo ancora minorenne ad opera di Rugolo, abbia totalmente ignorato questi campanelli di allarme, non solo ritardando volutamente l’incontro con Messina e suoi familiari ma evitando volutamente qualunque forma di controllo o provvedimento a tutela dei fedeli, soprattutto adolescenti, facenti parte della comunità religiosa da lui guidata che pure il suo ruolo, sulla base della normativa di diritto canonico”.
Nella stessa motivazione, come evidenzia l’Avvocato Parasiliti Molica “la Curia, nella persona del Vescovo, ometteva con ogni evidenza, qualsivoglia, doverosa, seria iniziativa a tutela della sua comunità e dei loro genitori”, inoltre, “dall’istruttoria sono emersi elementi chiari ed univoci a sostegno di una condotta coscientemente colposa da parte del Vescovo Monsignor Rosario Gisana che rendono viepiù legittima la condanna al risarcimento del danno della curia nella sua qualità di responsabile civile, per i pregiudizi cagionati dagli abusi sessuali perpetrati da Padre Rugolo”.
“Difesa di potere” – Per il legale di parte civile, “a fronte di tali chiare emergenze ci si sarebbe aspettato una doverosa presa di coscienza da parte del Vescovo che invece preferisce perseverare in una condotta che ha tutte le caratteristiche di una strenua difesa di una posizione di potere”.
Inoltre, secondo l’Avvocato Parasiliti Molica, “la misura è colma, il movimento rappresenta le istanze di una comunità smarrita, addolorata, che si sente tradita e che merita di essere ascoltata e non oggetto di indagini da parte del legale del vescovo”, chiosa il legale» (Vivi Enna, 15 ottobre 2024 [QUI]).
Ricorsi in appello dopo la condanna in primo grado di Don Rugolo
I legali di Don Giuseppe Rugolo – il sacerdote condannato in primo grado dal Tribunale di Enna a 4 anni e mezzo di carcere per violenza sessuale aggravata a danno di minori – hanno fatto ricorso in appello. Gli Avvocati Antonino Lizio e Dennis Lovison contestano l’impianto accusatorio e chiedono la riapertura del dibattimento per l’assunzione di prove a discarico dell’imputato e la testimonianza di altre due giovani presunte vittime. Secondo il collegio difensivo del sacerdote, i giudici di primo grado sono giunti “a conclusioni scorrette nonché prive di supporto probatorio e, conseguentemente, ad un giudizio di colpevolezza errato”.
Anche la Curia di Piazza Armerina, ritenuta dal Tribunale responsabile civilmente in solido con Don Rugolo, ha presentato appello alla sentenza di primo grado. Per l’Avvocato Gabriele Cantaro, il legale del Vescovo di Piazza Armerino, Mons. Rosario Gisana, la Curia vescovile essendo un soggetto privo di personalità giuridica non può essere ritenuta responsabile civilmente. “Le uniche persone giuridiche legalmente riconosciute, nell’ambito territoriale della Diocesi di Piazza Armerina – si legge nell’appello – sono la Diocesi ed il Seminario vescovile, ma certamente non la Curia”.
Caso Rugolo – Indice [QUI]