Quando un libro, con una “mole” di materiale, nasconde la verità, dietro il trono e sotto l’altare
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 13.10.2024 – Ivo Pincara] – L’11 ottobre 2024, l’Adnkronos ha pubblicato in esclusiva [QUI] un estratto da Il trono e l’altare. Guerra in Vaticano: una storia inedita (Cantagalli 2024, 376 pagine [QUI]), disponibile dallo stesso giorno in libreria: «Mentre il Papa andava ad Assisi, i soldi andavano a Londra. Il nuovo libro di Maria Antonietta Calabrò. (…) La storia degli investimenti spericolati con i soldi del Vaticano e di Francesco che vuole “spogliare” la Chiesa».
Salta all’occhio come la Calabrò appare chirurgica nel dettagliare le accuse sostenute dal Promotore di Giustizia del Vaticano, Prof. Avv. Alessandro Diddi, nei confronti del Cardinale Giovanni Angelo Becciu.
Leggendo l’anticipazione, salta all’occhio come non vengano citati Mons. Alberto Perlasca, allora Capo dell’Ufficio amministrativo della Segreteria di Stato (che ha gestito in persona i fondi sovrani della Segreteria di Stato) o l’Arcivescovo Edgar Peña Parra, Sostituto per gli Affari generali della Segretaria di Stato.
Facendo memoria, salta all’occhio come del processo celebrato davanti al Tribunale speciale vaticano, stiamo ancora aspettando la deposizione delle motivazioni della ingiusta condanna, dopo avergli negato accusati un giusto processo, del Cardinal Becciu, mentre nel dibattito in aula è stato dimostrato che non esiste neanche un briciolo di prove in riferimento alle accuse a suo carico, anzi, è stato reso chiaro il contrario: l’evidenza della sua più totale estraneità. Invece, in sostanza, è stato provato il coinvolgimento e la responsabilità di Perlasca e di Peña Parra, oltre dei loro massimi superiori, il Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, e il Sovrano dello Stato della Città del Vaticano, lo stesso Papa Francesco [Indice – Caso 60SA [QUI] – Rassegna stampa sul “caso Becciu” [QUI]].
Vale la pena riportare la descrizione del libro della Calabrò da parte dell’editore Cantagalli: «Sono sufficienti vent’anni per comprendere le dinamiche profonde di organizzazioni complesse come la Chiesa cattolica? Questo libro è una ricerca tra cronaca e storia basata su una mole notevole di documenti, fonti aperte e accesso a testimoni diretti. Un’indagine sulla transizione vaticana e sui poteri che hanno tentato di impedirla, accomunando i due pontificati di Benedetto e di Francesco. Le lotte senza esclusione di colpi, gli intrighi, i gattopardi, il peso del denaro, anche quello sporco, hanno quasi bloccato la sala macchine della Barca di Pietro. Negli ultimi due decenni l’influenza globale del Vaticano è spesso entrata in rotta di collisione con gli interessi di altri Stati (dagli USA alla Cina, dalla Russia all’Unione Europea, all’Italia). Uno scontro che è passato anche attraverso veri e propri episodi di spionaggio ai danni della Santa Sede e da tentativi di influenzare il governo della Chiesa. Quanto è accaduto in Vaticano negli ultimi anni, soprattutto gli scandali finanziari, non è frutto del caso ma di una manovra messa a punto per influenzare e indirizzare l’attività della Chiesa Cattolica, anche nella prospettiva dell’elezione del prossimo Papa».
Ecco, nell’ultima frase – involontariamente – appare la verità in tutta la sua chiarezza: il complotto contro il Cardinal Becciu, come capro espiatorio per coprire le colpe di altri e per tenerlo fuori dal prossimo Conclave. Un complotto la cui esistenza è emerso anche nel dibattimento in aula durante le Udienze del processo, ma di cui il Promotore di Giustizia vaticano ha impedito l’approfondimento, affinché la verità non venisse a galla.
Non c’è alcun dubbio che se la Calabrò si dedica alla scrittura di un libro, cita ciò che ė a sua conoscenza.
Ricordiamo, che quando si parla dei documenti a disposizione del Promotore di Giustizia vaticano, Prof. Avv. Alessandro Diddi per le accuse contro Becciu, si cita il termine “mole” di documenti. Una “mole” di documenti che, per scrivere il libro in oggetto, evidentemente la Calabrò ė stata resa edotta e informata proprio su questi documenti, più di quanto hanno potuto essere informate le stesse difese nel processo Becciu.
Ricordiamo, che l’Avv. Luigi Panella, in sede di interlocuzioni preliminari, ha fatto presente e avanzato al Tribunale dello Stato della Città del Vaticano delle eccezioni davvero pesanti, perché hanno rievocato processi di tempi passati, tempi da “tribunale speciale”.
La domanda sorge spontanea: come mai la Calabrò scrive questo libro facendo capire ai lettori che lei ė informata sulla “mole” dei documenti del processo Becciu, più di quanto lo stesso collegio difensivo del Cardinal Becciu ė stato messo a conoscenza dal Tribunale dello Stato della Città del Vaticano?
Tutto ciò ci fa capire, che al Promotore di Giustizia vaticano non è bastato l’intervento da incantatori di serpenti della Chaouqui&Co., con messaggi scambiati con il Promotore di Giustizia vaticano, tagliati e omissati per l’occasione e fatti entrare all’ultim’ora all’interno del processo proprio dal Presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, senza una motivazione apparentemente valida.
Ma il Promotore di Giustizia vaticano vuole ancora di più. Gli serve andare da Cantone e chiedere una collaborazione con la Procura di Perugia per sapere se Dott. Raffaele Cantone, Procuratore della Repubblica di Perugia – che rappresenta l’Italia che non dorme, ma che ė vigile e sveglia – ha scoperto che con molta probabilità Striano accedeva illegalmente alle Sos direttamente dai computer allestiti dal Corpo di Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano presso la Casina del Giardiniere, l’ex casa del giardiniere a capo degli addetti alla manutenzione dei Giardini vaticani – nella zona dell’Osservatorio della Città del Vaticano nei pressi del Boschetto, un’area lasciata intenzionalmente allo stato naturale per avere l’illusione di trovarsi in spazi aperti, dove scorrono ruscelli, piccole cascate, fontane e la bellissima fontana dell’Aquilone – quindi, in uno Stato estero.
Nella Casina del Giardiniere il Promotore di Giustizia vaticano ha fatto depositare tutto il materiale informatico del processo Becciu, mai completamente consegnato alle difese “per paura della divulgazione a mezzo stampa di fatti non inerenti ai capi d’imputazione degli imputati, che avrebbero potuto coinvolgere terzi”. Però, su questo materiale oggi la Calabrò ci consegna un libro.
Evidentemente, al Promotore di Giustizia vaticano serviva proprio una giornalista come la Calabrò, per produrre un libro con accuse precostituite sul Cardinal Becciu, citando la “mole” di documenti, che evidentemente la stessa giornalista ha potuto consultare di persona. Proprio quei documenti, per i quali le difese hanno fatto richiesta per tutto gli anni della durata del processo Becciu, ricevendo come risposta solo degli omissis dei tagli e inspiegabili rigetti delle loro legittime istanze da parte del Presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone.
Ricordiamo, infine, che nel frattempo le difese sono ancora in attesa delle motivazioni delle sentenze di condanna in primo grado da parte del Tribunale vaticano – per tenerlo ben presente – presieduta da Giuseppe Pignatone.
Postscriptum
1. A cinque anni dalla “rinuncia” del capo della Gendarmeria vaticana comandante Domenico Giani. Come si vede la vicenda ora, 2024? L’oblio del Comandante Domenico Giani di Luis Badilla e Robert Calvaresi in Osservazioni casuali N. 37, 27 settembre-5 ottobre 2024 [QUI]
«Con quanto si sa oggi, in particolare sul caso dell’ufficiale della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, che già nel 2019 faceva migliaia di intrusioni illegali nelle banca-dati di enti statali italiani sensibili, alcune delle quali riguardavano un certo traffico con il Vaticano, molte cose andrebbero rilette con un’ottica diversa. (…) Le dimissioni di Giani nel 2019 ovviamente erano legate alla vicenda, piuttosto scandalosa, sorta in quei giorni, in seguito all’affissione in tutte le porte dello Stato Città del Vaticano di un ripugnante cartello con le foto di cinque dipendenti vaticani ai quali si vietava di entrare (come misura cautelare). Un obbrobrio che faceva venire in mente il famigerato costume del “wanted”. “Pur non avendo avuto responsabilità oggettive, l’allora Comandante Domenico Giani, ha preferito dimettersi per garantire maggiore serenità a chi conduceva le indagini”. (Open) (…) affiggere queste foto di cinque persone (un sacerdote, quattro laici tra cui una donna) senza essere accusate formalmente, trattate senza presunzione d’innocenza, è stata una responsabilità oggettiva o morale del Sostituto della Segreteria di stato o/e di Papa Francesco. All’epoca questa questione dirimente passò volutamente sotto banco. Toccarla era tabù. Il Sostituto era mons. Edgar Peña Parra, in carica dal 15 agosto 2018. (…) La rinuncia di Giani doveva coprire il Papa?»
«Per colpire Becciu nel settembre 2020, era necessario colpire prima e mettere fuori gioco Giani nell’ottobre 2019. Le menti raffinatissime interne al Vaticano hanno pianificato bene tutto. Oggi queste menti raffinatissime ci vogliono far credere che i servizi segreti italiani hanno la responsabilità di questa storia. Invece, i responsabili della caduta di Giani e di Becciu poi si trovano all’interno al Vaticano e si stanno adoperando per creare un bel depistaggio dove in tanti ci cascano, vestiti e calzati.
La prova provata del complotto contro Giani è il fatto che non vi è stata alcuna indagine sul famoso “corvo” interno al Corpo della Gendarmeria, che avrebbe fatto trapelare la disposizione. Chi dovrebbe fare questa indagine è il successore di Giani. Ma Dott. Gianluca Gauzzi Broccoletti non fa nulla. Se all’interno della Gendarmeria c’è un corvo che fa trapelare documenti all’esterno, perché non viene fatta una indagine?
La prova provata del complotto contro Becciu sono i codici sorgente dell’articolo su L’Espresso con contro Becciu (poi risultato una calunnia), svelati da Vittorio Feltri su Libero. Lo diciamo ormai da anni e continuiamo a dirlo. Le medesime menti raffinatissime che vogliono Becciu fuori dal Conclave, un anno prima hanno messo fuori dal Vaticano, fuori gioco, Giani.
Fate attenzione, in entrambi i casi tutto viene fatto nella stessa modalità, con documenti e notizie passate a L’Espresso, notizie da “nero su bianco” che generano una reazione di pancia di Papa Francesco. Che fa cadere la teste di Giani e poi mette fuori dal Conclave Becciu» (Korazym.org/Blog dell’Editore, 17 settembre 2024 [QUI]).
2. Via D’Amelio, alla sbarra per i depistaggi c’è lo Stato di Mario Di Vito in Il Manifesto, 4 ottobre 2024 [QUI]
«La procura di Caltanissetta ha raccolto da quella di Palermo il testimone della grande teoria del complotto a base di indicibili accordi, inaudite commistioni e verità che non si possono rivelare. Una tendenza che non si esprime solo in questo eterno ritorno ai depistaggi dell’affaire Borsellino, ma anche nell’indagine sul presunto insabbiamento del fascicolo mafia-appalti. Qui tra gli indagati c’è un nome eccellente come quello di Giuseppe Pignatone, entrato in gioco con molto clamore quest’estate, anche se il reato che è stato ipotizzato (favoreggiamento) è ormai da tempo prescritto».
Reato prescritto o non prescritto, Le accuse contro il Presidente del Tribunale vaticano sono di una gravità enorme. Giuseppe Pignatone può essere il giudice del Papa?