Al Sinodo la cura delle relazioni

Condividi su...

Oggi pomeriggio il relatore generale del Sinodo, card. Jean-Claude Hollerich,  ha presentato il ‘Modulo 3’ dell’Instrumentum laboris dedicato alla ‘prospettiva dei Percorsi che sorreggono e alimentano nella concretezza il dinamismo delle relazioni’, sostenute dalla cura:

“La ricchezza della trama di relazioni che costituiscono la Chiesa, che abbiamo contemplato nei giorni scorsi, è al tempo stesso potente e fragile, è un grande dono che riceviamo, ma che ha bisogno di cura. Senza cura, le relazioni rapidamente avvizziscono e soprattutto diventano tossiche per le persone coinvolte, come ci mostrano i tanti casi di fallimenti relazionali nelle nostre società e anche nelle nostre comunità”.

Riflettendo sul valore del tessuto delle relazioni il card. Hollerich ha sostenuto che esse sono una ricchezza: “Le relazioni sono giustamente oggetto della nostra contemplazione e della nostra preghiera, così come dalla nostra riflessione ed elaborazione teologica e anche canonica. La dottrina della Chiesa ci offre a questo riguardo un tesoro inesauribile, per cui siamo grati. Questa ricchezza illumina la nostra mente e riscalda il nostro cuore: sappiamo bene come sono fatte le relazioni che ci fanno crescere!”

Esse predispongono alla concretezza: “Al tempo stesso, le relazioni sono qualcosa che si sperimenta in pratiche concrete, giorno dopo giorno. Queste pratiche hanno bisogno di essere coerenti con le nostre affermazioni, altrimenti le persone ascolteranno le nostre parole, ma crederanno alle nostre pratiche e questo renderà insignificante il nostro patrimonio e pian piano lo eroderà. I fatti sono più forti delle parole”.

Il relatore generale ha anche ricordato i quattro paragrafi della sezione ‘Percorsi’, che riflettono sulle relazioni: “Il paragrafo ‘Una formazione integrale e condivisa’ risponde a una delle esigenze emerse con più forza durante il processo, quella della formazione, allo scopo che ‘ci siano testimoni, uomini e donne capaci di assumere la missione della Chiesa in corresponsabilità e in cooperazione con la potenza dello Spirito’ (IL2, n. 55). In una Chiesa sinodale, la prima formazione deve essere quella all’ascolto (della Parola di Dio, dei fratelli e delle sorelle, del contesto in cui si svolge la missione e della voce dello Spirito Santo);

il paragrafo ‘Il discernimento ecclesiale per la missione’ aiuta a mettere a fuoco la profondità spirituale, teologica e pastorale di un autentico processo di discernimento, che lo rende diverso da qualsiasi tecnica o metodologia organizzativa o manageriale; sottolinea inoltre la pluralità di approcci e invita ad un fecondo dialogo tra di essi;

Il paragrafo ‘L’articolazione dei processi decisionali’ riflette sulla necessità che nella Chiesa sviluppiamo modalità partecipate di decisione, nella circolarità del dialogo tra tutti i membri del Popolo di Dio e nel rispetto dei diversi ruoli, in particolare quello peculiare di chi esercita un’autorità nel nome del Signore che è inalienabile, ma non incondizionata. Approfondisce inoltre il valore della consultazione, che non può essere svuotata a puro formalismo, né contrapposta alla deliberazione o trasformata in rivendicazione;

Il paragrafo ‘Trasparenza, rendiconto, valutazione’ ci invita a promuovere un cambiamento culturale e una conversione di atteggiamento, che in realtà sono profondamente radicati nelle prassi della Chiesa delle origini. Di particolare importanza è prendere consapevolezza che la valutazione regolare dell’operato di chi ricopre un ruolo di responsabilità è uno strumento per svolgerlo meglio, imparando dall’esperienza”.

Ed ha concluso l’intervento ribadendo la necessità di prendersi cura delle relazioni: “Stiamo crescendo in una relazione di amicizia nel Signore, stiamo imparando a essere Chiesa sinodale, siamo impegnati in un processo di discernimento e siamo un organo consultivo a servizio del Santo Padre e del suo ministero: questa sezione dell’Instrumentum laboris parla di noi, hic et nunc! Così preparare gli interventi in gruppo e in plenaria, rispettando i tempi e i temi, esprimerci con franchezza (la parresia a cui spesso ci richiama il Santo Padre), essere disponibili a nominare ed affrontare eventuali blocchi o paure e coltivare un atteggiamento di fiducia reciproca sono altrettanti modi per prenderci cura della relazione tra di noi, per il bene di tutta la Chiesa”.

Ai lavori del Sinodo di oggi hanno preso parte 342 membri: i Circoli, ha dichiarato Paolo Ruffini, hanno consegnato le relazioni conclusive sul secondo modulo: in apertura sono state fornite ‘alcune indicazioni metodologiche’, con un ‘incoraggiamento alla creatività e al traboccamento.’: l’augurio è stato che possa esserci un sempre maggiore ‘desborde’, un traboccamento ‘radicato in una profonda inquietudine, in un vivace desiderio’.

151.11.48.50