Le Chiese pregano per la pace nel mondo

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“Fratelli e sorelle, riprendiamo questo cammino ecclesiale con uno sguardo rivolto al mondo, perché la comunità cristiana è sempre a servizio dell’umanità, per annunciare a tutti la gioia del Vangelo. Ce n’è bisogno, soprattutto in quest’ora drammatica della nostra storia, mentre i venti della guerra e i fuochi della violenza continuano a sconvolgere interi popoli e Nazioni. Per invocare dall’intercessione di Maria Santissima il dono della pace, domenica prossima mi recherò nella Basilica di Santa Maria Maggiore dove reciterò il santo Rosario e rivolgerò alla Vergine un’accorata supplica; se possibile, chiedo anche a voi, membri del Sinodo, di unirvi a me in quell’occasione. E, il giorno dopo, 7 ottobre, chiedo a tutti di vivere una giornata di preghiera e di digiuno per la pace nel mondo. Camminiamo insieme. Mettiamoci in ascolto del Signore. E lasciamoci condurre dalla brezza dello Spirito”.

Così papa Francesco ha concluso l’omelia della celebrazione eucaristica nella festività degli Angeli custodi, che ha aperto il Sinodo dei vescovi, con cui oggi pomeriggio si reca nella basilica di Santa Maria Maggiore per pregare per la pace nel mondo, chiedendo a tutti i padri sinodali di partecipare, a cui si è unita la presidenza della CEI con l’invito a tutte le diocesi italiane ad unirsi alla preghiera del Rosario di domenica 6 ottobre ed a vivere la giornata di preghiera e di digiuno del 7 ottobre:

“Ogni giorno aumentano i pezzi di questa guerra mondiale che si abbatte su diversi popoli e numerosi luoghi, spesso dimenticati. Non dobbiamo stancarci di chiedere che tacciano le armi, di pregare perché l’odio faccia spazio all’amore, la discordia all’unione. E’ tempo di fermare la follia della guerra: ognuno è chiamato a fare la propria parte, ognuno sia artigiano di pace”.

Per tale momento l’Ufficio Liturgico Nazionale della Cei ha preparato il sussidio per l’animazione liturgica e per la recita del Rosario:. “Sentiamo il peso degli orrori della guerra e delle campagne di odio che lacerano la convivenza umana in tante regioni del mondo. Con piena fiducia  e filiale abbandono volgiamo lo sguardo verso Maria, la Madre del Principe della Pace, perché accolga il nostro anelito di pace!” Con tali intenzioni la Chiesa pregherà per la pace nel mondo:

“Si spengano i fuochi di guerra che sconvolgono popoli e nazioni e si rinnovi in tutti la consapevolezza di una fraternità universale… per tutti i popoli oppressi dalla guerra: non perdano la speranza di un futuro di pace e con l’aiuto della diplomazia internazionale vedano sorgere nuove vie di dialogo… per i governanti: non cedano alla tentazione della violenza e della sopraffazione, ma perseguano scelte per custodire la pace e far crescere il bene comune”.

A Milano domani alle ore 13.00 è previsto un incontro di preghiera n incontro di preghiera dei dipendenti della diocesi ambrosiana e di Caritas Ambrosiana in arcivescovado, come ha sottolineato Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana: “Ad un anno dagli atti terroristici che hanno dato inizio alla nuova, crudele guerra in Medio Oriente, Caritas Ambrosiana e l’intera rete Caritas sentono il dovere non solo di ribadire vicinanza spirituale e umana a tutte le popolazioni che sono vittime di tanta insensata violenza, ma anche di confermare e moltiplicare l’impegno ad aiutare feriti, sfollati, vulnerabili.

Ed a sostenere, con l’ostinazione della fede e della speranza, ogni esperienza di dialogo, di convivenza, di riconciliazione, anche la più piccola e apparentemente fragile, che fiorisce sui terreni accidentati dei conflitti contemporanei”.

La guerra in Medio Oriente, riaccesasi un anno fa in Israele e a Gaza, estesasi alla Cisgiordania, ora dilagata in Libano (con ramificazioni in Siria, Iran, Yemen e, si teme, Iran), mescola le ragioni ed i torti delle leadership politiche e militari dell’area, uccidendo la popolazione con decine di migliaia di morti innocenti e danni umanitari e infrastrutturali di proporzioni immani.

Inoltre in occasione del Capodanno ebraico, celebra tossi lo scorso 3 ottobre mons. Mario Delpini ha inviato al rabbino capo di Milano, Alfonso Arbib, un messaggio di augurio: “La situazione che stiamo vivendo domanda una partecipazione ancora più intensa. Il 7 ottobre, pochi giorni dopo la solenne ricorrenza, cadrà infatti il primo anniversario degli attentati terroristici che hanno sconvolto e segnato la vita di tante famiglie israeliane, innescando un conflitto che ancora non si spegne, e che anzi sembra ingrandirsi sempre più”.

Nel messaggio l’arcivescovo aveva sottolineato il precipitare della situazione mondiale: “Il clima che si respira a livello mondiale sembra avere cancellato parole come pace, fraternità, fiducia, vita insieme. Anche la parola ‘Dio’ fatica ad essere ascoltata. Con animo profondamente turbato, ci sentiamo immersi dentro un pellegrinaggio verso gli abissi del male, dell’odio, dell’ingiustizia.

Avvertiamo di doverci appoggiare con forza alla nostra fede per non essere vinti dalla paura e dallo sdegno e per trovare, nonostante tutto, una via di speranza… Assicuro il deciso sostegno della Chiesa Ambrosiana perché siano contrastati gli episodi di odio e le insorgenze di pregiudizi e accuse che pensavamo ormai consegnati alla storia”.

Anche il vescovo di Arezzo – Cortona – Sansepolcro, mons. Andrea Migliavacca ha indetto una giornata di preghiera e digiuno, in contemporanea alla Chiesa che è in Gerusalemme: “E’ importante e necessaria la preghiera di fronte all’insensatezza e violenza della guerra venga celebrata con l’intenzione ‘per la pace e la giustizia’, affinché si fermino le ostilità in tutto il mondo, con un pensiero per l’Ucraina ed in particolare per tutto il Medio Oriente. Ogni parrocchia inoltre, è libera di promuovere ulteriori momenti di preghiera e riflessione, come per esempio il Rosario per la pace, secondo le proprie possibilità.

Tutti i fedeli sono invitati dunque a partecipare all’iniziativa del 7 ottobre nella propria parrocchia, un’occasione per pregare anche per il viaggio che i vescovi toscani, insieme anche ad alcuni giovani, faranno (a Dio piacendo) in Terra Santa dal 14 al 17 ottobre come segno di vicinanza ai cristiani che vivono nella terra di Gesù e come appello per la pace”.

(Foto: Cei)

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