Il caso del Sodalitium Christianae Vitae e del suo Fondatore

Emblema Sodalizio di Vita Cristiana
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 02.10.2024 – Vik van Brantegem] – Il Sodalitium Christianae Vitae (Sodalizio di Vita Cristiana) – una società di vita apostolica Cattolica, i cui membri pospongono al loro nome la sigla S.C.V. – è il più grande movimento ecclesiale in Perù, fondato a Lima nel 1971 dal teologo laico peruviano Luis Fernando Figari Rodrigo (Lima, 8 luglio 1947), come comunità laica per reclutare “soldati per Dio”. Chiamò quel momento “battesimo di una ricerca”. È una delle numerose società Cattoliche nate come reazione conservatrice al movimento di sinistra della teologia della liberazione, che si diffuse in America Latina a partire dagli anni Sessanta. Il Sodalizio fu approvato l’8 luglio 1997 da Papa Giovanni Paolo II come società di vita apostolica di diritto pontificio. È composto da laici e sacerdoti che, avendo come punto di riferimento la dottrina sociale della Chiesa, si dedicano particolarmente all’apostolato fra i giovani, alla solidarietà con i poveri, all’evangelizzazione della cultura ed alla promozione della famiglia.

Figari fondò diverse associazioni religiose, che fanno parte della Famiglia Sodalit, condividendo una spiritualità comune, chiamata Spiritualità Sodalit: un gruppo di persone, istituzioni e opere che sono associate alla spiritualità che è nata dalla fondazione del Sodalizio di Vita Cristiana. I membri della Famiglia Sodalit fanno parte delle diverse associazioni religiose fondate da Figari: Sodalizio di Vita Cristiana (1971), Associazione di Maria Immacolata, associazione religiosa per donne (1974), Comunità Mariana della Riconciliazione, associazione religiosa per donne laiche consacrate (1991), Confraternita di Nostra Signora della Riconciliazione (1995), Movimento di Vita Cristiana (1998), Servi del Piano di Dio, un’associazione religiosa per donne laiche consacrate (1985).

Il Sodalizio di Vita Cristiana si è molto diffusa in America Latina attraverso delle comunità, chiamate Sodalites, costituite inizialmente da membri delle classi superiori peruviane dalla pelle chiara. Gestisce scuole e centri di ritiro e detiene anche partecipazioni finanziarie in società immobiliari, agricole e di costruzione. Composto da laici e sacerdoti consacrati che vivono insieme con voti perpetui di celibato e di obbedienza, il Sodalizio rappresenta una delle realtà più attive nell’evangelizzazione in America Latina. Al suo apice contava circa 20.000 membri in diversi Paesi dell’America Latina e negli Stati Uniti.

Le prime accuse di abusi contro il Fondatore e primo Superiore Generale Luis Fernando Figari Rodrigo emersero nei primi anni del Duemila, a seguito delle denunce di ex membri e di indagini mediatiche.

Il 21 dicembre 2010 Figari si dimise dall’incarico di Superiore Generale, adducendo motivi di salute.

Luis Fernando Figari Rodrigo, sorridente a Roma, dove vive dal 2011, “in esilio dorato”, sostenuto dal Sodalizio di Vita Cristiana.

Le vittime degli abusi di Figari si sono rivolte all’Arcidiocesi di Lima nel 2011, ma né la Chiesa in Perù né la Santa Sede hanno preso misure concrete fino a quando il caso non è esploso nel 2015 con la pubblicazione del libro che un ex membro del Sodalizio e una delle vittime di Figari, Pedro Salinas, ha scritto insieme alla giornalista Paola Ugaz dal titolo Mitad monjes, mitad soldados (Metà monaci, metà soldati), accusando Figari di abusi e descrivendo in dettaglio le pratiche distorte del Sodalizio. Nel libro sono raccolte le testimonianze di una trentina di vittime di stupri e di soprusi fisici e psicologici perpetrati dal Fondatore e dai leader spirituali della società di vita apostolica, che conducevano una doppia vita. Poi, i due autori sono stati bersagli di numerose denunce nonché di minacce di morte.

In aprile del 2015, la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica ha nominato il Vescovo Prelato di Chota, Mons, Fortunato Pablo Urcey, O.A.R., Visitatore apostolico incaricato di indagare sulle accuse di “comportamento improprio” da parte di Figari. La Prelatura Territoriale di Chota è suffraganea dell’Arcidiocesi di Piura. Il lavoro di Urcey era programmato per durare da agosto 2015 a marzo 2016. Urcey ha riferito che mentre Figari era Superiore Generale aveva “adottato uno stile di governo eccessivamente o impropriamente autoritario, volto a imporre la propria volontà” e che “per ottenere l’obbedienza dei suoi fratelli [egli] usava strategie e metodi di persuasione impropri, cioè subdoli, arroganti e tuttavia violenti e irrispettosi del diritto all’inviolabilità della propria interiorità e discrezione”.

In maggio del 2016, l’Arcivescovo metropolita di Indianapolis, Mons. Joseph W. Tobin, è stato nominato per supervisionare la riforma del Sodalizio, che ha dichiarato Figari persona non grata. Nello stesso mese, Figari e i leader del Sodalizio sono stati denunciati penalmente presso la Procura di Lima, per i reati di associazione a delinquere, di sequestro di persona e di lesioni gravi, sofferti da cinque ex membri, tra gli altri, durante il loro trascorso nella società religiosa, che ha ammesso che le accuse erano veritiere.

Il Sodalizio ha poi commissionato un’indagine esterna. Il gruppo investigativo ha scoperto che Figari era “narcisista, paranoico, degradante, volgare, vendicativo, manipolatore, razzista, sessista, elitario e ossessionato dalle questioni sessuali e dall’orientamento sessuale [dei membri del Sodalizio]”. Questa indagine esterna, pubblicata nel 2017, ha dimostrato che Figari sodomizzava le sue reclute e le costringeva a palpeggiarsi a vicenda. Gli piaceva guardarli “provare dolore, disagio e paura” e li umiliava di fronte agli altri per aumentare il suo controllo su di loro. Nel rapporto il gruppo investigativo ha identificato i colpevoli dei crimini commessi tra il 1975 e il 2002 a danno di circa 36 persone, di cui 19 minorenni.

Il 30 gennaio 2017, a seguito dell’indagine esterno sulle accuse di abusi fisici, psicologici e sessuali all’interno del Sodalizio, anche nei confronti di minori, la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica ha ordinato che a Figari fosse “vietato di contattare, in qualsiasi modo, le persone appartenenti al Sodalitium Christianae Vitae, e di non avere in alcun modo alcun contatto personale diretto con loro”. Tuttavia, la Santa Sede non ha espulso Figari dal movimento, ordinandogli semplicemente di vivere separato dal Sodalizio a Roma (che all’epoca Salinas definì un “esilio dorato”) e proibito ogni contatto con i membri del movimento. La Santa Sede apparentemente era in difficoltà per il Diritto Canonico che non prevedeva tali punizioni per i fondatori di comunità religiose che non erano sacerdoti.

Nel marzo del 2017, Figari ha venduto la sua lussuosa casa di 551,68 metri quadrati, situata al N. 130 di La Pinta, vicino al bellissimo parco El Olivar nel cuore di San Isidro. La acquistò nel 1995 per 100mila dollari come parte della sua eredità paterna. Questa operazione immobiliare – per non risarcire le decine di vittime del Sodalizio, alle spalle della Santa Sede e dei sopravvissuti che ancora aspettano giustizia – è stata effettuata da José Miguel Raffo Rodrigo, il cugino di primo grado di Figaro, che in maggio del 2016 ha nominato suo rappresentante commerciale. Raffo, in rappresentanza di Figari, ha venduto la casa per 400mila dollari, alla società Tres Carabelas SAC di sua proprietà, cioè a se stesso. Poi, il 4 ottobre 2018, Raffo ha venduto la casa per 1 milione e 190mila dollari a Initiative Inmobiliaria SAC.

Per i membri della Sodalizio la casa è ancora “la casa del terrore”. Lì Figari ha violentato sessualmente più di un membro del Sodalizio, e ha abusato fisicamente e psicologicamente di molti di loro, con schiaffi, calci e lancio di oggetti perché per lui “chi obbedisce non sbaglia mai”. Figari formò un gruppo di giovani che lo hanno frequentato nelle case di San Isidro, di Santa Clara alla periferia di Lima e di Camacho per più di 20 anni e che oggi vivono immersi in un inferno emotivo. “Non è stato facile per me ammettere che non era una persona sana. Idolatrava se stesso e si considerava un grande leader e riformatore della Chiesa”, ha detto uno degli ex membri dell’entourage di Figari, la corte personale di giovani che cucinavano per lui, lo aiutavano con l’igiene personale, prendevano le medicine e scrivevano i suoi testi. Uno degli ex membri dell’entourage di Figari ha dichiarato che aveva una videoteca personale nella quale aveva le registrazioni dei minorenni che frequentavano “la casa del terrore” di San Isidro come aspiranti del Sodalizio.

Il 10 gennaio 2018 il Sodalizio è stato commissariato con decreto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica a seguito di numerose segnalazioni, “che riguardano il regime interno, la formazione e la gestione economico-finanziaria”, giunte alla Santa Sede nel corso degli ultimi anni. Inoltre, si sono aggiunte accuse di abusi psicologici, fisici e sessuali ai danni di minori da parte dei suoi dirigenti, compreso il suo Fondatore Figari, sin dall’anno 2000.

In luglio del 2018, l’Arcivescovo metropolita di Piura, Mons. José Antonio Eguren Anselmi, S.C.V. ha intentato cause penali per diffamazione contro Pedro Salinas e Paola Ugaz in riferimento ai loro reportage, appena tre anni dopo la pubblicazione del libro Mitad monjes, mitad soldados nel 2015, contestando i rapporti investigativi in cui lo menzionavano non solo come complice degli abusi e degli sforzi di insabbiamento del Sodalizio, ma anche del traffico di terre. Un anno dopo, poco dopo aver vinto la causa contro Salinas, che fu processata a Piura, Eguren ritrattò le sue denunce contro Salinas e Ugaz in mezzo ad una valanga di critiche pubbliche, mediatiche ed ecclesiastiche, tra cui una dichiarazione dei Vescovi peruviani, che condannavano le sue azioni e in cui sostenevano di avere il sostegno di Papa Francesco.

Il 17 settembre 2018 Papa Francesco ha ricevuto Eguren in udienza privata in Vaticano. È opinione diffusa che le sue cause penali contro Salinas e Ugaz fossero almeno parte della motivazione alla base dell’incontro.

Nello stesso anno 2018, la Procura peruviana ha richiesto la custodia cautelare di diversi membri ed ex membri del Sodalizio, tra cui il Fondatore Figari. Con un provvedimento della Santa Sede è stato impedito al Fondatore Figari, che vive in esilio dal 2011, di far ritorno nel suo Paese “se non per ragioni molto serie e sempre con il permesso scritto” del Commissario nominato dopo lo scoppio del caso, il Vescovo di Jericó (in Colombia), Mons. Noel Antonio Londoño Buitrago, C.SS.R., che si è affiancato all’Arcivescovo metropolita di Newark, Cardinale Joseph William Tobin, dal 2016 Delegato papale per guidare il governo del Sodalizio di Vita Cristiana e poi rimasto come “referente” in particolare per le questioni  economiche.

Dopo diversi tentativi di riforma falliti e molteplici cicli di leadership temporanea, con delegati nominati dalla Santa Sede a supervisionare il processo, le vittime hanno affermato che poco è cambiato e che la cultura interna rimane la stessa, con la corruzione radicata tra i membri dell’élite mentre gli abusatori e coloro che hanno coperto vari abusi continuano il loro ministero senza impedimenti.

Il Cardinale João Braz de Aviz, Prefetto del Congregazione per Gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica – in una lettera pubblicata in giugno del 2018, in risposta ad accuse di media locali che affermavano che la Santa Sede avrebbe in qualche modo protetto Figari – ha spiegato che il veto ad un ritorno in Perù era motivato dal timore che Figari potesse “causare altri danni contro le persone”, “nascondere e distruggere le prove contro di lui” o “ostacolare il corso della giustizia” ecclesiastica e civile.

In marzo del 2022 Eguren incontrò un’altra volta Papa Francesco in Vaticano, mentre Paola Ugaz stava pubblicando ulteriori rapporti sul traffico di terreni nell’area di Piura da parte di organizzazioni associate al Sodalizio. Nonostante il fatto che Eguren abbia abbandonato la causa contro di lei, Ugaz, che sta preparando un libro che descrive in dettaglio presunte malefatte finanziarie all’interno del Sodalizio, ha continuato a ricevere notifiche legali da persone legate al Sodalizio, la maggior parte delle quali la accusano di diffamazione. Un caso contro di lei, che la accusava di riciclaggio di denaro e di corruzione, è stato archiviato dalle autorità giudiziarie, affermando che le accuse erano infondate.

Tra gli elementi citati nella denuncia originale di Eguren contro Ugaz c’erano le sue accuse di attività criminale nell’acquisto di un grande appezzamento di terra a Piura da parte della San Juan Bautista Civil Association e il coinvolgimento con il gruppo criminale La Gran Cruz nel processo. Per anni, a Piura si è svolta una battaglia legale tra un gruppo di agricoltori e una manciata di aziende gestite o legate al Sodalizio di Vita Cristiana, tra cui la San Juan Bautista Civil Association, l’Empresa Agrícola Santa Regina SAC e l’Inversiones San Jose.

In Perù e in gran parte dell’America Latina, è comune per i contadini e i membri delle classi più povere mettere radici su un pezzo di terra e viverci indisturbati per decenni, o persino centinaia di anni, senza avere alcun titolo formale sulla terra su cui vivono, solitamente a causa della mancanza di denaro o di supporto legale. Spesso, le aziende che vogliono acquistare la terra stringono un accordo con il detentore del titolo e sostanzialmente cacciano gli occupanti attraverso minacce e, a volte, violenze perpetrate da gruppi criminali.

Nella provincia di Piura, una di queste comunità è un gruppo di agricoltori nella città di Catacaos che sta combattendo sia le minacce dei gruppi criminali sia le cause legali da parte di aziende del Sodalizio che desiderano acquistare la terra che occupano. Dal 2012, i leader della comunità di Catacaos hanno denunciato molestie e violenze da parte di aziende associate al Sodalizio. Data l’autorità che detiene nella regione e all’interno del Sodalizio, il vescovo Eguren è stato al centro di molte delle accuse, tra cui di essere l’ideatore di vari piani per cacciare gli agricoltori dalla loro terra. Una volta che le aziende acquisiscono la terra che hanno preso di mira, consentono ad altre aziende di utilizzarla per attività economiche.

Uno dei leader della comunità di Catacaos, Marcelino Ynga, stava combattendo una battaglia legale avviata da organizzazioni legate al Sodalizio in cui è stato definito terrorista e accusato di intenti criminali. Ulteriori denunce legali sono state presentate dalle organizzazioni affiliate al Sodalizio contro altri membri della comunità di Ynga e in totale ci sono circa 20 casi di questo a Piura.

Nel suo libro sulle finanze del Sodalizio, la cui pubblicazione è stata ripetutamente ritardata a causa dell’ondata di denunce legali contro di lei, Ugaz accusa una società con legami con il Sodalizio di aver acquistato un appezzamento di terreno del cimitero a Piura. Nell’acquisto, ha scritto, la società affiliata al Sodalizio lo ha presentato come una donazione all’Arcidiocesi di Piura ma è rimasta la legale amministratrice della proprietà, assicurandosi così la più bassa aliquota fiscale che deriva dall’essere una proprietà della Chiesa Cattolica, mentre ne raccoglieva i profitti.

Tra luglio e agosto del 2023 si è svolta presso la Nunziatura Apostolica in Perù una Missione Speciale, condotta da due investigatori speciali della Santa Sede, l’Arcivescovo Charles J. Scicluna, Arcivescovo metropolita di Malta e Segretario Aggiunto del Dicastero per la Dottrina della Fede, e Mons. Jordi Bertomeu Farnós, della Sezione disciplinare dello stesso Dicastero, che Papa Francesco aveva inviato in Perù per “indagare, ascoltare e riferire” sul caso del Sodalizio di Vita Cristiana.

Soprannominati gli “007” del Vaticano, Scicluna e Bertomeu sono ampiamente considerati gli investigatori migliori e più credibili della Santa Sede, con una storia che include diversi casi di abusi di alto profilo, come l’indagine sui Legionari di Cristo e il suo Fondatore, il defunto Padre messicano Marcial Maciel Degollado; gli scandali esplosivi di abusi sessuali del clero in Cile che hanno coinvolto il defunto ex sacerdote Fernando Karadima; così come crisi di abusi in innumerevoli altri Paesi in tutto il mondo.

Nell’ambito della Missione Speciale in Perù, Scicluna e Bertomeu hanno incontrato sia le vittime del Sodalizio che la sua dirigenza, così come un politico peruviano che ha pubblicato un’inchiesta parlamentare formale sul Sodalizio. Hanno incontrato anche l’Arcivescovo metropolita di Piura, Mons. José Antonio Eguren Anselmi, S.C.V., nonché un gruppo di 6 contadini della Comunità rurale San Juan Bautista di Catacaos a Piura. insieme a Jennie Dador, la Segretaria esecutiva del Coordinamento nazionale dei diritti umani in Perù, che hanno accusato Eguren di corruzione e traffico di terre, e varie organizzazioni e associazioni affiliate al Sodalizio di molestie legali e di espropriazione delle terre ancestrali a scopo di lucro.

Il 2 aprile 2024 il Santo Padre Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi metropolitana di Piura, presentata da Mons. José Antonio Eguren Anselmi, S.C.V. Per l’allontanamento di Mons. Eguren ha gioito la Comunità di Catacaos, il cui rappresentante, Tomás Juárez, era stato ascoltato da Mons. Charles J. Scicluna e Mons. Jordi Bertomeu. L’accusa di Juárez verso Eguren era, secondo quanto riportava Vida Nueva il 15 aprile, di aver favorito in tutti i modi le scelte criminose del Sodalizio, di essere “un grande trafficante di terre, avendone sequestrate molte alle Comunità di Castilla e San Juan Bautista de Catacaos. Siamo stati travolti da diversi processi giudiziari, criminalizzati… sono stati uccisi anche dei membri della comunità”. E lamentava. che “fino ad ora, tutto ciò era rimasto impunito”.

Il 18 aprile 2024, Bess Twiston Davies ha scritto su The Tablet che Papa Francesco ha appoggiato gli agricoltori peruviani della Comunità di San Juan Bautista de Catacaos, che sostengono che il Sodalizio di Vita Cristiana, sotto inchiesta da parte della Santa Sede, starebbe cercando di rubare le loro terre:

«I contadini di Piura, nel Perù settentrionale, accusano le Sodalizie di Vita Cristiana, Sodalitium Christianae Vitae (SCV), di aver tentato di ottenere quasi 1.900 ettari della loro terra con documenti legali falsi.
In un messaggio video registrato nella sua casa, la Casa Santa Marta a Roma, Papa Francesco ha detto: “So cosa vi sta succedendo. Difendete la vostra terra e non lasciatevi derubare. Grazie per quello che state facendo”. Ha incoraggiato le 200 famiglie di agricoltori di Piura, che allevano bestiame e producono miele, a “prendere coraggio e andare avanti”.
Il Papa ha impartito una benedizione nel video, inviato per celebrare il 466° anniversario della fondazione della Comunità di San Juan Bautista de Catacaos.
L’estate scorsa, gli agricoltori hanno incontrato l’Arcivescovo Charles Scicluna del Dicastero per la Dottrina della Fede, quando ha visitato il Perù per indagare se sciogliere il Sodalizio di Vita Cristiana.
Gli agricoltori hanno detto all’Arcivescovo Scicluna che le aziende collegate al Sodalizio di Vita Cristiana hanno cercato di sfrattarli da 1.895 ettari della loro terra dal 2014. Un portavoce finanziario del Sodalizio di Vita Cristiana ha contestato le affermazioni, affermando che l’acquisizione di terreni da parte del movimento a Piura “è sempre stata fatta legalmente, tramite contratti di acquisto e vendita”. I giudici peruviani stanno ancora indagando sulla disputa sulla terra».

Il 9 agosto 2024, con Decreto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, reso noto dalla Conferenza Episcopale Peruviana il 14 agosto, il Fondatore Figari è stato espulso dal Sodalizio ai sensi del Canone 746 del Codice di Diritto Canonico [1], in adempimento della volontà di Papa Francesco. La nota precisa che il 4 agosto “Papa Francesco aveva delegato a questo Dicastero la potestà di disporre l’espulsione del Sig. Luis Fernando Figari Rodrigo” dal Sodalizio. Il provvedimento è stato approvato in forma specifica dal Santo Padre [2].

Nello stesso giorno del 14 agosto 2024, il Sodalizio, da parte sua, ha preso le distanze da Figari con una dichiarazione, accogliendo con favore la decisione di espellerlo e dicendo che voleva che fosse espulso già nel 2019. La dichiarazione ha insistito sul fatto che il Sodalizio stava attraversando un processo di rinnovamento che gli consentirà di continuare senza Figari o la sua influenza. “Figari è il Fondatore storico del Sodalitium Christianae Vitae, ma non è un riferimento spirituale per la nostra comunità”, ha affermato l’attuale superiore, José David Correa González. “Vogliamo continuare a lavorare affinché questo dono possa essere al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa”. Tale sentimento è simile a quello sposato dall’ordine religioso dei Legionari di Cristo. Nel 2010, la Santa Sede ha scelto di sottoporre l’ordine messicano a un processo di riforma piuttosto che sopprimerlo dopo aver stabilito che il suo Fondatore, Padre Marcial Maciel, era un pedofilo, tossicodipendente, accusandolo di frode religiosa avendo creato un movimento simile a una setta per nascondere la sua doppia vita.

Paola Ugaz ha definito la decisione di espellere Figari di “fondamentale importanza”, poiché ha rivelato come la Chiesa in Perù, con poche eccezioni, “non abbia fatto nulla per ascoltare le vittime che hanno denunciato il Sodalizio dal 2000″. Ha affermato che si trattava anche di una convalida del lavoro giornalistico e che “forse servirà a dare riparazioni alle loro vittime”.

Il 23 agosto 2024 Papa Francesco ha ricevuto l’Arcivescovo emerito di Piura, Mons. José Antonio Eguren Anselmi, appartenente al Sodalizio di Vita Cristiana, dopo averlo obbligato alle dimissioni, in quanto accusato di aver coperto casi di abusi e altre irregolarità commessi da lui e da membri dello stesso Sodalizio.

Il 12 settembre 2024, il giornalista investigativo Jacques Pintor [3] ha scritto in esclusiva [QUI], che la Procura peruviana ha accettato di esaminare la denuncia presentata alcune settimane prima contro Mons. Jordi Bertomeu Farnós, officiale della Sezione disciplinare del Dicastero per la Dottrina della Fede. La denuncia, presentata da due cittadini peruviani, si basa sulla presunta violazione del segreto professionale nel corso di una serie di udienze riservate svoltesi nell’ambito della Missione Speciale che stava indagando sul Sodalizio di Vita Cristiana. Secondo i denuncianti, Mons. Bertomeu avrebbe passato ai giornalisti i dettagli delle conversazioni avute sotto la promessa di riservatezza, che hanno portato alla pubblicazione di informazioni distorte nei media. Dopo l’ammissione della denuncia, la Procura ha disposto l’apertura del procedimento istruttorio e ha convocato i ricorrenti a ratificare la denuncia. Poi, Jacques Pintor prosegue:

«La Nunziatura Apostolica in Perù ha minacciato di scomunica i denuncianti davanti alla giustizia civile contro Mons. Bertomeu se non ritireranno la denuncia entro 48 ore. Questa si chiama estorsione, e il Nunzio Apostolico potrebbe essere denunciato a livello statale».

Il 25 settembre 2024 il Nunzio Apostolico in Perù, Mons. Paolo Rocco Gualtieri [4], ha diramato un comunicato stampa con il quale ha reso noti alcuni provvedimenti adottati dalla Missione Speciale (composta dall’Arcivescovo Scicluna e da Mons. Bertomeu) in riferimento al Sodalizio di Vita Cristiana, approvate in forma specifica dal Santo Padre [2], di cui riportiamo di seguito la traduzione italiana:

«Il Santo Padre Francesco, dopo aver valutato le difese corrispondenti alle denunce emerse durante la “Missione Speciale” affidata a S.E. Mons. Charles J Scicluna, Arcivescovo di Malta e Segretario Aggiunto del Dicastero per la Dottrina della Fede e a Mons. Jordi Bertomeu Farnós, ufficiale di detto Dicastero, che ha avuto luogo nella Nunziatura Apostolica del Perù tra i mesi di luglio e agosto 2023, oggi, 25 settembre 2024, ha approvato in forma specifica [2] l’espulsione dalla società di vita apostolica Sodalitium Christianae Vitae dei seguenti membri:
L’ex Superiore Generale Sig. Eduardo Antonio Regal Villa.
L’Arcivescovo emerito di Piura S.E. Mons. José Antonio Eguren Anselmi.
Gli ex Superiori Regionali: Rev. do Rafael Alberto Ismodes Cascón, e il Rev. do Erwin Augusto Scheuch Pool.
Gli ex formatori: il Sig. Humberto Carlos Del Castillo Drago, il Sig. Oscar Adolfo Tokumura Tokomura e il Rev.do Daniel Alfonso Cardó Soria.
Gli ex membri incorporati: Ricardo Adolfo Trenemann Young e Miguel Arturo Salazar Steiger.
Il giornalista Sig. Alejandro Bermudez Rosell.
Per adottare tale decisione disciplinare si è considerato lo scandalo prodotto dal numero e dalla gravità degli abusi denunciati dalle vittime, particolarmente contrari all’esperienza equilibrata e liberatoria dei consigli evangelici nel contesto dell’apostolato ecclesiale.
Si tratta di casi di:
1) abuso fisico, anche con sadismo e violenza;
2) abuso di coscienza, con metodi settari per spezzare la volontà dei subordinati;
3) abuso spirituale, con strumentalizzazione nel foro esterno delle informazioni ottenute nel foro interno non sacramentale o direzione spirituale;
4) abuso di ufficio e di autorità, con episodi di hacking delle comunicazioni e molestie sul posto di lavoro, nonché insabbiamento dei reati commessi all’interno di questa istituzione;
5) abuso nell’amministrazione dei beni ecclesiastici;
6) abuso nell’esercizio dell’apostolato del giornalismo.
Papa Francesco insieme ai Vescovi del Perù e di quei luoghi in cui è presente il Sodalizio di Vita Cristiana, rattristati per quanto accaduto, chiedono perdono alle vittime e si uniscono alle loro sofferenze. Allo stesso modo, pregano questa Società di Vita Apostolica affinché inizi un cammino di giustizia e riparazione».

Lo stesso 25 settembre 2024, l’Arcidiocesi di Denver ha diffuso una nota in riferimento alle espulsioni di 10 membri dal Sodalizio di Vita Cristiana, che riportiamo di seguito nella traduzione italiana:

«L’Arcidiocesi di Denver è scioccata e rattristata dalla notizia delle espulsioni di membri dal Sodalitium Christianae Vitae, basate su accuse vecchie di decenni in Sud America. Mentre l’Arcidiocesi sta lavorando attivamente per comprendere la piena portata delle indagini della Santa Sede, non siamo in grado di commentare i dettagli. Questa notizia è incoerente con la nostra esperienza di lunga data degli uomini che hanno prestato servizio all’interno dell’Arcidiocesi di Denver.
Tra coloro nominati che vivono qui, Padre Daniel Cardó ha prestato servizio nobilmente e fedelmente in Colorado per 17 anni. Durante il suo periodo qui, Padre Cardó non ha affrontato una sola azione disciplinare contro di lui. È amato dai suoi parrocchiani e molto rispettato nella comunità. La Comunità parrocchiale del Santo Nome a Sheridan, un tempo moribonda, ora prospera grazie al suo impegno verso il Signore e coloro che serve. Allo stesso modo, Eduardo Regal e Alejandro Bermúdez hanno servito fedelmente e con distinzione nell’Arcidiocesi di Denver e le conclusioni a loro carico sono, per usare un eufemismo, profondamente deludenti».

Il 27 settembre 2024, proseguendo la sua copertura del caso in esclusiva, il giornalisti investigativo Jacques Pintor ha scritto [QUI]:

«Questo pomeriggio del 27 settembre 2024, i denuncianti hanno reso pubbliche le minacce pervenute direttamente dalla Nunziatura Apostolica in Perù. Le vittime avevano partecipato, in buona fede, ad una riunione convocata d’urgenza dal Nunzio Apostolico, alla quale non era stato loro consigliato di farsi accompagnare da un rappresentante legale. Nel corso di tale incontro sono stati minacciati di scomunica se entro 48 ore non avessero ritirato la denuncia sporta contro Mons. Bertomeu, che aveva rivelato alla stampa il contenuto delle loro testimonianze riservate, per le quali lo avevano denunciato per il grave danno morale personale arrecatogli per questa violazione del segreto professionale. Lo stesso Bertomeu ha riconosciuto questi fatti attraverso un messaggio ufficiale quando si è trovato di fronte alla pubblicazione dei nomi delle vittime, accompagnati da insulti, sulla stampa (…).
Comprendiamo che il Nunzio Apostolico è la persona maggiormente responsabile della missione diplomatica della Santa Sede in un Paese, in questo caso un’ambasciata. Non vogliamo contemplare l’altra possibilità: che un Capo di Stato abbia ordinato un’estorsione e minacciato un padre e una madre [Sebastián Blanco e Giuliana Caccia] con la scomunica, senza alcuna forma di pietà. (…)
A questi due Cattolici, che dedicano il loro impegno professionale all’educazione ai valori, non è stata fornita alcuna documentazione. Giuliana Caccia è una Comunicatrice Sociale e ha un Master in Matrimonio e Famiglia presso l’Università di Navarra, e Sebastián Blanco è un Tutor, ha conseguito un Master in Leadership e Sviluppo personale e ha studiato Psicologia.
Ma non è la cosa peggiore. La cosa peggiore è che, mentre conservano messaggi di Bertomeu che ammette di aver violato il segreto professionale a causa della sua frivolezza, e che ha causato la pubblicazione di (…) articoli sulla stampa (…) che attaccano queste persone, i massimi rappresentanti della Chiesa Cattolica ora minacciano loro la pena più grave che si possa infliggere a un Cristiano Cattolico, mentre Francesco ha protetto e protegge pedofili e stupratori, come il suo ex confessore, il Vescovo Gustavo Zanchetta (finalmente condannato in Argentina a quattro anni di carcere). (…)
Di seguito riportiamo la trascrizione del video [con la testimonianza di Giuliana Caccia e Sebastián Blanco]:
“Il 26 settembre 2024 intorno alle 09.00 del mattino abbiamo ricevuto una chiamata da Mons. [Ratislav] Zummer che attualmente lavora come Segretario della Nunziatura Apostolica in Perù. Ci ha informato che il Nunzio Apostolico, Mons. Paolo Rocco Gualtieri, su richiesta del Santo Padre, aveva urgentemente bisogno di incontrarci presso la sede della Nunziatura Apostolica. Siamo andati all’incontro e abbiamo ricevuto un documento che contiene un precetto penale, firmato da Papa Francesco, in cui ci viene concesso un periodo di 48 ore per rispettare cinque condizioni. Altrimenti entreremo in un processo di scomunica ferendae sententiae [5].
Come spieghiamo nel video, alcuni mesi fa abbiamo provveduto a presentare una denuncia penale contro il sacerdote Jordi Bertomeu Farnós, membro del Dicastero della Dottrina della Fede, per aver violato il segreto professionale, trasmettendo contenuti di incontri avuti con lui e che sono trapelati ad alcuni organi di stampa che poi ci hanno diffamato e danneggiato moralmente.
Con assoluta sorpresa leggiamo nel documento che le nostre azioni, cioè la denuncia, sono classificate come criminali, e avrebbero avuto come scopo:
1. Incitare pubblicamente all’odio contro la Sede Apostolica.
2. Impedire la libertà di esercizio del potere ecclesiastico.
3. Ledere illegittimamente la buona reputazione di terzi.
Detto questo ci chiedono:
1. Ritirare immediatamente la denuncia penale.
2. Chiedere scusa ai membri della Missione Speciale.
3. Fornire spiegazioni ai media che abbiamo contattato. A questo punto ribadiamo che non abbiamo contattato nessun media.
4. Informare di quanto sopra il Nunzio Apostolico.
5. Ci è vietato fare qualsiasi altra manifestazione pubblica sui social media o riferire in futuro sugli eventi oggetto della Missione Speciale.
Nel caso in cui non soddisfiamo queste cinque condizioni:
1. Ci scomunicano. Pertanto ci è vietato ricevere i sacramenti e dobbiamo allontanarci o interrompere qualsiasi azione liturgica a cui partecipiamo.
2. Dobbiamo pagare 100.000 suole ciascuno alla Caritas Lima come pena espiatoria.
3. Non potremo mai più presentarci come Cattolici in pubblico né rappresentare la Chiesa Cattolica in nessun evento sociale.
Siamo profondamente addolorati di giungere a questa situazione, ma non possiamo accettare le condizioni imposte dal Precetto Penale, poiché significherebbe ammettere una serie di fatti non conformi alla verità e accettare di essere incorsi in reati che, come abbiamo accennato, non esistono. Non vogliamo che la nostra decisione porti allo scoraggiamento o alla sfiducia nella Chiesa fondata da Gesù Cristo. Nonostante il dolore, rimaniamo con il cuore sereno e la coscienza pulita, e continueremo a lavorare per i valori della vita, della famiglia, della libertà e dell’identità del nostro Paese”».

Il 29 settembre 2024, il giornalista investigativo Jacques Pintor ha proseguito la sua copertura del caso [QUI]:

«(…) Il 12 settembre 2024 abbiamo dato la notizia che nessun altro media ha osato riportare: la Procura peruviana ha accettato di esaminare la denuncia presentata contro Mons. Jordi Bertomeu, funzionario della Santa Sede spagnolo e membro della Sezione disciplinare del Dicastero per la Dottrina della Fede. La mattina del 28 settembre abbiamo pubblicato che il pomeriggio del giorno precedente, i denuncianti avevano reso pubbliche le minacce pervenute direttamente dalla Nunziatura Apostolica in Perù.
Oggi riportiamo il documento che è stato inviato da Roma alla Nunziatura Apostolica in Perù, nei confronti di due cittadini, pena che se non ritirano la denuncia contro Mons. Jordi Bertomeu presentata davanti alla giustizia civile, riceveranno una sanzione di scomunica dalla Santa Sede. I due cittadini, Caccia e Blanco, hanno deciso che la loro coscienza ha la precedenza sul timore di una vendetta clericale criminale contro di loro. (…)».

Il 30 settembre 2024, a quasi una settimana dalla notifica della decisione della Santa Sede di espellere dieci suoi membri, il Sodalizio di Vita Cristiana ha diffuso un breve comunicato firmata dal suo superiore generale, Joseph David Correa, senza entrare nel merito della portata della decisione papale [QUI]:

«Sodalizio di Vita Cristiana
Comunicato sull’espulsione di membri del Sodalizio
30 settembre 2024
Lo scorso 25 settembre abbiamo ricevuto i decreti con i quali il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, per delega del Santo Padre, ha determinato l’espulsione di dieci membri del Sodalizio di Vita Cristiana.
Il Sodalizio di Vita Cristiana accetta questa decisione con spirito di umiltà e obbedienza a quanto disposto dal Santo Padre.
Rinnoviamo la nostra adesione al Vicario di Cristo, così come il nostro profondo amore per la Chiesa, e continueremo a collaborare con le varie istanze di orientamento e accompagnamento che la Santa Sede ci indicherà.
Continueremo a impegnarci nell’ascolto e nell’attenzione alle vittime, nonché nei processi di riparazione attraverso la giustizia e la verità.
Affidiamo a voi le nostre preghiere, per proseguire nel processo di rinnovamento della nostra comunità, confidando nel Signore che ci ha sostenuto lungo questi anni e continuerà ad accompagnarci sotto la protezione di Santa Maria, nostra Madre.
José David Correa González
Superiore Generale del Sodalizio di Vita Cristiana».

[1] Can. 746 – Per la dimissione di un membro definitivamente incorporato si osservino, con gli opportuni adattamenti, i cann. 694-704.
I Canoni 694-704 compongono il Capitolo VI, Articolo 3 – Dimissione dei religiosi della Parte III – Gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica del Libro III – Il popolo di Dio.

[2] Ciò significa che non vi è alcuna possibilità di appello ed è definitivo.

[3] Jacques Pintor Rey, giornalista investigativo, è autore di diversi libri in cui dà sfogo alla sua passione e alla sua vocazione di raccontare storie vissute, principalmente dei valori umani. Nell’opera Complotto di potere nella Chiesa spagnola, un’indagine fino ad oggi con tre libri pubblicati [Complot de Poder en la Iglesia Española: Barco contra Omella. En Defensa Propia, 2019; La Iglesia Española Sometida. Omella y Arana: La incógnita Fernando Chica. El Papa Francisco manipulado (COMPLOT DE PODER EN LA IGLESIA ESPAÑOLA nº 2), 2020; EL INFORME ZARAGOZA: Tal como lo recibió S.E.R. Bernardito Cleopás Auza, Nuncio del Papa en España (COMPLOT DE PODER EN LA IGLESIA ESPAÑOLA nº 3, 2020)] e altri due in preparazione, sulla corruzione di alto comando della gerarchia cattolica in Spagna, cosa che lo ha portato a ricevere minacce e calunnie da un cardinale, oltre alle aggressioni fisiche, una denuncia penale archiviata dal Giudice di primo grado di un tribunale spagnolo, che ha avallato la sua attività di ricercatore.

[4] L’Arcivescovo Paolo Rocco Gualtieri è nato il 1º febbraio 1961 a Supersano, in provincia di Lecce. Laureato in diritto canonico ed esperto di teologia dogmatica, è ordinato presbitero il 24 settembre 1988 per la Diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca.
Entra nel servizio diplomatico della Santa Sede il 1° luglio 1996, prestando la propria opera presso le rappresentanze pontificie in Papua Nuova Guinea, nella Repubblica Dominicana e nella sezione per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato della Santa Sede.
Il 13 aprile 2015 Papa Francesco lo ha eletto Arcivescovo titolare di Sagona e nominato Nunzio Apostolico in Madagascar. Il 30 maggio 2015 ha ricevuto l’ordinazione episcopale nella basilica di San Pietro in Vaticano, dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, co-consacranti l’Arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i rapporti con gli Stati e le organizzazioni internazionali, e Mons, Vito Angiuli, Vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca.
Il 26 settembre successivo il Papa lo ha nominato anche Nunzio Apostolico nelle Seychelles, il 24 ottobre a Mauritius e il 13 novembre Delegato apostolico nelle Comore e alla Riunione.
Il 6 agosto 2022 il Papa lo ha nominato Nunzio Apostolico in Perù.

[5] Nel Codice di Diritto Canonico è detta poena ferendae sententiae, cioè “pena di sentenza da pronunciarsi”, è la pena congiunta alla legge o al precetto, che dev’essere inflitta dal giudice o dal superiore. Invece, poene late sentènzie, cioè “pena di sentenza pronunciata”, è la pena che vi si incorre per il fatto stesso di aver trasgrediti la legge o il precetto.

Foto di copertina: l’emblema del Sodalizio di Vita Cristiana.

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