Il regno di Mangiafuoco in Vaticano è terminato
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 24.09.2024 – Ivo Pincara] – Era il 22 febbraio 2023 quando Papa Francesco nominava “per un quadriennio” Mons, Paolo Nicolini nell’incarico di Direttore Gestionale Amministrativo del Centro di Alta Formazione “Laudato sì”, definito “organismo scientifico, educativo e di attività sociale”, costituito dal Pontefice con un chirografo “per la formazione integrale” con sede operativa nelle Ville Pontificie di Castel Gandolfo. Era specificato che Mons. Nicolini aveva svolto fino a quel momento l’incarico di Vice Direttore Gestionale Amministrativo della Direzione dei Musei e dei Beni Culturali del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano [QUI].
Trascorso solo un anno e mezzo, il 19 settembre 2024 parlando ai membri del Centro di Alta Formazione “Laudato sì” [QUI], Papa Francesco ha esordito, ringraziando i collaboratori “per l’impegno con cui siete coinvolti in questo nuovo progetto”, riservando una menzione speciale al Direttore, padre Fabio Baggio, il quale aveva spiegato [QUI] come il programma si ponesse l’obiettivo di rendere “concreti i principi contenuti nell’Enciclica Laudato sì [QUI]. E Mons. Nicolini, che fine ha fatto? La domanda è legittima, ma dall’house organ della Santa Sede nessuna informazione in merito.
In questi anni abbiamo avuto modo di seguire le gesta di quello che per più di un decennio è stato il deus ex machina della fabbrica da soldi dei Musei Vaticani. Lui ne gestiva gli appalti; ne gestiva il battito cardiaco; ne gestiva il personale, che in tempo di Covid-19, a seguito delle chiusure, lui poneva a riposo forzato senza alcun rispetto dei diritti dei lavoratori. Tutto ciò ha dato vita ad una class action [QUI] alla quale avevano intenzione di partecipare inizialmente un centinaio di dipendenti, poi concretizzata “nero su bianco” da 47 custodi, 1 restauratore e 1 impiegato per un totale di 49 dipendenti dei Musei Vaticani, che tramite l’assistenza dell’Avv. Laura Sgrò hanno avanzato una istanza collettiva, perché “le condizioni di lavoro ledono la dignità e la salute di ciascun lavoratore”, come si legge nell’istanza collettiva [QUI e QUI].
Tagliata un’altra testa [*] in Vaticano
Mons. Paolo Nicolini è stato licenziato, è uscito di scena “cacciato” e il suo regno di Mangiafuoco tra appalti opachi… e una figlia nata dalla relazione con una dipendente è terminato.
I fatti risalgono al periodo antecedente al 2016, anno di nascita della bimba che oggi ha otto anni, nata dalla relazione sentimentale che il prelato ha posto in essere con la dipendente N. G., banconista del bar dell’università di San Giovanni in Laterano. Poi, in seguito è stata assunta al “settore appalti” della Direzione dei Musei e Ville Pontificie in Vaticano, dove Mons. Nicolini ha ricoperto un ruolo apicale, del quale abbiamo parlato in più occasioni. Successivamente, il prelato quando è stato nominato Direttore del Centro di Alta Formazione “Laudato sì”, ha portato con sé la dipendente nella zona extraterritoriale di Castel Gandolfo, affidandogli un ruolo nel Centro.
La storia sentimentale tra il prelato e la dipendente ha avuto come base un appartamento condiviso a Roma, un attico nel quartiere di Boccea. Per una migliore convivenza l’attico è stato diviso per l’occasione in due abitazioni distinte, pur mantenendo l’ingresso condiviso.
Alla luce di quanto sta emergendo a margine del caso Striano-Vaticano [QUI], è interessante mettere in parallelo quanto detto dal Commissario Stefano De Santis della Gendarmeria vaticana (stretto collaboratore del Promotore di Giustizia vaticano) a Mons. Perlasca, riguardo alle registrazioni da fare all’insaputa del Cardinal Becciu, invitato da Perlasca nella trappola del Ristorante Lo Scarpone. In seguito, Stefano De Santis ha dichiarato davanti all’autorità giudiziaria: “Noi non abbiamo mai fatto alcuna attività in territorio italiano”.
Ricordiamo, che il Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano non agisce mai di propria iniziativa, ma sempre su delega dell’autorità giudiziaria del Tribunale vaticano. Diddi a Cantone dovrà spiegare anche questo.
In merito all’interrogatorio di Mons. Perlasca del 23 dicembre 2020 e alla cena al ristorante Lo Scarpone, con la presunta registrazione, Stefano De Santis ha dichiarato che Perlasca venne nel suo ufficio per informarlo che il giorno dopo sarebbe andato a cena con il Cardinal Becciu al ristorante Lo Scarpone. Quanto alla presunta registrazione della cena, De Santis ha commentato: “Era nella sua mente, ma noi non abbiamo mai fatto alcuna attività in territorio italiano” [QUI].
Ora, alla luce di tutto quanto fatto dalla Gendarmeria e dal Promotore di Giustizia vaticani Alessandro Diddi in questi anni, fa sorridere leggere che Diddi abbia aperto un fascicolo «sui presunti accessi abusivi compiuti durante lo svolgimento delle indagini nell’ambito della nota inchiesta riguardante l’acquisto del palazzo di Londra».
«Chi mai avrebbe avuto interesse, qui dentro, a conoscere aspetti riservati della vita del Cardinale Angelo Becciu? Forse le stesse persone che, illecitamente, videoriprendevano chi entrava ed usciva da casa sua? Forse le medesime persone che, illecitamente, assistevano alle perquisizioni della Guardia di Finanza italiana alla Caritas Diocesana di Ozieri? Perquisizioni anch’esse illecite in quanto non è compito della magistratura italiana questionare sulla destinazione dei fondi dell’otto per mille» [QUI].
Indice – Caso 60SA [QUI]
[*] I riflettori sul “caso Hasler” in tedesco, inglese e spagnolo. Dopo tre anni abbiamo riportato alla luce un’ingiustizia del Pontefice. Cosa aspetta di sanare? – 30 aprile 2020 [QUI]: «E nel contempo – cosa non senza importanza – i riflettori rimarranno accesi sul “Don Mangiafoco”, il Delegato per i settori amministrativo-gestionali dei Musei Vaticani e della parte museale delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo, Mons. Paolo Nicolini. Lui è il deus ex machina del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Il Papa stesso dice di lui: qualsiasi cosa tocca diventa denaro… Lui ha creato la sua squadra in Governatorato, bypassa (o bypassava) la Segreteria Generale sempre e sistematicamente. Ottiene (o otteneva) tutto ciò che voleva. Su di lui l’ultima parola non è stata detta».
Foto di copertina: Mons. Paolo Nicolini con Papa Francesco. Udienza privata del 1° aprile 2017, 4 giorni dopo la “cacciata” di Eugenio Hasler.