Esaltazione della Santa Croce

Esaltazione della Santa Croce
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 14.09.2024 – Jan van Elzen] – Oggi 14 settembre celebriamo la festività liturgica dell’Esaltazione della Santa Croce. Il 13 settembre 335 venne dedicata a Gerusalemme la chiesa della risurrezione e del Martyrium. Il giorno seguente con solenne cerimonia si fece l’ostensione della croce, che l’Imperatrice Elena aveva ritrovato il 14 settembre 320. Nel 614, il Re dei Persiani Cosroe II, mosse guerra ai Romani e dopo aver sconfitto Gerusalemme, portò via con sé, tra i tesori, anche la Croce di Gesù. Eraclio, Imperatore bizantino, propose a Cosroe la pace, che venne però respinta: di fronte al diniego, mosse guerra e vinse presso Ninive, chiedendo la restituzione della Croce, che tornò a Gerusalemme. In questo giorno non si esalta la crudeltà della Croce, ma l’Amore che Dio ha manifestato agli uomini accettando di morire in Croce. Pur essendo Dio, Cristo umiliò se stesso facendosi servo. Questa è la gloria della Croce di Gesù.

«Oggi la Chiesa, annunciando il Vangelo, rivive in un certo qual modo tutto il periodo che ha inizio il Mercoledì delle Ceneri, raggiunge il suo apice durante la Settimana Santa e a Pasqua e prosegue nelle settimane successive fino alla Pentecoste. La festa dell’Esaltazione della Santa Croce è come il compendio di tutto il mistero pasquale di nostro Signore Gesù Cristo.
La Croce è gloriosa perché su di essa il Cristo si è innalzato. Attraverso di essa, il Cristo ha innalzato l’uomo. Sulla Croce ogni uomo è veramente elevato alla sua piena dignità, alla dignità del suo fine ultimo in Dio.
Attraverso la Croce, inoltre, è rivelata la potenza dell’amore che eleva l’uomo, che lo esalta.
Veramente tutto il disegno di Dio sulla vita Cristiana è condensato qui in un modo meraviglioso: il disegno di Dio e il suo senso! Diamo la nostra adesione al disegno di Dio e al suo senso! Ritroviamo il posto della Croce nella nostra vita e nella nostra società.
Parliamo della Croce in modo particolare a tutti coloro che soffrono, e trasmettiamo il suo messaggio di speranza ai giovani. Continuiamo a proclamare fino ai confini della terra il suo potere salvifico: “Exaltatio Crucis!”: la gloria della Santa Croce!
Fratelli e sorelle: “Non dimenticate mai le opere del Signore”! Amen» (San Giovanni Paolo II, Omelia del 14 settembre 1984).

«Sì, è per mezzo della croce che Cristo viene esaltato. La solennità di oggi della Chiesa ci parla di questo mistero. Allo stesso tempo, ci parla di Cristo che per mezzo della croce innalza l’umanità, innalza tutta l’umanità e quindi tutta la creazione: “Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui” (Gv 3, 17).
Essere “salvati” significa che ogni uomo e ogni donna possono essere guariti dal peccato che ha avvelenato la famiglia umana e tutta la storia. Gesù dice ai suoi apostoli dopo la sua risurrezione: “A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi” (Gv 20, 23). E quando ha detto questo, egli mostra loro i segni della sua crocifissione, per far sapere loro che è proprio nella croce che il potere di rimettere i peccati è celato, il potere di guarire le coscienze e i cuori dell’umanità.
Sono passate generazioni e generazioni. Ma durante questo passare, la croce di Cristo rimane. Per mezzo della croce, il Signore proclama continuamente al mondo il suo amore infinito che nessun demonio è in grado di sopraffare. Sì, la croce rimane, così che il mondo, come ogni persona umana, possa trovare in essa la via della salvezza. Perciò è attraverso questa croce che il mondo viene salvato!» (San Giovanni Paolo II, Omelia del 14 settembre 1988).

«Il 14 settembre la Chiesa celebra la festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Qualche persona non cristiana potrebbe domandarci: perché “esaltare” la croce? Possiamo rispondere che noi non esaltiamo una croce qualsiasi, o tutte le croci: esaltiamo la Croce di Gesù, perché in essa si è rivelato al massimo l’amore di Dio per l’umanità. È quello che ci ricorda il Vangelo di Giovanni nella liturgia odierna: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito» (3,16). Il Padre ha “dato” il Figlio per salvarci, e questo ha comportato la morte di Gesù, e la morte in croce. Perché? Perché è stata necessaria la Croce? A causa della gravità del male che ci teneva schiavi. La Croce di Gesù esprime tutt’e due le cose: tutta la forza negativa del male, e tutta la mite onnipotenza della misericordia di Dio. La Croce sembra decretare il fallimento di Gesù, ma in realtà segna la sua vittoria. Sul Calvario, quelli che lo deridevano gli dicevano: “Se sei il Figlio di Dio, scendi dalla croce” (cfr Mt 27,40). Ma era vero il contrario: proprio perché era il Figlio di Dio Gesù stava lì, sulla croce, fedele fino alla fine al disegno d’amore del Padre. E proprio per questo Dio ha «esaltato» Gesù (Fil 2,9), conferendogli una regalità universale.
E quando volgiamo lo sguardo alla Croce dove Gesù è stato inchiodato, contempliamo il segno dell’amore, dell’amore infinito di Dio per ciascuno di noi e la radice della nostra salvezza. Da quella Croce scaturisce la misericordia del Padre che abbraccia il mondo intero. Per mezzo della Croce di Cristo è vinto il maligno, è sconfitta la morte, ci è donata la vita, restituita la speranza. Questo è importante: per mezzo della Croce di Cristo ci è restituita la speranza. La Croce di Gesù è la nostra unica vera speranza! Ecco perché la Chiesa “esalta” la santa Croce, ed ecco perché noi cristiani benediciamo con il segno della croce. Cioè, noi non esaltiamo le croci, ma la Croce gloriosa di Gesù, segno dell’amore immenso di Dio, segno della nostra salvezza e cammino verso la Risurrezione. E questa è la nostra speranza.
Mentre contempliamo e celebriamo la santa Croce, pensiamo con commozione a tanti nostri fratelli e sorelle che sono perseguitati e uccisi a causa della loro fedeltà a Cristo. Questo accade specialmente là dove la libertà religiosa non è ancora garantita o pienamente realizzata. Accade però anche in Paesi e ambienti che in linea di principio tutelano la libertà e i diritti umani, ma dove concretamente i credenti, e specialmente i cristiani, incontrano limitazioni e discriminazioni. Perciò oggi li ricordiamo e preghiamo in modo particolare per loro» (Papa Francesco, Angelus del 14 settembre 2014).

Riflessioni sulle letture festive – Festa dell’Esaltazione della Santa Croce: “Vexilla regis prodeunt, fulget crucis mysterium” [QUI]

«La Croce è quella cosa che, ci credi o non ci credi, la vuoi o non la vuoi, la sopporti o non la sopporti, la ami o la odi, c’è.
Alla croce nessuno sfugge: né atei, né pagani, né infedeli, né apostati, né cristiani, né santi, né mediocri né peccatori.
E nemmeno i “laici” e i “moderati”… Grazie a Dio!
La Croce “moderata” è un ossimoro che lambisce le fiamme della vita facile.
E quei pochi – tristi eccezioni – che proprio non la hanno, sono i più sfortunati di tutti, nell’ottica della vita eterna.
La Croce rende lucidi, rende saggi, rende forti, rende consapevoli, rende pronti a vincere il male e a ricevere l’unica vera felicità.
Può rendere perfino capaci – supremo eroismo riservato a pochi – di perdonare, anticamera della felicità.
La Croce è la via del Cielo perché redime dalla terra.
Alla fine, a vincere, sarà la Croce, come ha già vinto ormai quasi duemila anni or sono. Chi l’avrà accettata e si sarà schierato con essa, avrà il trionfo. Su se stesso e su tutti coloro che l’avranno fuggita e rigettata, rinnegata e combattuta.
Chi la porta oggi, gioirà domani.
La Croce è la bandiera della nostra anima.
La Croce ci distingue dal mondo.
Ave Crux, spes unica» (Massimo Viglione).

Foto di copertina: Piero della Francesca, Esaltazione della Santa Croce, tra il 1452 e il 1466, affresco, 390×747 cm, basilica di San Francesco, Arezzo.

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