Fosbury, un progetto per i giovani proposto dal Forum delle Associazioni familiari
Alla Settimana Sociale triestina il Forum delle famiglie era arrivato con un progetto ambizioso, ribattezzato ‘Fosbury’ (www.forumfamiglie.org/progetti/pogetto-fosbury/) , che al salto in alto necessario da compiere (come quello dell’atleta statunitense che per la prima volta volò di dorso) punta con determinazione attraverso i volti e le testimonianze di quattro giovani con le loro storie e potenzialità di valore, che meritano piattaforme capaci di lanciarle verso il futuro, come ha spiegato il presidente nazionale, dott. Adriano Bordignon: “Ora serve cambiare paradigma, anche per noi come Forum, e prima ancora che le famiglie, indipendentemente dal fatto che poi siamo costruite, lo sforzo che dobbiamo fare è puntare sui giovani”.
La proposta concreta è quella di attivare confronti sui territori, veri in cui i giovani possano incontrarsi a seconda della loro fascia d’età: 18-25 anni e 25-35, con l’obiettivo che “siano loro a dirci quali sono le loro necessità e cosa serve loro come piattaforma per poter provare a fare il loro salto… I giovani devono portare desideri nuovi, andare oltre il presente e migliorarlo, trasformando i sogni in desideri realizzabili. Sono risorse per il Paese che non stiamo utilizzando e questo è uno spreco in quantificabile”.
Per il presidente Adriano Bordignon il nodo centrale della politica economica italiana è il Pil, che deve generare fiducia attraverso una serie misure economiche a favore delle famiglie: “Il tema della fiducia è uno dei driver essenziali per progettare una famiglia (casa, lavoro, relazioni stabili e di qualità, costo della vita) e soprattutto per ipotizzare di mettere al mondo un figlio. Se non c’è fiducia non c’è natalità. E’ necessario, pertanto, costruire un ecosistema più favorevole alla famiglia e per farlo servono misure di carattere economico, fiscale, lavoristico, servizi territoriali, ma soprattutto una grande alleanza che renda operativo un cambiamento culturale per un maggior impegno di tutte le forze del Paese attorno alla questione natalità e famiglia”.
Per quale motivo, allora, sostenere la famiglia fa bene all’economia?
“Il progresso e la sostenibilità del Paese sono strettamente legati al benessere delle famiglie. Garantire un ambiente favorevole alla crescita demografica è cruciale per la competitività ed innovatività del sistema produttivo, per la sostenibilità del sistema sanitario e previdenziale ma anche per contrastare lo spopolamento delle zone rurali e il declino di alcune regioni, per attrarre e valorizzare di più i giovani”.
Quali politiche servono per la famiglia?
“E’ necessario adottare misure economiche, fiscali e lavorative mirate, oltre a potenziare i servizi locali per la prima infanzia ed il ‘caregiving’ e sostenere le politiche abitative per le giovani coppie. E’ altresì essenziale promuovere un cambiamento culturale, dove le politiche familiari diventino parte integrante della strategia di sviluppo nazionale, anziché essere considerate solo un complemento delle politiche sociali. In questa prospettiva è fondamentale, realizzare una riforma fiscale che tenga conto della composizione del nucleo familiare e dei costi di accrescimento dei figli, al fine di consentire alle famiglie di avere più figli senza rinunciare a stabilità economica e qualità della vita”.
L’ISEE è uno strumento ancora valido per sostenere le politiche familiari?
“L’ISEE è uno strumento che necessita di essere aggiornato e migliorato per rispondere efficacemente alle esigenze attuali delle famiglie italiane e per supportare le politiche familiari in modo più adeguato. A seguito delle sollecitazioni del Forum, il Governo ha costituito un gruppo di lavoro interministeriale per una riforma dell’ISEE riconoscendone la non appropriatezza. Numerose sono state le note critiche e le proposte apportate dal Forum a partire dal computo della prima casa, allo scorretto coefficiente con cui si considerano i figli, la considerazione dei figli. La costituzione di un tavolo che coinvolge tre ministri dimostra l’importanza del dialogo costruttivo avviato dal Forum attraverso i tavoli tecnici istituzionali”.
Come ‘sconfiggere’ l’inverno demografico dell’Italia?
“Il tema della fiducia e della speranza è uno dei driver essenziali per progettare una famiglia e soprattutto per ipotizzare di mettere al mondo un figlio. Se non c’è fiducia non c’è natalità. E’ necessario, pertanto, costruire un ecosistema più favorevole alla famiglia e per farlo servono misure concrete ma soprattutto una grande alleanza che renda operativo un cambiamento culturale, fattivo e non solo di parole, per un maggior impegno di tutte le forze del Paese attorno alla questione natalità e famiglia. Auspichiamo, in tal senso, un potenziamento dei servizi per la prima infanzia, come asili nido e scuole materne, per aiutare i genitori a conciliare meglio vita familiare e lavorativa. Riteniamo centrale, inoltre, un aumento significativo dell’assegno unico per le famiglie. Questo strumento dovrebbe essere ampliato per offrire un supporto finanziario adeguato ai genitori, alleviando i costi legati alla crescita dei figli. Crediamo poi che l’investimento su donne e giovani sia inderogabile, per generare valore e attrazione per i nostri territori”.
In quale modo la famiglia genera capitale sociale?
“La famiglia è un generatore essenziale di capitale sociale perché costituisce il primo ambiente in cui si creano e si consolidano le relazioni di fiducia, solidarietà e reciprocità. Papa Francesco definisce le famiglie ‘laboratorio di umanizzazione’. Queste relazioni sono fondamentali non solo per il benessere individuale, ma anche per la coesione sociale e il funzionamento della società nel suo complesso. Le famiglie stabili e integre tendono a produrre migliori risultati in termini di salute, istruzione e soddisfazione personale, oltre a promuovere un maggiore impegno sociale e politico. Questo tipo di capitale sociale ‘interno’ alla famiglia si riflette poi all’esterno, favorendo una maggiore responsabilità sociale”.
(Tratto da Aci Stampa)