Caso Rupnik. Anche in Sicilia i mosaici dello scandalo con gli occhi delle tenebre

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 17.07.2024 – Ivo Pincara] – Il quotidiano Il Sicilia [QUI] ha osservato che l’incandescente dibattito sulle opere con gli occhi neri di Rupnik dovrebbe toccare anche la Sicilia, perché non sono poche quelle che si trovano qui. Pare che la Diocesi di Caltagirone ha il primato di presenza di opere di Rupnik. Il Sicilia ne fa un elenco: nella cattedrale di San Giuliano, nella cappella del Vescovo Calogero Peri, nella cappella del seminario, nella chiesa parrocchiale della Madonna della Via. Poi, nel manifesto delle ultime ordinazioni sacerdotali del 25 maggio 2024 campeggia, come non fosse successo nulla, un’opera di Rupnik con gli occhi neri. Le opere di Rupnik si trovano anche a Catania, nella Chiesa dei Santi Elisabetta e Zaccaria. E ad Acquedolci in provincia di Messina c’è un mosaico di Rupnik nella chiesa Madre di Santa Maria Assunta.

Il Sicilia sottolinea che al momento dalle diocesi siciliane interessate non c’è stato nessun commento o nessuna messa in discussione delle opere di Rupnik, mentre il dibattito a livello delle diocesi d’Italia ferve. Pure Avvenire, il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana si è interrogato su cosa fare delle opere di Rupnik, formulando anche una domanda scomodo a latere: “Ma il vero nodo è la committenza. C’era bisogno di quelle opere?” [QUI].
A luce di falsi paragoni, tirando in ballo artisti come Bernini e Caravaggio, Andrew e Gwyneth Thompson-Briggs sul National Catholic Register [QUI] hanno osservato giustamente, che “abbiamo a che fare con l’accusa che Rupnik sia un sacerdote apostata che, nel corso di una lunga carriera nel cuore delle strutture ufficiali della Chiesa, ha sfruttato la sua autorità di sacerdote, teologo e artista sacro per farsi profeta di un falso Vangelo in cui il peccato è virtù e la virtù è peccato”.
Sullo sfondo, anche delle chiese siciliane, l’inquietante sguardo delle figure di Rupnik con gli occhi inquietanti, che, come hanno osservato gli artisti Thompson-Briggs, sono “privi di ogni luce, quasi come se raffigurassero non la Luce del mondo, ma le Tenebre del mondo, in cui vediamo solo le tenebre”.
Il caso Rupnik rimane – irrisolto – tra gli scandali più dolorosi per la Chiesa Cattolica, per diversi motivi che abbiamo spiegato. Soprattutto, perché è coinvolto il Papa regnante trova soprattutto tra i vescovi di difensori della sua arte, che per estensione lo giustificano. Sopravalutato come punto di riferimento per l’arte sacra contemporanea, apprezzato da Papi e Vescovi, le sue opere “artistiche”, accompagnate da Rupnik di una produzione “teologica” e “spirituale”, si trovano in tutto il mondo, fino allo Stato della Città del Vaticano, in cappelle, chiese, basiliche, santuari, cattedrali. nella cappella Redempotoris Mater, voluta da Papa San Giovanni Paolo II.
La sua storia ormai è conosciuta e nessuno può continuare a dire di non saperne nulla e neanche il sostegno di cui il mito Rupnik continua a godere tra le gerarchie ecclesiastiche. Nonostante le testimonianze che si accumulano da molto tempo e a cui si aggiungono sempre nuovi dettagli. Ricordiamo Gloria Branciani e Mirjam Kovac che raccontato degli «abusi di coscienza, di potere, spirituali, psichici, fisici e spesso anche sessuali» che hanno subito personalmente o di cui sono venute a conoscenza nel tempo da parte di Rupnik. Alcuni particolari del racconto delle donne sono sconvolgenti: Rupnik aveva chiesto ad una delle consacrate di avere rapporti a tre con un’altra sorella della comunità «perché la sessualità doveva essere secondo lui libera dal possesso, ad immagine della Trinità dove, diceva, il terzo raccoglieva il rapporto tra i due». Una delle donne ricorda anche che le richieste di atti sessuali avvenivano «anche mentre dipingeva ed erano sempre più aggressive e spesso avvenivano quando dipingeva il volto di Gesù per qualche nostra cappella».
L’indagine su Rupnik è ancora in corso ma il clamore e lo sdegno suscitato dalla vicenda e dai racconti delle ex religiose hanno provocato un terremoto di portata internazionale che ha alimentato un tormentato dibattito sulle sue oltre 200 opere. Le presunte vittime di Rupnik chiedono che le sue opere non siano più esposte nelle chiese: «Le opere sono esposte nei luoghi in cui ciascun credente si raccoglie in preghiera e suscitano turbamento negli animi dei fedeli». Come minimo, l’esposizione delle opere di Rupnik è «inappropriata» e porta a rivivere il trauma delle donne che «quotidianamente devono confrontarsi con le conseguenze psicologiche che gli abusi hanno arrecato loro». L’Avv. Sgrò, il legale di cinque di loro afferma: «Peraltro, è emerso che durante la realizzazione di alcuni mosaici, almeno una suora ha ricevuto molestie di natura sessuale anche sulle impalcature, mentre partecipava alla messa in opera del mosaico. Altre suore hanno raccontato di aver fatto da modelle per le opere di Rupnik, anche queste esposte in luoghi sacri, e mentre posavano sono state abusate».
Il Cardinale Sean O’Malley, Presidente della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, ha scritto una lettera ai dicasteri della Curia Romana invitandoli a evitare di esporre o usare le opere di Rupnik in un modo che possa far presumere un atteggiamento «di assoluzione o sottile difesa» o che possa indicare «indifferenza al dolore e alla sofferenza» delle vittime. Mons. Jean Marc Micas, Vescovo di Lourdes e Tarbes ha dichiarato che sarebbe meglio rimuovere i mosaici realizzati da Marko Rupnik per il Santuario di Lourdes ed esposti all’ingresso della Basilica di Nostra Signora del Rosario. I Cavalieri di Colombo hanno annunciato che i mosaici di Rupnik nelle loro due chiese saranno oscurati.
Foto di copertina: il presbiterio della cattedrale di Caltagirone.