Un’intera famiglia santa? La storia degli Ulma

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Siamo nella Polonia della Seconda Guerra Mondiale, i nazisti stanno cercando gli ebrei in ogni angolo per sterminarli, in nome di un’ideologia folle, quella di Hitler, che predica la “pulizia razziale”. Mentre i gendarmi tedeschi seminano morte, tra molte persone semplici sopravvive, anzi, fiorisce ancora di più, la solidarietà. Una delle famiglie che rischierà e perderà la vita per salvare degli amici e vicini di casa ebrei, sarà la famiglia Ulma.

I coniugi Ulma, Joseph e Viktoria, avevano fatto del Vangelo il loro programma di vita e lo incarnavano in tutto ciò che facevano: nella cura della casa, nella crescita dei figli (sei, con il settimo in arrivo), nei rapporti con gli altri, nella solidarietà con chi aveva bisogno, nella fiducia verso la Provvidenza. E’ quando si vive da santi, che si può anche morire da santi.

Nel loro caso, la morte – tutta la famiglia è stata uccisa a colpi di fucile – è stata conseguenza di una scelta altruistica e coraggiosa: ospitare otto ebrei, cui sarebbe capitata in sorte, altrimenti, una morte sicura. Potrebbe sembrare una storia senza lieto fine, umanamente parlando, infatti, non c’è. Anche guardando agli Ulma, però, Gesù ci chiede di avere fiducia nella potenza della Resurrezione. Se si muore in Cristo, quella morte non è eterna: diviene solo un passaggio.

Nel dicembre del 2022 Papa Francesco ha proclamato beata tutta la famiglia, dal primo all’ultimo membro, compreso il piccolo non ancora nato. Questa famiglia, uccisa da un odio insensato, demoniaco, ci viene presentata dalla Chiesa viva, oggi, per sempre. Ci viene offerta e donata come esempio di carità e misericordia.

La Casa Editrice Mimep Docete mi propose, l’anno scorso, di scrivere un libro su di loro. Decisi di accettare (ed infatti il libro è uscito da poco) non solo per parlare del gesto eroico (accettare la morte per aiutare persone in difficoltà). Mi colpì, anzitutto, che quella famiglia era una piccola chiesa domestica.

Mi colpì il modo in cui la preghiera scandiva le loro giornate. Mi colpirono questa mamma, questo papà, capaci di stare in ginocchio davanti a Dio e di insegnarlo ai loro figli. Mi colpì la gratuità con cui Joseph aiutava i suoi vicini di casa, mettendo le sue doti al servizio degli altri senza chiedere nulla in cambio, sebbene vivessero in condizioni modeste. Mi colpì la generosità di Viktoria, la sua limpidezza, la capacità di aprire le porte di casa.

E questi esempi sono validi anche per noi oggi. Perciò, ho pensato di impostare il libro non solo come una biografia, bensì come un percorso a tappe, che offrisse spunti alle famiglie di oggi. Ogni capitolo ha lo scopo di far pensare il lettore su una qualità della famiglia cristiana: dalla fiducia in Dio, all’accoglienza degli altri; dalla cura dei figli, alla serietà nel lavoro.

Ecco cosa trovate in ‘Un angolo di Cielo in famiglia: i coniugi Ulma, modello di carità’ (Mimep Docete, 2024): un piccolo ‘manuale di manutenzione’ della famiglia cristiana, a partire non da mera teoria, ma dall’esempio di una famiglia reale, viva in Cielo, che ha posto le sue radici in Cristo.