L’avvertimento del Vescovo Schneider: la scomunica dell’Arcivescovo Viganò porta a ulteriori divisioni nella Chiesa

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 13.07.2024 – Jan van Elzen] – Riportiamo l’articolo di Claire Giangravé pubblicato il 24 giugno dall’agenzia di stampa Religion News Service, in cui Mons. Athanasius Schneider, O.R.C., Vescovo ausiliare di Maria Santissima in Astana, dieci giorni prima del decreto penale del Dicastero per la Dottrina della Fede, commentava i possibili effetti della scomunica per scisma (non per eresia) di Mons. Carlo Maria Viganò [QUI, QUI e QUI], ritenendo che «Papa Francesco sarebbe saggio e prudente se non scomunicasse» il Nunzio apostolico, per quanto le sue affermazioni sull’illegittimità del Pontefice siano infondate.
Un prelato conservatore avverte che la scomunica di Mons. Carlo Maria Viganò porterà a ulteriori divisioni. Ciononostante, il Vescovo Athanasius Schneider ha detto che le affermazioni sull’illegittimità di Papa Francesco sono infondate
di Claire Giangravé
Religion News Service, 24 giugno 2024
(Traduzione italiana dall’inglese a cura di MiL-Messainlatino.it [QUI])
Mons. Athanasius Schneider, O.R.C., Vescovo ausiliare di Maria Santissima in Astana, critico dichiarato di Papa Francesco, ha affermato che se l’opposizione pubblica di Mons. Carlo Maria Viganò a Papa Francesco «è irriverente e irrispettosa», la Santa Sede dovrebbe pensarci due volte prima di scomunicarlo.
«Penso che Papa Francesco sarebbe saggio e prudente se non scomunicasse Mons. Carlo Maria Viganò», ha detto Mons. Schneider all’agenzia di stampa Religion News Service in un’intervista di lunedì (24 giugno), aggiungendo che «con questo atto, la Santa Sede aumenterà ancora di più le divisioni».
Il Dicastero per la Dottrina della Fede, precedentemente noto come Santa Inquisizione, ha convocato Mons. Carlo Maria Viganò a giudizio il 28 giugno con l’accusa di scisma, che può incorrere nella pena della scomunica. Mons. Viganò ha scritto in una dichiarazione pubblica che non ha intenzione di partecipare al «falso processo» e ha raddoppiato le sue critiche a Papa Francesco e alla Santa Sede.
Mons. Athanasius Schneider ha detto che i funzionari della Santa Sede dovrebbero invitare Mons. Carlo Maria Viganò privatamente, e non in un contesto giudiziario, per appianare le divergenze. «Mi dispiace che Mons. Carlo Maria Viganò usi un linguaggio irrispettoso», ha detto, aggiungendo che «non è edificante o utile per nessuno».
Mons. Carlo Maria Viganò, che è stato Nunzio Apostolico negli Stati Uniti, è salito alla ribalta nel 2018 quando ha pubblicato una lunga lettera in cui accusava Papa Francesco di aver coperto le denunce di abusi sessuali su minori da parte dell’influente ex Cardinale statunitense Theodore Edgar McCarrick. Nella lettera ha chiesto a Papa Francesco di dimettersi dalla sua posizione.
Negli anni successivi, le posizioni di Mons. Carlo Maria Viganò sono diventate sempre più radicali, criticando il Concilio Vaticano II, condannando i vaccini COVID-19 e lodando il Presidente russo Vladimir Vladimirovič Putin come salvatore della Cristianità.
L’arcivescovo ha anche affermato che l’elezione di Papa Francesco è illegittima, portando molti prelati conservatori a prendere le distanze da Mons. Carlo Maria Viganò.
«È in errore, perché sta esprimendo una nuova teoria della teoria probabilmente non valida dell’elezione illegittima di Papa Francesco», ha detto Mons. Athanasius Schneider, aggiungendo che le posizioni di Mons. Carlo Maria Viganò non hanno «alcun fondamento». Mons. Schneider ha anche affermato di aver chiesto a Mons. Viganò, che vive in clandestinità da quando ha pubblicato la sua dichiarazione pubblica nel 2018, di evitare di usare un linguaggio irrispettoso nei confronti di Papa Francesco.
A prescindere da ciò, il vescovo kazako ritiene che Mons. Carlo Maria Viganò non debba essere scomunicato. «Penso che oggi la Chiesa abbia così tanta divisione interna che sarebbe imprudente, anche se c’è qualche base canonica per giudicare Mons. Viganò».
Mons. Athanasius Schneider è l’ultimo di una serie di critici papali conservatori che si sono dissociati dal focoso arcivescovo. I conservatori italiani hanno accolto con favore la decisione di Papa Francesco di prendere finalmente provvedimenti nei confronti di Mons. Carlo Maria Viganò, mentre la tradizionalista Fraternità Sacerdotale San Pio X, fondata nel 1970 dall’Arcivescovo scismatico Mons. Marcel François Lefebvre, ha dichiarato di non sostenere le affermazioni di Mons. Viganò sull’illegittimità dell’elezione di Papa Francesco.
Di etnia tedesca, cresciuto in Kazakistan sotto l’Unione Sovietica, Mons. Athanasius Schneider è emigrato in Germania con la famiglia per sfuggire alla repressione comunista del Cattolicesimo. Ha criticato le limitazioni imposte da Papa Francesco alla Santa Messa tradizionale e la sua decisione di permettere ai Cattolici divorziati e risposati di ricevere la Comunione. Quando Papa Francesco ha pregato con gli indigeni nei giardini vaticani durante il Sinodo dei Vescovi per la regione pan-amazzonica del 2019, Mons. Schneider ha detto che si trattava di «panteismo implicito». Ha anche criticato gli sforzi ecumenici e interreligiosi di Papa Francesco per promuovere il dialogo, sostenendo che minano l’«unica vera religione». La sua diocesi è stata la prima a rifiutare l’applicazione della Dichiarazione Fiducia supplicans sul senso pastorale delle benedizioni del 2023, che consente ai sacerdoti di benedire le coppie omosessuali e irregolari [QUI].
Il suo nuovo libro, Flee from Heresy [1], descrive in dettaglio la storia delle scuole di pensiero scismatiche ed eretiche nella Chiesa e sarà pubblicato il 16 luglio. «Anche un cieco percepisce che stiamo vivendo in un’epoca di grande confusione per quanto riguarda la chiarezza della dottrina e della morale. È stato necessario aiutare i fedeli e i sacerdoti a parlare degli errori comuni non solo del nostro tempo, ma anche del passato», ha detto.
Mons. Athanasius Schneider ha affermato che il relativismo è la sfida più grande che la Chiesa deve affrontare, in quanto suggerisce che «la verità non è qualcosa di assoluto, ma di relativo». Ha indicato la teoria del gender come una conseguenza di questa mentalità e ha condannato le organizzazioni internazionali che la difendono e la sostengono a livello globale.
«La Santa Sede sta diventando uno strumento delle élite globali», ha detto. «È triste che questa nuova ideologia globale sia riuscita in larga misura a prendere in ostaggio la Chiesa Cattolica e a trasformare la Santa Sede e gli episcopati in suoi collaboratori».
Mons. Athanasius Schneider ha detto di credere che il suo nuovo libro aiuterà a informare i Cattolici sulla loro fede. Nell’ottobre dello scorso anno ha presentato un altro libro, Credo. Compendio della fede cattolica [2], con suggerimenti per aggiornare la dottrina ufficiale per affrontare i temi del genere, della sessualità e della tecnologia moderna.
Sebbene Papa Francesco abbia accolto il dialogo e persino le critiche dei suoi oppositori, di recente ha dato un giro di vite agli opinionisti conservatori, tra cui Mons. Carlo Maria Viganò. L’anno scorso, Papa Francesco ha chiesto che il leader de facto della fazione conservatrice della Chiesa, il Cardinale Raymond Leo Burke, lasciasse i suoi appartamenti in Vaticano e ha rimosso Mons. Joseph Edward Strickland, critico papale dichiarato, dalla sua Diocesi di Tyler, in Texas [QUI].
All’epoca, Mons. Athanasius Schneider prese le difese di Mons. Joseph Edward Strickland, definendo in una lettera pubblica le accuse contro di lui «inconsistenti e sproporzionate».
Mons. Athanasius Schneider ha dichiarato all’agenzia di stampa Religion News Service che le sue critiche a Papa Francesco sono «un’espressione di vero e sincero amore per il Pontefice», sottolineando al contempo il dovere dei vescovi di richiamare il Capo della Chiesa quando è in errore. «Non sarò giudicato da Papa Francesco quando morirò», ha detto. «Solo Dio è il mio giudice».

[1] In uscita il 16 luglio 2024 il nuovo libro del Vescovo Athanasius Schneider Flee from Heresy. A Catholic Guide to Ancient and Modern Errors [Fuggi dall’eresia. Una guida cattolica agli errori antichi e moderni] (Sophia Institute Press 2024, 272 pagine [QUI]).
La società è perduta e confusa riguardo a Dio, alla moralità e all’eternità. I Cattolici affrontano persecuzioni, dall’esterno e dall’interno della Chiesa [3], perché vivono la loro fede. I sacerdoti denunciano gli errori e la corruzione nella loro stessa gerarchia, solo per essere emarginati e puniti dai loro superiori. I pochi vescovi che rimangono fedeli all’immutabile insegnamento di Cristo vengono rimproverati e “cancellati”, anche dallo stesso Papa, e mandati in esilio. I Cattolici che desiderano un culto riverente sono costretti a lasciare le loro parrocchie e a rifugiarsi in luoghi improvvisati. Questa è una descrizione della Chiesa Cattolica nel IV secolo. Considerando modelli simili ricorrenti nel nostro tempo, un vescovo Cattolico lancia un appello alle anime: “Conoscete gli errori e abbracciate la verità!”
In Fuggi dall’eresia. Una guida cattolica agli errori antichi e moderni, il Vescovo Athanasius Schneider – cresciuto tra i Cattolici perseguitati nell’Unione Sovietica – offre una trattazione sistematica di oltre 130 errori dottrinali, dai tempi antichi fino ai nostri giorni, insieme alle traduzioni in inglese dei principali documenti anti-eresia della Chiesa degli ultimi due secoli.
In questa affascinante esposizione ci sono le radici ideologiche dei nostri tempi instabili, per essere meglio attrezzati per seguire il consiglio “esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono” (1 Tess 5,21):
- Cos’è l’eresia e cosa non lo è
- Una storia travolgente di eresie attraverso i secoli
- Come l’eresia distrugge la carità e la vita spirituale
- Perché Dio permette che l’eresia affligga la Sua Santa Chiesa
- Nomi e categorie di oltre 130 errori dottrinali
- L’eresia nefasta dell’anticristo e dell’antimaria
- Come l’eresia si collega allo scisma, all’apostasia e alla scomunica
- Perché la Vergine Maria è invocata come “Distruttrice delle eresie”
Combinando precisione teologica, superba visione storica e principi concreti per l’azione oggi, Fuggi dall’eresia è una guida tempestiva e affidabile negli errori antichi e nuovi.

[2] Credo. Compendium of the Catholic Faith [Credo. Compendio della Fede Cattolica] (Sophia Institute Press 2023, 402 pagine [QUI]) del Vescovo Athanasius Schneider.
Scritto per i piccoli e i semplici, in un linguaggio accessibile e comprensibile anche a persone non esperte di questioni teologiche, pur essendo accurato e fedele alla dottrina della Chiesa, questo Compendio espone la verità della Fede e della Tradizione cattolica di fronte alla complessità del momento attuale.
La trasmissione completa della fede, della morale e della Sacra Liturgia ricevuta dalla Chiesa è un dovere e una responsabilità di ogni vescovo cattolico, e ciò in virtù della consacrazione episcopale. Né il papa, Vicario di Cristo, né i vescovi sono proprietari del Depositum fidei o della Sacra Liturgia, né possono disporne a loro discrezione. Non hanno nemmeno il potere di proporre nuove forme di espressione della dottrina cattolica, se non nello stesso senso della Tradizione. A questo proposito, il commento di San Vincenzo de Lerins nel Commonitorium 8 è molto stimolante: «L’autorità dell’Apostolo si manifestava allora con la sua massima severità: “Se anche noi stessi, o un angelo dal cielo, vi predicasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema” (Gal 1, 8). E perché san Paolo dice “anche se noi stessi” e non “anche se io stesso”? Perché significa che se anche Pietro, o Andrea, o Giovanni, o l’intero collegio degli Apostoli, annunciasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema. Tremendo il rigore con cui, per affermare la fedeltà alla fede primitiva, non esclude né se stesso né gli altri Apostoli».
Mai come oggi il popolo Cattolico ha avuto a disposizione una tale quantità di testi del Magistero. Tuttavia, mai come oggi la fede si è persa. Questa è un’apparente contraddizione. La fortissima diminuzione, in Occidente, nel periodo successivo al Concilio Vaticano II, della frequenza alla Santa Messa, dei battesimi, dei matrimoni cattolici, delle prime comunioni, delle cresime, delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, la perdita dei vescovi come autorità morale in ogni Paese, l’enorme abbandono sia del ministero sacerdotale che dei voti religiosi, tutto questo è avvenuto per gravi ragioni. Alcuni attribuiscono una situazione così drammatica al Concilio Vaticano II, altri al cosiddetto “spirito del Concilio”, altri ancora all’attuale situazione mondiale, altri ancora a una combinazione di questi fattori, ma il fatto reale è lì, davanti a noi. Riconoscerlo in tutta la sua ampiezza, profondità e drammaticità, sia all’interno della Chiesa sia nello stato caotico del mondo attuale (elementi concatenati), costituisce il punto di partenza per cercare una via d’uscita soprannaturale e naturale da una crisi, l’attuale, che secondo alcuni è la più grande nella storia della Chiesa.
D’altra parte, nessuno può negare che, data la grave spaccatura della cristianità dovuta all’opera disgraziata di Martin Lutero nei suoi vari aspetti religiosi, politici, sociali e culturali, il Concilio di Trento e il “movimento della controriforma” hanno avuto il potere, a differenza del Concilio Vaticano II, di affrontare l’eresia e di salvaguardare l’intera fede cattolica all’interno della Chiesa, riconquistando molti Paesi con radici Cattoliche.
Il Compendio del Vescovo Schneider, esponendo con chiarezza la fede, la morale e la liturgia cattolica, affronta numerose e complesse questioni attuali segnate da grande confusione. Le affronta senza paura di nessuno, se non di Dio – a cui tutti dobbiamo rendere conto – e senza i condizionamenti mentali e comportamentali imposti dal compromesso con il mondo civile ed ecclesiastico, che in molti casi si traduce in un clamoroso silenzio.
Oggi abbiamo la preziosa testimonianza, a favore della verità, del Vescovo di Tyler (Texas), Monsignor Joseph Strickland, che tutti dobbiamo accompagnare con la preghiera.
Nel Compendio, in oltre 400 pagine e con 607 citazioni di documenti della Chiesa, il Vescovo Schneider affronta, tra gli altri, i seguenti temi: Transumanesimo, Pentecostalismo, Il significato della persecuzione dell’antica Messa tradizionale e il problema dell’”obbedienza” che questa persecuzione genera, Il culto della Madre Terra, Metodi asiatici di meditazione, Il sacerdozio o il diaconato femminile, L’uso dei social network, Scienza ed evoluzione, La guerra giusta, La pena di morte, Ideologia di genere, Modestia, Vaccini e mandati sanitari, Religioni del mondo, La vera preghiera, L’educazione dei figli e la scuola, La complessa questione della libertà religiosa e della libertà di espressione, Gli scandali nella Chiesa, L’infallibilità, i gradi del Magistero e l’errore, La pornografia e l’educazione sessuale, Il lavoro domenicale e il modo di adorare Dio, Il comunismo e la massoneria, Il globalismo, Il movimento carismatico, Il consumo di marijuana e di droghe, Il senso di un autentico rinnovamento della Chiesa e molto altro ancora.
Era necessario un altro Credo o Compendio della Fede Cattolica, dato che sono stati pubblicati di recente sia il Catechismo della Chiesa Cattolica che il suo corrispondente Compendio? Leggendo il Compendio del Vescovo Schneider troviamo, per la prima volta negli ultimi sessant’anni, un’esposizione della fede, della morale e della liturgia cattolica che contiene numerose citazioni del ricchissimo magistero precedente al Vaticano II. Vi si trovano anche buoni passi del Vaticano II, ad esempio da Sacrosanctum Concilium, in collegamento con Mediator Dei di Pio XII, Quanta cura di Pio IX, Libertas praestantissimus di Leone XIII, e così via. La Chiesa non è iniziata nel 1962: questo è un dato che va sempre sottolineato.
Il Compendio del Vescovo Schneider affronta implicitamente anche la questione delle cause della crisi attuale, rivelando le ambiguità insite nello stesso Vaticano II e nei documenti successivi, compreso il Catechismo della Chiesa Cattolica, oltre a citare i contributi del Magistero attuale quando è in continuità con la fede e la Tradizione della Chiesa. Nella lettura frequente di questi documenti, spesso ci sfuggono affermazioni che, se guardate più da vicino e nel loro vero significato, non sono compatibili con la dottrina della Chiesa o la diluiscono in modo quasi impercettibile.
Monsignor Schneider va ringraziato per l’egregio lavoro svolto e preghiamo affinché la purezza della sua dottrina, della sua morale e della sua liturgia torni presto a risplendere nella Chiesa, in modo da poter distinguere senza dubbio il grano dalla zizzania, per la maggior gloria di Dio e la salvezza delle anime.
La presentazione di Credo: Compendio della Fede Cattolica del Cardinale Robert Sarah a Roma, giovedì 26 ottobre 2023 [QUI]: «Oggi regna la cacofonia, con il risultato di confusione, ambiguità e apostasia».
[3] Vessazione religiosa nell’Arcidiocesi di Chieti-Vasto
Il sito MiL-Messainlatino.it segnala [QUI] che un lettore, qualche tempo fa, ebbe a segnalare la triste situazione che c’è ad Atessa, nell’Arcidiocesi di Chieti-Vasto (retta da Mons. Bruno Forte, noto, inter alia, per vietare anche oggi la Santa Comunione in bocca) a danno dei fedeli della Messa tradizionale: «Dallo scambio di corrispondenza, è chiaro che i fedeli obbedienti si trovano davanti ad un muro e a parlare a sordi. Ancor più enorme è il pregiudizio in cui si arroccano le autorità ecclesiastiche: chi è che provoca divisione? Chi è che fa della liturgia antica un problema e un pretesto di “scontro”? I fedeli che si rivolgono filialmente al proprio vescovo? NO. Vi riproponiamo la segnalazione del lettore, accorciata»:
Questo caso riguarda una triste vicenda di un vero e proprio ostracismo ad un gruppo di fedeli ai quali viene impedito la concessione di spazi e ogni tipo di sostegno spirituale proprio da chi dovrebbe essere pastore di tutti, ma ancora una volta dal “todos todos todos” sono esclusi quelli che, vorrebbero pregare usando secondo il rito tradizionale.
Siamo ad Atessa, un borgo splendido per storia, arte e paesaggio della provincia di Chieti, in Abruzzo, e facente parte del territorio dell’Arcidiocesi di Chieti-Vasto il cui presule è il teologo Bruno Forte, 75 anni il prossimo 1° agosto.
Qui si è costituita la Compagnia “San Giuseppe” che, si legge nella sua pagina ufficiale sul social network Facebook, “si prefigge i seguenti scopi: difendere la Tradizione cattolica”. Apriti cielo!
Prima di andare avanti una premessa. Tutta la corrispondenza è PUBBLICA, ogni cosa che invio le potete andare a rintracciare voi stessi scorrendo la pagina Facebook [QUI] della compagnia che ha impostazioni aperte a tutti. […] Un’altra precisazione. Io non faccio parte di questa e non la frequento, ma Vi segnalo questa cosa perché la gente deve sapere, perché certi atteggiamenti di un clericalismo bieco e da padre/padrone almeno devono essere messi in evidenza.
Ora, finalmente, inizio col narrarvi questa vicenda. Come già detto, questa associazione di fedeli nasce non molto tempo fa (a quanto mi pare di capire) e, come ogni gruppo umano che si riunisce in un gruppo, necessita di un luogo comune; se i fini di queste adunanze sono di natura religiosa il luogo religioso è, per sua natura, una chiesa. Come in tutti i centri storici di questa Europa ormai scristianizzata, le chiese in disuso certo non mancano.
Non lontano da Atessa, in località Vallaspra, si trova un sito di grande bellezza artistica e paesaggistica, il convento di San Pasquale, con l’annessa chiesa di Santa Maria degli Angeli e, antistante ad essa, una bellissima riproduzione della grotta di Lourdes, con un altarino e l’effige di nostra Signora Immacolata Concezione. Considerato che siamo di fronte ad una delle tante chiese non officiate regolarmente (ma ancora consacrata) la compagnia fa richiesta formale alla Parrocchia di San Leucio di Atessa (nel cui territorio ricade questo sito sacro) di aver aperta la chiesa per la sola recita del Santo Rosario in latino.
Vistasi negata la disponibilità inizia il calvario: siamo all’aprile del 2021 e si fanno richiesta formale all’Arcidiocesi di Chieti-Vasto, alla Parrocchia di San Leucio di Atessa, ma anche al Comune di Atessa.
Le risposte arrivano: dal Comune si passa la palla a Diocesi e Parrocchia che, dal canto loro, non concedono l’apertura della chiesa per i motivi che si leggono nella lettera di risposta: l’associazione non è riconosciuta canonicamente, poi viene tirata fuori la scusa della pandemia che è il calderone dove far confluire tutte le scusanti possibili e immaginabili (si fa presente che attualmente, aprile 2024, la Diocesi di Chieti impone ancora il divieto dell’Acqua Santa e l’Eucaristia sulle mani a motivo della pandemia, nel 2024) e alla parrocchia viene lasciata facoltà di decidere chi e come usare la chiesa ed effettivamente in occasione di matrimoni ed eventi mondani la chiesa viene prontamente aperta, ma per pregare il Santo Rosario viene sistematicamente negata.
L’associazione non si arrende fa formale richiesta al Comune di Atessa per richiedere, in virtù della trasparenza amministrativa, la documentazione sul comodato d’uso della chiesa; il Comune risponde con un atteggiamento degno di un Ponzio Pilato.
Non rimane che pregare presso la Grotta di Lourdes, all’aperto, che trovasi di fronte all’ex-convento.
L’associazione si rivolge presso il difensore civico della Regione Abruzzo ed anche in questo caso si riscontra un comportamento da Ponzio Pilato.
Con l’avvicinarsi della solennità dell’Immacolata Concezione, nel dicembre 2022 viene richiesta al Comune di Atessa la disponibilità delle strade e della vigilanza affinché possa aver luogo una processione notturna che ha come sua destinazione sempre la grotta di Lourdes antistante l’ex-convento di San Pasquale. Il Comune non concede la vigilanza e l’evento si tiene, con una breve processione nei pressi della grotta e il consueto Santo Rosario.
Per il 31 marzo 2023 l’associazione organizza una Via Crucis e il Settenario a Maria Addolorata, ma tutto viene annullato perché “il parroco ha dato disposizione di chiudere la chiesa”.
È ormai lapalissiano che a San Pasquale c’è chi può e chi non può, tutti sono i benvenuti, purché non siano cattolici che pregano in latino. Siamo al 2024 e la compagnia torna a implorare presso chi è deputato ad essere pastore (e non padrone) del suo gregge un recinto dove pregare. Viene individuata la bella chiesa di San Giovanni che sorge nel centro storico della cittadina abruzzese: questa chiesa è di alto valore architettonico e versa in uno stato di grave abbandono e degrado a causa di gravi infiltrazioni d’acqua.
L’associazione si offre come soggetto per il recupero di un luogo non solo religioso, ma anche storico-artistico e, per di più, anche civico in quanto su un fianco esterno insiste il Monumento ai caduti della Prima e Seconda Guerra Mondiale. L’associazione chiede alla diocesi il permesso del recupero della chiesa e la possibile, ivi, di pregare e celebrare la Santa Messa tridentina. Viene anche realizzato un comunicato per sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore per lo meno storico-artistico del recupero di un monumento cittadino che rischia di andar perduto per via del degrado. La risposta della diocesi, neanche a dirlo, è il diniego della concessione della chiesa facendo leva sul Motu proprio Traditionis custodes [QUI] e sul fatto che la compagnia non risulta essere giuridicamente riconosciuta. Il fatto viene riportato anche con un articolo di stampa che compare sul quotidiano locale Il Centro. Evidentemente chi questa Chiesa attuale preferisce che un tempio di culto crolli sotto il peso dell’incuria pur di impedire a tutti i costi il tanto temuto latinorum!
A questo punto la Compagnia di San Giuseppe tenta l’ultima carta, vale a dire richiedere al proprio vescovo la disponibilità di una chiesa qualsiasi di Atessa o dei dintorni, a sua scelta, officiata o meno. La risposta del pastore diocesano è ancora un ennesimo, inesorabile e, questa volta, inequivocabile no, no e ancora no!!! Ancora una volta viene messo avanti Triditionis custodes e il fatto che l’associazione non ha riconoscimento ecclesiale (si noti che nella prima lettera si faceva leva sulla mancanza di un riconoscimento giuridico, adesso il problema è il riconoscimento ecclesiale: sembra quasi una presa in giro). Tuttavia viene assicurata la preghiera affinché si mantenga obbedienza al vescovo e al Papa.
Ed eccoci ai giorni nostri. Come andrà ad evolversi tutto ciò? Lo scopriremo vivendo, tuttavia c’è la certezza di una Chiesa sorda alle richieste di conforto spirituale di una parte del suo gregge, un Chiesa che è chiamata ad essere madre e custode e si comporta da padre padrone e tiranna. Viene in mente il passo di Isaia (53,6): “Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada”. In ogni caso la domanda sorge spontanea a questa Chiesa: “Ve lo meritate ancora l’8×1000?” Si diano una risposta da soli.
Foto di copertina: l’incoronazione dell’Antipapa Clemente VII, Archivi iconografiche del palais du Roure ad Avignon.
Lo Scisma d’Occidente, che divise la Chiesa in due e poi in tre. Il 20 settembre 1378 i cardinali francesi elessero un nuovo Papa, Clemente VII, in contrapposizione al pontefice già in carica, Urbano VI. Aveva così inizio lo Scisma d’Occidente, destinato a durare quasi quarant’anni e a dividere in due – e per un breve periodo persino in tre, quando si aggiunse un terzo papa – l’intera Europa. All’origine della crisi vi fu prima di tutto l’abbandono di Avignone e il ritorno della sede apostolica a Roma nel 1377. Ma ciò che i cardinali francesi non digerirono fu l’elezione, avvenuta l’anno dopo, dell’italiano Bartolomeo Prignano, che avrebbe preso il nome di Urbano VI. La scelta del nuovo Papa avvenne in una situazione molto confusa, con il popolo romano che minacciava rivolte se non fosse stato eletto un pontefice romano, o almeno italiano. Fin da subito Urbano VI si propose di ridimensionare il ruolo dei cardinali nel governo della Chiesa – che negli ultimi decenni erano diventati sempre più influenti – e al tempo stesso intraprese una politica fortemente filo-italiana nella nomina dei nuovi prelati. Per i Francesi era troppo: dopo essersi rifugiati ad Anagni, i cardinali riunirono a Fondi un nuovo Conclave e, sostenendo che l’elezione di Urbano VI era da ritenersi nulla perché avvenuta in un clima di violenza, elessero il “loro” Papa: il ginevrino Clemente VII. Mentre Roma si affrettava a condannare come Antipapa il neoeletto Clemente VII, quest’ultimo provvedeva a trasferire la sua residenza ad Avignone. Qual era il Papa legittimo? Le monarchie europee si divisero, alcune scegliendo il Papa romano (Impero, Inghilterra, Polonia e Italia settentrionale), altre il Papa avignonese (Francia, Scozia, Castiglia e Aragona). La contrapposizione si protrasse anche dopo la morte dei due pontefici, dal momento che entrambe le Chiese nominarono dei successori. La situazione si complicò ulteriormente nel 1409, quando cardinali di entrambi gli schieramenti presero l’iniziativa di convocare un concilio a Pisa, confidando di sanare la frattura che durava già da trent’anni: il concilio nominò un nuovo pontefice (l’Arcivescovo di Milano Pietro Filargis, con il nome di Alessandro V) e dichiarò decaduti gli altri due, nessuno dei quali però riconobbe la legittimità di una tale decisione. L’Europa si ritrovò così con tre Papi. Per la ricomposizione del Grande Scisma bisogna aspettare il 1417, quando il Concilio di Costanza elesse, quasi all’unanimità, il Cardinale Ottone Colonna con il nome di Martino V.