XV Domenica Tempo Ordinario: la Chiesa cristiana è Chiesa missionaria!

Dopo l’accoglienza ostile di Nazareth, Gesù riprende il suo ministero itinerante invitando i Discepoli a collaborare. Il brano del vangelo ci fa rivivere la prima esperienza di apostolato: Gesù invia i suoi discepoli a due a due, secondo l’uso ebraico. Sino ad ora i discepoli sono stati sempre con Gesù, ascoltatori assidui; ora devono lanciarsi da soli sul cammino del vangelo. E’ la prima esperienza della Chiesa missionaria: il Vangelo narra il momento in cui Gesù invia i dodici in missione: è una sorta di tirocinio di quella missione che poi saranno chiamati a svolgere dopo la sua risurrezione.
Il brano si sofferma sullo stile che dovrà contraddistinguere il vero missionario, che possiamo sintetizzarlo in due punti: a) il centro di riferimento è sempre Cristo Gesù, il Salvatore; b) la missione degli apostoli ha poi un volto: la povertà dei mezzi: gli apostoli di Gesù non sono uomini qualificati per cultura, nè funzionari affermati o imprenditori ma gente semplici che conosce solo il lavoro per vivere; l’apostolo è chiamato a diffondere il messaggio di Cristo con la parole e la testimonianza di vita, sarà Dio ad operare la conversione.
Questa è la missione propria della Chiesa alla quale Gesù affida il compito di andare in tutto il mondo per predicare il Vangelo: non preoccupatevi di quello che dovete mangiare o bere o come vestirvi. Ogni discepolo di Cristo deve essere un missionario, un apostolo; è chiamato a diffondere la Parola di Cristo che è Via, Verità e Vita; a chi ha fede è assicurata la vita eterna.
L’azione missionaria non è un tentativo di imporre agli altri le proprie convinzioni o scelte di vita ma di annunciare il messaggio di Cristo che invita alla conversione, ci rivela la verità di Dio, l’amore misericordioso del Padre, l’opera di salvezza operata da Cristo Gesù, unico mediatore che ha dato la sua vita in riscatto per tutti.
Il Vangelo deve essere offerto e non imposto: Esso è potenza divina per la salvezza (Rom. 1, 6); non si può pertanto presentare con i criteri della pubblicità; esso è un messaggio di liberazione e deve raggiungere la profondità dello spirito. Bisogna predicare non per piacere agli uomini ma solo a Dio, che scruta i cuori degli uomini. Chi opera la conversione è sempre e solo Dio. Compito del cristiano è seminare, spargere il buon seme della parola di Dio e testimoniarlo con la propria vita.
Da questo seme si sviluppano poi le comunità cristiane che vengono aggregate alla Chiesa di Cristo. Il sacramento del Battesimo è la porta che inserisce l’uomo nella Chiesa ed ogni battezzato riceve nutrimento dalla parola di Dio e dal Pane dell’Eucaristia. Scopo e fine dell’attività missionaria rimane sempre quello di promuovere la dignità della persona umana elevata da Gesù con il Battesimo a ‘Figlio di Dio’ e ad invocare Dio: ‘Padre nostro che sei nei cieli’, Gesù inviando i suoi discepoli a due a due fa loro sperimentare la missione di evangelizzatori, carisma che si esercita grazie all’azione dello Spirito santo.
Questa azione missionaria poggia su due pilastri: la preghiera e il sacrificio perché il missionario deve essere uomo di fede e chiamato a vivere e a diffondere l’amore verso Dio e i fratelli. Da qui i martiri della fede: sacerdoti e laici coraggiosamente morti sul campo per diffondere con coraggio e amore il messaggio cristiano. Questa stessa missione è affidata anche alla famiglia cristiana, vera chiesa domestica, sempre soggetto ed oggetto di evangelizzazione.
Tutti siamo chiamati in sintesi a mettere a fuoco i talenti e i carismi ricevuti dalla Spirito santo. Questo, amici carissimi, è il Regno di Dio sulla terra che ci avvia verso il Regno di Dio nel cielo. Maria Santissima, la prima missionaria del Regno dei cieli, madre di Gesù e nostra, ci aiuti a diffondere con gioia e ovunque il messaggio di amore di Cristo Gesù.