ISMU: in Italia aumentano gli immigrati cristiani

Nei giorni scorsi è stato presentato il report della Fondazione ISMU, che in base alle ricerche sul campo e ai dati relativi agli iscritti in anagrafe, stima che al 1° gennaio 2024 tra gli stranieri residenti in Italia le persone di religione cristiana, compresi i minori, siano circa 2.800.000, un centinaio di migliaia in più rispetto alla stessa data dello scorso anno.
Nel complesso i cristiani immigrati rappresentano il 53% su un totale di 5.300.000 di residenti stranieri e si confermano il gruppo religioso maggioritario, con un leggero aumento d’incidenza percentuale, oltre che assoluto, rispetto a dodici mesi prima. Tra i cristiani, il gruppo più numeroso è costituito prevalentemente da ortodossi (1.500.000) e cattolici (circa 900.000), seguiti da evangelici (145.000), copti (circa 85.000) e persone di altre appartenenze minori (nel complesso, quasi un altro paio di centinaia di migliaia).
Mentre gli stranieri residenti in Italia di fede musulmana sono circa 1.600.000 (più stabili in numerosità in valore assoluto rispetto al 1° gennaio 2023). In misura minore, sempre tra gli stranieri, sono presenti buddisti (circa 180.000), induisti (circa 110.000), sikh (90.000) ed altri (nel complesso, sono circa un altro paio di decine di migliaia). Molto importante è ancora la quota di atei e agnostici, circa il 10% in totale e oltre mezzo milione in termini assoluti.
Secondo l’indagine della Fondazione Ismu si stima che più di un quarto dei musulmani residenti in Italia al 1° gennaio 2024 sia di cittadinanza marocchina, per un totale di quasi 420.000 persone. Seguono i cittadini musulmani di Albania (circa 160.000), Bangladesh (150.000) e Pakistan (circa 140.000). Tra i cristiani ortodossi primeggiano invece i rumeni (circa 880.000), che da soli rappresentano nettamente la maggioranza assoluta di tale componente religiosa tra gli stranieri, seguiti da ucraini (circa 230.000) e moldovi (circa 100.000). Per quanto riguarda i cattolici, invece, tra le nazionalità più numerose si segnalano i filippini (circa 140.000) e gli albanesi (circa 90.000).
Inoltre UNICEF e Fondazione ISMU hanno pubblicato anche il rapporto ‘L’implementazione della piattaforma digitale Akelius: risultati, impatto e sostenibilità per documentare i risultati raggiunti con l’app Akelius in Italia’. Akelius è la piattaforma innovativa che rende l’apprendimento delle lingue un’esperienza divertente e interattiva. Adottata in 13 Paesi grazie alla collaborazione tra UNICEF e Fondazione Akelius, l’app offre lezioni, giochi ed esercizi di ascolto, lettura, scrittura e comprensione orale, adattandosi ai diversi livelli di competenza degli studenti, trasformando l’apprendimento in un’avventura coinvolgente e personalizzata.
In Italia, introdotta dall’UNICEF nel 2021, ha l’obiettivo di supportare gli alunni con background migratorio nell’apprendimento dell’italiano come seconda lingua (ITA L2), in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del merito. Akelius promuove così un approccio di apprendimento misto, coniugando l’utilizzo dell’app e di strumenti digitali in classe con i metodi tradizionali di insegnamento.
Dopo una fase pilota in partenariato con AIPI, l’UNICEF ha esteso il programma, grazie alla collaborazione con Fondazione ISMU, a 55 Istituti Comprensivi e 5 strutture ucraine in contesti extra scolastici, coinvolgendo, solo nell’anno 2022-23, oltre 1.000 studenti e 450 docenti. Dal 2021 il progetto Akelius ha raggiunto circa 700 docenti e oltre 2.500 studenti nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, favorendo l’acquisizione della lingua italiana e l’inclusione di alunni neoarrivati, tra i quali bambine e bambini rifugiati ucraini in Italia.
Attraverso un test di valutazione sviluppato per le abilità di lettura e ascolto, è emerso come oltre il 90% degli studenti abbia raggiunto gli obiettivi di apprendimento di italiano L2 che si erano prefissati, con il 57% degli studenti che ha aumentato le proprie capacità di oltre un livello del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue. Valutazioni positive emergono anche da parte degli insegnanti: l’81% ritiene che l’utilizzo di Akelius nelle lezioni di italiano L2 possa migliorare e accelerare l’apprendimento.
Il rapporto ha evidenziato anche alcune sfide per garantire un’implementazione efficace e la sostenibilità del programma nel sistema scolastico. Tra queste, emergono difficoltà organizzative nella gestione degli strumenti tecnologici, nell’integrazione di contenuti digitali nelle lezioni in modalità mista, ma anche la necessità di investire maggiormente sulla formazione degli insegnanti, sia per le competenze digitali sia per quelle specifiche dell’insegnamento dell’italiano L2.