Il papa: battezzare un neonato non è fargli violenza

Condividi su...

“Il bambino non è proprietà dei genitori, ma è affidato dal Creatore alla loro responsabilità, liberamente e in modo sempre nuovo, affinché essi lo aiutino ad essere un libero figlio di Dio”. Celebrazione del sacramento del Battesimo in Cappella Sistina questa mattina per il papa, che conclude il tempo di Natale. Nella cornice della cappella del Palazzo Apostolico, con una semplice e solenne celebrazione in italiano, Benedetto XVI ha continuato la tradizione iniziata da Giovanni Paolo II nella domenica in cui la Litirgia ricorda il Battesimo di Gesù.

“Solo se i genitori, ha detto il papa all’omelia, maturano tale consapevolezza riescono a trovare il giusto equilibrio tra la pretesa di poter disporre dei propri figli come se fossero un privato possesso plasmandoli in base alle proprie idee e desideri, e l’atteggiamento libertario che si esprime nel lasciarli crescere in piena autonomia soddisfacendo ogni loro desiderio e aspirazione, ritenendo ciò un modo giusto di coltivare la loro personalità. Se, con questo sacramento, il neo-battezzato diventa figlio adottivo di Dio, oggetto del suo amore infinito che lo tutela e difende dalle forze oscure del maligno, occorre insegnargli a riconoscere Dio come suo Padre ed a sapersi rapportare a Lui con atteggiamento di figlio.” Un invito del papa a non aver paura a battezzare i neonati contro la tendenza di chi vorrebbe che i bambini decidessero da soli una volta cresciuti.

“Non si fa loro violenza, dice Benedetto, ma si dona loro la ricchezza della vita divina in cui si radica la vera libertà che è propria dei figli di Dio; una libertà che dovrà essere educata e formata con il maturare degli anni, perché diventi capace di responsabili scelte personali.” Un grazie da dire al Signore “che, con l’odierno sacramento, introduce i vostri bambini in una nuova famiglia, più grande e stabile, più aperta e numerosa di quanto non sia quella vostra: mi riferisco alla famiglia dei credenti, alla Chiesa, una famiglia che ha Dio per Padre e nella quale tutti si riconoscono fratelli in Gesù Cristo. Voi dunque oggi affidate i vostri figli alla bontà di Dio, che è potenza di luce e di amore; ed essi, pur tra le difficoltà della vita, non si sentiranno mai abbandonati, se a Lui resteranno uniti. Preoccupatevi pertanto di educarli nella fede, di insegnar loro a pregare e a crescere come faceva Gesù e con il suo aiuto, “in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini””.

Per rispettare le caratteristiche dello scrigno d’arte che è la Sistina il papa a scelto di usare ance quest’anno l’altare antico sotto il Giudizio Universale di Michelangelo, così dal Prefazio fino alla Comunione il papa è stato rivolto verso l’altare per qualche minuto. Niente stile anticonciliare quindi, come scrisse qualcuno lo scorso anno.

Il tema del battesimo è stato al centro anche dell’Angelus. “Cari amici – ha detto il papa – quant’e’ grande il dono del Battesimo. Se ce ne rendessimo pienamente conto, la nostra vita diventerebbe un ‘grazie’ continuo. Quale gioia per i genitori cristiani, che hanno visto sbocciare dal loro amore una nuova creatura, portarla al fonte battesimale e vederla rinascere dal grembo della Chiesa, per una vita che non avra’ mai fine. Dono, gioia, ma anche responsabilita’. I genitori, infatti, insieme con i padrini, devono educare i figli secondo il Vangelo. Parlando poi dell’incontro mondiale delle famiglie di Città del Messico, Benedetto XVI ha evidenziato il ruolo della famiglia nel formare i valori umani e cristiani.

151.11.48.50