XIII  Domenica del Tempo Ordinario: la vita è il più grande dono di Dio

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Il brano del Vangelo oggi ci presenta due miracoli operati da Gesù in favore di due donne: una fanciulla il cui padre si presenta a Gesù invocando la guarigione e lo invita a casa perché imponga le sue mani e così sia guarita. La seconda donna è una emorroissa, la donna che soffriva perdite di sangue, come tale ritenuta dalla legge ‘donna impura’; questa silenziosamente, all’insaputa di tutti, si avvicina a Gesù, tace, convinta che se avesse toccato anche solo il mantello di Gesù, sarebbe guarita.

L’elemento centrale è la fede di quel padre e la fede di questa donna: è proprio la fede che Gesù premia in ogni caso. La vita è il più grande dono di Dio; Gesù è il Verbo eterno del Padre, è il Figlio venuto sulla terra per salvare l’uomo. Dio è il Dio della gioia; il cuore di Cristo Gesù si commuove davanti alla sofferenza: Egli infatti è l’autore della vita, di ogni vita; non ha creato la morte e non goda della sofferenza degli altri. La vita non  è governata dal caso, dalla sorte; la nostra personale esistenza è voluta da Dio,  è benedetta da Dio.

Fin dal suo concepimento un figlio è il frutto di una collaborazione umano- divina: un figlio si concepisce solo in tre: l’uomo, la donna e Dio che infonde l’anima spirituale creata a sua immagine e somiglianza. Creato da Dio, l’uomo tende a Dio; purtroppo l’ambiente naturale nel quale viviamo, e di conseguenza anche quello sociale, ha in sé delle profonde cicatrici dovute al peccato, la libertà vissuta in chiave di abuso e superbia: ferite che hanno determinato  il disordine creato dal peccato originale, che la Fede ci ha fatto conoscere.

Dicevano perciò gli antichi: ‘Video bona, deteriora sequor’, il male, ogni male non proviene certamente da Dio, che è bontà e amore, ma è abuso della libertà umana. Il rimedio, l’unico rimedio ce lo offre Cristo Gesù, che è la verità e, come tale, anche la Via sicura e la Vita. Il Vangelo oggi evidenzia la figura mirabile di Gesù che non rimane indifferente di fronte ad un padre, angosciato che supplica il Cristo di guarire la figlia dodicenne ormai in fase terminale.

Accanto si fa largo tra la folla una donna che da dodici anni soffre perdite di sangue ed è considerata da tutti: donna impura; questa nutre la speranza di toccare almeno un lembo della veste di Gesù per essere guarita. Mentre quel padre angosciato prega Gesù, arriva la ferale notizia: tua figlia è morta; Gesù lo tranquillizza: abbi fede, verrò subito a casa tua; nel frattempo l’emorroissa allunga la mano, tocca Gesù e viene subito guarita.

La fede è una luce radiosa: Dio non ha creato né la morte, né la sofferenza: Egli è il Dio della gioia e della vita; così è guarita l’emorroissa, viene restituita alla vita la fanciulla alla quale dice Gesù: ‘Fanciulla, te lo dico io: alzati’ e la restituisce ai genitori. Gesù si lascia toccare dal dolore umano e, laddove trova vera fede, opera  segni di guarigione per insegnarci che Egli è il Dio della vita e della gioia.

E’ necessario, amici, incontrare Cristo Gesù, entrare e vivere nella via tracciata dal Cristo, vero figlio di Dio. L‘ingresso in questa via è il Battesimo , che ci innesta a Cristo da costituire con Lui   una unica nuova realtà: la Chiesa, Il corpo mistico di Cristo Gesù. Spesso purtroppo la nostra Fede vacilla; ci troviamo in tempi di caos, di smarrimento, di confusioni spirituali dove predomina l’edonismo, il piacere, l’orgoglio, l’individualismo. La vita donataci da Dio ha un valore intoccabile, una dignità irrepetibile: ‘Quale grande amore Dio  ci ha dato, scrive l’apostolo Giovanni: da essere chiamati Figli di Dio e lo siamo realmente’ (1 Gv. 3,1).

I cammini tracciati da una cultura senza Dio finiscono sempre con l’essere una cultura contro l’essere umano, cultura di morte; l’incontro con Cristo segna il punto di partenza per la negazione del cammino di morte e per la scelta della vita. E’ necessaria sempre la fede della emorroissa, la fede di quel padre angosciato per riscoprire il nostro Battesimo che ci costituisce figli di Dio, eredi del cielo. La Madonna, consolatrice degli afflitti, ci aiuti a portare un sorriso, una carezza al cuore di quanti incontriamo nel cammino quotidiano. Cristo Gesù è sempre medico e salvatore.

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