Il Centro Televisivo Vaticano porta il Vangelo nella “sofisticata periferia tecnologica” dei media
Un servizio al Vangelo da svolgere in un’ottica ecclesiale e non mondana che avvicini la Chiesa al mondo. Così il Papa ha definito il lavoro del Centro Televisivo Vaticano che compie 30 anni in un messaggio per l’occasione. Il testo è stato letto al Convegno sul CTV in corso alla Stampa Estera a Roma.
Nel testo Papa Fracesco riparte dalla Inter Mirifica e ripercorre gli anni veloci del progresso tecnologico: “ E’ necessario mantenere la prospettiva evangelica in questa specie di “autostrada globale della comunicazione”, avere sempre presente la finalità che volle stabilire il beato Giovanni Paolo II dando vita al CTV: favorire “un’azione più efficace della Chiesa per quanto riguarda le comunicazioni sociali… al fine di offrire nuovi strumenti con cui svolgere nel mondo l’universale missione della Chiesa.”
Anche Benedetto XVI parlò di “adeguata e tempestiva informazione sulla vita e sull’insegnamento della Chiesa nel mondo di oggi” e Francesco aggiunge: “Non dimenticate quindi che il vostro è un servizio ecclesiale, all’interno della missione evangelizzatrice della Chiesa.”
Ma come si può essere ecclesiali e fuggire la mondanità in un mondo dove tutto ha a che fare con i media? “ Se non è cosa semplice raccontare gli eventi della storia, ancora più complesso è raccontare gli avvenimenti legati alla Chiesa, la quale è “segno e strumento dell’intima unione con Dio”, è Corpo di Cristo, Popolo di Dio, Tempio dello Spirito Santo. Ciò richiede una responsabilità particolare, una forte capacità di leggere la realtà in chiave spirituale.”
Occorre responsabilità perchè i mezzi non sono neutri o traparenti. Il Papa ringrazia il CTV “per la capacità di tessere relazioni con realtà differenti di tutto il mondo, per costruire ponti, superando muri e fossati, e portare la luce del Vangelo.” E agggiunge : “voi non svolgete una funzione puramente documentale, “neutrale” degli eventi, ma contribuite ad avvicinare la Chiesa al mondo, azzerando le distanze, facendo arrivare la parola del Papa a milioni di cattolici, anche là dove spesso professare la propria fede è una scelta coraggiosa.”
Tutto il lavoro del CTV deve portare secondo il Papa alle “sofisticate periferie tecnologiche” per “ricordare che la Chiesa è presente nel mondo della comunicazione, in tutte le sue variegate espressioni, soprattutto per condurre le persone all’incontro con il Signore Gesù. E’ solo l’incontro con Gesù, infatti, che può trasformare il cuore e la storia dell’uomo.”
Infine una preghiera “perché ci renda capaci di arrivare al cuore dell’uomo, oltre le barriere della diffidenza, e chiediamo alla Madonna di vegliare sui nostri passi di “pellegrini della comunicazione”.”