Caso 60SA. “The Times”: il Vaticano andrà sotto processo nel Regno Unito per la prima volta nella storia per il “processo del secolo”
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 23.06.2024 – Ivo Pincara] – Il 21 giugno 2024 il quotidiano londinese The Times ha riferito [1], che «Il “processo del secolo” vaticano sarà esaminato in un tribunale britannico». La notizia fa riferimento a quanto abbiamo riferito il 3 aprile 2023: «Il Vaticano andrà sotto processo nel Regno Unito. Il caso penale vaticano 60SA va visto ad ampio spettro, più che nei dettagli. Da soap opera a film horror» [QUI].
Nell’articolo del 3 aprile 2023 abbiamo riportato la nostra traduzione italiana dell’articolo a firma di Charles Hymas, pubblicato il giorno precedente dal quotidiano londinese The Telegraph, con la notizia che «il Vaticano andrà sotto processo nel Regno Unito» per la prima volta nella storia, a seguito di una causa legale intentata dal finanziere Raffaele Mincione per riabilitare il suo nome dopo le accuse a suo carico nel “processo del secolo” al Tribunale vaticano. Nello stesso articolo abbiamo riportato stralci da un articolo di Silere non possum, che evidenzia che «l’incompetenza del Tribunale vaticano calpesta i diritti delle persone coinvolte».
The Telegraph il 2 aprile 2023 ha scritto: «Un finanziere britannico al centro del “processo del secolo” del Vaticano ha iniziato una causa legale per riabilitare il suo nome. Gli avvocati di Raffaele Mincione hanno affermato che il procuratore capo del Vaticano potrebbe aver pervertito il corso della giustizia a causa delle accuse fuorvianti mosse contro di lui nei tribunali britannici. Le accuse costituiscono una parte centrale del “processo del secolo” del Vaticano. (…) Tuttavia, il Sig. Mincione sostiene di non aver fatto nulla di male e che la valutazione dell’immobile da parte di esperti indipendenti era appropriata. Sostiene che il Vaticano non ha mai rivelato prove per dimostrare di aver perso denaro né di un suo presunto comportamento illegale o disonesto. Di conseguenza, il Sig. Mincione ha intentato un’azione civile nei tribunali del Regno Unito come “contrattacco” alla pubblicità e per proteggere la sua reputazione dopo aver subito “pregiudizi” a seguito delle accuse. Ora la Corte d’Appello ha stabilito che il Vaticano dovrebbe essere processato nei tribunali inglesi per la prima volta nella sua storia per le accuse che ha mosso contro Sig. Mincione.
Nella più recente mossa, gli avvocati di Sig. Mincione hanno scritto al procuratore capo del Vaticano, Alessandro Diddi, accusandolo di “errori di fatto e omissioni” nei procedimenti nel Regno Unito. Nella lettera, Nick Vamos, l’ex capo del crimine speciale e capo di estradizione presso il Crown Prosecution Service (CPS) [è un’istituzione statale che opera in Inghilterra e Galles, che funge da pubblico ministero nei procedimenti penali], ha affermato che queste dichiarazioni potrebbero significare che Sig. Diddi potrebbe aver “commesso il reato di perversione del corso della giustizia”. Il Sig. Vamos, che faceva parte del team legale a sostegno di Boris Johnson alla sua recente apparizione in commissione per l’affare Partygate, ha chiesto a Sig. Diddi, un ex avvocato difensore della mafia, un incontro per “capire la sua posizione su quanto accaduto, e perché”.
Il Sig. Vamos ha condiviso la sua lettera con varie agenzie tra cui il CPS, il Ministero degli Interni e la National Crime Agency [un’agenzia di polizia britannica].
Nella lettera, ha contestato le affermazioni secondo cui i fondi per gli investimenti provenivano dall’Obolo di San Pietro, donazioni cattoliche di beneficenza destinate ai bisognosi, piuttosto che dal Credit Suisse. “Lei ha affermato che i fondi per l’investimento da parte del Vaticano provenivano dall’Obolo di San Pietro, quando in realtà sapeva che erano forniti dal Credit Suisse… e quindi ha erroneamente definito l’affare un uso improprio di fondi di beneficenza”, ha scritto Sig. Vamos. “Ha affermato che il Vaticano… era il sottoscrittore, quando in realtà il sottoscrittore era il Credit Suisse… e quindi ha caratterizzato erroneamente l’investimento”. “Ciò solleva una serie di potenziali problemi per quanto riguarda la legge inglese… le inesattezze dei fatti e le omissioni nelle sue prove sollevano la questione se lei abbia commesso il reato di perversione del corso della giustizia contrario alla legge inglese”.
Il Vaticano è stato contattato per un commento. In precedenza un portavoce vaticano ha commentato: “La legittimità delle indagini e la rispondenza del sistema giudiziario vaticano ai principi del giusto processo è stata riconosciuta da diversi tribunali stranieri”».
Il processo del secolo vaticano arriverà in un tribunale britannico: un arcivescovo sarà interrogato in contraddittorio su un caso di frode immobiliare da 350 milioni di sterline a Londra che ha visto Papa Francesco autorizzare delle intercettazioni telefoniche
di Emily Jane Davies
Mail Online, 22 giugno 2024
(Nostra traduzione italiana dall’inglese)
Un arcivescovo [Edgar Peña Parra] farà un’apparizione senza precedenti in un tribunale britannico, per essere interrogato in contradditorio su un caso di frode immobiliare da 350 milioni di sterline a Londra che ha visto Papa Francesco autorizzare delle intercettazioni telefoniche.
In precedenti procedimenti legali britannici, il Vaticano ha rivendicato l’immunità diplomatica e ha rifiutato di consentire ai funzionari di comparire come testimoni. Ma ora l’Arcivescovo Edgar Peña Parra, uno stretto collaboratore del Papa, farà la sua comparsa nel “processo del secolo” vaticano.
Al centro del processo c’è l’acquisto da 350 milioni di euro di un immobile di lusso a Londra che un tempo era uno showroom di automobili e un garage per Harrod’s. Raffaele Mincione, finanziere londinese, ha venduto alla Santa Sede l’immobile al 60 di Sloane Avenue, a Chelsea, in una trattativa iniziata nel 2014 e costata al Vaticano circa 140 milioni di euro.
The Times ha riferito [1], che in un caso che si aprirà davanti all’Alta Corte la prossima settimana, Mincione sta cercando di dichiarare di aver agito correttamente e in buona fede. Mincione, 58 anni, faceva parte di una serie di imputati processati nel dicembre dello scorso anno, accusati di frode, appropriazione indebita, riciclaggio di denaro, estorsione, corruzione e abuso d’ufficio. Fu dichiarato colpevole di appropriazione indebita nello storico processo e condannato a cinque anni e sei mesi di prigione.
Attualmente Mincione è libero in attesa di appello e sostiene che le indagini e il processo erano illegali secondo il diritto internazionale e hanno violato i suoi diritti umani. Nel corso delle indagini, il Papa ha utilizzato i suoi poteri di monarca assoluto per approvare decreti che autorizzavano intercettazioni telefoniche, intercettazioni di email e arresti. I telefoni e i computer di Mincione sono stati sequestrati a Roma e lui e i suoi avvocati sono stati seguiti.
L’arcivescovo Parra ha collaborato con il Papa sul caso e i suoi messaggi WhatsApp sono stati divulgati agli avvocati di Mincione, nonostante il Vaticano abbia tentato, senza riuscirci, di fermare tutto ciò. Mincione nega le accuse di appropriazione indebita e sostiene la valutazione dell’immobile che, secondo lui, è stata fornita da esperti indipendenti. Dice anche che il Vaticano non ha fornito alcuna prova dei suoi presunti illeciti o della sua perdita monetaria. Ha voluto intentare un’azione civile nel Regno Unito per contrastare la pubblicità e proteggere la sua reputazione.
Gli avvocati vaticani hanno sostenuto che qualsiasi udienza nel Regno Unito potrebbe interferire con procedimenti penali e “atti legittimi di uno Stato straniero”. Ma Mincione ha ottenuto una vittoria significativa nella Corte d’Appello, che ha riconosciuto ai tribunali inglesi il diritto di esaminare una transazione immobiliare e decidere se lui e la sua società, WRM, hanno agito in buona fede. La Corte d’Appello ha ritenuto che qualsiasi causa civile inglese non interferirebbe con il procedimento penale nella Città del Vaticano.
Mincione si appresta a sostenere davanti all’Alta Corte di essere stato processato ingiustamente dal Tribunale vaticano in violazione del diritto internazionale e dei suoi diritti umani. Una delle cose che sarà cruciale per l’argomentazione di Mincione è che verso la fine del caso le accuse penali contro di lui erano state “riqualificate” e lui era stato condannato secondo il diritto canonico, o religioso. È stato accusato di aver violato il canone 1284 del Codice di Diritto Canonico, secondo il quale «tutti gli amministratori sono tenuti ad adempiere alla loro funzione con la diligenza del buon padre di famiglia». Il principale avvocato di diritto internazionale Rodney Dixon ha dichiarato: “Il Signor Mincione non è un titolare di una carica nella Chiesa Cattolica Romana. Non sorprende, in tale contesto, che il Signor Mincione non fosse a conoscenza del canone 1284 prima della data della sua condanna da parte del Tribunale vaticano”.
Il finanziere ha anche presentato una denuncia alle Nazioni Unite sostenendo che i suoi diritti sono stati violati dal Papa e dal Vaticano a causa del modo in cui è stato gestito il processo [2].
Nonostante l’omertà di gran parte della stampa italiana, non tutti censurano la notizia che anche in Inghilterra non piace la (in)giustizia vaticana e che il Sostituto della Segreteria di Stato, l’Arcivescovo Edgar Peña Parra, è stato chiamato per essere interrogato in contradditorio davanti all’Alta Corte del Regno Unito. Dagospia ha riportato oggi, 23 giugno 2024 [QUI], in sostanza quanto scritto dal Mail Online, con la seguente introduzione: «Oh my God! Monsignor Edgar Peña Parra, il successore di Angelo Becciu alla Segreteria di Stato, si presenterà in un tribunale britannico per essere interrogato sul caso del palazzo al 60 di Sloane Avenue a Londra, acquistato dal Vaticano – È un caso senza precedenti: finora la Santa Sede ha sempre rivendicato l’immunità diplomatica per i suoi rappresentanti in processi nel Regno Unito – Sono gli effetti del “pasticcio” combinato dal Promotore di giustizia Alessandro Diddi, i cui provvedimenti, sbeffeggiati dai tribunali inglesi e svizzeri, sono finiti perfino sotto esame alla Commissione ONU sui diritti umani… [2]».
[1] Sean O’Neill, Il “processo del secolo” vaticano sarà esaminato in un tribunale britannico – The Times, 21 giugno 2024 [QUI]
[2] Caso 60SA: violazione dei diritti umani in Vaticano. Il Papa denunciato all’ONU per aver “calpestato e ignorato i diritti fondamentali” 18 giugno 2024 [QUI]
Indice – Caso 60SA [QUI]
Foto di copertina: Raffaele Mincione e l’Arcivescovo Edgar Peña Parra.