Messa vetus ordo “finale” nella cattedrale di Melbourne e riflessione su una nuova offensiva per la “soluzione finale”

Messa vetus ordo in cattedrale di Melbourne
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 22.06.2024 – Vik van Brantegem] – Il 18 giugno 2024 abbiamo riferito in un postscriptum [QUI], che il Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha detto no alla Messa vetus ordo in cattedrale di Melbourne, Australia. Il giorno successivo è stata celebrata nella cattedrale di San Patrizio, stracolma con oltre 850 fedeli, la solenne Santa Messa dei Santi Gervasius e Protasius (foto di copertina e foto seguenti), che dovrebbe essere quella “finale” secondo il rito vetus ordo in questo luogo. Ma che la guerra alla Messa tradizionale sarà la “soluzione finale”, l’ha messo in dubbio Phil Lawler, giornalista statunitense cattolico da più di 30 anni, che ha curato diverse riviste cattoliche e scritto otto libri, fondatore di Catholic World News, e direttore delle notizie e analista principale di Catholic Culture.

Il 27 giugno 2023, a seguito della sua visita al Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti a Roma il 24 gennaio 2023, l’Arcivescovo metropolita di Melbourne, Mons. Peter Andrew Comensoli, ha inviato al Dicastero un decreto, come previsto dal Motu proprio Traditionis custodes, che autorizzasse in diversi luoghi dell’Arcidiocesi di Melbourne la celebrazione della Santa Messa con il Missale Romanum del 1962.

Nella sua risposta, il Segretario del Dicastero, Arcivescovo Vittorio Francesco Viola, OFM, cita il Cerimoniale dei Vescovi, ribadendo come «la manifestazione preminente della Chiesa locale (…) quando il Vescovo, come sommo sacerdote del suo gregge, celebra l’Eucaristia e in particolare quando celebra nella Cattedrale, circondato dal suo collegio di presbiteri e dai suoi ministri, e con la piena e attiva partecipazione di tutto il popolo santo di Dio», per dire che la Messa antica non si può celebrare in cattedrale, perché la celebrazione del vescovo deve essere esemplare. Mentre Papa Benedetto XVI tentò di far comprendere, che il rito novus ordo e il rito vetus ordo potevano convivere serenamente nella Chiesa, oggi si lavora invece per infierire contro coloro che sono legati al rito antico, considerandoli in necessità di “rieducazione forzata”.

Invece, al contrario di ciò che afferma Mons. Viola, proprio sull’altare dove ordinariamente celebra il vescovo, si dovrebbe celebrare i due riti, tutti e due espressioni della lex orandi del rito romano, per favorire l’unità, in applicazione della Costituzione del Concilio Vaticano II Sacrosantum Concilium sulla sacra liturgia del 4 dicembre 1963.

«La soluzione finale per la Messa antica? Capisco. Decenni di lotta per sopprimere la Messa dei santi, dei secoli e tutto ciò che ottengono è la crescita esponenziale di detta Messa. Come un fuoco raggiunge ogni cuore che ha contatto con essa. Soltanto i cuori degli empi restano freddi davanti a quel fuoco. Come disse Sant’Atanasio, loro hanno le chiese ma noi abbiamo la Fede. Se necessario andremo alle catacombe ma manterremo la Messa dei secoli. “Si sta cercando di attuare al più presto un documento della Santa Sede con una soluzione severa, radicale e definitiva che bandisca la Santa Messa tradizionale”. Criminali» (Paula Luckhurst).

A seguito della traduzione italiana dall’inglese – a cura del blog MiL-Messainlatino – dell’articolo Crescono le voci di una “soluzione finale” per la Santa Messa tradizionale pubblicato il 17 giugno 2024 su Rorate Cæli, che abbiamo riportato il 18 giugno [QUI], oggi riprendiamo un articolo sull’annosa questione a firma di Phil Lawler, pubblicato il 20 giugno 2024 su Catholic Culture, che conclude: «Fortunatamente il “progresso” che Grillo pretende non è certo irreversibile. Anche se avesse ragione, e la tradizione significasse tutto ciò che il futuro dice che significa, allora la Chiesa del futuro potrebbe scartare le mode liturgiche di oggi. Se Papa Francesco sopprime la Messa tradizionale in latino, qualche futuro pontefice la ripristinerà».

Una nuova offensiva nella guerra alla Messa tradizionale
di Phil Lawler
Catholic Culture, 20 giugno 2024

(Traduzione italiana dall’inglese a cura di Sabino Paciolla [QUI])

Le voci di Roma sono in fermento. Secondo molteplici fonti, è in preparazione un nuovo documento vaticano che imporrebbe restrizioni ancora più severe alla celebrazione della Messa tradizionale in latino (MTL).

Se approvato nella sua forma attuale, ci dicono i nostri informatori, il documento impedirebbe ai sacerdoti diocesani di celebrare la Messa tradizionale latina; solo le comunità appositamente formate intorno all’antica liturgia (la Fraternità Sacerdotale di San Pietro, l’Istituto di Cristo Re, ecc.) sarebbero autorizzate a usare il rito antico.

Resta da vedere se queste notizie siano del tutto esatte e se il documento proposto otterrà l’approvazione finale. Le voci suggeriscono una data di pubblicazione a luglio. Ma la data di pubblicazione ufficiale di un documento della Santa Sede spesso non corrisponde alla data della sua effettiva comparsa. Un documento formalmente datato a luglio potrebbe non vedere la luce – tanto meno entrare in vigore – fino all’autunno o oltre.

I cattolici che amano la liturgia tradizionale sono quindi preoccupati e probabilmente lo saranno ancora per un po’. E a conferma dei loro timori, proprio mentre queste notizie circolavano a Roma, è apparsa una straordinaria intervista a uno dei più feroci oppositori della MTL, che sottolinea l’implacabile determinazione dei liturgisti liberali a sradicare ogni traccia della liturgia tradizionale.

Andrea Grillo, professore di Teologia sacramentaria [1] presso il Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo a Roma, è considerato il principale pensatore (se non addirittura il ghost-writer) del Motu proprio Traditionis custodes, la prima potente salva nella guerra del pontificato contro la MTL. In un’intervista rilasciata a MiL-Messainlatino.it [2], Grillo è abbastanza schietto da eliminare ogni possibile fraintendimento delle sue intenzioni.

In primo luogo, Grillo respinge con forza il suggerimento di Papa Benedetto XVI, che ha emanato il Motu proprio Summorum Pontificum, sperando che un più ampio apprezzamento per la MTL potesse portare a un “arricchimento reciproco” tra il vecchio e il nuovo rito. Si è trattato di una “strategia del tutto inadeguata”, afferma il Professor Grillo, “alimentata da un’astrattezza ideologica”. Il Summorum Pontificum “non è teologicamente valido”.

Ci vuole un’arroganza particolare per liquidare il più grande teologo cattolico del XX secolo come non solido. Ma Grillo non è timido, né è incline a prendere sul serio gli argomenti dell’avversario. Citando la difesa dell’antica liturgia da parte del defunto pontefice – “Ciò che le generazioni precedenti ritenevano sacro, rimane sacro e grande anche per noi” – si schernisce: “Da dove viene questo principio? Non dalla teologia, ma dall’emozione nostalgica per il passato”.

Chiunque abbia letto il documento del Vaticano II Dei Verbum [3] dovrebbe riconoscere che per un Cattolico credente il termine “tradizione” significa qualcosa di molto più che nostalgia. La tradizione vivente, tramandata dagli apostoli nell’insegnamento e nel culto, è opera dello Spirito Santo. Ma Grillo ha un’idea ben diversa, come è evidente quando cita “ciò che meglio descrive la tradizione: cioè il suo servizio al cambiamento”. E se questa affermazione non è abbastanza chiara, si consideri questa sorprendente affermazione: “La tradizione non è il passato, ma il futuro”.

Quindi l’autorità della tradizione, per Grillo, risiede nel futuro. Saremo noi a decidere quali aspetti della tradizione sono autorevoli, naturalmente con la guida di Sant’Anselmo. E per raggiungere questo stato illuminato, dobbiamo eliminare tutti gli aspetti della tradizione che sono in conflitto con la sua visione.

Sembra il programma di un fanatico ideologico? Nell’intervista rilasciata a MiL-Messainlatino.it, Grillo recita la parte. Ricordando che 18.000 Cattolici tradizionalisti si sono recentemente uniti al pellegrinaggio annuale di Chartres [4], li ignora come insignificanti: “Cosa sono 18.000 persone rispetto alla grande moltitudine della Chiesa Cattolica?”. Se gli si chiede di spiegare il costante calo delle vocazioni sacerdotali e religiose e l’esodo di massa dei giovani Cattolici dalla Chiesa, risponde con calma che questo “non è solo un fatto negativo; è il segno di un travaglio necessario per tutta la Chiesa”. In breve Grillo è abbastanza disposto ad accettare la sofferenza di alcuni Cattolici (si pensi alla liquidazione dei kulaki) e il precipitoso declino generale del culto Cattolico (si pensi a 80 anni consecutivi di cattivi raccolti) come il prezzo che tutti noi dobbiamo pagare per raggiungere l’utopia liturgica.

Papa Benedetto XVI ci ha insegnato a considerare tutto l’insegnamento della Chiesa con l’”ermeneutica della continuità”, a partire dal presupposto che il Cattolicesimo non subisce cambiamenti radicali. Grillo ha un approccio quasi opposto nel suo disprezzo per la MTL: insiste su una rottura completa. Molti fedeli Cattolici ritengono che sia possibile apprezzare la bellezza della MTL senza rifiutare il novus ordo. Grillo non ne vuole sapere: “Se qualcuno mi dice che è fedele contemporaneamente al novus ordo e al vetus ordo, gli rispondo che non ha capito il senso della tradizione, all’interno della quale c’è un legittimo e insuperabile progresso che è irreversibile”.

Fortunatamente il “progresso” che Grillo pretende non è certo irreversibile. Anche se avesse ragione, e la tradizione significasse tutto ciò che il futuro dice che significa, allora la Chiesa del futuro potrebbe scartare le mode liturgiche di oggi. Se Papa Francesco sopprime la Messa tradizionale in latino, qualche futuro pontefice la ripristinerà.

Phil Lawler

[1] Un territorio di intricati incroci disciplinari: liturgia, dogmatica, storia, filosofia.

[2] Intervista di MiL-Messainlatino.it al prof. Andrea Grillo sulla liturgia tradizionale La Chiesa non è un club di notai o di avvocati [QUI]

Il 22 giugno 2024 MiL-Messainlatino.it ha pubblicato [QUI] un’analisi colta, precisa e approfondita del Prof. Pietro De Marco, in risposta all’intervista fatta al Prof. Andrea Grillo pubblicata il 18 giugno 2024.

[3] La Costituzione dogmatica sulla divina Rivelazione Dei Verbum del 18 novembre 1965 [QUI].

[4] Parigi-Chartres. Il Pellegrinaggio della Tradizione di Pentecoste, che attrae i giovani – 20 maggio 2024 [QUI] e Voglio vedere Dio. L’omelia del Cardinal Müller al termine del Pellegrinaggio di Pentecoste a Chartres. I Fini Ultimi – 22 maggio 2024 [QUI]

Traditionis custodes – Indice [QUI]

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