17 Ottobre: si celebra la Giornata Mondiale della lotta contro la povertà

Condividi su...

Oggi si celebra la giornata mondiale del rifiuto della miseria: il 17 ottobre del 1987, 100.000 persone si diedero appuntamento al Trocadero di Parigi per commemorare le vittime della povertà. Da allora il 17 ottobre è diventata la Giornata della lotta contro ogni forma di miseria. A riconoscere ufficialmente questa data simbolica, è arrivata nel 1993 una risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite: un appello a cittadini, organizzazioni, istituzioni affinché ci si rammenti sempre che la povertà non è un destino ineluttabile e che l’impegno per estirparla deve essere quotidiano e pervicace.

Il raduno parigino fu promosso dal Servo di Dio, padre Joseph Wresinsky: “Laddove gli uomini sono condannati a vivere nella miseria, i diritti dell’uomo sono violati. Unirsi per farli rispettare è un dovere sacro”. Nonostante recenti statistiche della Banca Mondiale dimostrino che il numero dei ‘poverissimi’, cioè di coloro che sopravvivono con un reddito inferiore a 1 dollaro al giorno, sia sensibilmente diminuito tra il 2008 e il 2010 rispetto al 1990, i rapporti lasciano supporre che la strada da percorrere per il raggiungimento del primo Obiettivo del Millennio sia ancora molto lunga.

Il presidente dell’associazione ‘Cristiani per servire’, dott. Felice Previte, afferma: “Questa Giornata vuol essere un richiamo per tutti perché la diversità è un qualcosa che deve renderci più consapevoli di quei valori condivisi che formano le nostre coscienze e per i quali non possiamo estraniarci in quanto vivono tra di noi e siamo arbitri di gesti e di un comportamento che faccia sentire al povero quel calore umano di cui hanno grande bisogno”.

Secondo le ultime stime Istat l’Italia è ben lontana dal trovare una soluzione efficace contro la povertà: nel 2009 erano 7.800.000 i poveri (13,1%), nel 2010 lo erano 8.300.000 (13,8%), nel 2012 erano 9.563.000 le persone in povertà relativa in Italia, pari al 15,8% della popolazione. Di questi, 4.814.000 (8%) sono i poveri assoluti, che non riescono ad acquistare beni e servizi essenziali per una vita dignitosa. Un aumento sensibile rispetto all’anno precedente in cui erano 8.163.000 le persone in povertà relativa e 3.415.000 quelle in povertà assoluta.

Ed i dati provenienti dalle Caritas diocesane confermano una situazione allarmante: più del 29% di coloro che si rivolgono ai ‘Centri di ascolto’ hanno meno di 35 anni, mentre il 6,7% sono anziani. Emerge tra gli italiani il dato dei padri separati o divorziati, con una incidenza del 22,6%. Quasi la metà di loro, il 44,2%, ha richiesto beni primari per la sopravvivenza, mentre il 10,2% ha gravi problemi abitativi. A questa situazione le Caritas diocesane rispondono con una rete di 1.760 servizi promossi, dove operano 29.429 volontari laici. I Centri di Ascolto delle Caritas diocesane sono 2.832 in tutto il territorio nazionale, e vedono la presenza di 28.000 volontari laici.  Le Caritas, di concerto con le diverse espressioni delle chiese locali, hanno sviluppato anche un’ampia gamma di iniziative anticrisi: 986 progetti, presso 212 Caritas diocesane.

Quindi, per sconfiggere questa situazione di povertà almeno in Italia, le Acli, in collaborazione con Caritas Italiana, hanno presentato il progetto del Reddito d’inclusione sociale (Reis) ed un Patto aperto contro la povertà. Il Reis è rivolto a tutte le famiglie in povertà assoluta in Italia e consiste in un trasferimento monetario, d’importo adeguato a farle uscire da questa condizione, accompagnato da servizi alla persona per l’attivazione e il reinserimento sociale. Il Reis è gestito a livello locale, grazie ad un impegno condiviso, innanzitutto, da Comuni e Terzo Settore.

I Comuni, in forma associata nell’Ambito, hanno la responsabilità della regia complessiva e il Terzo Settore co‐progetta insieme a loro. Il Reis è introdotto gradualmente, lungo un cammino articolato in quattro annualità. L’utenza viene ampliata annualmente e così il quarto, e ultimo, anno della transizione corrisponde al primo a regime, cioè quello a partire dal quale il Reis è rivolto a tutte le famiglie in povertà assoluta. Nell’ipotesi che l’introduzione cominci nel 2014 la misura andrà a regime nel 2017.

Il progressivo allargamento dell’utenza segue il principio di ‘dare prima a chi sta peggio’, sino a rivolgersi, a partire dal quarto anno, a tutti i nuclei in povertà assoluta. La spesa pubblica dedicata ammonta, a regime (cioè a partire dal quarto anno), ad € 6.062.000. Utilizzando questa metodologia sono stati individuati interventi che permetterebbero di recuperare un insieme di risorse compreso tra i 13.000.000.000 ed i 18.800.000.000 di €, dunque ben al di sopra dei circa € 6.000.000.000 di cui ha bisogno il Reis a regime.

151.11.48.50