8 giugno, memoria del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria

Cuore Immacolato di Maria
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 08.06.2024 – Vik van Brantegem] – Il sabato dopo la II domenica dopo Pentecoste, il giorno dopo la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù [QUI], quale segno di comune devozione ai Sacri Cuori di Gesù e Maria, inscindibili per il grande amore donato all’umanità, la Chiesa celebra la memoria del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria. Serbando nel proprio cuore la memoria dei misteri di salvezza compiuti nel suo Figlio, ne ha atteso con fiducia il compimento in Cristo. La festa del Cuore ammirabile della Santissima Madre di Dio fu istituita nel 1945 a perenne ricordo della consacrazione della Chiesa e del genere umano al Cuore Immacolato di Maria fatta da Papa Pio XII nel 1942, allorché quasi tutte le nazioni erano provate da atrocissima guerra.

O Dio onnipotente ed eterno, che preparasti nel Cuore della Beata Vergine Maria una degna dimora dello Spirito Santo, concedi propizio a noi, che celebriamo devotamente la festa del suo Cuore Immacolato, di vivere secondo il tuo cuore.

La memoria liturgica del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria ci invita a meditare sul mistero di Cristo e della Vergine nella sua interiorità e profondità. Maria, che custodisce le parole ed i fatti del Signore meditandoli nel suo cuore (Lc 2,19), è dimora dello Spirito Santo, sede della sapienza (Lc 1,35), immagine e modello della Chiesa che ascolta e testimonia il messaggio del Signore.

La devozione al Cuore ammirabile della Santissima Madre di Dio è antichissima nella Chiesa. In San Luca si hanno i primi accenni ai segreti tesori di quell’amabilissimo Cuore. Anche i Santi Padri ed i Dottori della Chiesa celebrano spesso le lodi del Cuore ammirabile della Santissima Madre di Dio. Nel Medioevo questa soave devozione fu rivelata a Santa Matilde ed a Santa Gertrude, e da esse coltivata con trasporto e diffusa mediante i loro scritti. Anche San Bernardino da Siena ne fu entusiasta. Ma il vero padre, l’apostolo ed il dottore di questa devozione è San Giovanni Battista Eudes (1601-1680). Egli fu il primo che «non senza una divina ispirazione» (come si espresse Papa San Pio X nel decreto di beatificazione) pensò di tributare il culto liturgico al Cuore purissimo di Maria, componendo egli stesso la Messa e l’Ufficio. Questa devozione lasciò in eredità alle sue due famiglie religiose: la Congregazione di N.S. della Carità e quella di Gesù e Maria. Su questa devozione scrisse pure il prezioso trattato Il Cuore ammirabile della Santissima Madre di Dio.

Dopo che San Giovanni Eudes, il primo promotore della festa del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria, già verso il 1643 cominciò a celebrarla con i religiosi della sua congregazione, nel 1668 Cardinale legato approvò la festa e i testi liturgici per tutta la Francia. Solo dopo l’introduzione della festa del Sacratissimo Cuore di Gesù nel 1765, verrà concessa qua e là la facoltà di celebrare quella del Cuore di Maria, che anche il Messale Romano del 1814 la annovera ancora tra le feste “pro aliquibus locis”.

La devozione poi andò crescendo insieme a quella del Sacro Cuore di Gesù, e dal secolo XVII in poi, molte famiglie religiose si dedicarono in modo speciale ad onorare questo Cuore amabilissimo. Nel secolo scorso, la devozione alla Medaglia Miracolosa [*], che porta sul retro i due cuori di Gesù e di Maria, fu una potente spinta verso il carattere di “riparazione” che questa devozione doveva prendere.

Il culto del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria ha ricevuto un forte impulso dopo le rivelazioni di Fatima nel 1917. Difatti, a Fatima la Vergine Santissima, apparendo ai tre pastorelli, disse: «Per la salvezza dei peccatori Iddio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato, e se sarà fatto quanto io vi dirò, molte anime si salveranno». E la Madonna chiedeva preghiere: Rosario quotidiano; Comunione riparatrice nel primo sabato del mese; penitenze, anche volontarie, come la rinuncia a qualche comodità, la mortificazione in qualche piacere anche lecito, e quelle imposte dal proprio dovere compiuto diligentemente e fedelmente; l’accettazione delle croci che il Signore ci manda. Ella stessa insegnò questa preghiera: «O Signore, è per vostro amore, per la conversione dei peccatori ed in riparazione delle ingiurie commesse contro l’Immacolato Cuore di Maria.» e la consacrazione di se stessi e di tutto il mondo al suo Cuore Immacolato. A Fatima ha promesso: «Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà».

Nell’iconografia, il Cuore di Maria è rappresentato solitamente circondato da una corona di fiori, simbolo di purezza, e trapassato da una spada, in riferimento all’indicibile dolore che Maria provò per la morte del Figlio. Questo quanto le fu profetizzato da Simeone alla Presentazione al Tempio: «E anche a te una spada trafiggerà l’anima» (Luca 2, 35b).

Quando la Santissima Vergine apparve a Fatima, la corona non era di fiori ma di spine: «Guarda, figlia mia, il mio Cuore circondato di spine che gli uomini ingrati infliggono continuamente con bestemmie e ingratitudini. Consolami almeno tu e fa sapere questo: A tutti coloro che per cinque mesi, al primo sabato, si confesseranno, riceveranno la santa Comunione, reciteranno il Rosario e mi faranno compagnia per quindici minuti meditando i Misteri, con l’intenzione di offrirmi riparazioni, prometto di assisterli nell’ora della morte con tutte le grazie necessarie alla salvezza».

Il Venerabile Papa Pio XII nel 1944 estese alla Chiesa universale questa memoria mariana di origine devozionale, collocandola al 22 agosto, ottava dell’Assunta. Appena due anni prima, il Papa aveva consacrato la Chiesa ed il genere umano al Cuore Immacolato di Maria, consacrazione rinnovata da San Giovanni Paolo II il 13 maggio 1982. La riforma liturgica seguita al Concilio Vaticano II ha trasferito questa memoria al sabato dopo la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, quale facoltativa. Fu San Giovanni Paolo II a renderla obbligatoria. Papa Francesco il 25 marzo 2022 consacrò al Cuore di Maria in particolare il popolo ucraino ed il popolo russo.

Consacrazione
al Cuore Immacolato di Maria

O Maria, Vergine potente e Madre di misericordia, Regina del cielo e rifugio dei peccatori, noi ci consacriamo al vostro Cuore Immacolato. Vi consacriamo il nostro essere e tutta la nostra vita, tutto ciò che abbiamo, tutto ciò che amiamo, tutto ciò che siamo. Vostri siano i nostri corpi, i nostri cuori, le anime nostre, le nostre abitazioni, le nostre famiglie, la nostra Patria. Vogliamo che tutto ciò che è in noi e attorno a noi Vi appartenga e sia partecipe delle vostre materne benedizioni. E affinché questa consacrazione sia veramente efficace e duratura, rinnoviamo oggi, ai piedi vostri, o Maria, le promesse del Battesimo e della prima Comunione.
Ci obblighiamo di professare con coraggio e sempre, le verità della fede, di vivere da veri cattolici, sottomessi interamente a tutte le norme del Papa e dei Vescovi uniti a Lui. Ci obblighiamo di osservare i comandamenti di Dio e della Chiesa e in modo particolare la santificazione delle feste. Ci obblighiamo di fare entrare nella nostra vita, per quanto ci sarà possibile, le pratiche consolatrici della religione cristiana e soprattutto la santa Comunione.
Vi promettiamo, finalmente, o gloriosa Madre di Dio e tenera Madre degli uomini, di impiegare tutto il nostro cuore nel servizio del vostro culto benedetto, per sollecitare ed assicurare, mediante il dominio del vostro Cuore Immacolato, il dominio del Cuore adorabile del Figlio vostro nelle anime nostre ed in tutte le anime, nella nostra cara nazione e in tutto l’universo; così sia in terra come in cielo.
Così sia.

[*] La Medaglia Miracolosa fu il dono fatto da Maria Santissima, nella vigilia di Avvento Il 27 novembre 1830, all’umile novizia delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, Santa Caterina Labouré, quando le apparve, vestita di un abito di seta bianca, che teneva il mondo tra le mani, stringendolo all’altezza del cuore. L’immagine era racchiusa in una cornice ovale, come se si delineasse il bozzetto di una medaglia, contornata da una scritta in lettere d’oro: “O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi”, invocazione allora inusuale. Poi la cornice ruotò su se stessa e apparve la lettera M sormontata da una croce e, sotto, due cuori: uno circondato dalla corona di spine, l’altro trafitto da una spada.

La Vergine chiese alla giovane novizia di far coniare una medaglia secondo la visione avuta e di diffonderla in tutto il mondo. La ragazza avrebbe voluto poter trasmettere almeno la spiegazione dei due simboli, ma le fu detto soltanto: “La lettera M e i due cuori dicono abbastanza!”.

Parigi era allora devastata da un’epidemia di colera. Dopo qualche resistenza, la medaglia fu realizzata da un orafo di Parigi e furono tante le guarigioni e le grazie di conversione che in pochissimi anni fu necessario coniarne milioni di copie. Il quotidiano La France, nel 1835, già sosteneva che quel piccolo oggetto sacro era diventato «uno dei più grandi segni della fede, degli ultimi tempi». E quando, nel 1854, Papa Pio IX definirà il dogma dell’Immacolata Concezione, riconoscendo che “era una verità tenacemente custodita nel cuore dei fedeli”, potrà fondarsi anche sul fatto che c’erano già almeno dieci milioni di cristiani che ne portavano sul cuore la medaglia miracolosa.

Il mistero di Rue du Bac
di Maria Di Lorenzo

A Parigi, al numero civico 140 di Rue Du Bac, c’è un Santuario, nel quale si trova la Cappella della Medaglia miracolosa: non è molto distante dal Louvre ed è comodamente raggiungibile mediante la metropolitana che ha una delle sue fermate proprio a Rue Du Bac.

La Cappella della Medaglia Miracolosa attira ogni anno un milione di pellegrini, persone di ogni razza e colore, che vengono qui, nel cuore di Parigi, a cercare una risposta ai loro problemi esistenziali, a chiedere grazie alla Madre che tutto sa e comprende e con cui ci si può sfogare come soltanto con una madre è possibile fare, nel più assoluto silenzio, in un clima di grande fervore e raccoglimento.

È il mistero di Rue du Bac, un mistero che nasce 174 anni fa, dalle apparizioni della Santissima Vergine a una giovane novizia delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, Caterina Labourè, a cui la Madonna affidò la realizzazione di una medaglia cosiddetta “miracolosa” che, da quasi due secoli ormai, ha conquistato con le sue innumerevoli grazie e prodigi il mondo intero.

La stessa Caterina Labourè, così racconta la storia delle apparizioni:

“Venuta la festa di San Vincenzo (19 luglio 1830) la buona Madre Marta (direttrice delle novizie) ci fece alla vigilia un’istruzione sulla devozione dovuta ai Santi e specialmente sulla devozione alla Madonna. Questo mi accese un gran desiderio di vedere la Santissima Vergine, che andai a letto col pensiero di vedere in quella stessa notte la mia buona Madre Celeste: era tanto tempo che desideravo vederla. Essendoci stato distribuito un pezzettino di tela di una cotta di San Vincenzo, ne tagliai una metà e l’inghiottii. Cosi mi addormentai col pensiero che San Vincenzo mi avrebbe ottenuto la grazia di vedere la Madonna.
Alle undici e mezzo mi sento chiamare per nome: ‘Suor Labouré! Suor Labouré’. Svegliatami, guardo dalla parte donde veniva la voce, che era dal lato del passaggio del letto, tiro la cortina e vedo un Fanciullo vestito di bianco, dai quattro ai cinque anni, il quale mi dice: ‘Vieni in cappella; la Madonna ti aspetta’.
Il Fanciullo mi condusse nel presbiterio, dove io mi posi in ginocchio, mentre il Fanciullino rimase tutto il tempo in piedi. Parendomi il tempo troppo lungo, ogni tanto guardavo per timore che le suore vegliatrici passassero dalla tribuna. Finalmente giunse il sospirato momento. Il Fanciullino mi avverti, dicendomi: ‘Ecco la Madonna, eccola!’. Sentii un rumore come il fruscio di vesti di seta venire dalla parte della tribuna, presso il quadro di San Giuseppe, e vidi la Santissima Vergine che venne a posarsi sui gradini dell’altare dal lato del Vangelo.
Dire ciò che provai in quel momento e ciò che succedeva in me, mi sarebbe impossibile… Io, guardando la Santissima Vergine, spiccai allora un salto verso di Lei, ed inginocchiandomi sui gradini dell’altare, appoggiai le mani sulle ginocchia di Maria…Fu quello il momento più dolce della mia vita… ‘Figlia mia – mi disse la Madonna – Dio vuole affidarti una missione. Avrai molto da soffrire, ma soffrirai volentieri, pensando che si tratta della gloria di Dio. Avrai la grazia; dì tutto quanto in te succede, con semplicità e confidenza. Vedrai certe cose, sarai ispirata nelle vostre orazioni, rendine conto a chi é incaricato dell’anima tua…’.
Quanto tempo restassi con la Madonna, non saprei dire: tutto quello che so è che, dopo di avermi lungamente parlato, se ne andò scomparendo come ombra che svanisce, dirigendosi verso la tribuna, per quella parte da cui era venuta. Tornata a letto, sentii suonare le due e non ripresi più il sonno”.

Il 27 Novembre dello stesso anno, alle 17,30, Caterina ha una nuova visione durante la meditazione in cappella: vede come due quadri animati che le passano davanti in dissolvenza incrociata. Nel primo, la Santa Vergine è in piedi su una semisfera (il globo terrestre) e tiene tra le mani un piccolo globo dorato. I piedi di Maria schiacciano un serpente. Nel secondo, dalle sue mani aperte escono raggi di uno splendore abbagliante. Nello stesso tempo Caterina ode una voce, che dice: “Questi raggi sono il simbolo delle grazie che Maria ottiene per gli uomini”.

Poi un ovale si forma attorno all’apparizione e Caterina vede scriversi in un semicerchio questa invocazione, prima sconosciuta, in lettere d’oro: “O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te”.

Subito dopo l’ovale della medaglia si gira e Caterina ne vede il rovescio: in alto una croce sormonta la M di Maria, in basso due cuori, l’uno incoronato di spine, l’altro trapassato da una spada. Caterina ode allora queste parole:”Fai coniare una medaglia, secondo questo modello. Coloro che la porteranno con fede riceveranno grandi grazie”.

Caterina riferisce al suo confessore, il Padre Aladel, la richiesta fatta dalla Madonna circa la medaglia, ma il sacerdote reagisce negativamente ed intima alla novizia di non pensare più a queste cose.

Qualche mese più tardi, pronunciati i voti, Caterina Labourè viene inviata al ricovero di Enghien per curare gli anziani. La giovane suora si mette al lavoro,. ma una voce interiore l’assilla continuamente: “Si deve far coniare la medaglia”.

Caterina ne riparla al suo confessore. Intanto nel febbraio del 1832 scoppia a Parigi una terribile epidemia di colera, che provocherà più di 20.000 morti. In giugno le Figlie della Carità cominciano a distribuire le prime 2.000 medaglie, fatte coniare da Padre Aladel. Le guarigioni si moltiplicano, come le protezioni prodigiose e le conversioni spirituali. Il popolo di Parigi comincia a chiamare la medaglia “miracolosa”. Nell’autunno 1834 c’erano già più di 500.000 medaglie. Un anno dopo soltanto ne circolavano più di un milione. Nel 1839 la medaglia veniva diffusa in più di dieci milioni di esemplari, e alla morte di suor Caterina, nel 1876, si contavano più di un miliardo di medaglie.