La costruzione dell’uomo colpevole

Uomo Donna
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 03.06.2024 – Aurelio Porfiri] – Riflettendo su quello che mi accade intorno anche attraverso la condivisione con menti aperte ed illuminate, osservo oramai da parecchi anni un fenomeno singolare che non esito a definire tragico. Questo fenomeno riguarda quella che io voglio chiamare “la costruzione dell’uomo colpevole”. Mi è capitato di parlare di questo con persone di ogni credo politico, ma aperte ed illuminate, e tutte hanno convenuto con me trattarsi di una vera e propria tragedia. In cosa consiste questo fenomeno? Nell’infondere nelle persone l’idea che un uomo, in quanto uomo, sia colpevole a prescindere.

Ora, ci sono uomini bastardi e colpevoli? Ce ne sono certamente. Ma si può racchiudere tutta la parte maschile dell’umanità in una colpevolizzazione di massa?

Certo che sarebbe stato difficile pensare che una cosa del genere sarebbe potuta succedere soltanto qualche decennio fa. Eppure oggi gli ideologi del terrore ci insegnano che se c’è anche un minimo sospetto su un uomo bisogna adottare la presunzione di colpevolezza piuttosto che la presunzione di innocenza. L’uomo è colpevole proprio in quanto uomo. In fondo è una specie di giansenismo rivisto, per cui l’uomo non può non peccare, se c’è un dubbio si può essere sicuri che l’uomo qualcosa ha fatto.

A chi conviene una cosa del genere? Non certamente alle donne, quelle non ancora intossicate dal femminismo marcio che purtroppo ancora ammorba non poche di loro. Le donne intelligenti e libere della vera libertà, riconoscono che quanto sta accadendo oggi le rende più sole perché oramai molti uomini sono completamente impauriti anche di tentare un timido approccio. Parlavo con un amico medico qualche giorno fa, con idee politiche non collimanti con le mie, ma che conveniva sul fatto che oggi molte donne, in conseguenza dell’indottrinamento di un certo femminismo, sono diventate molto aggressive, per cui l’uomo che tenta di conoscerne una lo fa a suo rischio e pericolo.

Questo indebolimento del maschio, del resto già denunciato in vari libri come per esempio da Pascal Bruckner, che parla dell’uomo bianco come di un capro espiatorio e dell’epoca attuale come quella del passaggio ad un nuovo oscurantismo, è veramente un fatto epocale, un cambio di paradigma che avrebbe fatto impallidire Thomas S. Kuhn. Siamo in un tempo di pericolo mortale per la nostra civilizzazione perché questo fatto non impoverisce soltanto l’uomo, ma impoverisce soprattutto la donna (e naturalmente sarebbe vero anche il contrario).

Un libro di successo della scrittrice militante femminista francese Pauline Harmange lancia già nel titolo un grido di battaglia: odio gli uomini! Sembra che questo grido dell’autrice non sia poi così isolato, se il libro è in corso di traduzione in più di 16 lingue. Ma serve veramente un atteggiamento del genere? È vero, come ho detto, ci sono uomini crudeli ma, se ne facessero una ragione, esistono anche donne crudeli, le donne non sono esentate dal peccato originale. E se è vero che molti uomini hanno rovinato la vita di molte donne è certamente vero anche il contrario.

Quindi quello a cui bisognerebbe aspirare, come ha detto il filosofo francese Alain de Benoist, è la vera parità fra i sessi, ma intesa in un senso più vero e profondo, cioè che gli uomini e le donne possano avere pari opportunità nello sviluppare il potenziale insito nel sesso di ciascuno, non tentando di diventare una brutta copia dell’altro.

Questa riflessione è stata pubblicata oggi dall’autore sul suo sito Traditio, per conoscere tutto su tradizione e tradizionalismo [QUI].

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