La Marcia della Fede Bolsena-Orvieto e la Processione del Corpus Domini di Bolsena

Copertina
Condividi su...

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 03.06.2024 – Vik van Brantegem] – Nella notte tra sabato 1° e domenica 2 giugno 2024 si è svolta la Marcia della Fede da Bolsena a Orvieto, l’appuntamento annuale con cui la Diocesi di Orvieto-Todi si prepara a vivere la solennità del Corpus Domini. La Marcia della Fede da Bolsena a Orvieto “ha svegliato l’aurora di questo giorno di grazia”, ha detto il Vescovo di Orvieto-Todi, Mons. Gualtiero Sigismondi, concludendo la sua omelia nella Santa Messa che ha presieduta alle ore 06.00 in Cattedrale di Orvieto, alla presenza dei numerosi partecipanti al pellegrinaggio notturno, nel quale hanno fatto memoria del cammino percorso dal Sacro Corporale del Miracolo Eucaristico avvenuto 761 anni fa.

La celebrazione del Corpus Domini ad Orvieto

All’inizio della sua omelia, Mons. Sigismondi ha ricordata l’acclamazione di San Tommaso e si è soffermato sull’incredulità e inquietudine dello stesso apostolo e anche del sacerdote boemo: “Mio Signore e mio Dio!” (Gv 20,28): ogni volta che ci accostiamo all’Eucaristia, consapevoli della nostra indegnità, ci faccia compagnia questa acclamazione che l’apostolo Tommaso, aperta una breccia nel muro della sua incredulità e inquietudine, ha pronunciato con un filo di voce e il cuore in fibrillazione. Incredulità e inquietudine costituiscono la sistole e la diastole della meraviglia di Pietro da Praga, che a Bolsena, nel 1263, ha visto e toccato il Sacro Corporale impregnato dal Sangue di Cristo. Incredulità e inquietudine sono, per così dire, le specie dello “stupore eucaristico”, con cui è necessario scandire il passo della Processione del Corpus Domini, una manifestazione di fede che, con l’avanzare del deserto della secolarizzazione, sembra andare contromano».

La solenne Processione, che accompagna il Santissimo Sacramento per le strade della città, ha aggiunto Mons. Sigismondi, «manifesta la nostra adesione alla volontà salvifica del Signore, che ci invita a raggiungere i “crocicchi delle strade” (Cfr. Mt 22,9). Occorre disporci a uscire dal tempio, allenandoci in ginocchio ai piedi dell’altare».

Concludendo, Mons. Sigismondi ha affermato: «La Marcia della Fede che, coprendo il tragitto da Bolsena a Orvieto, ha svegliato l’aurora di questo giorno di grazia ha la funzione di dare la nota alla Processione eucaristica, che è un pellegrinaggio di adorazione e di lode al Corpo donato e al Sangue versato dell’Agnello immolato. Fratelli e sorelle carissimi, siamo noi i Suoi piedi con cui Egli intende arrivare ovunque e a ogni persona; siamo noi le Sue mani con cui Egli soccorre e consola chiunque abbia bisogno di aiuto. È questo il “miracolo eucaristico” che quello di Bolsena evoca: la trasformazione della nostra vita mediante la conversione del cuore».

La mattinata a Orvieto è proseguita con la solenne Concelebrazione Eucaristica alle ore 09.00 presieduta dal Cardinale Lazarus You Heong-sik, Prefetto del Dicastero per il Clero, seguita dalla Processione Eucaristica all’interno della Cattedrale, a causa delle avverse condizioni meteorologiche, che non hanno consentito di svolgerla per le strade della Città di Orvieto.

Nel pomeriggio a Bolsena ha smesso di piovere e, quindi, qui la Solenne Processione si è potuto svolgere.

«L’Eucaristia ci spinge a un amore fortemente impegnato per il prossimo, perché non possiamo veramente comprenderne e viverne il significato se teniamo chiuso il cuore ai fratelli, specialmente a quanti sono poveri, sofferenti o smarriti nella vita» (Papa Francesco, 31 maggio 2024).

«Siamo chiamati a diventare ciò che mangiamo, a diventare “eucaristici”, cioè persone che non vivono più per sé stesse, nella logica del possesso e del consumo, ma che sanno fare della propria vita un dono per gli altri» (Papa Francesco, 2 giugno 2024).

La celebrazione del Corpus Domini a Bolsena

Nello splendido borgo umbro di Bolsena, sulle rive dell’omonimo lago, la solennità del Corpus Domini ha inizio la sera della vigilia con l’esposizione di una delle Sacre Pietre.

Domenica mattina 2 giugno 2024, le celebrazioni si sono aperte con le Sante Messe alle ore 08.00, 10.00 e 11.30, e si sono culminati alle ore 17.00 nella basilica dei Santi Giorgio e Cristina-Santuario del Miracolo Eucaristico a Bolsena, con la solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal Prefetto del Dicastero per il Clero, Cardinale Lazzaro You Heung-sik, animata con i canti eseguiti del Coro Polifonico Santissimo Salvatore e Vox Antiqua.

A seguire, alle ore 18.00 si è svolta la tradizionale processione del Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, con il Santissimo Sacramento e la Sacra Pietra, lungo il tradizionale percorso di circa 3 km (sembra sia il più lungo del mondo), completamente ricoperto dall’artistica infiorata realizzate dai gruppi di infioratori, accompagnata dal gruppo di Sbandieratori e Musici Monaldeschi di Bolsena. Hanno preso parte il clero secolare e regolare, le Confraternite, una rappresentanza della Delegazione della Tuscia e Sabina del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, le Autorità cittadine, provinciali e militari, e il popolo con devota compostezza.

La celebrazione del Corpus Domini a Viterbo

“L’eucarestia è fonte vitale, il Signore ci accompagni con la sua energia”, ha detto il Vescovo di Viterbo, Mons, Orazio Francesco Piazza nella sua omelia della Santa Messa in occasione della solennità del Corpus Domini, 30 maggio 2024 nel duomo di San Lorenzo, concelebrata con il Vescovo emerito di Viterbo, Mons. Lino Fumagalli e i sacerdoti della provincia. A seguire per le vie del centro storico si è svolta la processione con il Santissimo Sacramento, con la partecipazione dei fedeli, degli ordini cavallereschi, delle confraternite e dei bambini che quest’anno hanno ricevuto la Prima Comunione.

Il Miracolo Eucaristico di Bolsena

La solennità del Corpo e Sangue di Cristo vuole ricordare il miracolo eucaristico di Bolsena – piccolo comune del viterbese adagiato sulla sponda nord-orientale dell’omonimo lago – avvenuto in un giorno impreciso del 1263. Le più antiche cronache ci parlano di un sacerdote Boemo cui la tradizione dà il nome di Pietro da Praga, il quale in quel tempo di controversie teologiche sul mistero eucaristico fu assalito da dubbi sulla reale presenza di Cristo nel pane e nel vino consacrato. Per trovare finalmente pace, risolse nel suo animo di intraprendere un lungo pellegrinaggio di penitenza e meditazione alla volta di Roma per pregare sulla tomba di San Pietro. Dopo aver pregato sulla tomba del principe degli apostoli, rinfrancato nello spirito riprese il viaggio di ritorno verso la sua terra. Lungo la via Cassia si fermò a dormire a Bolsena nei pressi della basilica di Santa Cristina e per ringraziare Iddio, il mattino seguente, chiese di celebrare la Santa Messa.

Durante la celebrazione della Santa Messa, dopo la consacrazione alla frazione dell’ostia, apparve ai suoi occhi un prodigio al quale da principio non voleva credere. Quell’ostia che teneva tra le mani era diventata carne da cui stillava miracolosamente abbondante sangue. Impaurito e allo stesso tempo pieno di gioia cercò di nascondere ai rari presenti quello che stava avvenendo: concluse la celebrazione, avvolse tutto nel candido corporale di lino usato per la purificazione del calice che si macchiò immediatamente di sangue e fuggì verso la sagrestia. Ma durante il tragitto alcune gocce di sangue caddero sul pavimento tradendo la segretezza del prodigio.

A seguito del miracolo eucaristico del 1263, con la Bolla Transiturus de hoc mundo Papa Urbano IV decretò nel 1264 che la solennità del Corpo e Sangue del Signore fosse celebrata ogni anno in tutta la Chiesa universale e venne edificato il bellissimo e imponente duomo di Orvieto, cittadina umbra poco distante da Bolsena, dove è conservato al suo interno il reliquiario che contiene l’Ostia.

L’istituzione della processione del Corpus Domini trae le sue origini dalla cerimonia con la quale le reliquie del miracolo, traslate da Bolsena ad Orvieto, furono riposte in Santa Maria Prisca, alla presenza di Papa Urbano IV. Nel 1337 il governo di Orvieto stabilì di portare annualmente l’ostia consacrata e il Corporale in solenne processione per le vie della città. Per questa occasione, ogni anno, Orvieto abbellì vie, strade, piazze e palazzi di verdure, fiori, dipinti, arazzi e stoffe preziose.

Bolsena cominciò a celebrare solennemente la festa del Corpus Domini solo alcuni secoli più tardi dopo che i marmi macchiati di sangue (le “Sacre Pietre”), trasportati su un carro trionfale costruito per l’occasione, furono trasferiti dalla cappella del Corpo di Cristo per essere custoditi nella nuova Cappella del Miracolo. La prima solenne processione con le reliquie del miracolo risale soltanto al 1881.

Alla grandiosa processione, che si svolge con devota partecipazione e compostezza del popolo, prendono parte i religiosi locali e del Duomo di Orvieto, il vescovo diocesano, un cardinale, autorità cittadine, provinciali e militari. Il percorso della processione è lungo circa 3 km (sembra sia il più lungo del mondo) ed è completamente ricoperto da un’artistica infiorata, su disegno di base, con petali di fiori, foglie e semi. A livello individuale o in gruppi, gli abitanti delle vie interessate dal percorso della processione provvedono nei giorni precedenti l’evento alla raccolta dei fiori e alla preparazione dell’occorrente per i contorni dei disegni (fondi di caffè, segatura colorata) mentre il mattino stesso della festa alla raccolta dei fiori più delicati. Il grande impegno ha termine poco prima della solenne processione.

Nel suo messaggio per la chiusura dei lavori del 41° Congresso Eucaristico Internazionale, l’8 agosto 1976 a Bolsena Papa Paolo VI scrisse: «Bolsena non dimentica, ed oggi ripresenta a noi e al mondo il miracolo compiuto nel santuario della sua Santa Cristina, il quale miracolo ha ravvivato nella Chiesa d’allora e ravviva tuttora la coscienza interiore e ha perpetuato il culto esteriore, pubblico e solenne, dell’Eucarestia, del quale Orvieto e Bolsena conservano ed alimentano nel mondo l’inestinguibile fiamma».

Sono arrivate a noi le reliquie che ancora oggi testimoniano il miracolo eucaristico della transustanziazione di Bolsena:

  • l’ostia, il corporale e i purificatoi custoditi nella Cappella del Corporale nella cattedrale di Orvieto; in particolare, l’ostia e il corporale, dal 1337, vennero conservati in quel gioiello di oreficeria senese che è il reliquiario di Ugolino da Vieri;
  • l’altare su cui accadde il prodigio, stupendo manufatto dell’VIII secolo, collocato fin dalla prima metà del XVI nel vestibolo della basilichetta ipogea di Santa Cristina in Bolsena;
  • quattro lastre di marmo macchiate di sangue prodigioso (le Sacre Pietre) venerate dal 1704 nella Cappella Nuova del Miracolo, costruita come degna dimora delle reliquie rimaste a Bolsena; una quinta lastra fu donata nel 1574 alla parrocchiale di Porchiano del Monte.

Il dogma della transustanziazione sta a significare che il pane ed il vino, con la consacrazione della Celebrazione Eucaristica, diventano veramente il Corpo ed il Sangue di Cristo: «La conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo Sangue. Questa conversione si attua nella preghiera eucaristica, mediante l’efficacia della parola di Cristo e dell’azione dello Spirito Santo. Tuttavia, le caratteristiche sensibili del pane e del vino, cioè le “specie eucaristiche”, rimangono inalterate» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 283).

La solennità del Corpus Domini

La data della solennità del Corpo e Sangue di Cristo – una delle principali solennità dell’anno liturgico della Chiesa Cattolica Romana – ricorre il giovedì della seconda settimana dopo la Pentecoste. Si tratta pertanto di una ricorrenza “mobile” (non cade sempre nello stesso giorno dell’anno) in quanto direttamente collegata alla data della Pasqua. La data del Corpus Domini 2024 è giovedì 30 maggio. La solennità è riconosciuta festa civile in alcuni Paesi, come in Spagna, Germania, Irlanda, Croazia, Polonia, Portogallo, Brasile, Austria, Monaco Principato, a San Marino e nei cantoni cattolici della Svizzera. In Italia la ricorrenza non è riconosciuta come festività e la celebrazione è posticipata alla successiva domenica, quest’anno il 2 giugno, giorno nel quale la Processione del Corpus Domini a Bolsena si svolge dalle ore 18.00 sul tradizionale percorso ricoperto interamente dalle artistiche infiorate.

I miracoli eucaristici nella storia della Chiesa

Come sottolineano i francescani della Custodia di Terra Santa, il motivo ispiratore della festa ha origine nelle Fiandre, dove a metà del XIII secolo il movimento eucaristico era già molto attivo contro la diffusione delle eresie. A quel tempo, nel Principato vescovile di Liegi (attualmente territorio del Belgio), che faceva parte delle Diciassette Province dei Paesi Bassi, fulcro culturale e religioso, un vero “cenacolo eucaristico”, la monaca agostiniana Santa Giuliana di Cornillon (Retinne, presso Liegi, 1191/1192 – Fosses, Granducato del Brabante, 5 aprile 1258) e altre monache ebbero una serie di visioni mistiche in cui il Signore fece loro capire l’assenza nella Chiesa di una solennità in onore del Santissimo Sacramento. Nonostante le resistenze iniziali, il suo fervore coinvolse vescovi, comunità e clero, culminando nel 1246 con l’istituzione della festa nella Diocesi di Liegi. L’influenza di Giuliana si estese ben oltre i confini locali, ispirando Papa Urbano IV a estendere nel 1264 la solennità a tutta la Chiesa con la bolla Transiturus de hoc mundo, a seguito del miracolo eucaristico di Bolsena.

Nel 2010, Papa Benedetto XVI si riferiva a Santa Giuliana di Cornillon con queste parole: «Desidero presentarvi una figura femminile, poco conosciuta, ma alla quale la Chiesa deve un grande riconoscimento, non solo per la sua santità di vita, ma anche perché, con il suo grande fervore, ha contribuito all’istituzione di una delle solennità liturgiche più importanti dell’anno, quella del Corpus Domini. Questa è la Santa Giuliana di Cornillon, nota anche come Santa Giuliana di Liegi».

La storia della Chiesa è disseminata di miracoli eucaristici attraverso i quali Dio ha voluto rivelare la sua reale presenza in mezzo agli uomini. Nel volume I miracoli eucaristici in Italia (Paoline Editoriale Libri 2015, 112 pagine [QUI]) Raffaele Iaria racconta, con l’aiuto di documenti storici, i diciassette miracoli eucaristici avvenuti in Italia tra l’VIII e il XVIII secolo. Basta il nome evocativo di qualche luogo: Lanciano, Bolsena, Orvieto, Siena. I miracoli eucaristici, di fatto, sono eventi reali umano-divini di quella realtà tutta divina che è l’Eucaristia, di cui San Pier Giuliano Eymard amava dire: “Troverete tutto nell’Eucaristia: la parola di fuoco, la scienza e i miracoli. Sì, anche i miracoli”. Il lavoro di Raffaele Iaria, oltre che attuale e opportuno, è molto utile sia per avere un bagaglio prezioso di riferimenti ai miracoli eucaristici più importanti e significativi avvenuti in Italia, sia per avviare una valida riflessione e meditazione su fatti cosi importanti che non sono soltanto “storia”, ma anche “teologia”, ossia sono eventi che possono svelare realmente qualcosa dell’ineffabile mistero eucaristico. Questo volume si differenzia bene da altri lavori del genere per due caratteristiche particolari: la prima è l’accuratezza della ricerca che punta all’essenziale dei “fatti” senza nulla concedere al cosiddetto “miracolismo” di eventi qualificati scientificamente come miracoli eucaristici; la seconda caratteristica è lo stile giornalistico aperto e accattivante, che sa incidere nell’animo del lettore con semplicità e rapidità.

L’infiorata a Bolsena

In occasione del Corpus Domini, domenica 2 giugno, un tappeto di petali colora e abbellisce le vie e le piazze del centro storico di Bolsena, che hanno visto poi il passaggio dalla solenne Processione con il Santissimo Sacramento e la Sacra Pietra.

Tra i momenti più emozionanti delle celebrazioni del Corpus Domini a Bolsena c’è la preparazione dei quadri da parte degli infioratori. I lavori sono iniziati la mattina presto. L’intera comunità partecipa all’allestimento dei quadri, realizzate con fiori di ginestre, fiordalisi, acacia, papaveri, rose, “fojone”, veccia, ortensie, calendule, garofani, margherite, e materiali di origine naturale come semi e foglie di varie tipologie. I colori predominanti in tutte le composizioni sono il giallo, il rosso ed il verde, di rara e preziosa bellezza è anche l’azzurro del fiordaliso. Vere e proprie opere d’arte che, per qualità artistica e tecnica, sono conosciute e apprezzate in tutt’Italia.

Una composizione floreale
per celebrare il 250esimo anniversario
della Guardia di Finanza

Il 31 maggio 2024 presso l’auditorium comunale in piazza Giacomo Matteotti a Bolsena è stata inaugurata una composizione floreale rappresentante San Matteo, patrono della Guardia di Finanza, che rimarrà esposta fino al 3 giugno. A benedire la rappresentazione del Santo è stato il Vicario Generale del Vescovo di Orvieto-Todi, Don Stefano Puri. Questa composizione si inserisce nell’ambito delle iniziative in occasione del 250° anniversario di fondazione del Corpo della Guardia di Finanza e in concomitanza con la solennità del Corpus Domini.